SCRITTI PATRISTICI |
Il Pastore d'Erma |
Il "Pastore" di Erma è
uno scritto che ci porta nel vivo della comunità cristiana della prima
metà del secondo secolo. La comunità è in via di espansione, e i
fedeli, non tutti entusiasti e pronti al sacrificio per una vita cristiana
coerente e pura, non si conoscono più tutti fra loro, come avveniva alla
generazione passata. Di qui l'argomento centrale dell'opera, che è la
penitenza, da attuare attraverso una riforma morale. Erma vuole evitare i
due opposti estremismi, il rigorismo eccessivo che negava la possibilità
della penitenza per i peccati commessi dopo il battesimo, e il lassismo:
la penitenza è possibile e deve essere attuata finché dura questa
esistenza terrena, dice Erma. Il libro si compone,
simbolicamente, di cinque visioni, dodici precetti e dieci similitudini
allegoriche. Il genere letterario, molto originale, si rifà al dialogo
che si intesse tra l'autore e alcune personificazioni della Chiesa. Il
discorso vuole essere semplice ed accessibile a tutti. _____________________________________ VISIONI [Vi.1, I - II, 2] Prima visione L'uomo giusto desidera le cose
giuste I, 1. Chi mi aveva allevato a Roma
mi vendette a una certa Rode. La ritrovai dopo molti anni e incominciai ad
amarla come sorella. 2. Trascorso qualche tempo, la vidi che si bagnava
nel fiume Tevere, le diedi la mano e la tirai dal fiume. Vedendo la sua
bellezza, dissi nel mio cuore: "Sarei felice se avessi una moglie
come questa per bellezza e per carattere". Desideravo solo ciò e
null'altro. 3. Qualche tempo dopo, mentre andavo verso Cuma, contemplando
le opere di Dio perché grandi, splendide e potenti, mi addormentai lungo
la strada. Uno spirito mi prese e mi portò in una parte impraticabile per
dove l'uomo non poteva camminare. Era un luogo dirupato e franato dalle
acque. Attraversando il fiume, venni alla pianura e piegando le ginocchia
incominciai a pregare il Signore e a riconoscere i miei peccati. 4. Mentre
pregavo, il cielo si spalancò e vidi quella donna, che avevo desiderato,
salutarmi dicendomi: "Salve, Erma". 5. Fissando lo sguardo su di
essa le chiesi: "Signora, che fai tu là?". Essa mi rispose:
"Sono stata elevata in cielo per accusare i tuoi peccati al
Signore". 6. Soggiungo: "Ora tu sei mia accusatrice?".
"No, dice, ascolta le parole che voglio dirti". Dio che abita
nei cieli e fece da ciò che non era le cose che sono, moltiplicandole e
accrescendole per la sua santa Chiesa, è adirato con te perché hai
peccato contro di me". 7. Rispondendo le dico: "Ho peccato
contro di te? In che modo? Quando ti ho detto una parola sconveniente? Non
ti ho sempre considerato come una creatura divina? Non ti ho sempre
rispettato come una sorella? Come mai, inventi, o donna, tali cattiverie e
brutture?". 8. Sorridendo mi dice: "Nel tuo cuore salì il
desiderio della cattiveria. Non ti sembra che sia cosa malvagia per un
uomo giusto, che un desiderio cattivo entri nel suo cuore? È un grande
peccato, dice. Infatti l'uomo giusto desidera le cose giuste, e col volere
le cose giuste, la sua gloria si dirige ai cieli ed ha propizio il Signore
in ogni cosa. Quelli che nel loro cuore vogliono cose malvagie si
preparano la morte e la schiavitù; soprattutto chi si afferra a questo
mondo, magnifica le sue ricchezze e non si preoccupa dei beni futuri. 9.
Si pentiranno le anime di coloro che non hanno speranza ma hanno disperato
di sé e della loro vita! Ma tu prega Dio ed egli guarirà i tuoi peccati,
quelli di tutta la tua casa e di tutti i fedeli". Il cattivo desiderio II, 1. Dopo aver detto queste
parole, i cieli si chiusero ed io rimasi tutto inorridito e addolorato.
Dicevo in me: "Se mi viene imputato questo peccato, in che modo potrò
essere salvato? In che modo placherò Dio per i miei peccati commessi? Con
quali parole supplicherò il Signore di essermi propizio?". 2. Stavo
considerando e preoccupandomi di tali cose nel mio cuore, quando vedo
davanti a me una grande cattedra bianca fatta di candide lane. Venne una
vecchia con una veste molto splendida e un libro in mano. Si sedette e mi
salutò: "Salve, Erma!". Ed io addolorato e piangendo risposi:
"Salve, signora!". 3. Mi disse: "Perché sei triste, Erma?
Tu che sei paziente, mite e sempre sorridente, perché appari tetro e non
gioviale?". Le risposi: "Per una donna onorata che mi ha detto
di aver io peccato contro di lei". 4. Essa disse: "Giammai
contro un servo di Dio una cosa simile. Ma certamente un desiderio di essa
venne nel tuo cuore. Un tale desiderio per i servi di Dio comporta un
peccato. Intenzione malvagia e sorprendente è per uno spirito lodevole e
già provato se desidera un'azione cattiva. Soprattutto per Erma
continente e alieno da ogni turpe piacere e pieno di ogni semplicità e di
grande innocenza!". La Chiesa eterna III, 1. "Non per questo Dio
è adirato contro di te, ma perché tu faccia ravvedere la tua famiglia,
che ha offeso il Signore e voi genitori. Tu sei tenero verso i figli e non
hai rimproverato la famiglia che, invece, hai lasciato corrompere
vergognosamente. Perciò il Signore è adirato con te. Ma egli sanerà
tutti i mali accaduti in precedenza nella tua famiglia. Per i loro peccati
e per i loro errori, ti sei rovinato con i guadagni terreni. 2. La
misericordia del Signore, però, avendo pietà di te e della tua casa, ti
darà la forza per ben fondarti nella Sua gloria. Basta che tu non sia
trascurato, rianima invece e conforta la tua casa. Come il fabbro a colpi
di martello ottiene la cosa che vuole, così la parola quotidiana giusta
viene a capo di ogni cattiveria. Non trascurare di riprendere i tuoi
figli. So che, se si pentiranno di tutto cuore, saranno scritti nei libri
della vita con i santi". 3. Dopo aver terminato queste parole, mi
dice: "Vuoi sentirmi leggere?". Le rispondo: "Sì,
signora". Mi dice: "Stammi attento e ascolta le glorie di
Dio". Ascoltai cose grandi e meravigliose che non ho potuto
ricordare. Le sue frasi erano terribili e l'uomo non vi poteva reggere.
Ricordo solo le ultime parole che erano a noi confacenti. 4. "Ecco il
Dio delle Potenze che, con forza invisibile e superiore e grande
intelligenza, ha creato il mondo e, con glorioso intento, ha rivestito di
splendore la sua creatura e, con la parola potente, ha fissato il cielo e
ha stabilito la terra sulle acque e, con la propria saggezza e col suo
disegno, ha fondato la sua santa Chiesa che anche benedisse. Egli sposta
il cielo e i monti, i colli e i mari e tutto diventa piano per i suoi
eletti perché si compiano le promesse loro annunziate con molta gloria e
gioia se osservano i comandamenti divini che ricevettero con gran
fede". I giusti, i pagani, gli apostati. IV, 1. Non appena finì di
leggere, si alzò dalla cattedra. Vennero quattro giovani, presero la
cattedra e si allontanarono verso oriente 2. Ella mi chiama e toccandomi
il petto mi dice: "Ti è piaciuta la mia lettura?". Le dico:
"Signora, mi sono piaciute le ultime parole, le prime invece sono
difficili e dure". Essa poi soggiunge: "Le ultime sono per i
giusti, le prime per i pagani e gli apostati". 3. Mi stava parlando
quando apparvero due uomini. La presero sulle spalle e si allontanarono
verso la cattedra ad oriente. Se ne partì lieta e andandosene mi dice:
"Coraggio, Erma!". Seconda visione Il libretto da trascrivere V (1), 1. Nella stessa stagione
dell'anno precedente andai verso Cuma e cammin facendo mi ricordai della
visione. Ancora una volta lo spirito mi prende e mi porta nello stesso
luogo dell'anno avanti. 2. Ivi giunto, mi inginocchio e incomincio a
pregare il Signore e a glorificare i1 suo nome perché mi aveva stimato
degno e mi aveva fatto conoscere i peccati di prima. 3. Dopo che mi alzai
dalla preghiera vedo davanti a me la vecchia signora dell'anno precedente
che passeggiava leggendo un libretto. Essa mi dice: "Vuoi annunziare
queste cose agli eletti di Dio?". Le dico: "Non riesco a
ricordarle tutte. Dammi il libretto perché possa trascriverlo".
"Prendilo - dice - e me lo renderai". 4. Lo presi e appartatomi
in un luogo del campo lo trascrissi tutto lettera per lettera, perché non
mi orientavo con le sillabe. Dopo che terminai le lettere, improvvisamente
mi fu tolto di mano il libretto e non vidi da chi. Per i giusti la penitenza ha un
termine VI (2), 1. Dopo quindici giorni,
digiunando e pregando molto il Signore, mi fu rivelato il significato
dello scritto. Questo era il suo tenore. 2. "I tuoi figli, Erma, si
sono rivoltati contro Dio, hanno bestemmiato il Signore e hanno tradito
con grande malvagità i loro genitori. Sono stati in fama di traditori dei
genitori senza giovamento. Inoltre hanno aggiunto ai loro peccati impurità
e impasti di cattiveria. Le loro iniquità erano al colmo. 3. Fa'
conoscere queste parole a tutti i tuoi figli e alla tua consorte che deve
essere per te una sorella. Anch'essa non frena la lingua con la quale fa
la maligna, ma udendo queste parole si frenerà e avrà misericordia. 4.
Dopo che tu avrai fatto conoscere loro queste parole che il Signore mi ha
ordinato che ti fossero rivelate, saranno rimessi loro tutti i peccati
prima commessi e a tutti i fedeli che hanno peccato fino a questo giorno,
se si pentono con tutto il cuore e rimuovono dal loro animo la
dissociazione. 5. Il Signore ha giurato per la sua gloria a favore dei
suoi eletti: se al compiersi di questo giorno c'è ancora il peccato, non
conseguiranno la salvezza. Per i giusti la penitenza ha un termine, e i
giorni della penitenza sono compiuti per tutti i fedeli. Per i pagani, però,
la penitenza è valida sino all'ultimo giorno. 6. Dirai ai capi della
Chiesa che dirigano il loro cammino nella giustizia, perché ottengano
pienamente con molta gloria le promesse. 7. Siate perseveranti voi che
operate la giustizia e non dubitate perché il vostro cammino sia con gli
angeli santi. Beati voi che sopportate la grande afflizione che
sopraggiunge, e quanti non rinnegheranno la loro vita. 8. Il Signore giurò
per il Figlio suo che siano rigettati dalla loro vita quelli che lo
rinnegano e staranno per negarlo nei giorni futuri. Per la grande
misericordia è divenuto propizio a quelli che lo rinnegarono prima". L'astio genera la morte VII (3), 1. "Tu, Erma, non
essere adirato con i tuoi figli né tralasciare tua sorella, perché siano
purificati dai loro peccati di prima. Si educheranno con un indirizzo
giusto se non porterai a loro astio. L'astio genera la morte. Tu, Erma,
molto soffristi per le colpe della tua famiglia, perché non ti curasti di
essa e la trascurasti, facendoti travolgere da affari sconsiderati. 2. Ma
sei salvo per non esserti allontanato dal Dio vivente, per la tua
semplicità e per la grande temperanza. Queste cose, purché tu perseveri,
hanno salvato te e salvano tutti quelli che le praticano seguendo
l'innocenza e la semplicità. Questi supereranno ogni malvagità e
perverranno alla vita eterna. 3. Beati tutti coloro che operano la
giustizia; non periranno in eterno. 4. Dirai a Massimo: "Ecco,
sopraggiunge la sofferenza. Se ti pare nega di nuovo. Il Signore è vicino
a quelli che si convertono, come è scritto nel libro di Eldad e Modat,
che nel deserto profetarono al popolo". La Chiesa creata prima di tutte le
cose VIII (4), 1. Fratelli, mentre
dormivo ebbi una rivelazione da un bellissimo giovane che mi diceva:
"Chi credi sia la vecchia dalla quale prendesti il libretto?".
Io dico: "La Sibilla". "Ti sbagli, non lo è".
"Chi è allora?". "La Chiesa", dice. Gli feci notare:
Perché così vecchia? Rispose: "Perché fu creata prima di tutte le
cose. Perciò è vecchia e per essa fu ordinato il mondo". 2. Dopo
ebbi una visione in casa mia. Venne la vecchia e mi chiese se avessi dato
il libro ai presbiteri. Dissi di non averlo dato. "Hai fatto bene,
disse, ho da inserire delle parole. Quando avrò completato tutte le
parole tu le farai conoscere a tutti gli eletti. 3. Scriverai due libretti
e ne manderai uno a Clemente e uno a Grapte. Clemente poi lo manderà ad
altre città, come è stato incaricato. Grapte esorterà le vedove e gli
orfani. Tu lo leggerai a questa città con i presbiteri che sono preposti
alle Chiese". Terza visione Pregare per la giustizia IX (1), 1. Questa, o fratelli, la
visione. 2. Avendo molto digiunato, chiesi al Signore che mi manifestasse
la rivelazione che aveva promesso di farmi conoscere per mezzo di quella
vecchia. Nella stessa notte mi comparve la vecchia e mi disse: "Poiché
hai bisogno e premura di conoscere tutto, vieni nel campo ove coltivi il
farro e verso l'ora quinta ti apparirò e ti mostrerò ciò che devi
vedere". 3. Le chiesi: "Signora, in qual luogo del campo?".
"Dove tu vuoi". Mi scelsi un bel posto nascosto. Mi prevenne
prima che le parlassi e le dicessi il luogo. "Verrò là dove tu
vuoi". 4. Mi trovai, fratelli, nel campo. Contai le ore e mi recai
nel luogo ove decisi di recarmi. Vedo collocata una panca d'avorio e sulla
panca giacere un cuscino di lino, con sopra disteso un velo di lino
finissimo. 5. Vedendo tali cose e che nessuno v'era nel luogo, rimasi
stupito. Ebbi un tremito, mi si rizzarono i capelli e poiché ero solo mi
assalì come un brivido. Tornato in me stesso e ricordatomi della gloria
di Dio, presi coraggio. Inginocchiato confessavo di nuovo al Signore i
peccati, come prima. 6. Essa venne con i sei giovani che avevo visto anche
precedentemente, mi si avvicinò e mi stette ad ascoltare, mentre pregavo
e confessavo i miei peccati. Toccandomi dice: "Erma, cessa di pregare
per tutti i tuoi peccati; prega anche per la giustizia perché tu ne
riceva qualche parte per la tua casa". 7. Mi solleva con la mano e mi
porta alla panca e dice ai giovani: "Andate a costruire". 8.
Dopo che i giovani se ne andarono, rimanemmo soli e mi disse: "Siedi
qui". Le dico: "Signora, lascia che si seggano prima i
presbiteri". Essa risponde: "Ti dico siediti". 9. Volevo
sedermi alla destra e non me lo permise, ma mi accenna con la mano di
sedermi alla sinistra. Mentre riflettevo e mi addoloravo perché non mi
aveva lasciato sedere alla destra mi dice: "Sei afflitto, Erma? Il
posto della destra è di altri, di quelli che sono piaciuti a Dio ed hanno
sofferto per il suo nome. Manca molto a te per sederti con loro. Ma
persevera, come già fai nella tua semplicità e vi sederete con loro tu e
quanti faranno ciò che essi hanno fatto e subiranno ciò che essi hanno
subito". La destra e la sinistra del luogo
santo X (2), 1. "Che cosa
subirono?". "Ascolta, mi rispose: flagelli, carceri, grandi
tormenti, croci, belve a motivo del nome. Perciò la destra del luogo
santo è loro e di chiunque abbia a patire per il nome; la sinistra è
degli altri. Uguali sono i doni e le promesse degli uni e degli altri, di
quelli che siedono a destra e a sinistra; soltanto quelli siedono a destra
ed hanno una certa gloria. 2. Tu hai desiderio di sederti a destra con
loro, ma molte sono le tue insufficienze. Tuttavia sarai mondato dei tuoi
peccati. Tutti quelli che non hanno tentennato saranno purificati dalle
loro colpe sino a questo giorno". 3. Dopo aver detto ciò se ne
voleva andare. Prostratomi ai suoi piedi la scongiurai per il Signore di
mostrarmi la visione che mi aveva promesso. 4. Essa mi prese di nuovo per
mano, mi sollevò, mi fece sedere sulla panca a sinistra ed essa si mise a
sedere a destra. Alzando un bastone splendente, mi dice: "Vedi una
cosa grande?". Le dico: "Signora, non vedo nulla". Mi dice:
"Non vedi davanti a te una torre grande che è costruita sulle acque
con pietre quadrate luminose?". 5. In un quadrato una torre era
costruita dai sei giovani venuti con lei. Altre miriadi di uomini
trasportavano pietre dal fondo e dalla superficie e le porgevano ai sei
giovani. Essi le prendevano e costruivano. 6. Situavano tutte le pietre
cavate dal fondo nella costruzione poiché erano squadrate e combaciavano
nella giuntura con le altre pietre. Erano così ben connesse che non
lasciavano apparire la congiunzione. Sembrava che l'edificio della torre
fosse come costruito con una sola pietra. 7. Delle pietre portate dalla
superficie, ne scartavano alcune ed altre le mettevano in opera nella
costruzione. Ne spezzavano altre ancora buttandole lontano dalla torre. 8.
