1 marzo 2004/26 marzo 2004: IL MIO STAGE TRA SOGNO E REALTA’

Il mio stage è cominciato il 1° marzo ma in realtà la preparazione psicologica a quello che stavo per andare a fare è iniziata prima di quella data! Quella che vi sto per raccontare è per me un po’ come una favola, una favola che mi ha cambiata dentro e non perché sono stata sul set della mia soap opera preferita (l’unica che vedo, cosa credete, sono molto fedele!) ma per le emozioni che mi ha fatto vivere a livello di rapporti umani e per avermi insegnato a credere di più in me stessa e nelle mie capacità (ancora non l’ho imparato del tutto, eheh, so’ un po’ de coccio!)! Non so da dove partire, ho un sacco di bei momenti che mi gironzolano in testa ma forse la cosa migliore è cercare di ricostruire e partire dall’inizio.

Presi quel famoso treno alle 6:30 di sabato 28 febbraio. Mi accompagnò la mamma nel primo vero viaggio che mi avrebbe portata lontana da casa per un mese. Ero felice perché sapevo che comunque sarebbe stata un’esperienza unica ma avevo anche paura! Non sapevo cosa avrei dovuto fare, non sapevo se mi sarei trovata bene, non sapevo chi avrei incontrato ma soprattutto non sapevo se sarei stata capace a restare lontana dalla mia famiglia e dai miei amici così a lungo. Come avrei fatto a far a meno di vederli? E come avrei fatto senza mia sorella, è la persona più importante della mia vita e se sta lontana da me anche solo un giorno mi manca da morire. E’ la prima persona con cui parlo di tutto quello che mi succede, di tutto quello che mi frulla nel cervello, è la prima persona che mi capisce e che sa leggermi nel pensiero. Mi ricordo che prima di partire avevo lasciato un post-it sullo specchio in camera mia con scritto “Vi voglio bene” e quel bigliettino è rimasto lì fino al mio ritorno, tanto che alla fine quando la colla ha cominciato a seccarsi l’ho staccato del tutto e l’ho conservato in un cassetto!

Ma torniamo alla mattina del 28. Papà ci aiutò a caricare le valigie sul treno, la mamma si sarebbe fermata con me a Napoli fino al mercoledì successivo, quindi c’era anche la sua valigia! Dopo aver caricato tutto papà cercò di darmi qualche consiglio e di fare qualche battuta simpatica come fa di solito, ma invece di farmi ridere scoppiai a piangere. Poi le porte si chiusero facendo iniziare così questo meravigliosa avventura! Sembrava che quelle 8 ore di treno non dovessero finire mai, continuavo a pensare a quello che mi aspettava e cercavo di coinvolgere la mamma nelle mie elucubrazioni mentali e lei, porella, mi ascoltava! Alle 15 circa arrivammo a Napoli, mi ricordo che prendemmo un taxi che ci portasse all’istituto Denza, che sarebbe stato la mia “casa” per tutto il mese successivo… in realtà la mia casa è stata la Rai, o meglio chi in Rai ci lavora, ma pian piano arriverò anche a parlarvi di loro! Il Denza da fuori è un edificio molto carino, è immerso in un giardino gigante e ci sono campi da gioco e giochi per bambini, questo perchè è una scuola elementare, media e mi pare ci siano anche i licei classico e scientifico. Dentro però l’impressione che ebbi non fu delle migliori, è un posto buio e appesi alle pareti dei corridoi ci sono tantissimi quadri degli ex alunni… ma la cosa che mi spaventò “leggermente” (io ho paura del buio e vivrei di sola luce del sole!) furono le piccole lucine GIALLE che illuminavano ognuno di questi quadri rendendo l’atmosfera quasi sinistra. Alla fine a me non interessava più di tanto, al Denza ci sarei tornata solo per dormire e basta. All’ingresso ci diedero le chiavi della stanza e quando ci entrai mi venne un secondo groppo in gola: era troppo spoglia per i miei gusti, mi venne da pensare alla mia camera che non ha quasi più spazio sulle pareti da tanti quadri e fotografie che ci sono appesi…e poi io ho le pareti colorate! Vabbè, come vi ho detto, ci dovevo solo dormire, quindi ben vengano anche le pareti spoglie! La mezza giornata di sabato e la domenica la passammo prima a informarci di quali mezzi avrei dovuto prendere per arrivare tutte le mattine in Rai e poi a zonzo per negozi, e quelli di Napoli sono veramente una meraviglia!

Arrivò il famoso 1° marzo, se tutto sommato ero riuscita a rimanere abbastanza tranquilla fino a quel momento quella mattina sembravo veramente elettrica. Mi feci prendere dall’agitazione e resi partecipe del mio stato d’animo anche la mamma. Prendemmo l’autobus un po’ in anticipo per paura di arrivare tardi… mi avevano detto le 9? E le 9 dovevano essere! Mi sembra di non aver fatto nemmeno colazione quella mattina da tanto ero agitata! Arrivammo in via Marconi con leggero anticipo, camminavo piano sperando di allungare il tragitto ma il cancello si faceva sempre più vicino, e sì che là dentro c’ero già stata! Salutai la mamma dopo averle chiesto almeno 100 volte se stessi vestita bene e se i riccioli (non ridete!) non andassero per conto loro come al solito, ed entrai! Chi me l’avrebbe detto che quasi non sarei voluta uscirne più, eheheh! Come prima cosa, dopo aver ricevuto il pass, mi diressi verso la redazione, questa volta con passo più spedito e sicuro della precedente. Nel corridoio vidi Ilenia che camminava verso l’uscita tutta assorta nella lettura delle scene che presumibilmente le avevano appena consegnato; ridacchiava da sola e quando le venne fuori un “ohh” di stupore mi ricordo di aver pensato a chissà cosa sarebbe successo al suo personaggio!

