PARLANDO DI INFANZIA...

1. Cosa sognavi di diventare quando eri piccolo? E cosa hai realizzato di allora? (Alessia, Benevento)

Carlo:
Sembra incredibile ma da grande volevo fare il pilota, purtroppo non sono riuscito ad entrare in accademia per un problema di miopia.

2. Qual è il ricordo più bello della tua infanzia? (Marilena, Modena)

Carlo:
La casa in campagna dei miei nonni dove mi trasferivo da giugno a settembre. Ora è casa mia e i miei figli hanno la stessa gioia che avevo io allora.

3. Da bambino quali erano le cose che ti facevano più paura? (Marilena, Modena)

Carlo:
L’orto della casa dei nonni di notte, ma non per il buio ma per via delle forme strane che gli alberi assumevano nell’oscurità, sembravano mostri con le braccia protese.

4. Se dovessi descrivere il bambino che eri con tre parole quali sceglieresti? (Erica, Bergamo)

Carlo:
Commediante, terribile, imprevedibile, in poche parole ero tremendo!

5. Nonostante io abbia solo 23 anni le cose sono decisamente cambiate da quando ero piccola io, sia nel modo di giocare che di porsi: con tutti questi computer, questi giochi elettronici e la tv si va perdendo lo vero spirito del gioco, tu che ne pensi? (Marilena, Modena)

Carlo:
Sono assolutamente d’accordo con te, allora la fantasia era alla base di qualsiasi gioco, si inventava tutto e ci si divertiva da pazzi. Comunque non per stare al passo dei tempi ma adoro giocare con il computer e guarda caso i miei giochi preferiti sono i simulatori di volo.

6. Considerando che i tempi sono inevitabilmente e radicalmente cambiati, c’è qualcosa che hai avuto tu da bambino che i tuoi figli oggi non hanno e qualcosa, invece, che hanno loro e che a te sarebbe piaciuto avere? (Erica, Bergamo)

Carlo:
Avendo avuto i figli in tarda età sento che la mancanza dei nonni è piuttosto grossa, a loro mancano (credo) i racconti, le storie, la memoria, la saggezza che queste figure sapevano dare; per quanto mi riguarda sembra incredibile ma ritengo la mia infanzia completa di tutto.

7. Dicono che in ognuno di noi ci sia un’anima infantile e una adulta: in quali momenti viene fuori il bambino che c’è in te? (Erica, Bergamo)

Carlo:
Senza nessuna difficoltà posso affermare che quando recito esce il mio lato più infantile corroborato con l’esperienza dell’adulto.

8. Hai mai preso in considerazione l’idea di adottare un bambino a distanza? (Erica, Bergamo)

Carlo:
Un aiuto in tal senso fa parte delle mie uscite.

9. Se avessi a disposizione un intero negozio di giocattoli del più diverso tipo, che regalo faresti al più piccino dei tuoi figli? Perché? (Marta Pennina, Verona)

Carlo:
La piccola Rachele è così difficile da accontentare che con tutta franchezza non saprei che scegliere…ora è il periodo delle barby…domani non so!

10. Oggi le cronache, anche televisive, ci "servono" dei fatti reali, che peggio non si può, sull'infanzia oggetto di sopruso e di violenza. Tacerli è come nascondere la testa sotto la sabbia, ma sfruttarli per l'audience, in ripetuti, estenuanti ed anche un po’ inutili talk show o “speciali” televisiva, mi sembra un po' perverso, come un'ulteriore (e neanche tanto gratuita) violenza. Tu che ne pensi? (Carlo Il Ragazzo, Verona)

Carlo:
Purtroppo la televisione è diventata un terribile tritatutto ma cerca di avere pazienza perché la TV generalista è destinata ad estinguersi.

11. Hai mai dedicato un po’ di tempo a raccontare delle favole ai tuoi bimbi? E a te da piccolo ne hanno mai raccontate? (Marta Pennina)

Carlo:
Pensi che in casa di un attore la lettura o il racconto di una fiaba non venga seguito come una vera fiction di successo?

12. Hai mai recitato con un bambino? Se sì, è più divertente o più impegnativo? (Marta Pennina)

Carlo:
Si, ho lavorato con più bambini e ti assicuro che non è facile, loro sono assolutamente veri!

Baci
Carlo Cartier


intervista a cura di Marta Pennina, Verona