Circolo Culturale Albatross: Nick Hornby
Come diventare buoni
Traduzione di: Stefano Viviani
292 pag., Lit. 28.000 – Edizioni Guanda (Narratori della Fenice)


Alcuni giudizi

E' chiaro che Hornby ha un animo colmo di speranza. In Come diventare buoni è difficile trovare un personaggio per il quale non si provi un impulso di simpatia."
The Times Literary Supplement

"I libri di Nick Hornby ci guardano dritti negli occhi e ci dicono la verità su vite che, ad essere sinceri, non sono molto diverse dalle nostre... Hornby scommette tutto sull'autenticità."
The Observer Review

"Hornby è uno scrittore che sa essere al tempo stesso brillante, arguto ed emotivamente generoso."
The New York Times

"Il miracolo di Hornby sta nel descrivere un "mondo piccolo" con il distacco dell'ironia vera e con compassione profonda."
Michele Serra

Nick Hornby è nato nel 1957 e vive a Londra. Dopo aver esercitato la professione di insegnante si è dedicato interamente alla scrittura e collabora con le più prestigiose pagine letterarie inglesi. Ha scritto: Febbre a ’90, sulla passione per il calcio e i romanzi Alta fedeltà e Un ragazzo.


La quarta di copertina

Come si fa a diventare buoni? E, soprattutto, che cosa significa essere buoni? Katie Carr non se l'è mai chiesto: una donna che ha scelto di diventare medico per aiutare gli altri e che ha cresciuto i figli ai valori morali più profondi non ha nemmeno bisogno di porsi la questione. Finché quella donna non tradisce il marito. E allora il marito, David, decide di dare una svolta alla sua vita. Abbandona le arguzie sarcastiche con le quali non risparmiava nessuno, nemmeno la moglie e i figli, e rinuncia a versare veleno su tutto e tutti nella rubrica che firmava regolarmente su un quotidiano locale; insomma, smette di essere «l'uomo più arrabbiato di Holloway» per diventare buono. Ma buono sul serio. Niente di più azzeccato, a questo punto, dell' entrata in scena di BuoneNuove. Con tanto di piercing alle sopracciglia, una storia di droga alle spalle e tecniche di guarigione dello spirito e del corpo capaci di sfidare tutta la scienza medica, BuoneNuove aiuta David a mettere a punto strategie di bontà e varare progetti piccoli e grandi per contribuire a risolvere il problema della sofferenza umana: lasagne prese dal congelatore di casa per sfamare i barboni del parco, giocattoli e computer sottratti ai figli per intrattenere i bambini meno fortunati, esortazioni agli abitanti della via perché ciascuna famiglia metta a disposizione una stanza per un senzatetto e infine un bel manuale di istruzioni su come redistribuire equamente le ricchezze mondiali. Com'è prevedibile, Katie perde ogni punto di riferimento: il marito è irriconoscibile, i due figli si schierano l'uno con la madre e l'altra col padre, e lei deve sopportare la convivenza coatta con BuoneNuove e un senzatetto che si fa chiamare Scimmia. E, catapultata in una realtà tutta nuova, è costretta a riflettere anche sulla crisi del suo matrimonio.

