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Plaka mistero diurno
niente da queste parti parla della notte neanche la notte
e le ombre non scendono come un sipario
calano da sempre da stamattina da ieri
immotivato tutto ha più senso
bianco febico bianco riflesso
il cielo in primo luogo
le case di fantasmi che chiami e niente risponde
colazioni psichiche apparecchiate sulle tavole
e poi le strade a da ultimo il mare
e poi noi
(Massimiliano Palmese)
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Ascolta l'ombra delle cose
l'ombra che batte sulla luce
e non tradisce e non separa
quella voce afona, quel silenzio muto
che parla di una rosa
di un fermaglio dimenticato
del figlio che non è tornato.
Le unghie del tempo
possono ferire un volto
ma resta una croce fatta di luce
che carezza e stupisce
anche i morti e gli amanti.
(Roberto Bartoli)
IL BORGO VECCHIO (TRANI)
La città si allarga -bubbone
che cresce con la velocità dei secoli-
ma l'antico non muta,
l'antico è lì, ancorato a un illusione
di durata, a un sogno di sopravvivenza.
I pescherecci in sequenza nel porto
oscillano a turno la danza del divenire
in una tragica serenità di abbandonata vita.
La nuvola dei gabbiani sul celeste strappato
e il vento slacciato sul mare verde
hanno artigli ch'estirpano pensieri,
hanno un canto che gonfia il repiro
sotto gli abiti troppo stretti,
sono linee di febbre
sul cuore roccioso del mondo.
Calato nei miei calzoni
sfoggio sorrisi di circostanza
con dentro l'angoscia della strada smarrita.
Ce ne andiamo grano a grano
soffiati nel tempo.
Le pietre parlano mute
restando.
(Sabino Cassatella)
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La mia vita incustodita
e percorsa sal vento del deserto
mi brucia gli occhi
li rende girasoli appassiti.
Dove sono dunque
le tue mani sottili
e quella secchia stracolma di turchese
che cola refrigerio
per chi come me
vive solo d'assenze
sotto il sole a picco.
(Giuliana Vaiani)
POESIA
ITALIANA