Povertà e popolazione a Treporti nel 1838
Per avere una descrizione delle condizioni economiche della popolazione di Treporti nell'ottobre del 1835 si deve ricorrere a una lettera che l'allora parroco, don Bartolomeo Nicolai, inviava alla Deputazione comunale di Burano
Il sacerdote si vedeva costretto a declinare l'invito a raccogliere <<un qualche sussidio per quegli infelici che fossero oppressi da quella malattia giudicata collera [=colera] essendo questa popolazione a riserva di due famiglie, in una tottalle miseria non avendo la maggior parte di questi infelici abbitanti nè il mezzo di estinguere la lor fame, e coprir la lor nudità, essendo tanta e sì grande la loro miseria che per la fame, e nudità non po[sso]no neppure portarsi i giorni festivi alla chiesa, e dovendo supplire a questo indispensabil dovere di religione si prestano scambievolmente un qualche legero strazio.>>
La lettera, vero e proprio spaccato sulla condizione economica del paese così proseguiva: <<Fatti e personeIn tutti i paesi vi sono delle miserie, ma vi sono molti ricchi che posson socorrerli e qui i miseri convien che languiscano, e insenetiscano a segno tale che la loro miseria li condusse prima del tempo al sepolcro e per ciò convien, come a me tocca, internarsi nelle famiglie per poter verificare le loro miserie, e non si può entrar senza una comozione del anima, e tal volta senza che spunti dagli occhi compassionevoli lacrime.
Perciò è che noi non abbiamo avuto il coraggio di chiedere quanto ci fu proposto in veruna famiglia, non potendo questi socorrere; ma bisognosi al estremo di esser socorsi; e ben lo sanno i padroni delle lor vigne non bastando, in questi ultimi mesi perdere l’affitto; ma convien ad essi assisterli per colmare alquanto la loro fame, che tanti giorni sono costretti di satolarla con pocchi frutti, o con qualche tozzo di zucca.>>