Un commento al libro

Nick Hornby è stata una bella sorpresa: è uno scrittore giovane, di successo - i suoi libri hanno dato vita a numerose sceneggiature di film anche ben riusciti - eppure sa scrivere bene. Hornby ha ancora voglia di narrare delle storie, di sfruttare una delle qualità principali di un buon libro, quella di raccontare. Non è un caso isolato, questo è vero, ma è pur sempre piacevole leggere una buona storia, ben raccontata, con uno stile colloquiale che non scade mai nel banale, soprattutto se questa storia da anche degli spunti di riflessione.
COME DIVENTARE BUONI racconta la storia di Kate e David, sposati ormai da vent'anni, con due figli che assomigliano a Bart e Lisa Simpson (di cui sono grandi estimatori) e dei problemi della vita di coppia, tra incomprensioni, litigi, accuse. Come si vede il filo della trama è abbastanza sottile, irrisorio, e ha dato spesso vita ad altri romanzi, sia nel passato, come nel presente. Su questa sottile linea che congiunge la prima con l'ultima pagina troviamo però numerose gemmazioni, storie che si intrecciano con leggerezza. David, che nelle prime pagine del libro è identificato come "l'uomo più arrabbiato di New York" (è con questo nome che tiene una rubrica sul giornale locale) dopo un'incontro con una specie di santone New Age con delle tartarughe al posto delle sopracciglia, cambia radicalmente il modo di pensare e di vivere e si imbarca in campagne per la creazione di un mondo migliore. Kate, medico generico, alle prese con patologie spesso croniche e paziente fin troppo fedeli al suo ambulatorio, di fronte al repentino cambiamento del marito va in crisi, perdendo la bussola (io sono il medico, lavoro per il bene degli altri e quindi sono buona) con la quale si è sempre orientata nella vita. Ne derivano situazioni tra le più varie, alcune anche decisamente divertenti, che non descrivo per non rovinare il piacere al futuro lettore più di quanto non abbia già fatto.
COME DIVENTARE BUONI affronta un tema delicato, inflazionato forse e tuttavia molto interessante, quello della bontà. In un certo senso il titolo del libro non centra esattamente il problema, perchè la riflessione che viviamo in prima persona, attraverso il personaggio di Kate che si fa voce narrante, è soprattutto quello di che cosa voglia dire essere buoni e che sacrifici comporti. A cosa è giusto rinunciare per diventare buoni e per creare una società migliore? Essere buoni può essere una forma di egoismo? Sono gli egoismi che guidano le nostre azioni?
Tutte queste sono domande che sorgono spontanee e a cui Hornby non da una risposta definitiva, al massimo indirizza il lettore, fa comprendere per cosa egli stesso parteggia.
COME DIVENTARE BUONI è anche un libro sulle relazioni: tra marito e moglie, tra padre e figli, tra madre e figli, tra amici, tra medico e paziente. Kate e David sono due persone confuse la cui vita monotona si risveglia all'improvviso e ha bisogno di una sterzata. Ha bisogno della volontà, perchè amare non è solo una questione di sentimento, ma necessita di una scelta, la stessa che è fatta con il matrimonio, la scelta di accettare le incomprensioni, le difficoltà, a volte la sofferenza.

"fino a qui,
nel cuore del cuore dell'uomo
è penetrato il danno d'Adamo
che da sale al mondo"

La fatica è penetrata anche nel cuore dell'uomo, nella sua capacità di amare che non è più spontanea, immediata, ma si scontra con le finitezze della creatura.
E' un libro sull'educazione dei figli, figli viziati, che incessantemente registrano gli errori dei "grandi" e li ripetono, che assorbono le contraddizioni - tutte - della nostra società. Figli consumisti, mediatici, egoisti.
Infine è un libro sulla possibilità di cambiare, perchè "cambiare è sempre possibile, a dispetto di tutto, contro ogni speranza, basta che lo si creda intensamente".

Alcune frasi tratte dal romanzo

“Datemi retta: non sono una persona cattiva. Sono un medico. Una delle ragioni per cui volevo diventare medico era che la ritenevo una buona cosa – sottolineo buona, più che emozionante o ben retribuita o affascinante”.

"Mi trovo in un parcheggio a Leeds quando dico a mio marito che non voglio piu' stare con lui. David non e' li' con me nel parcheggio. E' a casa, a curare i bambini, e io l'ho chiamato soltanto perricordargli che dovrebbe scrivere due righe per la maestra di Molly. L'altra cosa mi e' come ... sfuggita. Un errore. Ovvio. Evidentemente, e con mia grande sorpresa, sono il tipo di persona capace di dire al marito che non se la sente piu' di stare con lui, ma non pensavo davvero di essere capace di dire questa cosa da un cellulare, da un parcheggio. Adesso, è chiaro, la considerazione che avevo di me stessa andrà rivista... Per la maggior parte delle persone le conversazioni di fine matrimonio si svolgono una volta sola, se va bene. Se scegli di condurre la tua da un cellulare, da un parcheggio di Leeds, allora non puoi certo pretendere che non sia da te, così come Lee Harvey Oswald non poteva certo pretendere che sparare ai presidenti non fosse da lui. A volte basta un gesto per essere giudicati."


Bibliografia essenziale

Alta fedeltà tr. di Noulian L., 1999, 256 p., Lit. 13000, "I tascabili della Fenice", Guanda
Come diventare buoni, tr. di Viviani S., 2001, 292 p., Lit. 28000, "Narratori della Fenice", Guanda
Febbre a 90', tr. di Pedrotti F. e Willis L., 2001, 244 p., Lit. 13000, "I tascabili della Fenice" n. 37, Guanda
Un ragazzo, tr. di Pedrotti F., 2001, 264 p., Lit. 15000, "Teadue" n. 797

A cura di Gianni Migliarese

Interviste

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