Arrivai in redazione, stranamente senza perdermi, dove Anna mi accolse con un bel sorriso, cosa di cui quella mattina avevo proprio bisogno…fondamentalmente volevo essere rassicurata! Mi chiese com’era andato il viaggio e mi disse di aspettare Raffaella prima di cominciare. Quell’attesa mi sembrò interminabile ma forse mi permise di allentare un po’ la tensione che non si decideva a mollarmi da quando mi ero svegliata! Mi sembra vagamente di ricordare che nel frattempo arrivarono anche le altre ragazze che lavorano in redazione ma di loro, di quel momento, non mi ricordo nemmeno se mi dissero qualcosa, buio totale…se lo sapessero!!! Quando vidi entrare Raffaella erano circa le 9:40, l’agitazione mi ritornò immediatamente ma lei fu molto carina e gentile, la seguii prima in amministrazione per consegnare gli ultimi documenti e poi nella sua stanza…e aspettai. Vi dico così perché in teoria avrei cominciato lo stage passando la prima settimana con gli scrittori, in realtà però mi parve di capire che ci fosse qualche problemino. Raffaella, infatti, fece alcune telefonate e poi mi chiese se, per la contemporanea presenza di un altro stagista (che non ho mai conosciuto!), fosse lo stesso per me cominciare lo stage non dal reparto scrittura ma dallo studio! A dir la verità fui molto contenta del cambio di programma, tutto sommato in studio c’ero già stata il famoso 18 febbraio e mi spaventava meno doverci ritornare! A quel punto Raffaella mi accompagnò in studio, i corridoi mi sembravano lunghissimi e labirintici! Davanti alla porta a piano terra incontrammo Vittorio Ciorcalo, lei ci presentò e gli disse che ero una nuova stagista e che sarei rimasta con loro per un mese. Sbirciai dentro lo studio ma mi vergognavo ad entrare, così aspettammo che arrivasse Maria, l’assistente di produzione. Avete presente la consegna del testimone? Ecco, mi sembrava di essere una staffetta in quel momento: Raffaella mi aveva accompagnato fino alla porta dove mi “consegnò” a Maria, la quale mi prese per mano e mi portò in studio! Anche in quel momento avevo bisogno di essere rassicurata e Maria ci riuscì alla grande! La scena che stavano per girare si svolgeva a caffè Vulcano dove Guido e Lidia si sarebbero, per un equivoco, trovati a parlare di un regalo dell’uovo di Pasqua! Non è che lei mi fosse particolarmente simpatica ma di sicuro è veramente una bella donna, altissima e magrissima!

Penso di avere passato tutta quella mattina in silenzio, o quasi. Io sono una che prima di ambientarsi in qualsiasi gruppo deve “analizzare la situazione”, nel senso che inconsciamente cerco di capire chi mi sta intorno e forse questo è dovuto anche al fatto che sono abbastanza timida! Quella mattina vidi qualche altra scena che coinvolgeva Otello, Lino, Guido e Lidia sempre al Caffè Vulcano e poi, dopo il cambio ambiente, anche tre o quattro scene ambientate nel salotto dei Palladini! Ed è lì che vidi per la prima volta Hélène, Riccardo e Carmen! Beh, diciamo che loro si erano resi conto che c’era qualcuno in più in studio nonostante il gran numero di persone che normalmente è presente durante le riprese. Ogni tanto mi arrivava un loro sguardo, per quanto io cercassi di essere il più trasparente possibile per non essere notata (non ho fatto sempre così, anzi! …ma quello era solo il primo giorno!). I cameraman mi spiegarono il funzionamento delle tre telecamere e di come dalla regia ci si teneva in contatto con lo studio, io facevo poche domande nonostante morissi dalla curiosità per ogni piccolo particolare. Quello che mi colpì, e a cui non avevo mai pensato, fu la tranquillità con cui gli attori si muovevano davanti alle telecamere nonostante tutti quegli occhi puntati addosso! Tra tutti quei cavi e quelle luci avevo paura di combinare qualche casino, di fare qualcosa che non dovevo…inutile dire che quel primo giorno controllavo ogni 5 minuti se il cellulare fosse spento, come se fosse dotato di intelligenza da potersi accendere da solo!

Dopo questa intensa mattinata e dopo la mia prima pappa in mensa, tornai verso lo studio con Maria. Ai corridoi che avevo già visto se ne aggiungevano altri, pensai che non avrei mai imparato a districarmi là dentro! Mentre raggiungevamo lo studio vidi da lontano Riccardo che parlava con un tizio, ma appena ci vide disse ad alta voce: “Ma insomma, nessuno mi vuole presentare questa bella signorina?”…ehm, io? Ci presentammo, Maria gli spiegò che ero una stagista e lui per tutta risposta “Ah, che bello Erica, allora stageggi con noi?!”. Nonostante odiassi Roberto Ferri ero sempre stata convinta che Riccardo fosse una persona simpatica e in effetti ne ebbi piena conferma, eheh! Certo non pensavo che di lì a pochi minuti mi avrebbe fatto venire voglia di sotterrarmi! Per intenderci il periodo era quello appena successivo alla morte di Giuseppe Di Salvo ed Eleonora era visibilmente scossa dall’accaduto. Entrambi erano seduti sul divano di casa Palladini e lui cercava di avvicinarsi a lei che nel frattempo era tutta presa dai sensi di colpa per l’omicidio del ragazzo. Finita la scena lui, si spoglia del suo personaggio e, vedendomi seduta nella penombra, mi dice: “Tu che ne dici, Erica?”. A quel punto Hélène gli ha rivolto prima uno sguardo interrogativo come per dire “Chi è? La conosci?” e poi si è girata verso di me e mi ha fatto un sorriso.