Molte altre pietre giacevano intorno alla torre e non venivano utilizzate
nella costruzione. Alcune erano bitorzolute, altre avevano delle crepe,
altre erano mutile, altre bianche e sferiche e non si adattavano alla
costruzione. 9. Vedevo che altre pietre venivano gettate lontano dalla
torre. Cadevano sulla strada e non si fermavano, ma rotolavano in luoghi
impraticabili. Altre, invece, cadevano nel fuoco e bruciavano; altre
cadevano vicino all'acqua e non potevano rotolarvisi, sebbene lo
volessero, ed entrare nell'acqua. La salvezza della nostra vita
mediante l'acqua XI (3), 1. Avendomi mostrato
queste cose, voleva allontanarsi. Io a lei: "Signora, quale vantaggio
ho io nel vedere le cose senza conoscere che cosa sono?". Essa mi
risponde: "Sei un uomo avveduto poiché vuoi conoscere quello che
concerne la torre". "Sì, dissi io, per annunziarlo ai fratelli
i quali, più consolati nell'ascoltare le cose, conosceranno il Signore
nella grande gloria". 2. Ella mi rispose: "Molti le
ascolteranno. ma nell'udirle alcuni gioiranno, altri piangeranno. Anche
questi, però, se le ascolteranno e si pentiranno, godranno. Ascolta,
dunque, i simboli della torre. Li rivelerò tutti, e più non darmi
cruccio con le rivelazioni che pure hanno un termine. Infatti sono
compiute. Ma tu non finirai di chiedermi rivelazioni; sei un insaziabile.
3. La torre, che vedi costruire, sono io, la Chiesa, che ti sono apparsa
ora e prima. Domandami ciò che vuoi riguardo alla torre e te lo farò
sapere, perché tu gioisca con i santi". 4. Le dico: "Signora,
poiché mi hai stimato degno che tutto mi si riveli, rivelamelo".
Essa mi dice: "Quello che sarà necessario ti sia rivelato, ti sarà
rivelato. Solo che il tuo cuore sia rivolto al Signore e non dubitare di
ciò che vedi". 5. Le domandai: "Signora, per qual motivo la
torre viene innalzata sulle acque?". Essa mi rispose: "Te lo
dissi già che sei curioso e sollecitato dalla ricerca. Ricercando,
dunque, trovi il vero. Ascolta perché la torre viene costruita sulle
acque: la nostra vita fu salva e sarà salva mediante l'acqua. La torre è
stata innalzata con la parola del nome onnipotente e glorioso ed è retta
dalla potenza invisibile e infinita". Glorificare il nome di Dio XII (4), 1. Di rimando le dico:
"Signora, la cosa è grande e mirabile. I sei giovani che
costruiscono chi sono?" "Sono i santi angeli di Dio creati per
primi, cui il Signore affidò tutta la sua creazione per accrescerla,
farla progredire e governarla. Per mezzo loro sarà mandata a termine la
fabbricazione della torre" 2. "Chi sono gli altri che
trasportano le pietre?". "Anch'essi sono angeli santi di Dio; ma
i sei sono superiori. La costruzione della torre sarà mandata a termine,
e tutti insieme vi gioiranno intorno e glorificheranno il Signore perché
fu compiuta la costruzione della torre". 3. Le domandai:
"Signora, desidererei conoscere la sorte delle pietre e la loro
forza". Rispondendo mi dice: "Tu non sei più degno degli altri
di saperlo. Altri sono prima di te e migliori di te ai quali sono da
rivelare queste visioni. Ma perché sia glorificato il nome di Dio, ti
furono rivelate e saranno rivelate per i dubbiosi che vanno pensando nei
loro cuori se sono o non sono vere. Fa' sapere loro che tutte sono vere e
che nessuna è fuori del vero, ma sono tutte solide, valide e
fondate". Le pietre della torre e la
penitenza in tempo utile XIII (5), 1. "Ascolta ora
quanto concerne le pietre che entrano nella costruzione. Le pietre
quadrate, bianche e che combaciano con le loro congiunture sono gli
apostoli, i vescovi, i maestri e i diaconi, che camminando nella santità
di Dio hanno governato, insegnato e servito con purezza e santità gli
eletti di Dio, quelli che sono morti e quelli che sono ancora vivi.
Vissero sempre in armonia tra loro, stando in pace e l'uno ascoltando
l'altro. Per questo nella costruzione della torre le loro congiunture sono
giuste". 2. "E quelle tratte dal fondo e poste nella
costruzione, che combaciano con le connessure delle altre pietre già
ordinate, chi sono?". "Sono quelli che hanno patito per il nome
del Signore". 3. "Le altre pietre che vengono portate dalla
superficie della terra vorrei sapere chi sono, signora". Disse:
"Quelle che si mettono nella costruzione, senza essere tagliate, le
ha valutate il Signore perché camminarono nella sua rettitudine e
ubbidirono ai suoi comandi". 4. "E quelle trasportate e messe in
opera chi sono?". "I novizi della fede e i credenti. Sono
esortati dagli angeli a fare il bene e non ci fu in loro malizia". 5.
"Quelle che venivano scartate e gettate, chi sono?". "Sono
coloro che hanno peccato e vogliono pentirsi; non furono gettati lontano
dalla torre, poiché saranno utili alla costruzione se si pentiranno.
Quelli che stanno per pentirsi, se faranno penitenza, saranno forti nella
fede, purché facciano penitenza, ora che la torre è in costruzione.
Quando la costruzione è finita, non avranno più posto e resteranno
tagliati fuori. Ottengono soltanto di rimanere vicino alla torre". La diversità delle pietre XIV (6), 1. "Vuoi sapere chi
sono le pietre tagliate e gettate lontano dalla torre? Sono i figli della
malizia. Credettero con ipocrisia e furono di ogni cattiveria. Per questo
non hanno salvezza: non sono adatte alla costruzione per la loro malvagità.
Dall'ira del Signore, perché lo disgustarono, furono tagliate e
scaraventate lontano. 2. Le altre, che hai visto in gran numero giacenti
senza essere adoperate nella costruzione, sono le scabrose, quelli che
hanno conosciuto la verità, senza permanere in essa e senza unirsi ai
santi, perciò inutili". 3. "Quelli che avevano le crepe, chi
sono?". "Quelli che nel cuore sono gli uni contro gli altri e
non stanno in pace. Hanno un'apparenza di pace, gli uni sono lontani dagli
altri, e le malvagità permangono nel loro cuore, cioè le crepe che le
pietre hanno. 4. Le pietre mozze sono quelli che hanno creduto tenendo la
parte maggiore nella giustizia e conservando qualche elemento di malvagità.
Per questo sono mutili e non intere". 5. "Le pietre bianche,
sferiche e non adatte alla costruzione, chi sono, signora?". Mi dice:
"Sino a quando tu sarai stolto e senza senno? Vorrai tutto sapere
senza nulla capire? Sono quelli che conservano la fede, ma anche le
ricchezze di questo mondo. Quando sopraggiunge una tribolazione, per le
loro ricchezze e i loro affari rinnegano il Signore". 6. Le dico:
"Signora, quando saranno utili alla costruzione?". "Quando
si elimina la ricchezza che li domina, mi dice, allora saranno utili a
Dio. Come la pietra sferica se non viene ritagliata e non perde qualche
cosa di sé non può diventare quadrata, così i ricchi di questo mondo,
se non perdono la ricchezza, non potranno essere utili al Signore. 7.
Sappilo da te: quando eri ricco eri inutile. Ora sei utile e fruttuoso
alla vita. Diventate utili a Dio! Anche tu sei stato utilizzato da queste
pietre". Le pietre scagliate lontano dalla
torre XV (7), 1. "Le altre pietre
che hai visto lanciare lontano dalla torre e cadere sulla strada e dalla
strada rotolare per luoghi impraticabili, sono quelli che hanno fede, ma
per la doppiezza del loro animo si allontanano dalla via della verità.
Essi, credendo di poter trovare una strada migliore, si ingannano e da
infelici vagano per luoghi impervi. 2. Quelle che cadono nel fuoco e
ardono sono le persone che per sempre hanno apostatato dal Dio vivente.
Esse, per le passioni e le scostumatezze e per le cattiverie commesse, non
hanno mai in animo di pentirsi". 3. "Vuoi sapere chi sono quelle
che cadono vicino all'acqua e non possono rotolare nell'acqua? Sono quelli
che hanno ascoltato la parola e vogliono essere battezzati nel nome del
Signore. 5. Ma quando risale alla mente la purezza della verità, cambiano
parere e di nuovo corrono dietro alle loro turpi passioni". 4. Terminò
la spiegazione simbolica della torre. 5. Comportandomi da sfacciato, le
chiesi ancora se per le pietre scartate e non adatte alla costruzione
fosse possibile una penitenza e un posto nella torre. Rispose: "Hanno
la possibilità della penitenza, ma non possono adattarsi alla torre. 6.
Sono adatte ad un altro luogo molto inferiore quando sono state provate
dal tormento ed è trascorso il tempo necessario per i loro peccati. Per
questo vengono portate altrove, perché parteciparono alla parola del
giusto. Riuscirà loro di essere sollevate dalle sofferenze se
rifletteranno sulle opere malvagie commesse. Se non riflettono non si
salvano per la durezza del loro cuore". Le virtù sono collegate XVI ( 8 ), 1. Quando ebbi
terminato di interrogarla su tutte queste cose, mi chiede: "Vuoi
sapere altro?". Essendo desideroso di conoscere ne fui contento. 2.
Mi guardò e sorridendo mi disse: "Vedi sette donne intorno al
perimetro della torre?". "Sì, signora". "La torre è
da loro sostenuta per ordine del Signore. 3. Ascolta ora le loro mansioni.
La prima, che ha molta forza nelle mani, si chiama Fede; per mezzo suo gli
eletti di Dio si salvano. 4. La seconda, che si cinge le vesti ed ha
aspetto virile, si chiama Continenza; essa è figlia della fede. Chi la
segue è felice nella sua vita, perché si asterrà da ogni opera malvagia
nella fiducia che, lungi da ogni insano desiderio, conseguirà la vita
eterna". 5. "Le altre, signora, chi sono?". "Sono
figlie l'una dell'altra e si chiamano Semplicità, Scienza, Innocenza,
Castità e Carità. Quando tu compirai tutte le opere della madre, potrai
vivere". 6. "Vorrei sapere, signora, la capacità di
ognuna". "Ascolta, dice, le virtù che hanno. 7. Le virtù sono
subordinate l'una all'altra e l'una segue l'altra come sono generate.
Dalla Fede nasce la Continenza, dalla Continenza la Semplicità, dalla
Semplicità l'Innocenza, dall'Innocenza la Castità, dalla Castità la
Scienza, dalla Scienza la Carità. Le loro opere sono sante, pure e
divine. 8. Chi servirà loro ed avrà la forza di possedere le loro opere,
abiterà nella torre con i santi di Dio". 9. Interrogandola sui
tempi, se fossero compiuti, essa a gran voce mi gridò: "Stolto, non
vedi che la torre è ancora in costruzione? Quando la torre sarà
terminata, si avrà la fine. Ma presto sarà compiuta. Non chiedermi più
nulla. Basta a te e ai fedeli questo ricordo e il rinnovamento dei vostri
spiriti. 10. E non per te solo furono rivelate queste cose, ma perché tu
le partecipi agli altri dopo tre giorni. Prima devi riflettere. Le parole
che sto per dirti, Erma, bisogna, e te lo ordino, che le annunzi agli
orecchi dei fedeli. Essi udendole e mettendole in pratica saranno
purificati dalle loro iniquità e tu con loro". Educatevi per educare XVII (9), 1. "Ascoltatemi,
figli. Io vi ho allevati con molta semplicità, innocenza e santità per
la misericordia del Signore che ha versato su di voi la giustizia, per
essere corretti e santificati da ogni malvagità e crudeltà. Voi, però,
non volete smettere le vostre cattiverie. 2. Ora datemi ascolto: vivete in
pace tra voi; frequentatevi; aiutatevi scambievolmente e non godete da
soli a profusione delle cose create dal Signore, ma datele anche ai
bisognosi. 3. Alcuni per i molti cibi procurano malessere al corpo e
corrompono la loro carne. Invece, la carne di coloro che non hanno da
mangiare si consuma, per non avere il necessario sostentamento, e il loro
corpo si distrugge. 4. Questa intemperanza è dannosa per voi che
possedete e non date ai bisognosi. 5. State attenti al giudizio che è
vicino. Voi che avete di più cercate, dunque, i poveri sino a quando la
torre non è terminata. Dopo che è terminata vorrete fare del bene ma non
avrete modo. 6. Fate attenzione, voi che vi vantate della vostra
ricchezza, che i bisognosi non siano mai angustiati e il loro lamento non
salga al Signore. Con i vostri beni non sia chiusa la porta della torre.
7. Dico a voi che siete i capi della Chiesa e occupate i primi posti: non
vi fate simili ai fattucchieri. I fattucchieri portano i loro filtri nei
vaselli, voi portate il vostro filtro, il veleno, nel cuore. 8. Siete
induriti e non volete purificarvi, fondere il vostro sentimento nel cuore
puro per ottenere misericordia dal grande Re. 9. Badate, figli, che questi
dissensi non vi privino della vostra vita. 10. Come potete educare gli
eletti di Dio, se non siete voi educati? Educatevi, dunque, l'un l'altro e
vivete in pace perché io al cospetto del Padre possa contenta parlare di
voi tutti". Il cuore rende insensati XVIII (10), 1. Quando terminò di
parlarmi, vennero i sei giovani che costruivano e la portarono alla torre
e gli altri quattro presero la panca e la portarono pure alla torre. Non
vidi il loro volto perché mi voltavano le spalle. 2. Nel momento che se
ne andava le chiesi che mi spiegasse le tre forme in cui era apparsa. Mi
rispose: "Di questo bisogna che tu chieda ad un altro, che te lo
spieghi". 3. Fratelli, nella prima visione dell'anno precedente mi
apparve troppo vecchia e seduta su di una cattedra. 4. Nella seconda
visione aveva un aspetto giovanile, ma la carne e i capelli senili, mi
parlava stando in piedi ed era più gioiosa della volta precedente. 5.
Nella terza visione, tutta giovane e di una bellezza sorprendente e solo i
capelli aveva senili. Era molto gioiosa e seduta su di una panca. 6. Fui
assai sconvolto e preso dal conoscere la rivelazione di queste cose. Di
notte, in una visione, vedo la vecchia che mi diceva: "Ogni domanda
ha bisogno di umiltà; digiuna e otterrai dal Signore ciò che vuoi".
7. Digiunai per un giorno e nella stessa notte un giovane mi apparve e mi
disse: "Perché nella preghiera chiedi subito rivelazioni? Bada che
per il troppo chiedere non indebolisca la tua carne. 8. Bastano queste
rivelazioni avute. Non potrai avere rivelazioni più grandi di quelle
viste". 9. Gli rispondo: "Signore, domando solo questo, che ci
sia piena rivelazione sui tre aspetti della vecchia". Mi dice:
"Sino a quando sarete stolti? Vi rendono insensati, oltre le vostre
incertezze, il vostro cuore che non è rivolto al Signore". 10. Di
nuovo gli dico: "Ma da te, Signore, verremo a conoscere più
esattamente le cose". Lo spirito logoro e vecchio XIX (11), 1. "Ascolta, dice,
ciò che cerchi sulle tre figure. 2. Per qual motivo nella prima visione
ti apparve vecchia e seduta su di una cattedra? Perché il vostro spirito
è vecchio e logoro e non ha forza per le debolezze e i vostri inganni. 3.
Come i vecchi, non avendo speranza di ringiovanire, su altro non si
concentrano che sulla loro morte, così pure voi, affievoliti dagli affari
del mondo, vi siete abbandonati all'accidia e non rimettete in Dio i
vostri affanni. La vostra mente, però, fu menomata e siete invecchiati
nelle vostre amarezze". 4. "Signore, vorrei sapere, perché era
seduta sulla cattedra". "Ogni infermo per la sua infermità
siede su una sedia perché sia sostenuta la debolezza del suo corpo. Ecco
il significato della prima visione". Fortezza e fede XX (12), 1. "Nella seconda
visione l'hai notata in piedi e con un aspetto giovanile e più gioviale
di prima, ma con carnagione e capelli senili. Ascolta, dice, anche questa
similitudine. 2. Un vecchio quando è disperato, per la sua debolezza e
per la sua miseria, null'altro aspetta che l'ultimo giorno della sua vita.
Se d'improvviso gli viene lasciata un'eredità, ciò ascoltando, si rialza
e, divenuto allegro, prende forza. Non giace, ma sta dritto, e il suo
spirito, già disfatto per i precedenti languori, ringiovanisce, non sta
più a sedere ma agisce virilmente. Così anche voi, ascoltando la
rivelazione che il Signore vi ha manifestato. 3. Egli ha avuto pietà di
voi, ha rinnovato il vostro spirito e voi avete deposto le vostre
debolezze. È tornata in voi la forza e vi siete irrobustiti nella fede.
