Nel paese degli SCALUC non era possibile raccontare delle frottole.
Vi chiederete: e perché mai? E' molto semplice! Ogni volta che si diceva una bugia, il cielo si abbassava di 1 cm. Capirete bene che se questo fosse accaduto spesso.. bè, sarebbe stato un vero disastro.
Gli abitanti di Scaluc ci tenevano sul serio a non finire schiacciati da un’immensa distesa di cielo, azzurro o nuvoloso che fosse.
Il paese degli Scaluc confinava con la terra dei NORZI. Volete sapere perché vi parlo dei Norzi? E’ molto semplice! Nel paese dei Norzi non era possibile raccontare la verità. Mai, mai e poi mai si doveva essere sinceri, perché in quel caso, ogni qualvolta si fosse detta la verità la terra si sarebbe sollevata di 1 cm. Capirete bene che i Norzi non avevano certamente in animo di finire spiattellati contro la volta celeste.
Così va il mondo! Chi troppo e chi niente. Nero o bianco! Ah, no! Dimenticavo!... Poco distante dalla terra degli Scaluc (ma anche da quella dei Norzi) scorreva un fiume. Un fiume che serpeggiava allegro e frizzantino in una valle ...come potrei dire ... ma si, quelle cose da sogno! Verdi colline, prati in fiore, alberi colmi di frutti polposi, uccellini cinguettanti e svolazzanti, ecc. ecc. ...
Tutto seguiva il suo corso naturale, gli Scaluc dicevano sempre la verità, i Norzi dicevano sempre bugie, fra i due popoli non correva buon sangue ... e il fiume scendeva lentamente a valle.
<<Ma così sarebbe tutto di una noia mortale.>> Direte voi. <<Infatti>>. Dico io.
Un giorno, bello o brutto non saprei (non ho fatto in tempo a guardare il Meteo) capitò da quelle parti un nobile cavaliere. Era alto, bello, forte, coraggioso, sicuro di sé, intraprendente, leale e bla, bla, bla (insomma ne aveva di qualità).
Viaggiava da molti giorni, tornava dalla solita guerra, ed era effettivamente un tantino stanco. Fu così che decise di accamparsi proprio sulle rive del fiume che serpeggiava allegro e frizzantino nella già menzionata valle paradisiaca.
Il nobile cavaliere già pregustava una tranquilla serata davanti al fuoco, immerso in quella pace quasi irreale, sublimata dai profumi del bosco e dal musicale scorrere del fiume..., trascorsa a fantasticare sul suo ritorno a casa e sull’accoglienza che avrebbe ricevuto, da trionfatore; ma non aveva fatto i conti con la curiosità degli Scaluc e dei Norzi.
C’era una sorta di comune elettrico fermento sia fra la comunità degli Scaluc, per natura molto seri e prudenti, sia fra quella dei Norzi, goliardici e pianta grane al limite del fisiologico.
Da molto tempo, infatti, non capitava un evento così eccezionale: UNO STRANIERO sulle loro terre. E che straniero. Le donzelle corsero ad aprire i bauli e tirarono fuori le vesti più preziose, i monili più pregiati … e che acconciature riuscirono a creare … bè, ve le lascio immaginare (da mille e una notte!!!). I giovanotti, un po’ invidiosi, incominciarono a cercare il classico "pelo nell’uovo" per trovare tutti i difetti possibili e immaginabili, quel tanto da poter sminuire un po’ tutta quella "abbondanza" di pregiate virtù. Ma non ne aveva nemmeno uno. Lui era il vero NOBILE CAVALIERE (alto, bello, forte, coraggioso, sicuro di sé, intraprendente, leale e bla, bla, bla...).
Ma su tutte le voci del coro si erse alta ed imperiosa quella del re, ANZI DEI RE.