Il pomeriggio è trascorso piuttosto bene, continuavano a passarmi davanti un sacco di persone che non conoscevo, che mi rivolgevano un sorriso e con cui non riuscivo ancora a sentirmi a mio agio… insomma era come essere un pesciolino fuori dalla sua solita boccia! Tra gli attori quel pomeriggio vidi Michelangelo, ancora Germano, Peppe, Serena, Claudia e Gioia col pancione. Nonostante le scene non fossero particolarmente allegre in “stile terrazza” mi piacquero lo stesso molto. Legato a quel pomeriggio ho un ricordo molto carino di Michelangelo: io ero sempre in penombra mentre assistevo alle riprese, mi vergognavo a farmi vedere e me ne stavo un po’ indietro; Michi aspettava di entrare in scena, mi pare di ricordare che le prime inquadrature non prevedessero la presenza di Filippo. Era la prima volta che lo vedevo e come tutti gli attori, nonostante in un certo senso li conoscessi da anni, mi faceva comunque uno strano effetto averceli lì davanti agli occhi in carne ed ossa! Comunque tornando a Michelangelo, lui a un certo punto si voltò e mi vide…credo mi si sia bloccato il cuore un istante, eheh, e non perché fosse lui (che comunque non ha proprio niente da buttare via, anzi!) ma per il motivo che vi ho appena spiegato! Appena mi vide qualche metro dietro di lui si avvicinò con passo spedito e, tendendomi la mano, con un sorriso mi disse: “Ciao, io sono Michelangelo! Tu sei la nuova stagista? Benvenuta!”. Così parlammo un pochino, gli raccontai di come era arrivata fin lì, dell’email che avevo spedito a Patrizio e lui, dal canto suo, mi disse che lui fa un po’ fatica a rispondere alle email che ogni giorno gli arrivano e che sceglie quelle che più lo colpiscono o risponde a chi gli chiede consigli.

Beh ora vado un po’ più veloce…del primo giorno mi ricordo tutti i particolari ma non pretenderete che mi ricordi tutti i minimi dettagli anche dei giorni successivi!?!? Mi ricordo solo che la prima volta che Peppe focalizzò la sua attenzione su di me mi chiese: “Una nuova ragazza della terrazza?” e Michelangelo intervenne subito, coprendo il mio “Magariii!”, dicendo che ero lì per uno stage. Il 4 marzo conobbi anche Ilenia e Marina Giulia… e MG, dopo 3 giorni che mi vedeva in studio, dal lettone della camera da letto di Ornella disse: “Ma quella ragazza che vedo qui da un po’ di giorni…che fa?” Certo che tutti hanno lo stesso vizio, chiedermelo dopo quando non ci sono tante tante tante orecchie pronte ad ascoltare? Non sarebbe stato lo stesso? Magari il mio faccino faceva a meno di diventare rosso porpora!

Comunque dopo la prima settimana già mi ero perfettamente ambientata sia in redazione, dove cominciavo a sentirmi veramente a casa, sia in studio; i corridoi ormai cominciavo a conoscerli e non mi perdevo più! La prima settimana era volata senza che me ne fossi accorta e già pensavo a quanto mi sarebbe dispiaciuto tornare a Bergamo! Era come se stessi vivendo in un mondo parallelo, completamente diverso da quello a cui ero abituata e sinceramente, a parte qualche mancanza che cominciavo a sentire, sarei voluta restare lì per sempre!

Non facevo quasi mai colazione al Denza, mi piaceva di più farla in studio con gli altri…ora, perchè in Rai facciano colazione in ufficio non lo so, so solo che in studio quando la mattina di prima scena c'erano la Scivittaro o Riccardino portavano sempre un vassoio enorme di brioche fresche...e che buone! Pensate che anche le settimane successive, in cui ho seguito le altre fasi di produzione, passavo comunque in studio a fare un salutino, e anche se gli altri avevano già fatto colazione mi lasciavano sempre mezza brioche coperta da un tovagliolino...troppo carini! Quella mezza brioche me la sono sognata per un sacco di mattine una volta tornata a casa!

Ora veniamo alla seconda settimana, la settimana degli esterni e DEL MIO COMPLEANNO che merita un racconto particolare, un po’ perché è la mia festa, un po’ perché l’ho festeggiato a Napoli e un po’ per la signora delle pulizie, eheheh! Ma facciamo un salto indietro di una decina di giorni. Come vi ho detto la mamma mi aveva accompagnato e in quel mio primo fine settimana a Napoli ci girammo un sacco di bei negozietti: tra questi me ne piacque particolarmente uno che si chiama “Cose Così” e che vende soprattutto oggetti ma cariiiini! …e io ho adocchiato una lampada troppo meravigliosa (non si dice ma rende meglio il concetto!)! Dovete sapere che io adoro lampade e candele e chi vuole farmi un regalo sa che così va sul sicuro! Ora torniamo alla mattina del 9 marzo: mi svegliai alla solita ora mentre pensavo che era il primo compleanno che passavo da sola o comunque senza i miei, senza gli amici! Ma giusto il tempo di andare in bagno un secondo che qualcuno bussò alla porta…ma chi cavolo era a quell’ora? Mezza stordita avanzai verso la porta, con un calzino si e uno no… e in mutande! Non feci in tempo ad aprire che mi vidi la donna delle pulizie, una signora sui 70 anni ma carina e sempre molto gentile, che, con un sorriso a 32 denti, senza proferir parola mi sventolava in aria un enorme sacco di plastica celeste (avete presente il tipico colore delle buste della spazzatura negli alberghi? Ecco quello!). Io la guardavo non capendo perché caspita quella mattina fosse venuta a far pulizie così presto e cercai di ricambiarle un sorriso, per quanto appena sveglia mi riuscisse abbastanza difficile! Quella vi pare che parlasse? Macchè, continuava a sventolare e a sorridere, “ma che te ridi?”. Alla fine dopo questi lunghi sguardi (fosse stata almeno un bel fanciullo!) finalmente si decide a parlare: “Auguri” mi dice. Auguri? Ma questa che ne sa? Io avevo una faccia tra l’interrogativo e lo stupito e lei “Te lo manda la mamma!”…ma cosa? Le ho pensate tutte in quel momento, prima di tutto che questa era una mezza matta! Alla fine si è degnata di spiegarmi che il “Te lo manda la mamma” era riferito al sacchetto della spazzatura…che NON era un sacchetto della spazzatura ma una busta con dentro un pacco regalo!!! La COMPRENSIVA signora, dopo avermi rinnovato gli auguri, decise che forse era ora di andare e si richiuse la porta alle spalle. Così io aprii i pacchetti (erano 2!): in quello piccolo c’era un elefantino col naso in su che porta fortuna (a proposito magari vi sarà capitato di notarne uno anche nella stanza di Fede (sul pc vicino alla finestra!…se non ce l’ha più l’ammazzo!) e in quello grande LA LAMPADA!