Il Signore vedendo la vostra fortezza gioì e, perciò, vi ha mostrato la
costruzione della torre. Altre cose manifesterà se con tutto il cuore
sarete tra voi in pace". Ringiovanire lo spirito XXI (13), 1. "Nella terza
visione l'hai notata più giovane, bella, allegra e di aspetto leggiadro.
2. Come chi, mentre è afflitto, ha una bella notizia, subito dimentica i
precedenti affanni e a null'altro pensa che alla notizia udita, si ravviva
per il bene e il suo spirito ringiovanisce per la gioia appresa, così
anche voi, vedendo questi beni, avete ringiovanito il vostro spirito. 3.
L'hai vista seduta su di una panca perché in una posizione forte; la
panca ha quattro piedi e sta ben salda. Infatti, anche il mondo è
sostenuto da quattro elementi. 4. Quelli che si pentiranno saranno
completamente giovani e quelli che si convertiranno di tutto cuore saranno
ben rinsaldati. Eccoti tutta la rivelazione. Non chiedere nulla più e se
occorresse qualche cosa ti sarà rivelata". Quarta visione Non dubitare XXII (1), 1. Questa, fratelli, la
visione che ebbi a venti giorni da quando era avvenuta la prima, a
prefigurazione della prova che si avvicina. 2. Per la via Campana andavo
al podere situato a dieci stadi dalla via pubblica. Il luogo si raggiunge
con facilità. 3. Camminando da solo, prego il Signore di completare le
rivelazioni e le visioni che manifestò per mezzo della sua santa Chiesa
perché fortificasse me e facesse pentire i suoi servi che si erano
scandalizzati, e glorificasse il suo nome grande e glorioso, avendomi
stimato degno che mi si mostrassero le sue meraviglie. 4. E quando lo
stavo esaltando e ringraziando, come l'eco di una voce mi disse: "Non
dubitare, Erma". Tra me incominciai a pensare e a dire: "In che
cosa ho io da dubitare, io che sono sostenuto dal Signore e ho visto cose
meravigliose?". 5. Avanzai un po' ed ecco, fratelli, vedo un
polverone sollevarsi verso il cielo e cominciai a dire a me stesso:
"Vengono forse degli armenti e sollevano polvere?". Era lontano
da me uno stadio. 6. Poiché la nube di polvere diventava sempre più
grande, pensavo che fosse qualche cosa di divino. Per poco risplendette il
sole ed ecco vidi una grossissima bestia come un cetaceo e dalla sua bocca
uscire locuste di fuoco. La bestia era di cento piedi di altezza ed aveva
la testa come un vaso. 7. Cominciai a piangere e a pregare il Signore che
mi liberasse. Mi ricordai della parola che avevo udito: "Non
dubitare, Erma"." 8. Rivestito, fratelli, della fede di Dio e
memore delle grandi cose che mi aveva insegnato, fattomi coraggio, mi
esposi alla belva. La bestia procedeva con strepito tale quasi si
schiantasse una città. 9. Mi avvicinai e l'enorme cetaceo si stese per
terra. Non tirava fuori che la lingua e non si mosse per nulla sino a
quando non lo oltrepassai. 10. La bestia aveva la testa di quattro colori:
nero, igneo-sanguigno, aureo e bianco. Gettare ogni affanno sul Signore XXIII (2), 1. Dopo che oltrepassai
la bestia e proseguii per circa trenta piedi, eccomi incontro una vergine
adorna come se uscisse dalla camera nuziale, tutta in bianco e con calzari
bianchi, coperta sino alla fronte ed aveva come berretto una mitra. Aveva
i capelli bianchi. 2. Riconobbi dalle precedenti visioni che era la Chiesa
e divenni sereno. Mi salutò dicendomi: "Salve, uomo". Io
ricambiai: "Salve, signora". 3. Rispondendomi mi disse:
"Nulla ti si è presentato?". "Signora, una belva enorme
capace di distruggere delle moltitudini, ma per la potenza del Signore e
la sua misericordia le sono sfuggito". 4. "Orbene, le sei
sfuggito perché hai rimesso in Dio il tuo affanno e hai aperto il tuo
cuore al Signore, credendo che mediante nessun altro potresti essere
salvato, se non per mezzo del suo grande e glorioso nome. Per questo il
Signore inviò il suo angelo di nome Tegri che sovrintende alle belve, il
quale chiuse la bocca della bestia perché non ti sbranasse. Sei sfuggito
a un grande pericolo per la tua fede e per non essere stato incerto,
vedendo un simile mostro. 5. Va', dunque e narra agli eletti di Dio le sue
meraviglie e di' loro che questa bestia è il simbolo di una grande
tribolazione che sta per venire. Se vi preparate e vi convertite con tutto
il cuore al Signore potete evitarla, purché il vostro cuore diventi puro
e irreprensibile e per il resto dei vostri giorni di vita serviate con
slancio il Signore. Gettate i vostri affanni sul Signore ed egli li
allevierà. 6. E voi, incerti, credete nel Signore che può tutto; egli
allontana la sua ira da voi e manda flagelli se rimanete esitanti. Guai a
coloro che ascoltano queste parole senza coglierle. Sarebbe meglio per
loro non essere nati. Gettare le scorie come l'oro XXIV (3), 1. La interrogai sui
quattro colori che la bestia aveva sulla testa. Rispondendomi mi disse:
"Sei ancora curioso di queste cose?". "Sì, signora, fammi
conoscere che cosa esse sono". 2. "Ascolta, mi dice: il nero è
questo mondo in cui abitate. 3. L'igneo-sanguigno, perché questo mondo
deve dissolversi nel sangue e nel fuoco. 4. La parte aurea siete voi che
fuggite questo mondo. Come l'oro si prova col fuoco e diventa prezioso,
così siete provati anche voi che abitate tra quelli del mondo. Voi,
dunque, rimanendo e bruciando, da essi sarete purificati. Come l'oro getta
la scoria, così anche voi lasciando ogni tristezza e angustia, sarete
purificati e adatti alla costruzione della torre. 5. La parte bianca è il
mondo che viene, in cui abiteranno gli eletti di Dio. Immacolati e puri
saranno gli eletti da Dio per la vita eterna. 6. Tu non lasciare di
parlare agli orecchi dei fedeli. Avete l'immagine della grande prova che
è imminente. Se volete non sarà nulla. Ricordatevi di ciò che è stato
scritto". 7. Ciò detto, andò via e non vidi dove si dirigesse. Vi
fu un fragore ed io mi voltai sgomento, credendo che ritornasse la bestia. Quinta visione Osservare i precetti XXV, 1. In casa, dopo che ebbi
pregato e mi fui seduto sul letto, entrò un uomo di volto venerando,
nelle sembianze di pastore. Era vestito di una bianca pelle di capra, con
la bisaccia sulle spalle e il bastone in mano. Mi salutò e risposi al suo
saluto. 2. Subito mi si sedette vicino e disse: "Sono stato inviato
dall'angelo più venerabile per abitare con te i rimanenti giorni della
tua vita". 3. Pensai che fosse a tentarmi e gli dissi: "Tu chi
sei? Io so a chi fui affidato". Egli mi risponde: "Non mi
riconosci?". "No, dico". " Io sono, riprese, il
pastore cui fosti affidato". 4. Mentre parlava la sua figura cambiò
e riconobbi che era quello a cui fui affidato. Rimasi subito confuso, mi
prese la paura e mi sentii tutto schiacciato dall'angoscia, perché gli
avevo risposto malamente e con stoltezza. 5. Egli mi disse: "Non ti
confondere e fatti coraggio per i precetti che sto per darti. Infatti,
aggiunse, fui mandato per mostrarti nuovamente tutte le cose che in
precedenza hai viste, le principali che sono per voi utili. Prima di tutto
scrivi i miei precetti e similitudini, e le altre cose come te le mostrerò,
così le scriverai. Per questo ti ordino di scrivere prima i precetti e le
similitudini perché tu subito li legga e li possa osservare". 6.
Scrissi, dunque, i precetti e le similitudini come mi aveva ordinato. 7.
Se voi, dopo averli sentiti, li osserverete e, camminando nella loro via,
li metterete in pratica con cuore puro, conseguirete dal Signore quanto vi
ha promesso. Se, invece, dopo averli sentiti non vi pentirete, tornando ai
vostri peccati, riceverete dal Signore il contrario. Il pastore, l'angelo
della penitenza, mi ordinò così di scrivere tutte queste cose. PRECETTI [Pr.1, XXVI - Pr.3, XXVIII 3] Primo precetto Un solo Dio XXVI, 1. "Prima di tutto
credi che vi è un solo Dio, il quale ha creato tutte le cose e le ha
ordinate dal non essere all'essere; le contiene tutte ed egli solo non è
contenuto. 2. Credi in lui e temilo, e temendolo sii continente. Questo
osserva e allontana da te ogni cattiveria. Rivestiti di ogni virtù santa
e vivrai in Dio, se custodirai tale precetto". Secondo precetto Non ascoltare la maldicenza XXVII, 1. Mi dice: "Sii
semplice e buono e sarai come i bimbi che non conoscono la cattiveria che
distrugge la vita degli uomini. 2. Prima non sparlare di nessuno né
ascoltare con piacere il maldicente. Diversamente, tu pure che ascolti
sarai partecipe del peccato del maldicente se credi alla maldicenza che
ascolti. Prestandogli fede, anche tu sei contro tuo fratello e sei
partecipe del peccato del maldicente. 3. Perniciosa è la maldicenza; è
un demone inquieto e non mai in pace, ma alligna sempre tra le discordie.
Lungi da essa e avrai sempre buoni rapporti con tutti. 4. Abbi la
moderazione che non ha alcun cattivo inciampo, e tutto ha piano e
tranquillo. Opera il bene e ciò che il Signore ti dà delle tue fatiche
elargiscilo con semplicità ai bisognosi, senza esitare a chi dare o a chi
non dare. Darai a tutti. Il Signore vuole che a tutti si diano i propri
beni. 5. Quelli che ricevono renderanno conto a Dio perché hanno ricevuto
e a qual fine. Coloro che hanno ricevuto e sono nelle ristrettezze non
saranno giudicati; quelli invece che hanno ricevuto con ipocrisia,
sconteranno la pena. 6 Chi dà è immune. Egli ha ricevuto da Dio di
compiere un servizio e lo compie con semplicità senza discriminare a chi
dare o no. Un tale servizio, compiuto con semplicità, è glorioso presso
il Signore. Chi serve con semplicità vivrà in Dio. 7. Osserva dunque
questo precetto, come ti ho spiegato, perché la penitenza tua e della tua
famiglia sia nella semplicità, pura, schietta e incorruttibile". Terzo precetto Amare la verità XXVIII, 1. Mi dice di nuovo:
"Ama la verità ed ogni verità esca dalla tua bocca, perché lo
spirito che Dio fece abitare in questa carne sia veritiero in tutti gli
uomini e sia glorificato il Signore che dimora in te. Il Signore in ogni
parola è sincero e in lui non si ha menzogna alcuna. 2. I mentitori
offendono il Signore e diventano suoi detrattori, non rendendo il deposito
ricevuto. Da lui ricevettero uno spirito veritiero. Se lo restituiscono
bugiardo, trasgrediscono i precetti del Signore e diventano
fraudolenti". 3. Sentendo queste cose piansi assai. Vedendomi
piangere, mi dice: "Perché piangi?". "Perché, rispondo,
non so se posso salvarmi". "Perché?". "Perché nella
mia vita, mai ho detto parola vera, ma sempre vissi con tutti con
scaltrezza e mostrando agli uomini come vero la menzogna. Nessuno mi ha
contraddetto, ma ha creduto alla mia parola. Quindi, come, o Signore,
posso vivere avendo fatto queste cose?". 4. "Tu pensi bene e
veramente. Bisognava che tu quale servo di Dio avessi camminato nella
verità. Una cattiva coscienza non doveva abitare con lo spirito di verità
e arrecare dolore allo Spirito Santo e vero". "Mai, rispondo, ho
ascoltato con esattezza tali parole". 5. "Ora, dice, le intendi.
Osservale, perché anche le menzogne che hai detto prima nei tuoi affari,
trovandosi veritiero l'attuale tuo parlare, ottengono credibilità. È
possibile, cioè, che più non siano menzogne. Se osserverai questo sin
d'ora, parlerai con tutta franchezza e potrai guadagnarti la vita.
Chiunque intendendo questo precetto si allontana dalla pessima menzogna,
vivrà in Dio". Quarto precetto La castità XXIX (1), 1. "Ti comando,
disse, di custodire la castità e che non entri nel cuore pensiero di
donna altrui o di qualche fornicazione o di altre siffatte malvagità. Ciò
facendo compi un grande peccato. Ricordandoti sempre della tua donna
giammai peccherai. 2. Se in cuor tuo sale questo desiderio tu peccherai, e
così se sale altra malvagità peccherai. Un tale desiderio per un servo
di Dio è un grande peccato. Se qualcuno opera una turpe azione, si
prepara la morte. 3. In guardia dunque: lontano da un siffatto desiderio.
Là dove c'è la santità non deve salire l'iniquità nel cuore dell'uomo
giusto". 4. Gli dico: "Signore, permettimi di domandarti poche
cose". "Parla". "Se uno ha la moglie credente e la
coglie in qualche adulterio, pecca il marito vivendo con lei?". 5.
"Sino a quando, risponde, ignora la cosa non pecca. Se il marito,
invece, viene a conoscenza della colpa e la moglie non se ne pente e
permane nell'adulterio e il marito convive con lei, egli diviene partecipe
del peccato di essa e complice dell'adulterio". 6. "Che cosa,
Signore, farà il marito se la moglie persiste in questa passione?".
"L'allontani e il marito rimanga per sé solo. Se dopo aver
allontanato la moglie sposa un'altra donna, anch'egli commette
adulterio". 7. "Se, signore, la moglie, dopo che è stata
allontanata, si pente e vuole ritornare dal marito non sarà
ripresa?". 8. "Sì, dice; e se il marito non la riceve pecca e
si addossa una grande colpa. Deve, invece, ricevere chi ha peccato e si è
pentito, e non già per molte volte. Per i servi del Signore c'è una
penitenza sola. Per tale pentimento il marito non deve risposarsi. Questa
direttiva vale sia per la donna che per l'uomo. 9. Non solo si ha
adulterio se uno corrompe la propria carne, ma anche chi compie cose
simili ai pagani è un adultero. Se qualcuno persiste in tali azioni e non
si pente, lungi da lui e non vivere con lui; diversamente sei partecipe
del suo peccato. 10. Per questo vi fu ordinato di rimanere da soli, per la
donna e per l'uomo. Vi può essere in loro pentimento. 11. Io, dunque, non
voglio dare occasione perché questa situazione venga a determinarsi, ma
chi ha peccato non pecchi più. C'è chi può dare un rimedio per il
peccato commesso in precedenza: l'Onnipotente". Il pentimento è saggezza XXX (2), 1. Lo interrogai di nuovo
dicendo: "Poiché il Signore mi ha stimato degno che tu abiti sempre
con me, tollera ancora poche mie parole. Non so nulla e il mio cuore è
indurito dalle mie azioni precedenti. Istruiscimi perché sono molto corto
di mente e non capisco assolutamente nulla". 2. Rispondendo mi dice:
"Sono preposto alla penitenza e rendo saggezza ai penitenti. Non ti
sembra che lo stesso pentirsi sia una saggezza? Il pentirsi, dice, è una
grande saggezza. Infatti, chi ha peccato comprende di aver fatto il male
davanti al Signore. Risale al suo cuore l'azione che commise e si pente e
più non compie il male, ma opera magnificamente il bene. Umilia la sua
anima e la tormenta perché ha peccato. Considera dunque che il pentimento
è una grande saggezza". 3. "Per questo, dico, o signore, a te
domando ogni cosa. Prima, poiché sono peccatore, che io sappia quali
opere fare per vivere. Molti e vari sono i miei peccati". 4.
"Vivrai, mi risponde, se osserverai i miei precetti e in essi
camminerai. Del resto chi ascolta e mette in pratica questi precetti, vivrà
in Dio". Dopo il battesimo, la purezza XXXI (3), 1. "Ancora,
signore, continuerò a interrogarti". "Parla" mi dice.
"Signore, ho inteso da alcuni maestri che altra penitenza non si ha
se non quella di quando siamo discesi nell'acqua e abbiamo ricevuto il
perdono dei nostri precedenti peccati". 2. Mi dice: "Hai inteso
bene, è così. Bisogna che chi ha ricevuto il perdono dei peccati non
pecchi più, ma viva nella purezza. 3. Poiché tu osservi accuratamente
ogni cosa, anche questo ti spiegherò, ma senza dare un pretesto a quelli
che stanno per credere o a quelli che hanno già creduto nel Signore.
Invero quelli che hanno già creduto, o stanno per credere, non hanno
ottenuto la penitenza dei peccati, ma il perdono dei loro precedenti
peccati. 4. Per i chiamati prima di questi giorni il Signore stabilì la
penitenza. Il Signore, che scruta il cuore e prevede le cose, conobbe la
debolezza degli uomini e la furberia del diavolo nel fare il male ai servi
di Dio e nel macchinare contro di loro. 5. Misericordioso, il Signore ebbe
compassione della sua creatura e stabilì la penitenza, e diede a me il
potere su di essa. 6. Ma io ti dico: dopo la grande e santa chiamata, se
qualcuno, sobillato dal diavolo pecca, ha una sola penitenza; se poi
subito pecca e si pente, è inutile per lui, difficilmente vivrà".
