PARLANDO DI TEATRO...

1. Facendo anche io teatro nel Gruppo Teatrale “Visualis”, vorrei sapere cosa ti spinge a salire sul palco ogni volta prima di andare in scena… e poi, porti mai un portafortuna o fai una preghiera? (Ylly, Como)

Patrizio: Per chi fa il nostro mestiere è fondamentale la messa a punto delle emozioni e della creatività sotto l’occhio attento ed anche un po’ sadico di chi ti osserva. E poi quando si prova la lucidità che ti da l’adrenalina e quella insospettata capacità di risolvere emergenze in pochi secondi e’ difficile starne lontano…
In camerino non solo ho tutta una serie di portafortuna e ricordi teatrali…ma prima di entrare in scena cerco sempre un chiodo da calpestare prima con il piede sinistro e poi con il destro e poi mi faccio delle croci piccole: una sulla fronte una sulla bocca e una sul cuore cosa che mi faceva sempre mia madre prima di andare ad appuntamenti importanti con la vita.

2. Dal 15 Novembre dovevi essere a teatro con “Barber Show” insieme a Simone Schettino: di che cosa si trattava? E’ un progetto solo rimandato o definitivamente accantonato? (Erica, Bergamo e Imma, prov. di Napoli)

Patrizio: Visti i tempi cosi’ poco teatrali e vista la mia voglia di essere in teatro speravo di mediare tra il cabaret e la capacità di scrivere gags di Simone e il teatro vero e proprio. Abbiamo cercato un territorio comune (CAB-TEATRO) che ci permettesse di commentare la cronaca quasi a braccio e lo spunto sarebbe stato un barbiere con velleità artistiche ed un avventore attore famoso(Simone) il che come accade spesso dai barbieri avrebbe dato spunto a chiacchiere e scherzi che ci avrebbero visto spalla e comico reciprocamente. Ma i nostri impegni precedenti non ci hanno consentito di dedicarci come avremmo voluto a questo progetto.

3. Qual è l’opera teatrale che hai portato in scena a cui ti senti più legato? (Erica, Bergamo)

Patrizio: Sono numerose e per vari motivi… Sicuramente tra queste “ARTURO UI” di Brecht con la regia di G. Sepe ed un grande Eros Pagni in scena. Poi la Filumena Maturano con Valeria Morioni e perché no Basso napoletano che ho scritto io che mi dava un piacere tutto particolare il fatto che il pubblico ascoltava giudicava ed applaudiva le mie parole i miei pensieri e non solo le mie emozioni.

4. Quale personaggio, che ancora non hai interpretato, vorresti portare in scena? (Imma, prov. di Napoli)

Patrizio: Sto cercando di interpretare Giuseppe Moscati un medico napoletano che è stato fatto Santo,il progetto è in rai e spero fortemente che mi sia affidato.

5. Sul palco usi il più rigoroso metodo Stanislawsky di totale immersione nel personaggio, o anche lì dai molto di Patrizio a ciò che interpreti? (Annamaria, Napoli)

Patrizio: Diciamo che uso il metodo, ma malgrado me… nel senso che mi appartiene di natura. Mi basta indossare un costume vedere la scena per diventare altro. Da Patrizio attingo,ma spingendomi nelle zone poco espresse di me anche se con tutto quello che metto in Raffaele è sempre più arduo il gioco.

6. In che senso dici che la recitazione teatrale e quella televisiva ti danno la stessa emozione, visto che a teatro si percepisce il coinvolgimento del pubblico mentre davanti a una telecamera no? (Annamaria, Napoli)

Patrizio: In teatro c’è l’emozione del senza rete:non puoi sbagliare,ma la televisione anche se non ti fa modulare sulla percezione del pubblico te ne da la consapevolezza di una presenza difficile da catturare e numerosissima.

7. C’è un diverso uso della voce in teatro, vista l’assenza dei microfoni che invece ti accompagnano in TV? Quale delle due modalità senti più tua? (Reny Tentenna, Verona)

Patrizio: Io amo le sfumature i piccoli gesti le occhiate i silenzi e queste cose minimaliste sono più congeniali con la TV, ma amo anche il paradosso le forti tinte i travestimenti che sono “Teatrali”.

8. Una domanda da spettatore: qual è stata l’ultima rappresentazione teatrale a cui hai assistito? Ti è piaciuta? (Silvietta, Napoli)

Patrizio: Toledo strasse del mio amico Paolo Coletta che è in scena a Napoli al Trianon.

9. Non ti chiedo un’opinione politica, ma soltanto di esprimere le tue sensazioni a riguardo: qualche tempo fa il mondo dello spettacolo, e quello del teatro in particolare, ha scioperato contro i tagli di fondi per la cultura, cosa pensi di questo disamore delle Amministrazioni Pubbliche (senza troppe distinzioni di colore!) per il teatro? (Marta Pennina, Verona)

Patrizio: E’ triste,ma anche nella natura della volgarità che si è voluta privilegiare in questi tempi il fatto che non si vogliano raccontare storie ma solo gags… quando c’è da tagliare fondi i primi a pagarne le spese sono proprio gli artisti e la cultura in genere…. Sono affranto,ma combattivo a ricostruire tempi migliori.

10. Ho intenzione di fare la tesi di laurea (anche se non è imminente) sul teatro di Eduardo De Filippo. Con la tua esperienza puoi suggerirmi su quale aspetto di una tematica così vasta potrei concentrarmi maggiormente? (Erica, Bergamo)

Patrizio:
La piccola borghesia che va scomparendo e che Eduardo ha cosi’ ben raccontato. La famiglia e le persone che orbitavano intorno creando quei villaggi quei circoli… che oggi sempre più vanno scomparendo.

12. Eduardo disse che il teatro è “gelo”; Sebastiano Lo Monaco, incontrato qui a Verona in occasione del suo ultimo “Uno sguardo dal ponte”, mi ha detto di invidiare i grandi attori ottantenni di oggi, perché hanno potuto fare teatro quando di teatro si poteva vivere: tu sei “pessimista” come loro? (Marta Pennina, Verona)


Patrizio:
Si oggi c’è da essere pessimista…fare teatro diventa sempre più una missione.

13. Fra UPAS e una bella tournée nei più importanti teatri d’Italia cosa sceglieresti? (Alessia, Benevento)

Patrizio:
Quando posso più che scegliere tendo ad accumulare e fino a quando il fisico lo permette Farei upas e teatro insieme.


* intervista a cura di Marta Pennina, Verona