Che dite? La sottoscritta avrà pianto? Vabbè, carino come inizio di compleanno, no? Allora dopo aver sentito mamma, papà e Gabry…mi venne un’idea: chiamo la redazione e dico che non sto bene quindi arriverò in ritardo! Appurato che non c’era nessun problema telefonai alla nipote di Maria che, armata di motorino, mi accompagnò a comprare i pasticcini e mi portò poi davanti alla Rai! Non vi dico che vergogna entrare in Rai con quel vassoio enorme, non mi ricordo nemmeno quanti fossero i pasticcini, ma erano tantissimi! Comunque approdai in redazione e ovviamente tutti mi puntarono gli occhi addosso per sapere che cosa si festeggiasse…non lo sapeva nessuno tranne Raffaellina e Michelangelo! Dopo pranzo mi festeggiarono e si sbafarono anche tutti i dolci! Diciamo che hanno contribuito la redazione, gli amministratori, Michey, Pat, Serena, la piccola Marina Giulia Burattini…e Valentina, la quale, visto che non avevamo nemmeno una candelina, mi ha proposto di soffiare sulla fiamma di un accendino!). Beh, originale come compleanno, no?

La settimana è stata nel complesso bella e piena di cose nuove da imparare, anche se la prima mi era piaciuta di più, sarà il fascino dello studio, sarà che con la troupe che lavorava in esterni mi sono trovata meno a mio agio e sarà che col freddo che faceva non vi dico quanti litri di acqua mi sono beccata sulla testa! Comunque anche lì ne ho viste di cose! Sono stata nel giardino di Villa Palladini che pensavo fosse quella famosa con la rovinosa scala da cui è caduta Anna, Viola e forse qualche altro e con la spiaggia privata… e invece adesso (ormai da qualche anno) è un’altra! Comunque quella “vecchia” l’ho vista dall’alto; quando ero più piccola dicevo che era la villa dei miei sogni. Il sabato mattina a volte sono andata a far colazione al Caffè Vulcano, quello vero, che si trova proprio a qualche metro di distanza dal Denza, e poi mi facevo una lunga passeggiata partendo da Capo Posillipo fino ad arrivare in centro a piedi… e il panorama che si vede di là è a dir poco unico, specialmente se c’è il sole che si riflette sul mare. E’ stato così che ho scoperto la Villa a cui ho fatto un vero e proprio servizio fotografico. C’era gente che passeggiava mentre io mi improvvisavo fotografa, che vi devo di’, mi avrà presa per matta ma intanto io quelle foto da tanto che mi piacciono le ho consumate con gli occhi!

Il giorno del mio compleanno sono stata anche 2 ore al casting, tanto per rendermi conto di come funzionasse. Si lavora con un archivio in costante aggiornamento in cui sono conservate migliaia di foto di attori famosi o alle prime armi, tra cui vengono scelte e provinate le guest. A seconda del ruolo che l’attore dovrà ricoprire, ci si basa non solo sulla bravura ma anche sulle caratteristiche che sembra avere in comune col personaggio da interpretare.

Comunque, a proposito di Villa Palladini, è proprio qui che ho fatto una delle mie “meravigliose” figure barbine! Una mattina ho interrotto involontariamente (ci mancherebbe!) le riprese! Che vergogna! Dunque, eravamo a Villa Solimene per le riprese in esterni e la scena riguardava Marzio e Patrizio. Io mi allontanai un attimo dal centro del giardino (dove erano in corso le prove) e andai a prendermi una graffa. Nella stanzina dove era stata piazzata la macchinetta del caffè e il vassoio con le brioche c'era il fotografo, anche lui rifugiatosi lì per un improvviso bisogno di cibo. Dopo esserci rifocillati entrambi tornammo da dove eravamo venuti ma non so come finimmo per entrare nell'inquadratura della telecamera facendo da sfondo agli attori. Il fotografo si nascose dietro le piante mentre Patrizio OVVIAMENTE mi vide con la coda dell'occhio e ad alta voce: "Erica....". Non so di che colore io sia diventata!

La terza settimana è stata dedicata a seguire gli sceneggiatori, forse è stato l’aspetto più interessante del meccanismo, considerando che un giorno mi piacerebbe scrivere. Anche qui il primo giorno l’ho passato praticamente in silenzio, ma ormai sapete come e perché quindi evito di ripeterlo un’altra volta. Gli autori si riuniscono tutti i lunedì e martedì in una stanza, si siedono intorno a un tavolo e spremono i loro cervellini fantasiosi per cercare di inventare i nuovi intrecci che coinvolgeranno i personaggi di Upas. Le idee vengono scritte su una lavagna ma solo alcune verranno poi considerate. Per ogni scena si definisce bene la location, soprattutto se è esterna, per evitare di usarne troppe per mancanza di tempo per realizzare le riprese e per l’elevato costo. Si definiscono bene anche le guest e i figuranti coinvolti. Io non pensavo che già si pensasse a tutti i dettagli in fase di scrittura, e non pensavo soprattutto che ci volesse così tanto tempo per inventare e scrivere anche solo una scena. Dal mercoledì fino alla fine della settimana ci si divide i compiti e gli story liner cominciano a scrivere dettagliatamente il trattamento delle singole scene. Quando tutte e 5 le puntate del blocco sono scritte in forma di trattamento passano prima sotto gli occhi e le penne degli story editor che li revisionano e poi il trattamento definitivo viene mandato ai dialoghisti che si occupano di trasformarlo in sceneggiatura. Più o meno avviene in questo modo, eheh! Ovviamente detto così sembra semplice ma vi assicuro che spesso finiscono di lavorare molto dopo le 19 proprio per la complessità insita in questa fase! Pensate se non ci fossero gli autori… Upas non esisterebbe o per lo meno non sarebbe quello che è, secondo me i loro meriti dovrebbero essere maggiormente riconosciuti! Adesso apro una parentesi che non c’entra un cavolo col mio stage ma mi è venuta in mente parlando della visibilità degli sceneggiatori. A me fa troppo innervosire il fatto che finito Upas, così come un qualsiasi film o fiction, per inserire la pubblicità taglino i titoli di coda! Perché tutta la gente che lavora dietro le quinte, che è davvero tanta, non merita di aver riconosciuti i propri meriti? Non è giusto! Quando sono al cinema a me piace aspettare che finiscano i titoli di coda prima di alzarmi e uscire dalla sala…se ci fosse in gioco solo la bravura degli attori e nient’altro dietro a un prodotto televisivo, cinematografico o teatrale non ci sarebbe niente di quello che vediamo! Vabbè, richiudo la parentesi.