7. Gli dico: "Signore, rinacqui nel sentire da te queste cose
annunciate con tanta esattezza. So che, se non continuerò nei miei
peccati, mi salverò". "Sarai salvo tu, e tutti quanti faranno
lo stesso". Dopo la morte del coniuge, le
seconde nozze XXXII (4), 1. Lo interrogai di
nuovo dicendo: "Signore, poiché mi sopporti, spiegami ancora
questo". "Parla" mi dice. Ed io: "Signore, se il
marito o la moglie muore e uno di essi si risposa, pecca
risposandosi?". 2. "Non pecca, dice. Se, invece, rimane da solo
si procura un onore straordinario e una grande gloria presso il Signore.
Se si risposa non pecca. 3. Pratica la castità e la santità e vivrai in
Dio. Le cose che ti dico e ti dovrò dire, osservale sin da questo giorno
in cui mi sei stato affidato e abiterò nella tua casa. 4. Per tutte le
colpe commesse prima ci sarà il perdono se osserverai i miei precetti. E
per tutti ci sarà i1 perdono se osserveranno questi precetti e
cammineranno nella purezza". Quinto precetto La pazienza XXXIII (1), 1. Mi dice: "Sii
paziente e assennato. Dominerai tutte le azioni malvagie e opererai ogni
giustizia. 2. Se sarai paziente lo Spirito Santo che dimora in te sarà
puro e non offuscato da altro cattivo spirito. Abitando un luogo grande si
rallegrerà ed esulterà col corpo in cui abita e servirà il Signore con
molta gioia. Ha in sé la felicità. 3. Se sopraggiunge una collera,
subito lo Spirito Santo, che è delicato, si angustia non avendo il luogo
puro, e cerca di allontanarsi. È come soffocato da un cattivo spirito,
senza lo spazio per servire il Signore come anela, perché è contaminato
dalla collera. Nella magnanimità abita il Signore, nella collera il
diavolo. 4. È incompatibile e dannoso per l'uomo in cui abitano che i due
spiriti dimorino insieme. 5. Se tu prendi un pochettino di assenzio e lo
versi in un vaso di miele, non si guasta tutto il miele? Tanto miele viene
rovinato da pochissimo assenzio che distrugge la dolcezza del miele e non
è gradito al padrone perché fu reso amaro e inutilizzabile. Se, invece,
non si versa l'assenzio nel miele, il miele rimane dolce ed è assai
gradito al suo padrone. 6. Considera che la pazienza è assai dolce,
superiore al miele, e tanto si addice al Signore. In essa abita. La
collera è amara e funesta. Se tu mescoli la collera alla pazienza, la
pazienza si contamina e non è più utile la sua preghiera a Dio. 7.
"Vorrei, signore, conoscere l'azione della collera per
guardarmene". Mi dice: "Se non te ne guarderai con la tua
famiglia, perderai ogni speranza. Ma tieniti lontano; io sono con te.
Saranno lontani dalla collera quanti fanno penitenza con tutto il loro
cuore, poiché sarò con loro e li salverò. Tutti furono giustificati
dall'angelo santissimo". La collera XXXIV (2), 1. "Ascolta, dice,
l'azione della collera come è perversa, e come travolge con il suo impeto
i servi di Dio e come li devia dalla giustizia. Non devia quelli che sono
pieni di fede, nè può agire contro di loro perché la forza del Signore
è con loro. Fa deviare quelli che sono vuoti e incerti. 2. Se vede tali
uomini che se ne stanno tranquilli, si insinua nel cuore di qualcuno e per
un nulla l'uomo o la donna si trova nell'ira o per le faccende del vivere
o per i cibi o per qualche futilità o per qualche amico o per il dare o
l'avere o per simili cose inutili. Queste sono cose futili, vane, stolte e
dannose per i servi di Dio. 3. La pazienza, invece, è grande e forte ed
ha un vigore formidabile, saldo e prospero e si estende largamente. La
pazienza è gioiosa, contenta, senza preoccupazioni, e magnifica il
Signore in ogni tempo. Nulla ha in sé di aspro e rimane sempre calma e
tranquilla. La pazienza abita con quelli che hanno una fede perfetta. 4.
La collera per prima cosa è stolta, leggera e pazza. Dalla stoltezza
nasce l'asprezza, dall'asprezza l'animosità, dall'animosità l'ira,
dall'ira il furore. Il furore, poi, che si compone di tanti mali, è un
peccato grande e inguaribile. 5. Quando tutti questi spiriti abitano in un
corpo, ove dimora anche lo Spirito Santo, quel corpo non li contiene, ma
trabocca. 6. Lo spirito delicato, non avendo, dunque, dimestichezza
nell'abitare con lo spirito cattivo, né con la durezza, si allontana da
un tale uomo e cerca di abitare con la mansuetudine e la serenità. 7.
Quando si allontana dall'uomo in cui abita, l'uomo diventa privo dello
spirito giusto e, pieno di spiriti malvagi, si agita in ogni sua azione.
Tirato qua e là dagli spiriti malvagi, rimane del tutto cieco nel buon
discernimento. Così capita a tutti gli iracondi. 8. Lungi dall'ira, lo
spirito perverso! Rivestiti di pazienza, resisti alla collera e
all'asprezza e sarai con la saggezza amata dal Signore. Vedi di non
trascurare questo precetto. Se te ne impadronisci, potrai osservare anche
gli altri precetti che ti devo ordinare. Sii forte e incrollabile in essi,
e siano incrollabili tutti quelli che vogliono camminare nella loro
via". Sesto precetto La via dritta e la via storta XXXV (1), 1. "Ti ordinai,
dice, nel primo precetto di osservare la fede, il timore e la
continenza". "Sì, dico, signore". "Ma ora ti voglio
spiegare le loro forze, perché tu conosca quale potere ed efficacia
hanno. Le loro forze sono duplici e per il giusto e per l'ingiusto. 2. Tu
dunque credi al giusto e non credere all'ingiusto. Il giusto ha una via
dritta, l'ingiusto, invece, una via storta, ma tu cammina per la via
dritta e piana, lascia la storta. 3. La via storta non ha sentieri, ma
tratti impraticabili e molti ostacoli ed è scabrosa e piena di spini;
fatale per coloro che vi si imbattono. 4. Quelli che, invece, camminano
per la via dritta, vanno in modo uniforme e senza inciampi. Non è
scabrosa né spinosa. Vedi, dunque, che è più utile prendere la via
dritta". 5. "Signore, dico, mi piace prendere questa via".
"Vi camminerai e camminerà in essa chiunque si rivolge con tutto il
cuore al Signore". L'angelo della giustizia e
l'angelo della iniquità XXXVI (2), 1. Dice: "Ora
ascoltami sulla fede. Con l'uomo sono due angeli, uno della giustizia e
l'altro della iniquità". 2. "Come, o signore, conoscerò le
loro azioni, poiché entrambi gli angeli abitano con me?". 3."
Ascolta, mi risponde, e rifletti. L'angelo della giustizia è delicato,
verecondo, calmo e sereno. Se penetra nel tuo cuore, subito ti parla di
giustizia, di castità, di modestia, di frugalità, di ogni azione giusta
e di ogni insigne virtù. Quando tutte queste cose entrano nel tuo cuore,
ritieni per certo che l'angelo della giustizia è con te. Sono, del resto,
le opere dell'angelo della giustizia. Credi a lui e alle sue opere. 4.
Guarda ora le azioni dell'angelo della malvagità. Prima di tutto è
irascibile, aspro e stolto e le sue opere cattive travolgono i servi di
Dio. Se si insinua nel tuo cuore, riconoscilo dalle sue opere". 5.
"In che modo, signore, gli obietto, lo riconoscerò, non lo so".
"Ascoltami, dice. Quando ti prende un impeto d'ira o un'asprezza,
sappi che egli è in te. Poi, il desiderio delle molte cose, il lusso dei
molti cibi e bevande, di molte crapule e di lussi vari e superflui, le
passioni di donne, la grande ricchezza, la molta superbia, la baldanza e
tutto quanto vi si avvicina ed è simile. Se tutte queste cose si
insinuano nel tuo cuore, sappi che è in te l'angelo dell'iniquità. 6.
Avendo conosciuto le sue opere, allontanati da lui e non credergli in
nulla, perché le sue opere sono malvagie e dannose ai servi di Dio. Hai,
dunque, le azioni di ambedue gli angeli, rifletti e credi all'angelo della
giustizia. 7. Lungi dall'angelo della iniquità, perché il suo
insegnamento è cattivo per ogni opera. Se uno è credente e il pensiero
di questo angelo gli subentra nel cuore, uomo o donna che sia, per forza
peccherà in qualche cosa. 8. Invece, se uno è pessimo, uomo o donna, e
subentrano nel suo cuore le opere dell'angelo della giustizia,
necessariamente farà qualche cosa di buono. 9. Vedi, dunque, che è bello
seguire l'angelo della giustizia e rinunziare all'angelo della iniquità.
10. Questo precetto manifesta ciò che concerne la fede perché tu creda
alle opere dell'angelo della giustizia e, compiendole, tu vivrai in Dio.
Credimi. Le opere dell'angelo della malizia sono perniciose. Non
facendole, vivrai in Dio". Settimo precetto Temere il Signore e custodire i
suoi precetti XXXVII, 1. Mi disse: "Temi il
Signore e custodisci i suoi precetti. Custodendo i precetti di Dio sarai
potente in ogni opera, e ogni tua azione non avrà confronto. Temendo il
Signore farai bene ogni cosa. È il timore che bisogna avere, e sarai
salvo. 2. Non temere il diavolo. Temendo il Signore, dominerai il diavolo
perché egli non ha forza. In chi non c'è forza non c'è timore; in chi
c'è la forza gloriosa c'è anche il timore. Ognuno che ha forza ha
timore; chi non ha forza è vilipeso da tutti. 3. Temi le opere del
diavolo che sono cattive. Temendo il Signore, temerai le opere del diavolo
e non le farai, ma ti allontanerai da esse. 4. Duplice è il timore. Se
vuoi compiere il male temi il Signore e non lo farai; se vuoi, invece,
compiere il bene temi il Signore e lo farai. Il timore del Signore è
forte, grande e glorioso. Temi il Signore e vivrai in lui. Quelli che lo
temono e osservano i suoi precetti vivranno in Dio". 5. "Perché,
chiedo, signore, hai detto di coloro che osservano i suoi comandamenti:
vivranno in Dio?". "Perché ogni creatura teme il Signore, ma
non osserva i suoi precetti. È presso Dio la vita di quelli che lo temono
e osservano i suoi precetti. Per coloro che non osservano i precetti di
lui, non c'è vita in loro". Ottavo precetto L'astinenza è duplice XXXVIII, 1. "Ti dissi che le
opere di Dio sono duplici; ed anche l'astinenza è duplice. Da alcune cose
bisogna astenersi, da altre no". 2. "Fammi conoscere, signore,
quelle da cui bisogna astenersi, e quelle da cui non bisogna".
"Ascolta. Astieniti dal male e non farlo. Non astenerti dal bene, ma
operalo. Se ti astieni dall'operare il bene, compi un grande peccato. Se
ti astieni dal fare il male, operi una grande giustizia. Astieniti da ogni
malvagità, facendo il bene". 3. "Quali, signore, sono le
malvagità da cui bisogna che ci asteniamo?". "Ascolta, dice:
dall'adulterio e dalla fornicazione, dal bere fuori misura, dalle prave
delizie, dalle molte vivande, dal lusso della ricchezza, dalla
ostentazione, dall'orgoglio, dalla superbia, dalla menzogna, dalla
maldicenza, dall'ipocrisia, dal rancore e da ogni bestemmia. 4. Nella vita
degli uomini questi vizi sono i peggiori. Da tutti questi vizi bisogna che
si astenga il servo di Dio; chi non se ne astiene non potrà vivere in
Dio. Ascolta anche le cose che li seguono". 5. "Signore, vi sono
ancora opere inique?". "E sono molte dalle quali bisogna che il
servo di Dio si astenga: il furto, la menzogna, la frode, la falsa
testimonianza, l'avarizia, la nefasta concupiscenza, l'inganno, la
vanagloria, la baldanza e quanto vi è di simile. 6. Non ti sembra che
queste cose siano un male? E sono un male assai grave, aggiungo, per i
servi di Dio. Da tutti questi mali deve astenersi il servo di Dio.
Astieniti da tutti questi mali perché tu viva con Dio e sia annoverato
tra coloro che li tengono lontano. Queste, dunque, le cose da cui bisogna
che ti astenga. 7. Ascolta, invece, le cose da cui non ti devi astenere,
ma le devi fare. Non ti astenere dal bene, ma fallo". 8. Chiedo:
"Signore, mostrami la virtù delle opere buone, perché io cammini in
esse e le persegua e facendole mi possa salvare". "Ascolta,
dice, le opere di bene che devi compiere e non trascurare. 9. Prima di
tutto la fede, il timore del Signore, la carità, la concordia, le parole
di giustizia, la verità, la pazienza. Nulla vi è di meglio nella vita
degli uomini. Se uno osserva queste cose e non se ne astiene, è beato
nella sua vita. 10. Ascolta il loro seguito: assistere le vedove, visitare
gli orfani e i bisognosi, liberare dalle ristrettezze i servi di Dio,
essere ospitale (nella ospitalità talvolta si trova a fare il bene), non
ostacolare nessuno, essere sereno, essere il più umile di tutti gli
uomini, rispettare i vecchi, praticare la giustizia, osservare la
fratellanza, sopportare la prepotenza, essere magnanimo, non serbare
rancore, consolare gli afflitti, non allontanare dalla fede coloro che
danno scandalo, ma convertirli e far loro coraggio, ammonire i peccatori,
non opprimere i debitori e i bisognosi, e altre cose simili. 11. Non ti
sembra, mi dice, che queste cose siano buone?". Rispondo: "Che
cosa vi è di meglio?". "Cammina, dunque, mi replica, in esse e
non astenertene, e vivrai in Dio. 12. Osserva, dunque, il precetto: se fai
il bene e non te ne astieni vivrai in Dio, e tutti quelli che operano in
questo modo vivranno in Dio. E ancora: se non fai il male e te ne astieni
vivrai in Dio. E vivranno in Dio quanti camminano osservando questi
precetti". Nono precetto Rimuovere l'incertezza XXXIX, 1. Mi dice: "Rimuovi
da te l'incertezza e non dubitare assolutamente di chiedere a Dio, dicendo
in te stesso: come posso chiedere e ricevere dal Signore avendo io peccato
molto contro di lui? 2. Non pensare così, ma con tutto il tuo cuore
rivolgiti al Signore e pregalo con fermezza, e conoscerai la sua grande
misericordia, perché non ti abbandonerà, ma compirà la preghiera della
tua anima. 3. Dio non è come gli uomini che serbano rancore, ma egli non
ricorda le offese ed ha compassione per la sua creatura. 4. Tu, intanto,
purifica il tuo cuore da tutte le vanità di questo mondo e dai vizi che
ti sono stati prima detti, e chiedi al Signore. Riceverai tutto e sarai
esaudito in ogni tua richiesta, se chiederai con fermezza al Signore. 5.
Se nel tuo cuore sei titubante, non otterrai nessuna tua richiesta. Coloro
che dubitano in Dio, sono indecisi e assolutamente nulla ottengono delle
loro richieste. 6. Coloro che sono perfetti nella fede tutto chiedono
credendo nel Signore e ottengono, perché chiedono con fermezza, senza
mostrarsi incerti. Ogni uomo incerto, se non si converte, difficilmente si
salverà. 7. Purifica, dunque, il tuo cuore dall'incertezza, rivestiti
della fede, che è forte, credi in Dio ed otterrai tutte le richieste che
fai. Se avendo fatto al Signore qualche richiesta, ottieni più tardi, non
dubitare perché non ottieni presto la richiesta della tua anima.
Certamente, per qualche prova o per qualche colpa che tu ignori, ottieni
più tardi la tua richiesta. 8. Tu, dunque, non ti stancare di fare al
Signore la richiesta della tua anima, e l'otterrai. Se nel chiedere ti
scoraggi e dubiti, accusa te stesso e non chi ti è munifico. 9. Guardati
dall'incertezza: essa è turpe, insensata e sradica dalla fede molti
credenti e i forti. Tale incertezza è figlia del diavolo e troppo inganna
i servi di Dio. 10. Disprezza, dunque, l'incertezza e vincila in ogni
cosa, rivestendoti della fede forte e potente. La fede, infatti, tutto
promette, tutto compie, mentre l'incertezza, non avendo fiducia in sé,
sbaglia tutte le opere che intraprende. 11. Vedi, dunque, dice, che la
fede è dall'alto, da parte del Signore ed ha una grande forza.
L'incertezza, invece, spirito terrestre, è dal diavolo e non ha forza.
12. Tu servi la fede che ha forza e allontana l'incertezza che non ne ha e
vivrai con Dio. Vivranno con Dio quanti la pensano così". Decimo precetto Allontanare la tristezza XL (1), 1. "Allontana da te,
dice, la tristezza che è sorella della incertezza e della collera".
