EMISSIONE DI GAS CORROSIVILe normative di riferimento sono: EN 50267-2-2 e IEC 60754-2
Negli incendi, ai danni prodotti dall’azione diretta del fuoco, si sommano quelli dovuti agli agenti corrosivi contenuti nei gas della combustione che raggiungono gli ambienti non direttamente intaccati dal fuoco. Il materiale più comune costituente le guaine e gli isolamenti dei cavi, bruciando, rilascia dal 25 al 30% in peso, di cloro che, combinandosi con l’umidità forma acido cloridrico. L'acido cloridrico così generato, essendo più pesante dell'aria, si deposita su tutte le superfici venute a contatto con il fumo dell'incendio, ed inizia la sua azione corrosiva. Se non si procede ad una immediata e accurata azione di neutralizzazione, nel giro di pochi giorni( o addirittura di poche ore, a seconda del metallo interessato)apparecchiature elettroniche,circuiti stampati, contatti, strumentazione, ecc., vengono deteriorati in maniera irreparabile. Spesso i danni della corrosione superano quelli procurati dal fuoco. Il test si conduce secondo le seguenti procedure: 1000mg di materiale vengono bruciati in un forno di combustione ad una temperatura di 935°C dotato di un sistema di ventilazione, per più di 30 minuti. I fumi generati vengono fatti passare all’interno di bottiglie di raccolta. Successivamente per mezzo di strumenti adeguati vengono misurati i valori di conduttività e di ph. In questo modo è possibile determinare il grado di corrosività dei gas emessi durante una combustione. Il test si considera superato quando: - Il valore di ph è > a 4,3 - La conduttività è < a 10µS/mm
Test
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