BIOGRAFIA

Avete presente le Vite Parallele di Plutarco? Beh, perchè dovrebbero meritarsele solo gli antichi romani?!? Non sia mai! Su questo sito potrete leggerne una moderna e originalissima versione dedicata ai nostri "maginifici tre"!
Qui, nella colonna di sinistra, potrete leggere un'abbastanza realistica biografia di Patrizio Rispo (un po' condita "in salsa Brusadin", ma fedele!) e, nella colonna di destra, una fantastica biografia del suo personaggio upassino...fino a quando i due destini si incrociano!! Buona lettura... sperando che la cosa vi aggradi!


PATRIZIO

Chissà se pure quell’estate era torrida come quella in corso, chissà se pure quell’agosto, quel 26 Agosto di tanti (ma non troppi!) anni fa, era afoso come questi giorni d’inizio estate 2005, in cui mi appresto a scrivere queste righe. Ma, torrido o non torrido, quel giorno d’Agosto era comunque destinato a portar sulla terra una fonte di calore… e sorrisi! Chissà se quel frugoletto appena nato pianse o si mise direttamente a ridere… fatto sta che di lì a qualche anno avrebbe dato da sorridere a molti!
Della sua infanzia, per ora, non sappiamo molto, se non che a mamma Rispo quel bimbetto, per sua stessa ammissione, faceva quasi impressione: lui dice che attore c’è nato e che fin da piccolino si divertiva ad immedesimarsi in mille personalità diverse… povera mamma! Probabilmente la signora si calmò dopo che si poterono capire più chiaramente le propensioni attoriali del figlio. La qual cosa non tardò a venire: lui stesso fissa il suo “debutto” a poco meno di tre anni, in un giorno di Natale, davanti a tutti i convitati di ogni Natale napoletano che si rispetti. Fu allora, attirando, non atteso, l’attenzione di tutti, che cominciò a recitare… anzi… a improvvisare, che è l’arte più grande! Precoce il bimbetto!
Date le premesse, gli esiti non potevano essere che quelli eccezionali a cui ci ha abituato: come poteva uscire qualcosa di diverso da un bambino votato all’immedesimazione nell’ “altro” e una città magicamente teatrale come Napoli? Non poteva!
Sarà che spesse volte il Nostro richiama - in atteggiamenti, modi di fare, modelli interpretativi - il gran maestro Totò; sarà che della sua giovinezza poco si sa, se non che ha conseguito un diploma in non so bene che; sarà che l’aria di Napoli solletica la mia fantasia, ma me lo immagino ad intrattenere, amici e parenti, in una sorta di moderne “periodiche”. Le “periodiche” erano delle serate che, nella Napoli dei tempi di Totò (perciò un bel po’ di lustri prima di quella di Pat!), venivano organizzate nelle case borghesi, e in cui gruppetti di giovani amici, in una stanza con pianoforte, cantando e recitando, intrattenevano i presenti. Ora, se è vero che probabilmente è meglio per i presenti che non si sia dato al canto, non ve lo vedete voi in una versione moderna di un qualcosa di simile? Vabbè, era solo un’idea!
Ma, “periodiche” o non “periodiche”, di certo la sua passione per la recitazione se l’è coltivata, finchè ha avuto modo di lasciarla sfogare professionalmente.
La sua è stata, indubbiamente, una scelta di vita non facile, piena di coraggio e forza: probabilmente non sempre gli sarà sembrata la scelta migliore, magari ci sono stati momenti – come capita a tutti – in cui forse si sarebbe sentito più protetto a fare l’impiegato da qualche parte… ma come si poteva privare noi futuri apprezzatori della sua arte, di cotanta “grandezza”? Come si poteva buttar via tanta creatività e tanta capacità di far sorridere e piangere con la stessa intensità? Perciò… viva il coraggio di Patrizio e viva il destino che ma gli ha comunque saputo dare un pubblico, magari non tutto quello che merita, che lo apprezza come merita!
E tutta la sua grandezza non sta solo in quegli occhi vivi, così espressivi da saper farlo parlare anche senza parole, non solo in quella verve tipica napoletana, ma altamente universale…non metto qua tutto il suo curriculum perché sarebbe sterile (e non è difficile da trovare!), ma non posso tacere che oltre alla TV, Pat ha tanto teatro alle spalle… e pure davanti spero! Non depongo il principe dei miei sogni: applaudirlo dalla platea una volta nella mia vita… mai dire mai! Le sue esperienze affondano radici in compagnie importanti, con nomi importanti (Pandolfi, Moriconi, Giuffrè… e chi più ne ha più ne metta!). E il teatro non lo ha solo “fatto”, ma anche “scritto”: suoi sono anche tre testi teatrali! Poi c’è il cinema… insomma, non si fa mancar nulla!
Probabilmente non è il momento più alto della sua carriera artistica, ma è sicuramente uno dei più importanti… quale? Ma quello che l’ha portato a trovare il suo “Posto al sole”… un ottobre di nove anni fa! E benedetto quell’ottobre: come avremmo altrimenti potuto noi beneficiare del buon umore che lui sa infondere ogni sera? E pure lui da quest’esperienza qualcosa ha certamente guadagnato: essere tanti personaggi in uno solo e 365 (o poco meno) giorni l’anno dev’essere stimolante.
Pure la sua vita familiare s’è meglio definita negli ultimi anni: tra mille impegni, il tempo certo non abbonda, ma lui è comunque riuscito a sposarsi e a regalare altri due “rispucci” a questo mondo… qualsiasi cosa riservi loro il futuro, qualcosa di buono hanno già avuto: un gran papà! Insieme a tutti gli hobby che da sempre Patrizio coltiva o ha coltivato (dalla vela, all’equitazione, all’automobilismo, alla pittura e chi più ne metta) la sua famiglia è ora al centro del suo tempo libero… tanto che se la porta appresso pure in occasioni di “semilavoro”. Chissà che, masticando polvere di palcoscenico, avremo presto due suoi degni eredi!