2. "In che modo, chiedo, o signore, è sorella di queste? Mi sembra
che una cosa sia la collera, una cosa l'incertezza, ed altro la
tristezza". "Sei uno stolto, risponde, perché non sai che la
tristezza è il peggiore di tutti gli spiriti ed è la più nociva ai
servi di Dio. Al di sopra di ogni spirito distrugge l'uomo, contrista lo
Spirito Santo e poi salva". 3. "Io, signore, sono corto di mente
e non comprendo queste similitudini. Non saprei come può contristare e
poi salvare". 4. "Ascolta, dice: quelli che non hanno mai fatto
ricerche sulla verità né hanno indagato sulla divinità ed hanno solo
creduto, sono presi dalle faccende, dalla ricchezza, dalle amicizie pagane
e da molti altri affari di questo mondo. Quanti vivono per queste cose non
comprendono le allegorie della divinità. Ottenebrati e rovinati dalle
loro attività diventano aridi. 5. Come le belle vigne se vengono
trascurate, inaridiscono per le spine e le varie erbacce, così gli uomini
che hanno creduto quando si lasciano distrarre, travolti dalle molte
faccende che ho ricordate, ingannano la loro mente e non capiscono
completamente nulla della giustizia. Quando sentono parlare della divinità
e della verità, la loro mente si trascina nell'azione, ed essi non
comprendono assolutamente nulla. 6. Invece, coloro che temono Dio e
cercano la divinità e la verità ed hanno il cuore rivolto al Signore,
capiscono e colgono presto tutto ciò che si dice loro. Hanno in se stessi
il timore del Signore. Là ove abita il Signore, si ha la completa
intelligenza. Légati al Signore e tutto avvertirai e comprenderai". L'incertezza e l'ira XLI (2), 1. "Ascolta, dunque,
o stolto, in che modo la tristezza caccia lo Spirito Santo e poi salva. 2.
Quando un indeciso è indotto a qualche impresa e fallisce per la sua
incertezza, il dolore entra nell'uomo, contrista lo Spirito Santo e lo
caccia. 3. Poi se la collera si attacca all'uomo per qualunque faccenda
sia, lo esaspera molto; di nuovo la tristezza subentra nel cuore dell'uomo
adirato che prova dolore per l'impresa compiuta e si pente perché ha
agito male. 4. Sembra che questa tristezza abbia salvezza perché chi ha
fatto i1 male si è pentito. Ambedue le cose contristano lo spirito;
l'incertezza perché non riuscì nell'impresa, l'ira contrista lo Spirito
perché operò il male. Ambedue sono moleste allo Spirito Santo,
l'incertezza e la collera. 5. Lungi da te la tristezza e non angustiare lo
Spirito Santo che abita in te, perché non si rivolga a Dio contro di te e
si allontani da te. 6. Lo Spirito di Dio dato a questa carne non tollera né
tristezza né angustia". La gioia XLII (3), 1. "Rivestiti,
dunque, di gioia che è sempre gradita a Dio e gli è accetta. In essa si
diletta. Ogni uomo allegro opera bene, pensa bene e disprezza la mestizia.
2. Invece l'uomo triste si comporta sempre male. Prima agisce male perché
contrista lo Spirito Santo che fu dato gioioso all'uomo, poi, contristando
lo Spirito Santo, compie l'ingiustizia di non supplicare Dio e di non
confessarsi a Lui. La preghiera dell'uomo triste non ha mai la forza di
salire all'altare del Signore". 3. "Perché, chiedo, la
preghiera del triste non sale all'altare?". "Perché, dice, la
tristezza risiede nel suo cuore. La tristezza unita alla preghiera non
permette che la preghiera ascenda pura all'altare. Come l'aceto e il vino
mescolati insieme non hanno lo stesso sapore, così la tristezza frammista
allo Spirito Santo non conserva la stessa preghiera. 4. Purìficati,
dunque, da questa nefasta tristezza e vivrai in Dio. E vivranno in Dio
quanti allontanano la tristezza e si rivestono di ogni gioia". Undicesimo precetto Il falso profeta XLIII, 1. Mostrandomi uomini
seduti su una panca e un uomo seduto su di una cattedra mi dice:
"Vedi quelli che siedono sulla panca?". "Vedo,
signore". Mi precisa: "Questi sono i fedeli, e quello che è
seduto sulla cattedra è un falso profeta che rovina la mente dei servi di
Dio. Rovina, cioè, la mente dei dissociati, non dei fedeli. 2. I
dissociati vanno da lui come da un mago e gli chiedono che cosa accadrà
loro. Il falso profeta, non avendo forza alcuna dello Spirito di Dio,
risponde secondo le domande e le passioni della loro iniquità e soddisfa
le loro anime come essi vogliono. 3. Essendo egli vano, cose vane dice ai
vani. Su ciò che gli si domanda, risponde con la vanità dell'uomo. Dice
anche cose vere. Il diavolo, infatti, lo riempie del suo spirito, con lo
scopo di piegare qualche giusto. 4. Quanti, dunque, sono forti nella fede
del Signore, poiché sono rivestiti di verità non aderiscono agli spiriti
malvagi, ma se ne allontanano. Quanti, invece, sono incerti e si
convertono spesso, si rivolgono agli indovini come i pagani ed
acquisiscono un peccato maggiore divenendo idolatri. Chi interroga un
falso profeta su qualche faccenda, è un idolatra, uno privo di verità,
un insulso. 5. Infatti, ogni spirito dato da Dio non si fa interrogare, ma
avendo la forza divina, da sé dice ogni cosa poiché è dall'alto, dalla
potenza dello Spirito di Dio. 6. Invece, lo spirito che si fa interrogare
e si pronunzia secondo le passioni degli uomini, è terreno, leggero e non
ha forza. Addirittura non parla se non è interrogato". 7. Chiedo:
"Come, o signore, l'uomo distinguerà chi è profeta da chi è falso
profeta?". "Ascolta, e di entrambi i profeti, come ti sto per
dire, valuterai il profeta e il falso profeta. Dalla vita distingui l'uomo
che ha lo Spirito di Dio. 8. Prima, chi ha dall'alto lo Spirito è calmo,
sereno, umile e lontano da ogni malvagità e desiderio vano di questo
secolo. Egli considera se stesso inferiore a tutti gli uomini e,
interrogato, non risponde a nessuno, né parla come una monade. Lo Spirito
Santo non parla quando l'uomo vuole, ma solo quando Dio vuole che parli.
9. Quando un uomo che ha lo Spirito di Dio entra in una riunione di uomini
giusti, che hanno la fede dello Spirito di Dio, e c'è la preghiera della
riunione di quegli uomini a Dio, allora l'angelo dello spirito profetico,
che dimora in lui, riempie l'uomo, e quell'uomo pieno dello Spirito Santo
parla alla moltitudine come il Signore vuole. 10. Così si manifesta lo
spirito divino. Tale è la potenza del Signore sullo spirito divino. 11.
Ascolta ora, mi dice, intorno allo spirito terreno e vano, che non ha
forza ed è insulso. 12. Prima, l'uomo che crede di avere lo spirito si
esalta e vuole avere il primo posto e subito si presenta sfacciato,
impudente e loquace. Vive fra molte mollezze e molti altri piaceri e
accetta le rimunerazioni per la sua preghiera. Se non le riceve non
profetizza. Potrebbe uno spirito divino ricevere la ricompensa e
profetare? Non è possibile che un profeta di Dio faccia questo. Lo
spirito di siffatti profeti è terreno. 13. Poi non si accosta per nulla
all'assemblea di uomini giusti, ma li evita. Si unisce agli incerti e ai
vani e profetizza loro in un angolo. Li inganna parlando loro a vuoto di
ogni cosa, secondo le loro passioni; del resto ai vani egli risponde. Un
vaso vuoto messo con gli altri vuoti non si rompe, ma tra loro si
armonizzano. 14. Quando giunge in un'assemblea piena di giusti che hanno
lo spirito divino e da loro si fa la preghiera, quell'uomo viene reso vano
e lo spirito terreno, per timore, fugge da lui. Diventa muto quell'uomo ed
è completamente disorientato per non poter più parlare. 15. Se conservi
in un ripostiglio vino e olio e metti un vaso vuoto e di nuovo vuoi
sgombrare il ripostiglio, il vaso che mettesti vuoto, vuoto lo troverai.
Così anche i profeti vuoti, quando entrano tra gli spiriti dei giusti,
come vennero si ritrovano. 16. Ecco la vita di entrambi i profeti.
Giudicalo dalle opere e dalla vita l'uomo che dice di essere portatore
dello spirito. 17. Tu credi allo Spirito che viene da Dio e che ha forza,
e non credere, invece, allo spirito terrestre e vuoto, poiché in lui non
c'è forza. Egli viene dal diavolo. 18. Ascolta la similitudine che sto
per dirti. Prendi una pietra e lanciala verso il cielo, vedi se puoi
toccarlo. O meglio, prendi un tubo d'acqua e tira il getto verso il cielo
e vedi se puoi trapassarlo". 19. Dico: "Come, signore, possono
avvenire queste cose? Sono entrambe impossibili le cose che hai
detto". "Come queste cose sono impossibili, egli risponde, così
gli spiriti terrestri sono impotenti e deboli. 20. Prendi, dunque, la
forza che viene dall'alto. La grandine è un infimo granello e quando cade
sulla testa di qualcuno come fa male! Ancora prendi la goccia che scende
dal tetto a terra: fora la pietra. 21. Pensa, dunque, che le cose più
piccole che dall'alto cadono sulla terra hanno una grande forza. Così
anche lo spirito divino che viene dall'alto è potente. Tu credi,
pertanto, a questo spirito, e allontana l'altro". Dodicesimo precetto Liberarsi da ogni desiderio
cattivo XLIV (1), 1. Mi dice:
"Liberati da ogni desiderio cattivo e rivestiti di ogni desiderio
buono e santo. Rivestendoti di un tale desiderio odierai il desiderio
cattivo e lo frenerai come vuoi. 2. Il cattivo desiderio è violento e
difficilmente si addolcisce. È terribile e con la sua massima ferocia
consuma gli uomini. Specialmente se vi cade un servo di Dio che non sia
avveduto. Viene terribilmente rovinato. Rovina, però, quelli che non
indossano l'abito del desiderio buono e si lasciano prendere da questo
mondo. Sono questi che consegna alla morte". 3. Domando: "Quali,
o signore, sono le opere del desiderio cattivo che consegnano gli uomini
alla morte? Fammele conoscere, perché me ne voglio stare lontano".
"Ascolta con quali opere lo spirito cattivo fa morire i servi di Dio. Seguire il desiderio buono XLV (2), 1. "Prima di tutto
il desiderio della donna o dell'uomo altrui, dello sfarzo, della
ricchezza, delle molte inutili vivande e bevande ed altre numerose e
insulse mollezze. Ogni mollezza è insulsa e vana per i servi di Dio. 2.
Questi desideri sono cattivi e fanno morire i servi di Dio. Il desiderio
cattivo è figlio del diavolo. Bisogna stare lontano dai desideri cattivi
per vivere, standosene lontani, in Dio. 3. Quanti sono da essi dominati e
non si oppongono, alla fine muoiono. Fatali sono questi desideri cattivi.
4. Tu, dunque, rivestiti del desiderio della giustizia e armato del timore
di Dio resisti ad essi. Infatti, il timore di Dio risiede nel desiderio
buono. Il desiderio cattivo, se ti vede armato del timore di Dio e che tu
lo contrasti, ti fuggirà lontano e non si farà più vedere da te perché
teme le tue armi. 5. Tu dunque, vincendo e trionfando su di esso vieni al
desiderio della giustizia e consegnagli la vittoria che riportasti,
servendolo come vuole. Se tu servi il desiderio buono e ad esso ti
sottometti, puoi dominare il desiderio cattivo e sottometterlo come
vuoi". Adempiere il ministero affidato XLVI (3), 1. "Vorrei sapere,
signore, con quali maniere devo servire il desiderio buono".
"Ascolta: pratica la giustizia e la virtù, la verità e il timore
del Signore, la fiducia e la mansuetudine e quante cose buone sono simili
a queste. Operando ciò sarai un servo di Dio accetto e vivrai con Lui.
Tutti quelli che serviranno il desiderio buono vivrà in Dio". 2.
Terminati i dodici precetti, mi dice: "Questi sono i precetti,
cammina nella loro via e prega quelli che ascoltano che la loro
conversione sia pura per i rimanenti giorni della loro vita. 3. Adempi con
cura il ministero che ti affido e opererai molto. Sarai gradito a quelli
che vogliono convertirsi e crederanno alle tue parole. Sarò con te e li
indurrò a credere". 4. Gli chiedo: "Questi precetti sono
grandi, belli, eccellenti, e possono rallegrare il cuore dell'uomo che può
osservarli. Non so, o signore, se questi precetti possono essere osservati
dall'uomo, poiché sono troppo duri". 5. Rispondendo mi dice:
"Se sei convinto che si possono osservare, li osserverai senza
difficoltà e non saranno duri. Se, invece, si insinua nel tuo cuore che
non possono essere osservati dall’uomo, non li osserverai. 6. Ora ti
dico: se non li osserverai, ma li trascuri, non avrai salvezza né tu, né
i tuoi figli, né la tua casa poiché tu hai ritenuto che questi precetti
non possono essere osservati dall'uomo". La paura del diavolo non ha forza XLVII (4), 1. Mi disse queste cose
con uno sdegno tale che rimasi sconvolto ed ebbi molta paura. Il suo
aspetto si alterò in modo che un uomo non poteva sostenere la sua ira. 2.
Vedendomi tutto disorientato e confuso, incomincio a parlarmi con più
moderazione e dolcezza e mi disse: "Insulso, dissennato e incerto,
non sai che la gloria di Dio è grande, forte e stupenda? Egli non creò
il mondo per l'uomo e tutta la sua creazione sottomise all'uomo dandogli
il potere di dominare ogni cosa che è sotto il cielo? 3. Se, dunque,
dice, l'uomo è il signore di tutte le creature di Dio e su tutte domina,
non può dominare anche questi precetti? Può, precisa, dominare tutti
questi precetti solo l'uomo che ha il Signore nel suo cuore. 4. Quelli che
hanno il Signore sulle labbra, ma il cuore indurito, sono assai lontani da
Dio e per loro questi precetti sono duri e inattuabili. 5. Mettete il
Signore nel vostro cuore, voi che siete vani e leggeri nella fede, e
credete che nulla è più facile più dolce e più mite di questi
precetti. 6. Pentitevi, voi che camminate nei precetti del diavolo,
difficili, aspri, duri e licenziosi e non temete il diavolo perché non ha
forza contro di voi. 7. Sarò con voi io, l'angelo della penitenza che lo
domina. Il diavolo incute solo paura e la sua paura non ha forza. Non
temetelo, dunque, e fuggirà da voi". Il diavolo non trionfa XLVIII (5), 1. Gli dico:
"Signore, ascoltami per poche parole". "Di' pure quello che
vuoi". "L'uomo è desideroso di osservare i precetti di Dio, e
ognuno prega il Signore che lo rafforzi nei suoi precetti e lo sottoponga
ad essi. Ma il diavolo è duro e domina". 2. "Non può, replica,
dominare i servi di Dio che sperano con tutto il cuore in Lui. Il diavolo
può combattere, ma non può trionfare. Se lo contrastate, vinto e
scornato fuggirà da voi. Quelli che sono vani temono il diavolo come se
avesse forza. 3. Quando l'uomo riempie di buon vino i recipienti più
adatti e tra questi pochi semivuoti, se torna ai recipienti non osserva i
pieni, perché li sa pieni, ma osserva i semivuoti temendo che siano
inaciditi. Presto, infatti, i recipienti semivuoti inacidiscono e svanisce
il sapore del vino. 4. Così pure il diavolo va da tutti i servi di Dio,
per provarli. Quelli che sono pieni di fede gli resistono energicamente, e
lui si allontana da loro non avendo per dove entrare. Allora egli va dai
vani e, trovando lo spazio, entra da loro ed agisce con questi come vuole
e gli diventano soggetti". Convertirsi con tutto il cuore al
Signore XLIX (6), 1. "Io, l'angelo
della penitenza, vi dico: "Non temete il diavolo. Fui inviato per
stare con voi che fate penitenza con tutto il vostro cuore e per
rafforzarvi nella fede. 2. Credete in Dio, voi che per i vostri peccati
avete disperato della vostra vita, accresciuto le colpe e appesantito la
vostra esistenza. Se vi convertite al Signore con tutto il vostro cuore e
operate la giustizia per i rimanenti giorni della vostra vita e lo servite
rettamente secondo la sua volontà, vi darà il perdono per tutti i
precedenti peccati e avrete la forza di dominare le opere del diavolo. Non
temete assolutamente le minacce del diavolo. Egli è inerte come i nervi
di un morto. 3. Ascoltatemi, dunque, e temete chi può tutto salvare e
perdere. Osservate questi precetti e vivrete in Dio". 4. Gli chiedo:
"Signore, ora mi sento rafforzato in tutti i comandamenti di Dio
perché tu sei con me. So che abbatterai tutta la forza del diavolo e noi
lo domineremo e vinceremo tutte le sue opere. E spero che il Signore,
dandomi la forza, mi farà osservare questi precetti che hai
ordinato". 5. "Li osserverai, mi dice, se il tuo cuore diviene
puro presso il Signore. Li osserveranno tutti quelli che purificheranno il
loro cuore dalle vane passioni di questo mondo e vivranno in Dio". SIMILITUDINI [Si.1, L- Si.2, Ll 3] Prima similitudine La nostra terra è straniera L, 1. Mi dice: "Voi servi di
Dio, sapete di abitare una terra straniera. La vostra città è molto
lontana da questa. Se sapete la città che dovete abitare, perché mai qui
vi procurate campi, apparati sontuosi, case e dimore inutili? 2. Chi
prepara queste cose per questa città non cerca di ritornare nella
propria. 3. O stolto, dissociato e infelice, non pensi che tutte queste
cose ti sono estranee e sotto il dominio di un altro? Infatti, il signore
di questa città dirà: Non voglio che tu abiti nella mia città, ma
vattene perché non obbedisci alle mie leggi. 4. Tu che hai campi,
abitazioni e molti altri averi, mandato via da lui, cosa potrai fare del
campo, della casa e delle altre cose che ti procurasti? Ti dice
giustamente il signore di questo paese: Obbedisci alle mie leggi o vattene
da questo paese. 5. Che dovrai fare tu, che hai una legge nella tua città?