E’ stato in questa settimana che ho conosciuto Fede o meglio prima di questa settimana non ci eravamo mai rivolte la parola! Ogni tanto la vedevo a mensa, io andavo a pranzo quasi sempre con Annina e Raffaella mentre lei arrivava dopo e si sedeva con noi o al tavolo accanto, parlava con loro e io pensai sin dall’inizio che mi sarebbe piaciuto conoscerla, aveva l’aria di essere una persona simpatica…e poi sapete com’è, è friccicarella e quando parla ti coinvolge! Fatto sta che non mi degnò di uno sguardo fino alla settimana dopo, probabilmente sarà stato il 15 o il 16 la prima volta che ci parlammo. Io soffro un pochino di bassa pressione e nella stanza dove lavorano gli autori mi mancava un po’ l’aria, forse perché eravamo in tante persone in un ambiente piccolo! Non sono stata l’unica a sentirmi poco bene, ma non mi riusciva proprio di ritornare lì dentro così rimasi un po’ in redazione. Ogni tanto qualcuno veniva a chiedermi come stessi o se avessi bisogno di qualcosa, fin quando apparve Fede che mi costrinse (non sto scherzando: MI COSTRINSE!) a seguirla dal medico che ha l’ambulatorio proprio in Rai, e mi ricordo che questa cosa mi aveva stupito. Durante il tragitto pensai che finalmente avevamo rotto il ghiaccio e che tutto sommato questo mio malessere aveva avuto anche un risvolto positivo. Una volta arrivate in ambulatorio, poiché il medico non c’era, Fede mi lasciò lì ad aspettarlo dicendomi di passare poi dalla sua stanza per riferirle cosa mi avesse detto e perché lei voleva assicurarsi che stessi bene! Il medico mi visitò e mi disse che, essendo la pressione a livelli normali, forse era stato solo un leggero malessere dovuto proprio al fatto che ero stata tante ore in un ambiente chiuso. Mi consigliò di bere molti succhi di frutta e molta acqua e magari per quel giorno di andarmene a casa. Accettai il consiglio dei succhi di frutta ma che me ne sarei andata “a casa” poteva anche scordarselo! Mi sarei sentita ancora peggio a pensare di restarmene rinchiusa in una stanza al Denza piuttosto che in Rai, almeno lì avevo qualcuno che mi faceva compagnia e, lo ammetto, che mi coccolava anche un pochino! Comunque dopo la visita passai da Fede come promesso, sapevo dov’era la sua stanza perché c’ero passata davanti tante volte per andare a mensa, solo che per arrivarci feci una strada diversa da quella solita e, considerando che non stavo particolarmente in forma, è strano che non abbia imboccato un corridoio invece che un altro! Feci capolino nell’ufficio di Fede dove, seduto ad una delle due scrivanie se ne stava Vito Di Bella a chiacchierare con lei. Non avevo ancora avuto il piacere di incontrarlo ed è stato davvero un piacere perché Vito, per quel po’ che ho potuto conoscerlo in un mese di permanenza in Rai, è davvero una bella persona ed è un ragazzo molto dolce! Quel pomeriggio comunque si accorse dai discorsi che facevamo io e Fede che non era proprio uno dei miei momenti migliori e fu molto carino da chiedermi come stessi anche quando lo rividi il giorno dopo. Con “i ragazzi della terrazza”, fatta eccezione per Michelangelo, non ho avuto molte occasioni di parlare e Vito invece ogni volta che mi vedeva sbucare in studio mi salutava con un gran sorriso facendo girare tutti i colleghi.

In realtà poi anche con gli altri ho trovato il modo di scambiare quattro parole. Mi ricordo una simpatica discussione con Gioia circa l’argomento “capelli”…ormai avrete capito che i miei ricci sono la mia disperazione e trovare sulla mia strada due ricciole DOC come Gioia e Serena non poteva che essere fonte migliore per reperire consigli e informazioni! Una volta mi intrufolai al reparto trucco, mi piacevano un sacco tutti quelli specchi con le lucine intorno e cosmetici sparsi dappertutto! Gioia si stava facendo sistemare i boccoli e Raffaella, la mia parrucchiera preferita, vedendomi in ammirazione mi spiegò che in realtà lei glieli sistemava solo un po’ sul davanti poiché i riccioli di Gioia erano proprio così belli di suo! Allora intavolammo una discussione su come andavano trattati i ricci, dal lavaggio fino all’asciugatura passando per creme anticrespo e spume. Lei mi chiese anche come li asciugassi e, quando le dissi che io anche d’inverno li lascio asciugare da soli, mi “rimproverò” dicendomi che così facendo rischiavo solo di ammalarmi.

L’ultima settimana di stage la passai al montaggio. Anche questa fase della produzione è molto interessante ma non credo faccia per me…a parte il fatto che tra tutti quei tasti rischierei sicuramente di perdermi (peggio che nei corridoi della Rai, eheh!)!
Siamo quasi arrivati alla fine, che come l’inizio merita uno spazio particolare…proprio perché è l’ultima parte e proprio perché gli ultimi giorni sono stati così pieni di emozioni!

