BIOGRAFIA

Avete presente le Vite Parallele di Plutarco? Beh, perchè dovrebbero meritarsele solo gli antichi romani?!? Non sia mai! Su questo sito potrete leggerne una moderna e originalissima versione dedicata ai nostri "maginifici tre"!
Qui, nella colonna di sinistra, potrete leggere un'abbastanza realistica biografia di Carlo Cartier (un po' condita "in salsa Brusadin", ma fedele!) e, nella colonna di destra, una fantastica biografia del suo personaggio upassino...fino a quando i due destini si incrociano!! Buona lettura... sperando che la cosa vi aggradi!

CARLO

Un nonno francese gli ha lasciato in eredità un cognome che di quell’origine d’oltralpe non fa certo mistero. Chissà se mamma Cartier, quando lo prese in braccio per la prima volta a Ragusa, pensò di stringere qualcosa di prezioso: se ciò non è difficile da pensare per qualsiasi mamma, ancora di più non lo è per la signora in questione… mica a tutte capita di rigirarsi per le mani un “Cartier”!!!
Scherzi a parte, certo è che la mamma, per crescere quel bimbo dovette metterci tutta la cura del caso. Prendendo spunto dalla sua particolare inclinazione alla buona tavola (le cronache riportano come i suoi amici reputino più economico regalargli un capotto che invitarlo a cena!!) si può anche provare ad immaginare come lo tirò su: allergico ai latticini, la razione di tè mattutina doveva essere condita con abbondanti cucchiaini di simpatia; la merenda a scuola era farcita di una succulenta marmellata di sorrisi; il pranzo, gustoso e sostanzioso, era a base di maccheroni alla buon’umore, bistecche all’ironia ed insalata mista di generosità, allegria e bonarietà; lo spuntino di metà pomeriggio prevedeva grosse fette di pane ben spalmate di socievolezza; e la cena chiudeva la giornata con pane soffice e tante fettine di disponibilità, accompagnate da una prelibata grigliata di verdure alla cordialità. Le bevande con cui i pasti erano sempre accompagnati, fossero acqua, vino o quant’altro, erano sempre e rigorosamente frizzanti e la signora mai serviva né penne all’arrabbiata, né tanto meno l’indivia: di sughi e di insalate ce ne sono così tanti che non vedeva il perché dover scegliere qualcosa che richiamasse così tanto rabbia o invidia.
Ricostruire questo menù non è poi stato granchè difficile: solo così ne poteva uscire un uomo tanto simpatico, esilarante, ironico, disponibile, gentile, attento, solare, allegro, schietto e effervescente!
La Sicilia ha cullato Carlo per un po’ regalandogli il suo calore, fino a quando lui, con tutto il suo bagaglio d’umanità, s’è spostato verso Nord. Ma ormai era talmente ben corazzato che nemmeno la nebbia Milanese o il freddo tedesco potevano scalfirlo. Iniziò proprio a Milano a fare teatro, il suo primo amore… che come tale non scorderà mai! Non è questa la sede per snocciolare i lavori cui ha preso parte (es. “Piccole Donne un musical”, “La bisbetica domata”… indovinate un po’ con chi?!? Ma con Pat, ovviamente!! ecc…) il curriculum non è poi così difficile da recuperare e qui non si mira certo a ricostruirlo per intero. Cinema e Tv, hanno poi esercitato il proprio richiamo su di lui (es. “Un mese al lago”, “Testimone a rischio”, “Il Maresciallo Rocca”… ma pure qui l’elenco sarebbe troppo lungo!) …e non solo in Italia. Le biografie vogliono infatti che Carlo parli un ottimo tedesco, grazie a quattro anni passati in Germania, per inseguire una ragazza tedesca… ovviamente bionda e bella! Ecco perché anche i crucchi hanno potuto apprezzarne le spiccate qualità artistiche in alcune fiction tutte per loro. Ma per fortuna la Germania l’ha restituito a noi, al nostro cinema, al nostro teatro e alla nostra TV… altrimenti come avrebbe potuto compiersi l’incontro più contraddittorio della storia upassina?!?
Nel frattempo Carlo ha anche deciso, come era d’altronde inevitabile, che le donne italiane sono nettamente migliori delle tedesche e s’è sposato con una “nostranissima” signora con cui ha messo su un’allegra famigliola.
Ma è’ passando da Napoli, dall’amicizia che lo lega da anni e anni al napoletano upassino per eccellenza Patrizio, che arriva sui nostri schermi. Il divertimento nell’impersonare un personaggio in modo tanto abissale diverso da lui dev’essere stato memorabile. E’ stata l’ennesima prova di come la sua arte scenica gli permetta di dare il volto a personaggi estremamente divertenti, quale quello che l’ha visto calcare i palcoscenici di tutta l’Italia nelle ultime stagioni teatrali con l’esilarante “Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, come a personaggi assolutamente odiosi e perversi, quali i tanti che lo vedono affacciarsi sul piccolo schermo (Rocca l’ha voluto addirittura pluriassassino e sequestratore!). Quel che è assolutamente certo è che, se dietro la faccia televisiva di Giorgio Bruni, non vi fosse stato quel grand’uomo di Cartier… molti apparecchi tv d’Italia avrebbero rischiato d’essere presi a scopettate o scaraventate dalla finestra! Dovrebbero eleggerlo membro d’onore della Lega per la protezione degli elettrodomestici (…non esiste?!?… beh, vorrà dire che la fonderanno presto: ormai ce n’è una per ogni cosa!). Come pure è sicuro che Carlo a Napoli, nell’allegra e rumorosa famiglia upassina si sia divertito e molto: altrimenti non avrebbe pubblicamente ammesso che, dopo la strameritata morte del suo malefico personaggio, quelli di UPAS gli mancheranno un sacco! Ma ci vuole poco a rimediare: i suoi amici, su tutti i nostri Pat e MG, resteranno sempre suoi amici e noi…ci adopereremo perché un uomo tanto amabile non si dimentichi del mondo upassino e non ne sia dimenticato!