Per i tuoi campi e per le altre sostanze rinnegherai completamente la tua
legge e camminerai nella legge di questa città? Vedi che non sia nocivo
rinnegare la tua legge. Se vuoi tornare nella tua città, non sarai
ricevuto perché rinnegasti la legge della tua città e ne sei rimasto
tagliato fuori. 6. Bada, abitando in terra straniera, di non procurarti più
dello stretto necessario e sii pronto. Quando il signore di questa città
vuole cacciarti perché ti sei opposto alla sua legge, uscirai da questa
città e andrai nella tua e obbedirai alla tua legge senza ostilità e con
gioia. 7. Guardate, voi che servite il Signore avendolo nel cuore. Fate le
opere di Dio, ricordandovi dei suoi comandamenti e delle promesse che ha
fatto. Credetegli, le adempirà se sono osservati i suoi precetti. 8.
Invece dei campi, riscattate le anime oppresse come uno può, visitate
vedove e orfani e non disprezzateli. Consumate le vostre ricchezze e tutte
le sostanze che avete ricevuto da Dio in questi campi e case. 9. Per
questo il Signore vi arricchì, per prestare a lui tali servizi. È molto
meglio acquistare questi campi, sostanze e case che ritroverai nella tua
città quando vi tornerai. 10. Questo investimento è bello e santo, non
ha né tristezza né paura, ma allegria. Non fate, dunque, l'investimento
dei pagani che è dannoso ai servi di Dio. 11. Fate l'investimento che vi
è proprio in cui potete rallegrarvi. Non defraudate, non toccate l'altrui
e non desideratelo; è turpe desiderare le cose degli altri. Espleta il
tuo lavoro e sarai salvo". Seconda similitudine La vite e l'olmo: la preghiera del
ricco e del povero LI, 1. Andando per il campo e
osservando un olmo e una vite, meditavo su di essi e i loro frutti. Mi
apparve il pastore e mi disse: "Mediti sull'olmo e sulla vite?".
"Penso, signore, che sono adatti l'uno all'altra". 2.
"Questi due alberi sono un simbolo per i servi di Dio".
"Vorrei conoscere, dico, il simbolo di questi alberi cui
accenni". "Vedi l'olmo e la vite?". "Li vedo,
signore". 3. "La vite porta il frutto, l'olmo è un albero senza
frutto. Ma la vite, se non sale sull'olmo, non può dare frutti in
abbondanza, giacendo per terra. Il frutto che poi porta, se non è sospeso
all'olmo, marcisce. La vite che si attorciglia all'olmo produce frutto da
parte sua e da parte dell'olmo. 4. Vedi, dunque, che l'olmo produce molto
frutto, non meno della vite, e forse di più". "Come, signore,
di più?". "Perché, dice, la vite sospesa all'olmo porta un bel
frutto in abbondanza, giacendo per terra, invece, poco e marcio. Questa
similitudine si addice ai servi di Dio, al povero e al ricco". 5.
"Fammelo sapere, signore, in che modo". "Ascolta, mi dice.
Il ricco possiede molte sostanze, ma è povero davanti al Signore.
Preoccupato dei suoi beni, fa una preghiera e una confessione al Signore
assai breve, e la fa fugace, debole, senza principio né forza. Il ricco
che solleva il povero e gli somministra il necessario, crede che, se si
adopera per il povero, potrà trarne la ricompensa presso Dio. Il povero
è ricco nella sua preghiera e nella confessione e la sua preghiera ha
grande forza presso Dio. Il ricco, quindi, provvede al povero senza
titubanza. 6. Il povero, aiutato dal ricco, prega Dio per lui e lo
ringrazia per lui che l'ha beneficato. E l'altro si preoccupa ancora del
povero perché non sia abbandonato nella vita. Sa che la preghiera del
povero è accetta e feconda presso il Signore. 7. L'uno e l'altro compiono
un lavoro; il povero fa la preghiera, in cui è ricco, la preghiera che
riceve dal Signore e a lui rende per chi l'aiuta. Ugualmente il ricco
offre al povero, senza titubanza, la ricchezza ricevuta da Dio. E
quest'opera è grande e gradita a Dio perché il ricco, comprendendo la
sua ricchezza, ha lavorato per il povero, con i doni del Signore, ed ha
rettamente compiuto un servizio. 8. Presso gli uomini l'olmo sembra che
non porti il frutto, ma essi non sanno né comprendono che quando si ha la
siccità, l'olmo, avendo acqua, nutre la vite, e la vite, avendo
continuamente acqua, produce frutto doppio per parte sua e per parte
dell'olmo. In questo modo anche i poveri, pregando il Signore per i
ricchi, ricolmano la ricchezza di questi e a loro volta i ricchi, dando ai
poveri il necessario, riempiono le loro anime. 9. L'uno e l'altro
diventano partecipi dell'opera giusta, e ciò facendo, non vengono
abbandonati da Dio, ma iscritti nei libri dei viventi. 10. Beati coloro
che posseggono e comprendono che sono ricchi ad opera del Signore! Chi
comprende questo potrà compiere il bene". Terza similitudine Gli abitanti di questo mondo LII, 1. Mi mostrò molti alberi
senza foglie, che mi sembravano quasi secchi. Erano tutti uguali. Mi dice:
"Vedi questi alberi?". "Li vedo tutti uguali e
secchi". Mi risponde: "Gli alberi che vedi sono gli abitanti di
questo mondo". 2. "Perché sono come secchi e uguali?".
"Perché in questo mondo non si vedono né i giusti né i peccatori,
ma sono uguali. Questo mondo è un inverno per i giusti e non si vedono
perché abitano con i peccatori. 3. Come nell'inverno gli alberi perdono
le foglie e sono uguali e non si vedono quali sono secchi e quali vegeti,
così in questo mondo non si vedono né i giusti né i peccatori, ma tutti
sono uguali". Quarta similitudine La mente pura serve il Signore LIII, 1. Mi mostra ancora molti
alberi, alcuni verdeggianti, altri secchi e mi dice: "Vedi questi
alberi?". "Vedo i verdeggianti e i secchi". 2. "Gli
alberi verdeggianti sono i giusti che abiteranno nel mondo futuro. Il
mondo futuro è una estate per i giusti e un inverno per i peccatori.
Quando risplenderà la misericordia del Signore allora si vedranno i servi
di Dio e si manifesteranno a tutti. 3. Come nell'estate si vedono i frutti
di ogni albero e si riconoscono quali sono, così saranno manifesti i
frutti dei giusti e si riconosceranno tutti quelli che sono validi in quel
mondo. 4. I pagani e i peccatori, gli alberi secchi che vedesti, si
troveranno aridi e senza frutto in quel mondo e come legna secca saranno
bruciati, e saranno riconosciuti. Cattiva fu la loro condotta di vita. I
peccatori saranno bruciati poiché peccarono e non si pentirono. I pagani
poi saranno bruciati perché non riconobbero chi li creò. 5. Tu, dunque,
in te fruttifica, perché in quella estate il frutto sarà riconosciuto.
Allontana da te le molte faccende e non peccare in nulla. Quelli che fanno
molte cose peccano anche molto, perché si distraggono con i loro affari e
non servono il loro Signore. 6. Come, soggiunge, una simile persona
potrebbe chiedere qualche cosa al Signore e ottenerla non servendolo?
Otterranno le loro richieste quelli che lo servono. In nulla saranno
esauditi quelli che non lo servono. 7. Uno che è intento ad un solo
lavoro può servire il Signore. La sua mente non si dissipa lontano dal
Signore, ma lo serve rimanendo pura. 8. Facendo queste cose potrai
fruttificare nel mondo futuro, e fruttificherà pure chiunque le farà". Quinta similitudine Il vero digiuno LIV (1), 1. Mentre digiunavo e
stavo seduto su di un monte a ringraziare il Signore per tutto ciò che ha
fatto per me, vedo il pastore che mi si siede accanto e dice: "Perché
mai di buon'ora sei venuto qui?". "Perché ho stazione,
signore". 2. "Che significa stazione?". "Digiuno,
signore". "Cosa è questo digiuno?". "Come si suole,
così io digiuno". 3. "Non sapete, dice, digiunare per amore di
Dio, né è digiuno questa cosa inutile che fate a lui". "Perché,
signore, dici questo?". "Ti dico che non è digiuno questo che
vi sembra di fare. Ti insegnerò quale è il digiuno completo e accetto al
Signore". "Sì, signore, mi farai contento e conoscerò il
digiuno accetto a Dio". "Ascoltami. 4. Dio non vuole questo
digiuno vano; così digiunando per amore di Dio nulla operi per la
giustizia. Digiuna, invece, per amore di Dio, così. 5. Non far nulla di
male nella tua vita, ma servi il Signore con cuore puro; osserva i suoi
comandamenti, camminando nei suoi precetti, e non entri nel tuo cuore
alcun desiderio malvagio e credi in Dio. Se ciò farai e Lo temerai,
astenendoti da ogni opera malvagia, vivrai in Dio. Se adempi queste cose,
farai un grande digiuno accetto al Signore". Il servo fedele è stimato LV (2), 1. "Ascolta la
similitudine che sto per dirti che concerne il digiuno. 2. Un tale
possedeva un podere e molti servi e piantò la vigna in una parte del
podere. Doveva partire. Scelto un servo fedele e stimato, lo chiamò e gli
disse: Prendi la vigna che piantai, muniscila di una palizzata e, sino a
quando io non torni, altro non fare alla vigna. Osserva questo mio
precetto, e per me sarai libero. Il padrone partì per terra straniera. 3.
Partito il padrone, il servo cinse di una palizzata la vigna. Finita la
palizzata, vide che la vigna era piena di erbe. 4. Tra sé pensò: ho
adempiuto l'ordine del padrone. Vangherò poi la vigna, che vangata sarà
più curata, e, non soffocata dalle erbe, darà più frutto. Zappò la
vigna ed estirpò tutte le erbe che erano nella vigna. La vigna divenne
bellissima e rigogliosa, senza le erbe che la soffocavano. 5. Dopo un po'
di tempo venne il padrone del campo e del servo ed entrò nella vigna.
Vide la vigna ben recintata di uno steccato, che era pure vangata, e con
tutte le erbe estirpate e che le viti erano rigogliose. Si rallegrò dei
lavori del servo. 6. Chiamato il figlio che gli era molto caro e suo
erede, e gli amici che aveva consiglieri, disse loro ciò che aveva
ordinato al servo e ciò che aveva trovato. Essi si congratularono col
servo per la testimonianza resagli dal padrone. 7. Disse loro: A questo
servo promisi la libertà, se avesse osservato l'ordine che gli davo.
L'osservò e in aggiunta fece un bel lavoro alla vigna che mi piacque
molto. Per questo lavoro che ha fatto, voglio crearlo erede insieme a mio
figlio. Egli ha pensato una cosa buona, non l'ha scartata, ma l'ha mandata
a termine. 8. A questa intenzione, il figlio del padrone acconsentì che
il servo divenisse con lui erede. 9. Dopo pochi giorni, il suo padrone di
casa diede un festino e gli mandò molte vivande del banchetto. Il servo
prese le vivande che il padrone gli aveva mandato e, tolto il necessario
per sé, diede poi il resto a tutti i suoi conservi. 10. I conservi
ricevendo le vivande gioirono e incominciarono a pregare per lui perché
egli, che li aveva trattati così bene, trovasse grazia ancora più grande
presso il padrone. 11. Il padrone seppe tutto questo e molto si rallegrò
per la condotta del servo. Il padrone di nuovo chiamò gli amici e il
figlio e parlò loro del comportamento che il servo tenne per le vivande
ricevute. Essi ancor più approvarono che il servo divenisse erede insieme
al figlio". Il digiuno unito ai precetti del
Signore LVI (3), 1. Gli dico:
"Signore, non comprendo queste similitudini né potrei coglierle se
non me le spieghi". 2. "Tutto ti spiegherò chiarendoti quanto
ti dirò. Osserva i precetti del Signore e gli sarai gradito e sarai
annoverato tra quelli che custodiscono i suoi comandamenti. 3. Se farai
qualche cosa di buono oltre il comandamento di Dio, ti procurerai una
gloria maggiore e più glorioso di quello che dovevi essere sarai presso
Dio. Se osservando i precetti di Dio aggiungi anche questi servizi,
gioirai, facendoli secondo il mio volere". 4. Gli dico:
"Signore, osserverò ciò che tu vuoi. So che tu sei con me".
"Sarò con te, dice, perché hai tanto desiderio di fare il bene, e
sarò con tutti quanti hanno lo stesso desiderio. 5. Il digiuno,
osservando i precetti del Signore, è molto bello. Così osserverai,
dunque, il digiuno che stai per fare. 6. Prima di tutto guardati da ogni
parola cattiva e da ogni desiderio malvagio e purificati il cuore da tutte
le cose vane di questo mondo. Se osserverai ciò, sarà questo il digiuno
perfetto. 7. Farai poi così. Compiute le cose prescritte, il giorno in
cui digiunerai non gusterai nulla, tranne pane e acqua. Dei cibi che
avresti mangiato calcola la quantità del denaro di quella giornata che
avresti speso, mettila da parte e la darai alla vedova o all'orfano o al
bisognoso. In questo modo ti farai umile e, per questa umiltà, chi ha
ricevuto riempie la sua anima e pregherà il Signore per te. 8. Se compi
il digiuno che ti ho comandato, il tuo sacrificio sarà accetto al
Signore, e questo digiuno sarà notato e il servizio che compi è bello e
gioioso e ben accolto dal Signore. 9. Questo osserverai tu con i tuoi
figli e tutta la tua casa e osservandolo sarai felice. E quelli che udendo
i precetti li osservano, saranno beati e riceveranno dal Signore le cose
che chiedono". Chiedere l'intelligenza delle cose
al Signore LVII (4), 1. Lo pregai molto che
mi spiegasse la similitudine del campo, del padrone, della vite, del servo
che aveva recintato la vigna, dei pali, delle erbe estirpate dalla vigna,
del figlio e degli amici consiglieri. Compresi che tutto questo è una
parabola. 2. Rispondendo mi disse: "Sei molto audace
nell'interrogare. Non devi assolutamente chiedere nulla. Ciò che occorre
sia spiegato, sarà spiegato". Gli dico: "Quanto mi hai mostrato
e non hai spiegato, lo avrò visto invano se non ho capito cosa sia.
Ugualmente, anche se mi dici similitudini e non le spieghi, invano avrò
ascoltato qualcosa da te". 3. Di nuovo mi rispose dicendo:
"Chiunque sia servo di Dio ed abbia il Signore nel cuore, se chiede
da lui intelligenza, la riceve e spiega ogni parabola, e le parole per
similitudini diventano comprensibili, con l'aiuto del Signore. Invece,
quelli che sono infingardi e pigri nella preghiera, esitano a chiedere al
Signore. 4. Il Signore è assai misericordioso e dona senza dilazione a
tutti coloro che gli rivolgono domanda. Tu, poi, che sei fortificato
dall'angelo glorioso e hai ricevuto da lui spirito di preghiera e pigro
non sei, perché non chiedi al Signore l'intelligenza? L'otterrai".
5. Gli dico: "Signore, avendoti con me ho bisogno di pregarti e di
interrogarti. Tu mi mostri tutto e mi parli. Se, invece, vedessi o
ascoltassi ciò senza di te, mi sarei rivolto al Signore perché me lo
spiegasse". La spiegazione della parabola
della vigna e il servo LVIII (5), 1. "Ti ho detto
poc'anzi che sei scaltro e audace nel chiedere la spiegazione delle
parabole. Poiché sei così perseverante, ti spiegherò la parabola del
campo e di tutte le cose relative perché tu la faccia conoscere a tutti.
Ascolta, dunque e afferrale. 2. Il campo è questo mondo, il padrone del
campo chi creò tutte le cose, le perfezionò e le consolidò; il figlio
è lo Spirito Santo; il servo è il figlio di Dio; le viti sono questo
popolo che ha piantato. 3. I pali sono gli angeli santi del Signore che
difendono il suo popolo. Le erbe strappate dalla vigna sono le malvagità
del popolo di Dio. Le vivande che mandò dal banchetto sono i precetti che
diede al suo popolo per mezzo di suo figlio. Gli amici e i consiglieri
sono i primi santi angeli creati. Il viaggio del padrone è il tempo che
resta per la sua venuta". 4. Gli dico: "Signore, è tutto
grandioso, meraviglioso e glorioso. Come potevo io capire tutte queste
cose? Nessun altro uomo, anche se molto edotto, potrebbe comprenderle.
Ancora, signore, spiegami ciò che sto per chiederti". 5.