Dunque dunque…mio papà e mia sorella mi telefonarono a inizio settimana dicendomi che sarebbero venuti a prendermi. Io ne fui felice perché l’idea di dover tornare in treno con il DOPPIO delle valigie non era tra le miei migliori aspirazioni. Beh, il doppio è esagerato ma tra le spesucce che avevo fatto, i regali della mamma per il compleanno e la ben nota teoria per cui al ritorno da un viaggio la valigia anche se con lo stesso contenuto dell’andata non si chiude mai, capite bene che avevo qualche problemino a caricare tutto sul treno! Approfittando di questa bella notizia chiesi alla mamma se mi dava una mano a distanza a comprare qualche regalino che volevo lasciare alle ragazze della redazione e a Fede. Non che io non ne fossi capace ma stando tutta la giornata in Rai non avrei avuto il tempo e il modo di potermene andare in giro per negozi. Per fortuna avevo le idee chiare così non fu difficile per la mamma comprare quello che avevo in mente. La scelta cadde su i pelouche piccoli della Trudy, quei cosini meravigliosi che non so a voi ma a me piacciono tanto! Ma non finisce qui: tenendoci in contatto col cellulare la mamma mi descrisse esattamente quelli che c’erano in negozio e io, come se li vedessi, li scelsi uno per uno assegnando nella mia mente ciascuno alla propria destinataria.

Qualche giorno prima dell’arrivo dei miei a me venne l’ideuzza di provare a chiedere in Rai se Gabry sarebbe potuta entrare! Mi lambiccai il cervello per giorni perché non sapevo come fare questa fatidica richiesta, anche solo per farla entrare un attimo! Io e lei condividiamo quasi tutto, sia a casa che in vacanza. Ciò non toglie che ognuna abbia le sue amicizie ma resta il fatto che sia i problemi sia le cose belle io sento il bisogno di dividerle con lei…è questa esperienza dovevo fargliela per lo meno “assaggiare”, eheh! Ne avevo parlato con Raffaellina e lei mi aveva detto che l’unico modo era quello di chiedere a Grazia Pastena (produttore esecutivo per conto della Rai). Avevo paura che mi dicesse di no, ci sarei rimasta male ma mi feci coraggio e andai verso il suo ufficio!...ma lei non c’era! Sembrerà una barzelletta ma sono riuscita poi a beccarla, per caso, in bagno; non era il luogo più adatto ma è stato lì che le ho chiesto se per favore Gabry potesse entrare. Lei mi disse subito che non c’era nessun problema, l’unico intoppo era che essendo minorenne sarei dovuta andare all’ingresso a prenderla (che intoppo!)…e così fissammo per il giovedì 25! Non sapete la felicità di mia sorella (e la mia) quando le comunicai la bella notizia!

Gabry e papà arrivarono il 23 e quella sera, ancora con la valigia in macchina, vennero a prendermi proprio davanti alla Rai (cosa di cui io ne fui molto contenta a dir la verità)…già il solo fatto di trovarsi di fronte al cancello era per mia sorella fonte di immensa allegria! Purtroppo per Gabry, essendo già passate le 7 da un bel po’, non le riuscì di vedere nessuno degli attori come invece lei sperava ma riuscì a vederli invece la sera dopo. Il 24, infatti, mentre mi aspettavano videro uscire un bel po’ di attori. Vi dico solo che un attimo prima di me era uscita Valentina Pace e io ad aspettarmi non trovai mia sorella ma una di quelle palline che rimbalzano, avete presente? Mia sorella si era letteralmente trasformata in una pallina rimbalzante!! Lei è più piccola di me, farà 16 anni l’11 luglio e all’epoca ne aveva 14…ma in questo caso penso proprio che l’età non c’entri! Valentina non era solo uscita, quindi PASSATA e ANDATA, ma era andata a prendere la macchina e con questa si era fermata proprio di fronte all’ingresso ad aspettare che uscisse Marina Giulia. Quando uscii lei era ancora lì e mia sorella continuando a saltellare mi disse: “Hai visto chi c’è in quella macchina??? E’ Elena!” E io: ”Sì, ma non saltare!”…stava attirando l’attenzione di tutti, e non si riusciva a trovare un qualche bottone per spegnerla! Dopo Valentina riuscì a vedere anche Claudia (la sua preferita) e MG, e poi Patrizio e Ilenia a cui però l’ho anche presentata! Quella sera non so proprio come fece ad addormentarsi, ma in fondo sarei bugiarda a dirvi che non la capisco, io il primo giorno ero elettrica!

E ora veniamo al fatidico giovedì 25 marzo, o meglio al 24 notte! Io e Gabry andammo a letto tardissimo perché passammo ore a sistemare quella che poi Michelangelo ha denominato la nostra “Bibbia di Upas”: in pratica è un portalistini da 80 buste, ovvero 160 pagine, pieno di articoli, foto, immagini, cartoline e quanto altro possa anche lontanamente riguardare Upas. Ora sono diventati 3 ma il 25 marzo ne avevamo riempito soltanto uno. Alcune pagine però erano da finire di aggiornare, alcune andavano rifatte e ad altre bisognava fare o colorare le scritte…tutto fu pronto a mezzanotte inoltrata, Gabry andò a dormire ma a me restava ancora da fare tutti i pacchettini con i Trudini per le ragazze. Non mi ricordo a che ora riuscii a chiudere gli occhi ma vi assicuro che quella notte dormii pochissimo, forse ero persino più emozionata io di mia sorella!