 
GIORGIO

Una famiglia afflitta da seri problemi di digestione dev’essere stata certamente l’origine prima di tutto l’acidume che l’uomo che ne verrà, provvederà a spruzzare a destra e a manca a piene mani; come pure di tutta l’acidità che provocherà a ognuno che sarà costretto ad assistere alle sue ripetute malefatte! Chissà se la madre, sul cui probabile mestiere non mi voglio qui lanciare a nemmeno tanto azzardate ipotesi, quando ebbe la disgrazia di tenerlo in braccio per la prima volta, già s’accorse che quel pupo non gliel’era poi uscito così bene?!! Comunque sia, è certo, che per crescerlo così “storto”, la signora Bruni ci dovette mettere comunque un bell’impegno. Prendendo spunto dalla sua spiccata propensione a rendere indigesta la cena a milioni di persone ogni sera, possiamo provare ad immaginare come la mamma lo nutrì: la razione di latte mattutina non era servita prima che il liquido bianco tanto caro ai piccini fosse accuratamente andato in acido; la merenda a scuola era farcita di una stoppacciosa marmellata di vigliaccheria; Il pranzo, sostanzioso e pesante, era a base di penne all’arrabbiata, bistecche alla falsità e insalata mista di viscidezza, meschinità e piccolezza d’animo; lo spuntino pomeridiano prevedeva grosse fette di pane e fiele; e la cena chiudeva in bruttezza la giornata con pane rinsecchito e fettine d’invidia, accompagnate da un’unta grigliata all’aridità. Le bevande, con cui i pasti erano sempre accompagnati, erano solitamente acqua alle tossine e vino andato in aceto, mentre la signora Bruni si guardava bene dal servire spigole all’acqua pazza o tiramisù: troppo richiamo all’allegria e alla positività.
Ricostruire questo menù non è stato complicato: come si spiega altrimenti un uomo così vigliacco, ottuso, falso, sfuggente, perfido, subdolo, viscido e detestabile come Giorgio?!?
La parte più grigia di Milano ha ingolfato di nebbia il già striminzito cuore del ragazzo, fino a farne un uomo nel cui vocabolario la parola “scrupolo” s’è affacciata soltanto troppo tardi… ammesso che mai vi si sia affacciata. Nemmeno i suoi molteplici viaggi di lavoro (come mai abbia potuto fare il rappresentante di preziosi resta, poi, un mistero: tutto ciò che di prezioso ha toccato in vita, l’ha senza meno distrutto!!) in giro per il mondo, poterono nulla per raddolcirlo: l’unica arma con cui riuscì a carpire e mantenere l’affetto, del tutto malriposto, di una donna tanto intelligente e, in fondo, generosa come Ornella e, poi,della loro bella figlia Viola, fu l’inganno. Le tenne legate a sé per lungo e lungo tempo nell’illusione di un marito affettuoso e passionale e di un padre perfetto e presente, pur se a corrente alternata. Per anni riuscirà a tradirne la buona fede e ad approfittare della loro fiducia per raggirare anche altre due povere anime di Dio. Fino in Venezuela è arrivato per trovare l’altro “pollo da spennare”, Paula… e pure qua ha seminato una figlia che del padre finirà per avere praticamente solo ricordi negativi. E’ a questo punto che la sua doppiezza dà il meglio di sé: gestire una vita sola già può essere complicato per le persone normali… ma lui, nei suoi normali deliri di onnipotenza e onniscienza, s’è creduto in potere di gestirne addirittura due, una a Napoli e una a Pisa. Se a Pisa, infatti, da anni s’è stabilita Paula, è a Napoli che Ornella si trasferisce, dando a noi l’opportunità di dare un volto a quest’essere vituperevole. E’ un volto assolutamente normale, anzi buono…ma la bassezza di Giorgio è talmente tanta che riesce a farlo sembrare più che adatto al ruolo. Ma il diavolo, si sa, fa le pentole e non i coperchi… e pure chi crede d’avere il mondo in mano, prima o poi, deve fare i conti con questa superiore giustizia. Ed ecco che allora le due donne, da lui prese scientificamente a lungo per i fondelli, si coalizzano e… la lezione arriva inesorabile: anche il migliore arrampicatore di specchi come lui, s’è dovuto rassegnare ad aver perso tutto quello che, senza meriti e con tante colpe, aveva messo insieme. Finalmente tutto gli si sgretola tra le mani e il bell’imbusto resta con un pugno di mosche. Non contento, ha continuato, seppur a sprazzi, a invadere la vita della ex moglie e della figlia (che purtroppo non ha modo di “divorziare” da un tal “padre!)… e, col suo ultimo atto di vigliaccheria, per poco non rischia davvero di rovinarla loro irrimediabilmente! Comunque… in fondo l’importante è che si sia tolto da mezzo, perché davvero l’avrebbero potuto far membro d’onore della L.A.G.E. (Lega Anti GastroEnterologi): più loro cercavano di curare l’ulcera più lui provvedeva a farla venire!! Finalmente se n’è andato…e ci ha lasciato, libera dalle sue tensioni e malvagità, la faccia sorridente di quel pover’uomo che per un divertente scherzo del destino s’è trovato a prestargli i tratti somatici, pur non somigliandogli affatto!

a cura di Marta Pennina