"Parlami, se desideri qualche cosa". "Signore, chiedo perché
il figlio di Dio è sotto forma del servo in questa parabola". La legge ricevuta dal Padre LIX (6), 1. "Ascolta, dice,
il figlio di Dio non è sotto forma di servo, ma in grande potenza e
signoria". Gli rispondo: "Non intendo come". 2. "Perché,
dice, Dio piantò la vigna, cioè creò il popolo e lo diede al figlio suo
e il figlio stabilì gli angeli su di loro per custodire ognuno. Egli
cancellò i loro peccati patendo assai e sostenendo molte fatiche. Nessuna
vigna può essere vangata senza sudore e sofferenza. 3. Egli avendo
purificato i peccati del popolo insegnò le vie della vita, dando la legge
ricevuta dal Padre. Osserva, dice, che egli è il Signore del popolo perché
ha ricevuto ogni potere dal Padre. 4. Ascolta perché il Signore prese
come consigliere suo figlio e gli angeli santi per l'eredità da dare al
servo. 5. Dio fece abitare nella carne che volle lo Spirito Santo, che
preesisteva e che fece ogni creatura. Questa carne, in cui prese dimora lo
Spirito Santo, servì bene lo Spirito camminando nella santità e nella
castità, e non lo contaminò in nulla. 6. Scelse questa carne a
partecipare dello Spirito Santo, perché essa si era comportata degnamente
e castamente e aveva sofferto con lo Spirito collaborando in ogni cosa e
conducendosi con fortezza. Piacque a Dio il comportamento di questa carne
che avendo lo Spirito Santo non si macchiò sulla terra. 7. Prese come
consigliere il figlio e gli angeli gloriosi perché questa carne, avendo
ubbidito allo Spirito con soddisfazione, ottenesse una tenda e non
sembrasse aver perduta la ricompensa del suo servizio. Ogni carne
ritrovata pura e senza macchia riceverà una ricompensa; in essa abitò lo
Spirito Santo. 8. Hai la spiegazione anche di questa parabola". LX (7), 1. "Ho gioito,
signore, ascoltando questa spiegazione". "Ascolta ora: serba
pura ed immacolata questa tua carne, perché lo spirito che abita in essa
le renda testimonianza e la carne sia giustificata. 2. Vedi di non
insinuare mai nel tuo cuore che questa carne sia corruttibile e di non
abusarne per qualche colpa. Se tu contamini la carne, contamini lo Spirito
Santo, e se contamini la carne non vivrai". 3. "Signore, dico,
se c'è stata qualche ignoranza precedente prima che si fossero udite
queste parole, come si può salvare l'uomo che ha macchiato la sua
carne?". "Per le precedenti mancanze, dice, a Dio solo è
possibile dare la guarigione, suo è ogni potere. 4. Ora sta' attento e il
Signore assai misericordioso le guarirà, se non contamini più la carne e
lo spirito. Entrambi sono accomunati e l'una non può contaminarsi senza
l'altro. Conservali puri entrambi e vivrai in Dio". Sesta similitudine Il pentimento rimuove le iniquità
del mondo LXI (1), 1. Seduto nella mia casa
glorificavo il Signore per tutte le cose che avevo visto e meditavo sui
precetti che - belli, potenti, gioiosi e gloriosi - potevano salvare
l'anima dell'uomo. Dicevo tra me: sarò felice se cammino nella via di
questi precetti, e beato sarà chiunque camminerà nella loro via. 2.
Mentre tra me dico questo, lo vedo d'improvviso seduto vicino a me che mi
diceva: "Perché ti dissoci sui precetti che ti diedi? Sono buoni,
non dubitare minimamente, ma rivestiti della fede del Signore e marcia
sulla loro via. Ti rafforzerò in essi. 3. Sono precetti vantaggiosi a
quelli che vogliono pentirsi. Se non camminano nella loro via, vana è la
loro penitenza. 4. Voi che vi pentite rimuovete le iniquità di questo
mondo che vi rovinano. Rivestiti di ogni verità della giustizia, potete
osservare questi precetti e non accrescere i vostri peccati. Non
aggiungendo più nulla, cancellerete i vostri peccati precedenti.
Camminate nella via dei precetti e vivrete in Dio. Questo vi è stato
detto da me". 5. Dopo che ebbe parlato con me disse: "Andiamo al
campo e ti mostrerò i pastori delle pecore". "Andiamo,
signore". Andammo in una pianura, e mi mostrò un giovane pastore che
indossava un insieme di vestiti di color giallo. 6. Pascolava molte pecore
e queste pecore erano come lascive e troppo dissolute e giulive
saltellando qua e là. Lo stesso pastore era assai contento del suo
gregge. Il volto di lui era molto allegro ed egli andava su e giù tra le
pecore. Vidi pure altre pecore lascive e dissolute, però non
saltellavano. Morte e corruzione LXII (2), 1. Mi dice: "Vedi
il pastore?". "Lo vedo, signore". "Questo è l'angelo
della dissolutezza e della voluttà. Egli guasta le anime dei servi di Dio
che sono vuoti e li devia dalla verità, seducendoli con le malvagie
passioni per cui trovano la morte. 2. Si dimenticano dei precetti del Dio
vivente e camminano nella via dei piaceri e dei godimenti vani e sono
rovinati da questo angelo. Chi va a morte, chi si corrompe". 3. Gli
dico: "Signore non capisco chi a morte, chi a corruzione".
"Ascolta, dice, le pecore che vedi giulive e saltellanti sono coloro
che per sempre si sono distaccati da Dio e si sono dati ai piaceri di
questo mondo. In loro non c'è conversione di vita perché hanno aggiunto
la bestemmia contro il nome del Signore. Per loro c'è la morte. 4. Le
pecore che vedesti non saltellare, ma pascolare insieme, sono quelli
dediti ai godimenti e ai piaceri, ma non bestemmiarono il Signore. Essi,
lontani dalla verità, furono corrotti ma per loro c'è speranza di
penitenza nella quale possono vivere. La corruzione ha qualche speranza di
rinnovamento, la morte, invece, ha la rovina eterna". 5. Avanziamo
ancora un poco e mi mostra un pastore grande d'aspetto, quasi selvaggio,
che vestiva una pelle caprina bianca con una bisaccia sulla spalla e un
bastone molto ruvido e nodoso in mano e una grande frusta. Aveva uno
sguardo tanto truce che mi mise paura. 6. Questo pastore riceveva dal
pastore giovane le pecore che erano lascive e dissolute e non
saltellavano. Egli le cacciava in un dirupo pieno di spine e di triboli e
le pecore non potevano districarsi dalle spine e dai triboli perché ne
rimanevano impigliate. 7. Pascolavano prese tra le spine e i triboli e
soffrivano assai, percosse da lui. Le spingeva qua e là e non dava ad
esse pace; addirittura non riuscivano a reggersi. Le prove della vita LXIII (3), 1. Vedendole così
flagellate e percosse, mi dispiacevo perché erano così tormentate e non
avevano mai pace. 2. Dico al pastore che parlava con me: "Signore chi
è quel pastore implacabile e duro che non ha nessuna pietà di queste
pecore?". Mi risponde: "È l'angelo del castigo; uno degli
angeli giusti assegnato al castigo. 3. Egli prende quelli che hanno errato
lontano da Dio camminando nella via delle passioni e dei piaceri di questo
mondo e li punisce, come ognuno ha meritato, con diversi castighi
atroci". 4. "Signore, desidererei sapere quali sono questi
diversi tormenti". "Ascolta, le varie prove e castighi sono le
prove della vita. Alcuni sono puniti con malanni, altri con privazioni,
altri con malattie varie, altri con ogni disgrazia; altri, infine, sono
offesi da indegni e soffrono parecchi altri mali. 5. Molti, incerti nelle
decisioni, intraprendono molte cose e nulla loro riesce. Dicono che non
hanno successo nei loro affari e, non ricordandosi nel loro cuore che
operarono male, incolpano il Signore. 6. Quando sono afflitti da ogni
tribolazione, allora mi vengono consegnati per una buona rieducazione. Si
rafforzano nella fede del Signore e, per i rimanenti giorni della loro
vita, lo servono con cuore puro. Quando si pentono allora risaltano nel
loro cuore le opere perverse che compirono, e glorificano Dio perché è
giudice giusto e giustamente ognuno ha tutto sofferto secondo le proprie
azioni. Dopo servono il Signore con cuore puro e riescono in ogni azione,
ricevendo da Dio quello che chiedono. Allora glorificano il Signore, perché
mi furono affidati e non soffrono più alcun male". L'ora del tormento LXIV (4), 1. Gli dico:
"Signore, spiegami ancora questo". "Che cerchi?".
"Dunque, signore, i lussuriosi e i traviati sono tormentati tanto
tempo per quanto sono stati lussuriosi e traviati?". Mi risponde:
"Sono tormentati per lo stesso tempo". 2. "Per pochissimo,
rispondo, sono tormentati. Occorre, invece, che i gaudenti, poiché
dimentichi di Dio, siano puniti per sette volte". 3. Mi dice:
"Sei insensato e non conosci la forza del tormento". "Se la
conoscevo, signore, non ti avrei pregato di spiegarmela". Mi
risponde: "Ascolta la forza di entrambe le cose. 4. Il tempo della
lussuria e del traviamento è solo di un'ora, ma l'ora del tormento ha la
forza di trenta giorni. Passando un giorno nella lussuria e nel
traviamento e un giorno nel tormento, un giorno del tormento vale un anno
intero. Per quanti giorni uno è stato dissoluto, per tanti anni è
tormentato. Vedi, mi dice, che il tempo del piacere e della seduzione è
assai breve, mentre è lungo quello della pena e del tormento". La voluttà LXV (5), 1. "Signore, non ho
del tutto capito i tempi del traviamento, della lussuria e della pena,
spiegamelo più chiaramente". 2. Mi risponde: "La tua
testardaggine è dura e non vuoi purificare il tuo cuore e servire Dio.
Bada che non si compia il tempo e tu sia trovato stolto. Ascolta per
capire, come desideri, le cose. 3. Chi agisce da dissoluto e traviato e
facendo quello che vuole per un giorno solo, ha molta stoltezza addosso e
non sa ciò che fa. Il giorno dopo dimentica ciò che ha fatto il giorno
prima. La lussuria e il traviamento non hanno memoria per la follia che si
ritrovano, mentre la pena e il castigo, se si attaccano all'uomo, per una
giornata, affliggono e tormentano sino ad un anno. La pena e il tormento
hanno memoria grande. 4. Chi viene tormentato e punito per un anno intero,
si ricorda della lussuria e del tormento e sa che per loro colpa soffre i
mali. Ogni uomo dissoluto e traviato viene tormentato così perché in
vita si consegnò alla morte". 5. "Quali piaceri, signore, sono
dannosi?". "Ogni cosa è una voluttà per l'uomo, se la fa per
il piacere. Anche un iracondo, facendo quello che è consentaneo alla sua
passione, è un voluttuoso. Così l'adultero, l'ubriaco, il maledico, il
menzognero, l'avaro, il ladro e chi opera cose simili, fa ciò che è
consentaneo alla propria infermità. Egli è voluttuoso nella sua azione.
6. Tutte queste delizie sono dannose ai servi di Dio. Per tali deviazioni
soffrono quelli che sono puniti e castigati. 7. Si hanno anche dei piaceri
che salvano gli uomini. Molti invero facendo il bene, godono attirati dal
loro piacere. È, un piacere questo, proficuo ai servi di Dio e procura la
vita a un uomo siffatto. Le voluttà nocive, invece, prima ricordate
procurano loro tormenti e castighi. Se si ostinano e non si pentono si
procurano la morte". Settima similitudine La penitenza forte e pura LXVI, 1. Pochi giorni dopo lo vidi
nella stessa pianura in cui avevo visto anche i pastori e mi dice:
"Che cosa cerchi?". "Sono qui, rispondo, a chiederti che
ordini al pastore addetto al castigo di uscire dalla mia casa perché
troppo mi tormenta". "Bisogna che tu sia afflitto. Così dispose
l'angelo glorioso nei tuoi riguardi. Egli vuole che tu sia provato".
"Che cosa ho fatto di tanto grave, rispondo, per essere consegnato a
tale angelo?". 2. "Ascolta, i tuoi peccati sono molti, ma non
tali perché sia dato in mano a questo angelo. La tua casa, però, commise
grandi peccati e ingiustizie. L'angelo glorioso fu irritato dalle loro
azioni e dispose che tu per qualche tempo fossi tormentato, perché
anch'essi si pentano e si lavino da ogni cupidigia di questo mondo. Quando
si saranno pentiti e purificati, allora andrà via da te l'angelo della
punizione". 3. Gli faccio notare: "Essi operarono cose tali da
far sdegnare l'angelo glorioso, ma io che cosa feci?".
"Diversamente, mi dice, quelli non possono essere tormentati, se tu,
capo della casa, non vieni tormentato. Per forza essi sono tormentati, se
tu sei tormentato; se tu stai bene non possono avere tormento
alcuno". 4. "Ma vedi, signore, che si sono pentiti con tutto il
loro cuore". "So anch'io, dice, che si sono pentiti con tutto il
loro cuore. Ritieni che i peccati di quelli che si pentono siano subito
rimessi? Assolutamente no. Bisogna invece che chi si pente tormenti la sua
anima e si umili profondamente in ogni cosa e soffra molte e varie
punizioni. Se sopporta i castighi che gli vengono, chi ha creato tutte le
cose e le ha consolidate, di lui avrà ogni compassione dandogli un
rimedio. 5. Ciò è sicuro se vede il cuore del penitente puro da ogni
cosa malvagia. A te e alla tua casa giova ora essere castigati. Ma perché
parlo troppo? Devi essere tormentato, come ordinò l'angelo del Signore
che ti affidò a me. Di questo ringrazia il Signore che ti stimò degno
che ti fosse rivelata la punizione, perché, conoscendola prima, la potrai
fortemente sopportare". 6. Gli chiedo: "Stammi vicino ed io potrò
sopportare ogni afflizione". Mi risponde: "Starò con te e
pregherò l'angelo punitore che ti castighi nella forma più leggera.
Sarai castigato per breve durata e di nuovo sarai ristabilito al tuo
posto. Soltanto mantieniti nell'umiltà e nel servizio a Dio Signore, con
il cuore puro, insieme ai tuoi figli e alla tua casa. Cammina nella via
dei precetti che ti ho ordinato e la tua penitenza sarà forte e pura. 7.
Se tu osservi ciò con la tua casa, si allontanerà da te ogni disgrazia.
Il castigo pure si allontanerà da tutti quelli che camminano nella via di
questi miei precetti". Ottava similitudine I rami del salice e l'angelo LXVII (1), 1. Mi mostrò un grande
salice che copriva piani e monti e alla sua ombra si erano raccolti tutti
i chiamati nel nome del Signore. 2. Il glorioso angelo del Signore, che
era assai alto, stava sopra il salice. Con una grande roncola tagliava i
rami dell'albero e li dava al popolo che era riparato sotto il salice.
Erano piccoli i rami che distribuiva, di circa un cubito. 3. L'angelo
depose la roncola, dopo che tutti avevano ricevuto i rami, e l'albero
rimase integro, come l'avevo visto prima. 4. Mi meravigliai in me stesso
dicendo: "Come mai dopo il taglio di tanti rami l'albero è rimasto
integro?". Mi risponde il pastore: "Non ti meravigliare se
l'albero è rimasto integro dopo il taglio di tanti rami. Lascia che tu
veda tutto, mi dice, e ti sarà spiegata ogni cosa". 5. L'angelo
richiedeva di nuovo i rami che aveva distribuito al popolo. Come ognuno
l'aveva ricevuto, così veniva chiamato dall'angelo e gli dava il ramo.
L'angelo del Signore li prendeva e li osservava. 6. Da alcuni riaveva i
rami secchi e rosi come dal tarlo. L'angelo dispose che i consegnatari di
tali rami fossero messi in disparte. 7. Altri li consegnavano secchi ma
non erano rosi dal tarlo; dispose che anche loro fossero messi in
disparte. 8. Altri li ridiedero mezzi secchi; anche questi furono messi in
disparte. 9. Altri rendevano i rami mezzo secchi con delle fessure; anche
questi furono messi in disparte. 10. Altri consegnavano i rami verdi con
delle fessure; anche questi messi in disparte. 11. Altri ridavano i rami
per metà secchi e metà verdi; anche questi messi in disparte. 12. Altri
poi riportarono i rami per due parti verdi e per una terza secchi; anche
questi messi in disparte. 13. Altri li consegnarono per due parti secchi e
per una terza verdi; anche questi messi in disparte. 14. Altri rendevano i
rami quasi tutti verdi, mentre era secca una piccolissima parte, la punta
e con fessure; anche questi messi in disparte. 15. Altri rami avevano una
piccolissima parte verde, il resto, invece, era secco; anche questi messi
in disparte. 16. Altri vennero a consegnare i rami verdi come li avevano
ricevuti dall'angelo. La maggior parte consegnava tali rami e l'angelo se
ne rallegrò molto; anche questi messi in disparte. 17. Altri ridavano i
loro rami verdi e con germogli; anche questi in disparte. L'angelo pure
per loro si rallegrò. 18. Altri consegnarono i loro rami verdi e con
germogli che portavano quasi il frutto. Gli uomini di questi rami erano
molto gioiosi. L'angelo si rallegrava nei loro riguardi, e con lui era
pure lieto il pastore. Il salice ama la vita LXVIII (2), 1. L'angelo del
Signore comandò che si portassero delle corone. Furono portate corone
intrecciate come di palma e incoronò gli uomini che avevano consegnato i
rami con i germogli e i frutti e li mandò alla torre. 2. Mandò alla
torre anche gli altri, quelli che avevano consegnato i rami con germogli
ma senza il frutto, e diede loro un sigillo. 3. Tutti quelli che andavano
alla torre avevano una veste bianca come la neve. 4. Mandò alla torre
anche quelli che avevano consegnato i rami verdi come li avevano ricevuti,
dando loro una veste bianca e il sigillo. 5. Dopo aver compiuto queste
operazioni, l'angelo disse al pastore: "Io vado e tu mandali alle
mura come uno è degno di abitare. Osserva con cura i loro rami e così
licenziali. Esamina bene. Sta' attento che nessuno resti fuori e che
qualcuno non ti sfugga; li proverò io sull'altare". Detto questo al
pastore, andò via. 6. Dopo che l'angelo partì, il pastore mi disse:
"Prendiamo i rami di tutti e piantiamoli, se mai qualcuno potrà
riprendere". Gli faccio notare: "Signore, come potranno
riprendere i rami secchi?". 7. Mi risponde: "L'albero è un
salice che ama la vita. Se noi piantiamo i rami ed essi prendono un po' di
umidità, molti potranno riprendere; proveremo poi ad innaffiarli. Se
qualche ramo potrà riprendere me ne rallegrerò; diversamente, se non
riprenderà, non sarò stato negligente". 8. Il pastore mi ordinò di
chiamare i consegnatari dei rami, secondo il posto in cui erano stati
assegnati. Vennero gruppo a gruppo e consegnarono al pastore i rami. Il
pastore prendeva i rami e secondo i gruppi li piantava. Dopo averli
piantati versò su di essi molta acqua, tanto che i rami non ne
emergevano. 9. Dopo aver innaffiato i rami, mi dice: "Andiamo via, e
tra pochi giorni ritorneremo ad ispezionarli tutti. Chi fece nascere
quest'albero vuole che tutti quelli che hanno da esso preso i rami vivano.