<< Che sia presto inviato un messo al cospetto del nobile cavaliere, per comunicare a sua signoria che questa sera sarà nostro graditissimo ed onoratissimo ospite al banchetto che ci apprestiamo ad allestire ... >>
Immaginate lo stupore e l’imbarazzo del nobile cavaliere quando si vide recapitare i due inviti contemporaneamente; infatti, non essendo ancora venuta fuori la storia dei cloni e della pecora Dolly, per lui era praticamente impossibile accettare entrambi, ma gli era altrettanto difficile venire fuori da quella situazione in modo sufficientemente diplomatico.
Se accettava l’invito del re degli Scaluc si sarebbero mortalmente offesi tutti gli abitanti del paese dei Norzi, ma se accettava l’invito del re dei Norzi ... chi avrebbe fermato gli Scaluc? Fu così che il nobile cavaliere (alto, bello, forte, coraggioso, sicuro di sé, intraprendente, leale e bla, bla, bla...), dovette prendere una decisione molto importante.
E cosa fa un nobile cavaliere in queste circostanze? Non c’erano guerre da combattere, donzelle da salvare o draghi da uccidere e quindi ... decise di andare a caccia. La caccia, si sa, offre spunti di meditazione incredibili, e forse gli sarebbe venuto in mente qualcosa.
All’ora convenuta - anzi qualche minuto prima, poiché il nobile cavaliere non era solamente alto, bello, forte, coraggioso, sicuro di sé, intraprendente, leale e bla, bla, bla, ma anche maniacalmente puntuale – si presentò alla corte del re dei Norzi. Portava con sé i doni procuratisi all’uopo durante la battuta di caccia pomeridiana e una volta giunto al cospetto del re, inchinandosi profondamente, gli rese omaggio ribadì di sentirsi molto onorato per l’invito e chiese se anche Sua Altezza fosse altrettanto lieto della sua presenza.
E qui casca l’asino. Il re dei Norzi era effettivamente molto lieto della presenza del nobile cavaliere alla sua corte, perché era un valoroso eroe e ciò portava senz’altro prestigio alla sua casa. Ma questa era la verità. Lui non poteva dire la verità. Così si vide costretto a rispondere che la sua presenza lo infastidiva moltissimo e l’aveva invitato solo per questioni politiche.
Il nobile cavaliere si finse molto offeso e rispose che, con tutto rispetto, si vedeva costretto a lasciare la corte; così con questa scusa riuscì a presentarsi alla regale dimora del re degli Scaluc in perfetto orario (era o non era un nobile cavaliere?).
Portava con sé i doni procuratisi all’uopo durante la battuta di caccia pomeridiana e una volta giunto al cospetto del re, inchinandosi profondamente, gli rese omaggio e ribadì di sentirsi molto onorato per l’invito, anche se un po’ dispiaciuto per non aver potuto rendere onore anche alla dimora del suo vicino, il re dei Norzi, con il quale SICURAMENTE correvano ottimi rapporti date le infinite doti di saggezza di entrambi.
Il re degli Scaluc si sentì molto imbarazzato, perché non potendo mentire, nemmeno per diplomazia, in quel momento si vide costretto a rispondere che era decisamente fiero del fatto che il nobile cavaliere fosse alla sua mensa e non a quella di quel ciarlatano del re dei Norzi.
Fu così che il nobile cavaliere dall’alto della sua statura, bellezza, forza, coraggio, sicurezza di sé, intraprendenza, lealtà e bla, bla, bla ... affermò di non poter restare un minuto di più presso una corte dove non regnassero lealtà e fratellanza.
Se ne andò, un po’ contento e un po’ no! Infine il sole tramontò sulla valle paradisiaca, sul fiume che serpeggiava allegro e frizzantino, sul paese degli Scaluc e su quello dei Norzi, sulle belle donzelle agghindate a festa e sui baldi giovanotti pronti a sferrare il contrattacco, sulle verità e sulle bugie.
Forse da quel giorno qualcosa cambiò, la verità si mascherò da bugia e la bugia si nascose dietro alle mezze verità….. o giù di là!!!!
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