La mattina dopo Gabry entrò in Rai con me, ancora conserva il pass ben in vista nel suo portafoglio! Era agitatissima, la prima tappa fu il bagno, ancora prima di arrivare in redazione…e le scarpe si slacciavano, e si doveva lavare le mani, e aveva la bocca secca, e mi chiedeva in continuazione se si fosse vestita bene! Insomma dopo tutto questo lungo lungo lungo tragitto psicologico approdammo finalmente in redazione dove le presentai le ragazze e Maria che fu così carina da regalarle il copione delle scene previste per la giornata. Così andammo prima in studio, poi da Fede e poi al trucco…insomma una giornatina niente male ma ne sono stata felice e a quanto pare anche Gabry, praticamente vide quasi tutti gli attori e riuscì a fare le fotografie con alcuni di loro! Le andò bene anche per il fatto che proprio quel giorno era stata organizzata un’assemblea di 3 ore (non mi ricordo per quale motivo) in cui fermarono le ripresel, così potè scambiare 4 chiacchiere con Michey e Serena che gironzolavano in Rai!

Prima di arrivare alla fine del racconto vi voglio raccontare del mio incontro con Adele Pandolfi e Maurizio Aiello. E’ stato un caso ma li ho "conosciuti" a distanza di un giorno l'una dall'altro. Una mattina ero in studio e non mi ricordo chi stava provando, c'era penombra essendo illuminato solo l'ambiente dove si svolgeva la scena e io ero in piedi (non so perchè ma in quel periodo avevo una certa repulsione per le sedie, mah!) accanto a qualcuno del reparto trucco e parrucco, pronti sul set per ogni evenienza. Io ovviamente ero rivolta verso gli attori quando sentii un brusio proveniente proprio dai truccatori, mi girai e mi ritrovai davanti Adele. Sono rimasta come paralizzata come se avessi visto un fantasma (e mai paragone fu più azzeccato!), non mi aspettavo di vederla lì, non lei. Dovete sapere che io adoravo il personaggio di Rita, era uno dei miei preferiti all'epoca e quando gli sceneggiatori me l'hanno uccisa ci sono rimasta malissimo! Comunque, tornando ad Adele, lei mi guardò (considerate che era proprio a 1 metro da me, quindi non poteva non accorgersi del mio sguardo incredulo) ed, elargendo un "Ciao", mi fece un enorme sorriso che io ricambiai a mia volta, cercando di assumere un espressione leggermente più normale e meno invadente. Nel pomeriggio, mentre in un attimo di pausa percorrevo i corridoi per andare dalla mitica Fede, che "risiede" come ben sapete ai piani alti, vidi qualche metro più in là Maria parlare con qualcuno. Io questo qualcuno non riuscivo a vederlo perchè era nascosto dalla curva che faceva la parete in quel punto; in ogni caso mi avvicinai e rieccola, di nuovo Adele davanti ai miei occhi. Le sorrisi, cercando questa volta di apparire un po' meno ebete, mentre Maria in veste di mediatrice si accinse a fare le presentazioni. Spiegò ad Adele di trovarsi davanti ad una stagista e a me disse: "Lei è un'attrice che ha lavorato per noi qualche anno fa...". Senza lasciarle finire la frase e senza darmi la possibilità di proferir parola la Pandolfi, con uno dei suoi grandi sorrisi, esclamò guardandomi: "Lo sa, lo sa!". E di nuovo io rimasi quasi senza parole! Doveva probabilmente aver capito che da brava fan di Upas io ero perfettamente a conoscenza di chi lei fosse...lo so, mi ha tradito l'espressione paralizzata della mattina, vabbè!

Maurizio Aiello invece lo vidi la mattina dopo, era proprio davanti all'ingresso dello studio al piano terra a parlare con la solita cara Maria. Io mi avvicinai (anche qui, non era per essere invadente ma loro erano proprio fermi davanti alla porta e io non potevo certo teletrasportarmi per entrare!) e lui voltandosi, mi guardò e mi salutò. Al chè io gli risposi rimanendo lì a guardarlo. Vi giuro, non so dirvi come lo stessi guardando, a me lui non piace fisicamente e sinceramente non mi piace nemmeno come recita (i gusti so' gusti, che ci volete fa'!) ma si dà il caso che anche lui secondo i miei calcoli non si sarebbe dovuto trovare là! Dopo qualche secondo, sembra brutto dirlo ma credo di essermi incantata, un cameraman mi riportò alla realtà chiedendomi: "...ehm, vuoi una sedia?" Sarei sprofondata! ...fortuna che Maurizio non abbia sentito!

Sul mio ultimo giorno di stage si potrebbe fare un racconto a parte perché è stata una giornata unica condita abbondantemente di lacrime, ma vedrò di essere leggermente sintetica e di non annoiarvi troppo perché quando si comincia a parlare di sentimenti io sono capace di dare il meglio di me stessa…e quindi le righe aumentano! Ne approfitto anche per parlarvi di Rosaria che per me è una persona particolarmente speciale ma se dovessi cercare di prendere le fila della nostra amicizia, ecco non saprei proprio da dove questa sia cominciata! Cercando di convincere la mia memoria ad aiutarmi mi è venuto in mente che forse tutto è cominciato da una colazione in Rai. La prima volta che le ho parlato risale ad una mattina in redazione, saranno state le 10:00 o forse un po' prima e lei stava facendo colazione con dei biscotti ai cereali. L'avevo vista tante altre volte mentre preparava gli attori ma non avevamo mai scambiato 2 parole, sapeva il mio nome perchè gli attori mi conoscevano e quando gli passavo davanti mi salutavano e ci scappava anche qualche battuta. Quella mattina mi chiese solo se mi andasse un biscotto e poi, da quel giorno, cominciò a salutarmi anche lei quando ci incrociavamo nei corridoi o quando la beccavo in redazione o in studio. Ogni tanto mi dava qualche consiglio "di sfuggita"... dico così perchè erano più unici che rari i momenti in cui parlavamo un po', tipo la colazione la mattina, la coda per aspettare il nostro turno in mensa... cose così, ma non so per quale arcano motivo ogni giorno che passava sentivo di essermi affezionata alla sua presenza (suona strano visto che la presenza in più ero io e non certo lei, vabbè!).