 
RAFFAELE

Lo stesso anno accolse sulla terra l’idea di un uomo, buono e pulito, solare e sorridente, lavoratore e giocherellone, la summa di ogni ideale di uomo. A quei tempi quell’idea non aveva un volto preciso, solo le fattezze di un bimbetto tondo e paffutello, che doveva comunque avere un musetto simpatico. Il nome che il destino gli assegnò fu quello di Raffaele: magari il destino aveva letto le commedie di Eduardo e s’era accorto che quasi tutti i portieri là si chiamano così. E siccome il destino già conosce tutto, ha deciso che quello era il nome ideale!
Della sua infanzia sappiamo che la sua era una famiglia di pescatori, e che papà Patrizio gli insegnò prima a nuotare che a camminare.
Di certo non fece una vita da nababbo, ma la serenità, pur nelle difficoltà, della sua famiglia, fu la cosa che per prima cominciò a delineare il suo volto: doveva avere un volto solare e sorridente, e il destino lo tenne bene a mente. Era una famiglia semplice ma vera, suo padre non aveva grandi possibilità, ma risparmiò fino all’ultimo centesimo per regalare a quel bambino almeno una villeggiatura speciale nella sua vita: Acciaroli e Pioppi ne furono lo scenario e il destino ne lasciò traccia indelebile nei ricordi di quel bimbo, anche una volta fatto uomo.
Non erano tempi né condizioni da bambini sballottolati da una palestra, a un campo, a una piscina, a una scuola di musica: strada e prati videro crescere la sua passione per quella sfera magica, quel pallone che spesso, dove trova talento, realizza tanti sogni! E quel bimbo il cui per ora unico tratto somatico era un gran sorriso, di talento pallonaro pareva averne. Ne aveva tanto che, con il passare del tempo, pareva proprio che là davanti, al posto dei grandi numeri 10, ci sarebbe potuto stare pure lui, prima del suo “mitico” Maradona.
Ma ecco che di nuovo il destino, che tutto già sapeva e conosceva, interviene per portare le cose sulla strada giusta. Non ci dimentichiamo del nome: Raffaele è un nome da portiere, non da attaccante. Forse è questo il motivo per cui la sorte a quel bambino con la faccia sorridente, che ormai è diventanto un giovanotto, ma sempre mantenendo, come unico tratto distintivo, il sorriso, riserva uno strano scherzo, che rischia di mettere a dura prova proprio quel sorriso. Una gamba cede e il sogno pallonaro s’infrange. Il ragazzo attraversa, di conseguenza, momenti difficili.Ma come il destino sapeva che non avrebbe dovuto fare il calciatore, sapeva pure che mai avrebbe dovuto perdere, definitivamente, il suo sorriso. Serviva un ingresso importante nella sua vita, per evitare che si spegnesse nei momenti difficili e quell’ingresso si doveva chiamare Rita, e da quella Rita sarebbe dovuto arrivare un piccolino, altrettanto vivace e sorridente! Diego… il nome del bimbo fu la concessione che il destino fece alla passione calcistica paterna, insieme alla capacità di trarre forza e vitalità da quello che aveva, senza spegnersi nei rimpianti di quello che aveva perduto.
Quando lo stesso previdente destino decise di concedere loro il portierato di Palazzo Palladini, affacciato sullo spendido panorama Posillipino, era il 1988. Ed ecco adempiuto il primo passo verso la più grande associazione tra un viso e un’idea di uomo che il destino avesse mai avuto in serbo. Per dargli dei lineamenti meglio definiti si dovette aspettare ancora qualche annetto: passando attraverso momenti belli e meno belli, la famigliola Giordano si prese cura del palazzo per 8 anni, finchè, in un fortunato giorno d’ottobre 1996, quella faccia sorridente, assunse tutti i suoi definitivi caratteri: capello brizzolato da lunga data, occhi vivi e attenti, di un marrone profondo, fisico forte e affascinante, modi semplici e cordiali. Finalmente l’ideale di uomo ha trovato il suo volto!
Da quel momento la vita di Raffaele Jourdan subisce un’improvvisa accelerazione: in nove anni gli sono capitate più cose che in tutta la sua precedente vita! Ha passato momenti entusiasmanti, e momenti terribili, ha visto suo figlio crescere, diplomarsi e andare all’università, ma anche sua moglie cadere vittima dell’orrore. E’ stato lì che ha di nuovo rischiato di perdere il sorriso per sempre, ma ormai il destino gli aveva assegnato dei tratti ben definiti e quei tratti non potevano vederlo incupito troppo a lungo. Ecco allora che un’altra donna è entrata a portar nuova luce nella sua vita: Ornella è stata la sua nuova linfa vitale e gli ha portato altri due figli, Viola (che seppur non è biologicamente sua figlia, ormai lo è affettivamente) e il piccolo Patrizio. Tutto torna: il nuovo Jourdan porta il nome del nonno, quel pescatore umile, ma gagliardo che ha dato vita alla dinastia! Pure con Ornella non sono mancati e non mancano momenti bui, ma sempre si spera che la sua faccia alla fine, come da sempre vuole il destino, torni sorridente!
Tra le sue mille attività (tra cui pare sia maestro in fatto di giardinaggio!) di certo ve n’è una che prevale: regalare sorrisi a tutti noi, giorno per giorno, ancora a lungo!

a cura di Marta Pennina