Ed eccoci arrivati al mio ultimo giorno, venerdì 26 marzo. Stavo malissimo! Incrociandola la mattina le chiesi a che ora sarebbe andata via e lei mi disse che sarebbe rimasta fino all'ora di pranzo; così la sottoscritta, che voleva aspettare l'ultimissimo momento per i saluti, le disse che sarebbe venuta a cercarla verso l'ora della pappa! E che è successo? Non la trovai più, arrivai troppo tardi...per fortuna mi venne in mente di chiedere a Luciano se per caso sarebbe tornata e la sua risposta positiva mi fece tornare il sorriso (nonostante quella giornata fosse per me alquanto triste!). Solo che le ore passavano e di Rosaria neanche l'ombra, ormai ci avevo rinunciato, si avvicinavano le 19:00 e avrei tanto voluto avere la capacità di poter fermare il tempo! A un certo punto ho cominciato a sentire gli occhi che mi si riempivano di lacrime, le ragazze in redazione continuavano a lavorare come se niente fosse e nessuno mi veniva a coccolare un po', a nessuno importava che per me quello era un brutto momento e che dal giorno dopo non mi avrebbero più vista...e siccome mi dava fastidio (perchè poi? mah!) farmi vedere così, sono uscita dalla redazione e, dando finalmente alle mie lacrime il permesso di uscire, mi allontanai un po'! E chi ti incontro, porca miseriaccia? Maria, che mi ha praticamente fatto da vice-mamma per tutto quel periodo. E tra un "Ma no, non fare così!" e un "Tranquilla, vedrai che tornerai a trovarci!" mi prese per mano e mi riportò in redazione! Adesso vi sfido a immaginare cosa c'era in redazione, anzi cosa NON c'era! Era vuota, anzi deserta, le ragazze erano scomparse, volatilizzate e regnava il silenzio! Io non so proprio che faccia potessi avere in quel momento, certo non più triste di quella che può avere uno straccio! E Maria: "Ma dove sono tutti? Strano che siano già andati via? Eh sì, qui non c'è proprio più nessuno!". Io stavo sempre più male e i miei occhi sempre più pieni di lacrime e, mentre le dicevo con un filo di voce "Ma non mi hanno nemmeno salutato!", pensavo "Non è giusto, non gliene frega niente di me!". Tutte le porte erano aperte, tutte tranne una che era socchiusa ma non tale da permettere di vedere dentro la stanza! Quella è la stanza dove di solito fanno qualche riunione, quindi non era poi così strano il fatto che non fosse spalancata come le altre...certo l'ora era un po' insolita anche per le riunioni ma in quel momento non mi venne in mente! Maria chiese "Possiamo?" e da dentro una voce scocciata (credo fosse Raffaella) rispose "Se proprio dovete…". Io stavo sempre peggio ma Maria, sempre tenendomi la mano, spalancò la porta e dentro c'erano una decina di persone con il sorriso sulle labbra che battevano le mani, sul tavolo bibite e pasticcini che venivano da fuori (quindi qualcuno sarà andato a prenderli in pasticceria)! Io non sapevo cosa dire, ho cominciato a ridere e piangere insieme...e chi se l'aspettava?!
Dopo i festeggiamenti io e Annina uscimmo un attimo e nel tornare, ricordandomi improvvisamente di Rosaria, le chiesi di salutarmela non appena l'avesse vista perchè non ero riuscita a farlo!…ma Rosaria, con mia grande sorpresa, era arrivata in redazione proprio in quel momento, apposta per salutarmi!

Restai ancora poco in Rai, ormai ero arrivata quasi a contare i secondi che mancavano! Quel giorno ho odiato il trascorrere del tempo che non sapevo se mi avrebbe regalato altri momenti così belli! Avevo paura di perdere quell’affetto che non so come mi ero conquistata, avevo paura di non rivedere più persone a cui cominciavo a voler bene e che mi sembrava di conoscere da sempre, avevo paura di tante cose e come una stupida mi vergognavo a dirlo e a farlo vedere!
Uscii con le lacrime agli occhi, Rosaria mi accompagnò fuori dalla redazione e mi diede gli ultimi consigli che non vi scrivo ma che ancora ricordo perfettamente, quasi quelle cose me le avesse dette ieri! Anche lei non avrei più rivisto? Poi le diedi un bacio e percorsi l’ultima volta il corridoio che mi avrebbe portato fuori, guardavo le pareti davanti alle quali ero passata tante volte e cercavo di imprimere nella mia testa la disposizione delle foto che vi erano appese cosicché non avrei potuto dimenticarle mai. Non ebbi il coraggio di girarmi a vedere quello che mi restava dietro mentre camminavo! L’ultima persona che vidi prima di uscire fu Marina Giulia, praticamente siamo quasi uscite insieme! Fuori, al di là del cancello c’erano mio papà e mia sorella che mi aspettavano. MG era poco davanti a me, così la raggiunsi e le dissi che non ci saremmo più viste perché ero in partenza. Mi strinse in un abbraccio che mi sarà difficile dimenticare, mentre lottavo contro me stessa per trattenere le lacrime, e mi disse che invece sarei potuta tornare! Poi lei si fermò ad aspettare qualcuno mentre io mi decisi ad oltrepassare quel coso che non so come si chiama (per intenderci il coso dove si inserisce il pass); appena prima di aprire la porta a vetri mi girai un’ultima volta verso di lei, mi venne spontaneo (non sapete quanto non volessi uscire!) e lei mi mandò un bacio a distanza! Appena salita in macchina scoppiai a piangere con i singhiozzi mentre mio papà e mia sorella mi lasciarono fare. Poi cominciai a raccontare della festa a sorpresa, di MG, dei saluti, di Rosaria che era tornata apposta e di tutto quello che mi passava per la testa…e intanto ridevo e piangevo contemporaneamente!

Il racconto finisce qui, sicuramente ho dimenticato qualcosa e non ho nominato tutti anche perché sono davvero tanti… ma TUTTE le persone che ho conosciuto in quei 26 giorni hanno contribuito a rendere meraviglioso questo sogno che aspettava nel mio cassetto da anni e che grazie a loro sono riuscita a realizzare!