Io pure spero che questi rami, prendendo umidità e imbevuti d'acqua, per
la maggior parte riprendano". I rami del salice sotto la legge LXIX (3),1. Gli dico:
"Signore spiegami che cosa è quest'albero. Su di esso sono perplesso
perché, dopo il taglio di tali rami, l'albero è integro e nulla appare
da esso tagliato. Per questo sono esitante". 2. "Ascolta, mi
dice, questo grande albero che copre piani e monti e tutta la terra è la
legge di Dio data a tutto il mondo. Questa legge è il Figlio di Dio che
fu annunziato sino ai confini della terra. I popoli che sono sotto l'ombra
sono quelli che hanno ascoltato la predicazione e creduto in Lui. 3.
L'angelo grande e glorioso è Michele che ha il potere su questo popolo e
lo governa. Egli pone la legge nel cuore dei credenti e scruta se quelli
cui la diede l'hanno osservata. 4. Osserva i rami di ciascuno: i rami sono
la legge. Vedi che molti rami sono inservibili e vi riconoscerai quelli
che non hanno osservato la legge; di ognuno noterai la posizione". 5.
Gli chiedo: "Signore, perché alcuni mandò alla torre e altri affidò
a te?". Mi risponde: "Quelli che trasgredirono la legge da lui
ricevuta li lasciò in mio potere per la penitenza; quelli poi che furono
nella legge e la osservarono sono a lui soggetti". 6. Chiedo:
"Signore chi sono gli incoronati che si dirigono alla torre?".
Mi risponde: "Gli incoronati sono quelli che lottarono contro il
diavolo e lo sconfissero. Essi hanno sofferto per la legge. 7. Gli altri
che hanno consegnato i rami verdi, con i germogli senza il frutto, sono
quelli che hanno sofferto per la legge. Non avendola rinnegata non sono
stati torturati. 8. Quelli che hanno consegnato i rami verdi come li hanno
ricevuti, sono santi e giusti. Hanno molto camminato con il cuore puro,
osservando i precetti del Signore. 9. Conoscerai il resto quando
ispezionerò i rami piantati e innaffiati". La consegna dei rami LXX (4), 1. Dopo alcuni giorni
ritornammo sul luogo, il pastore si sedette al posto dell'angelo di grande
altezza ed io vicino a lui. Mi disse: "Mettiti un grembiule e
servimi". Cinsi il grembiule di sacco che era pulito. 2. Visto che
avevo il grembiule e che ero pronto a servirlo, mi disse: "Chiama gli
uomini per gruppi, come ognuno consegnò i rami che abbiamo
piantato". Andai alla pianura e li chiamai tutti e si disposero per
gruppi. 3. Disse loro: "Ognuno prenda il proprio ramo e me lo
porti". 4. Li consegnarono per primi quelli che li avevano secchi e
mutili. Perché secchi e mutili, ordinò che fossero messi in disparte. 5.
Poi consegnarono quelli che li avevano secchi e non mutili. Altri
consegnarono i rami verdi, altri ancora i rami secchi e rosi come dal
tarlo. Ordinò che fossero messi in disparte quelli che avevano consegnato
i rami verdi e quelli, invece, che li avevano consegnati secchi e mutili,
fossero posti con i primi. 6. Poi li consegnarono quelli che avevano i
rami mezzo secchi e con fessure; molti poi li consegnarono verdi e senza
fessure; alcuni, invece, verdi e con germogli che avevano il frutto, come
li avevano coloro che incoronati erano andati alla torre. Altri, invece,
li consegnarono secchi e rosi, altri ancora secchi e non rosi; alcuni
erano mezzo secchi e con fessure. Dispose che ognuno fosse messo
separatamente, chi presso il suo gruppo, chi in disparte. Continua la consegna LXXI (5), 1. Poi consegnarono
quelli che avevano i rami verdi con le fessure. Tutti questi li davano
verdi e si fermavano nel loro gruppo. Il pastore si rallegrò con loro
perché tutti si erano trasformati e avevano eliminato le fessure. 2.
Consegnarono poi quelli che li avevano una metà verde e una metà secca.
I rami di alcuni furono trovati completamente verdi, di altri mezzo
secchi, di altri ancora secchi e rosi, di altri verdi e con i germogli. Di
questi ognuno andava nel proprio gruppo. 3. Poi consegnarono quelli che li
avevano due parti verdi e la terza secca. Molti li consegnarono verdi,
altri metà secchi, altri secchi e rosi. Di tutti questi ognuno era
mandato al proprio gruppo. 4. Consegnarono quelli che avevano i rami per
due parti secchi e una terza verde. Molti di loro li consegnarono mezzo
secchi, altri secchi e rosi, altri meta secchi e con fessure, pochi verdi.
Tutti questi si misero nel proprio gruppo. 5. Consegnarono quelli che
avevano i rami verdi, una piccolissima parte secca e con fessure; tra
questi alcuni li consegnarono verdi, altri verdi e con germogli. Essi
andarono al proprio gruppo. 6. Poi consegnarono quelli che li avevano per
una piccolissima parte verdi e il resto mezzo secchi. I loro rami erano
per la maggior parte mezzo verdi e con germogli che portavano il frutto,
gli altri erano tutti verdi. Per questi rami il pastore si rallegrò
assai, perché trovati così. Ognuno di loro andò nel proprio gruppo. Il pentimento salva la vita LXXII (6), 1. Dopo aver
ispezionato i rami di tutti, il pastore mi parlò: "Ho detto che
quest'albero è vitalissimo. Vedi quanti fecero penitenza e si
salvarono?". "Li vedo, signore". "Sappi, mi disse, che
la misericordia del Signore, grande e gloriosa, ha concesso lo spirito di
penitenza a coloro che erano degni di pentirsi". 2. "Come mai,
chiedo, tutti non si pentirono?". "Il Signore concesse
pentimento a quelli il cui cuore vede che sta per diventare puro e sta per
servirlo dal profondo. A quelli, invece, di cui vede l'inganno e la
malizia e che si sarebbero pentiti ipocritamente non concesse pentimento
per non far bestemmiare di nuovo la legge di Dio". 3. Gli chiesi:
"Signore, spiegami ora chi sono quelli che hanno consegnato i rami e
il loro posto. Il motivo è che, dopo averlo inteso, quelli che hanno
creduto e ricevuto il sigillo, che hanno rovinato invece di conservare
integro, riconoscendo le loro azioni si pentano". "Essi poi
ricevendo da te il sigillo, glorificheranno il Signore che ha avuto pietà
di loro e inviò te a rinnovare i loro spiriti. 4. Ascolta, disse: i rami
secchi e rosi dal tarlo sono gli apostati e i traditori della Chiesa.
Bestemmiando nei loro peccati il Signore, si vergognarono del nome del
Signore invocato su di loro. Questi per sempre sono morti a Dio. Vedi che
nessuno si pentì, sebbene essi avessero sentito le parole che dicesti
loro e che io ti ordinai. Da loro la vita si è allontanata. 5. Quelli che
li hanno consegnati secchi e non guasti sono vicini ai precedenti. Erano
ipocriti e portavano dottrine estranee e pervertirono i servi di Dio,
principalmente perché non lasciavano che si pentissero quelli che avevano
peccato, mentre li persuadevano con stolte opinioni. Questi hanno speranza
di pentirsi. 6. Vedi che molti di essi si sono pentiti da quando hai
parlato loro dei miei precetti e altri ancora si pentiranno. Quanti non si
pentiranno hanno perduto la vita. Quelli che si pentirono, diventando
buoni, hanno la loro dimora nelle prime mura. Altri salirono nella torre.
Vedi dunque, mi dice, che il pentimento dei peccatori salva la vita,
mentre il mancato pentimento è la morte". La dimora dentro la torre LXXIII (7), 1. "Ascolta di
quelli che consegnarono i rami mezzo secchi e con le fessure. I rami di
quelli che erano mezzo secchi sono i dissociati che né vivono né sono
morti. 2. Quelli che li hanno mezzo secchi e con fessure sono i dissociati
e i calunniatori, che non trovano mai pace in sé e sono sempre in
discordia. Anche per questi, dice, c'è ancora possibilità di penitenza.
Vedi, disse, che alcuni si sono già pentiti. In loro c'è speranza di
pentimento. 3. Quelli che si sono pentiti hanno dimora entro la torre,
quelli, invece, che si pentiranno molto tardi, abiteranno nelle mura.
Quanti poi non si pentiranno, persistendo nelle loro azioni, morranno
sicuramente. 4. Quelli che hanno consegnato i rami verdi con fessure
furono sempre fedeli e buoni. Hanno avuto qualche invidia tra loro per i
primi posti e per qualche onore. Stolti sono quelli che hanno una tale
invidia! 5. Anche questi avendo ascoltato i miei precetti ed essendo buoni
si purificarono e si pentirono subito. La loro dimora era dentro la torre.
Però se qualcuno tornerà alla discordia, sarà cacciato dalla torre e
rovinerà la sua vita. 6. La vita è di coloro che osservano i precetti
del Signore. Nei precetti non è da parlare di priorità o di onore, ma di
pazienza e di umiltà dell'uomo. In questi c'è la vita del Signore; nei
sediziosi e nei trasgressori, invece, la morte". Metà vivi e metà morti LXXIV (8), 1. "Quelli che
consegnarono i rami mezzo secchi e mezzo verdi sono gli immersi negli
affari e distaccati dalle cose sante. Perciò una metà è viva, una metà
è morta. 2. Molti avendo inteso i miei precetti si pentirono. Quelli che
si pentirono, hanno la loro dimora nella torre. Alcuni, però, si
separarono completamente e non hanno avuto pentimento. Per i loro affari
hanno bestemmiato e rinnegato il Signore. Perdettero la loro vita per la
cattiveria che fecero. 3. Molti di essi furono indecisi. Hanno ancora modo
di pentirsi se si danno subito alla penitenza. La loro dimora sarà entro
la torre. Se invece indugiano a pentirsi abiteranno nelle mura; se non si
pentono affatto perdono la loro vita. 4. Quelli che hanno consegnato i
rami per due parti verdi, e per una terza secchi sono i rinnegatori, di
varie specie, del Signore. 5. Molti si pentirono e sono entrati ad abitare
nella torre, molti altri, invece, si staccarono completamente da Dio
perdendo irrimediabilmente la loro vita. Alcuni sono incerti e discordi ed
hanno possibilità di pentirsi se si convertono rapidamente e non
permangono nei loro piaceri. Se persistono nelle loro cose si procurano la
morte". Il pentimento sollecito LXXV (9), 1. "Quelli che
hanno consegnato i rami per due parti secchi e un terzo verdi sono i
fedeli arricchiti e onorati presso i pagani. Si rivestirono di una grande
superbia e divennero sfrontati. Abbandonarono la verità, non si unirono
ai giusti, e vissero con i pagani. Questa fu la via loro più gradita.
Tuttavia non si distaccarono da Dio, ma rimasero nella fede, senza
compiere le opere della fede. 2. Molti di essi fecero penitenza e la loro
dimora fu entro la torre. 3. Altri poi, vivendo sino alla fine con i
pagani e trascinati dalla vanagloria di costoro, si separarono da Dio.
Agirono da pagani e furono annoverati tra questi. 4. Altri, invece,
rimasero incerti, senza la speranza di salvarsi per le azioni compiute.
Alcuni, rimasti nella dissociazione, gettavano discordie tra loro. Anche
per questi dissociati delle loro azioni c'è pentimento; ma deve essere
sollecito perché abitino nella torre. Per quelli, invece, che non si
pentono, ma persistono nei loro piaceri, la morte è vicina". La sofferenza piacevole LXXVI (10), l. "Quelli che
hanno consegnato i rami verdi, con le punte secche e le fessure, furono
sempre buoni, fedeli e gloriosi presso Dio, ma peccarono di poco, per vani
desideri e piccole cose tra loro. Dopo aver ascoltato le mie parole, la
maggior parte subito si pentì, e la loro dimora fu entro la torre. 2.
Alcuni di essi furono incerti, altri nell'incertezza suscitarono grossi
dissensi. In loro c'è ancora speranza di penitenza perché furono sempre
buoni. Difficilmente qualcuno di loro morrà. 3. Quelli che hanno
consegnato i rami secchi con pochissimo verde, sono coloro che ebbero solo
fede, compiendo poi opere di ingiustizia. Non apostatarono mai da Dio, e
ne portarono volentieri il Nome accogliendo affabilmente nelle loro case i
servi di Dio. All'annunzio di questa penitenza si convertirono subito,
praticando ogni virtù di giustizia. 4. Alcuni di essi, conoscendo le
azioni che fecero, soffrono e soffrono con piacere. Per tutti questi la
dimora è entro la torre". La chiamata per mezzo del Figlio
di Dio LXXVII (11), 1. Dopo aver
terminato la spiegazione su tutti i rami, mi disse: "Va' e riferisci
a tutti che si pentano e vivano in Dio. Il Signore ha avuto pietà e mi ha
mandato per dare a tutti la penitenza, sebbene alcuni non siano degni di
essere salvati per le loro opere. Ma il Signore, poiché è magnanimo,
vuole che sia viva la chiamata per mezzo di suo Figlio". 2. Gli
dissi: "Spero che tutti, Signore, ascoltando queste cose si
pentiranno. Sono convinto che ognuno, conoscendo le proprie opere e
temendo Dio, si pentirà". 3. Rispondendo mi disse: "Quanti si
pentono con tutto il cuore e si purificano dalle loro malvagità
anzidette, senza accrescere di più i loro peccati, riceveranno dal
Signore la guarigione delle loro colpe precedenti, se non sono indecisi in
questi precetti, e vivranno con Dio. Invece, quelli che accrescono le
iniquità e camminano nei desideri di questo mondo, condannano se stessi
alla morte. 4. Tu cammina nei miei precetti e vivrai in Dio. E vivrà in
Dio chiunque cammina in essi e agirà rettamente". 5. Dopo avermi
manifestato questo e parlato di tutto, mi disse: "Ti mostrerò il
resto tra pochi giorni". Nona similitudine Lo Spirito Santo LXXVIII (1), 1. Dopo che io
scrissi i precetti e le similitudini del pastore, angelo della penitenza,
egli venne da me e mi disse: "Voglio mostrarti quanto ti manifestò
lo Spirito Santo nella figura della chiesa. Lo Spirito è il figlio di
Dio. 2. Eri molto debole nella carne e non ti fu rivelato per mezzo
dell'angelo. Quando ti irrobustisti nello spirito e fosti forte della tua
forza, in modo da poter vedere anche l'angelo, allora ti fu manifestata,
mediante la chiesa, la costruzione della torre. Hai visto bene e con
venerazione ogni cosa come da parte di una vergine. Ora da parte di un
angelo vedi per mezzo dello stesso spirito. 3. Bisogna che tu ora impari
con maggiore precisione ogni cosa da me. L'angelo glorioso mi ha indotto
ad abitare nella tua casa perché tu vedessi tutto con coraggio e non con
timore come prima". 4. Mi portò in Arcadia, su un monte a forma di
mammella. Mi fece sedere sulla cima e mi mostrò una grande pianura e nel
suo orizzonte dodici monti, dei quali chi aveva un aspetto chi un altro.
5. Il primo nero come la fuliggine; il secondo spoglio, senza erbe; il
terzo pieno di spine e di triboli; 6. il quarto con erbe mezzo secche,
verdi nella parte superiore, secche nella parte verso le radici; certe
erbe quando il sole scottava divenivano secche. 7. Il quinto monte era
assai scabroso e aveva erbe verdi. Il sesto monte era pieno di crepacci
grandi e piccoli. I crepacci avevano le erbe che non erano molto
rigogliose ma come appassite. 8. Il settimo monte aveva erbe floride e
tutto il monte era fiorente e vi pasceva ogni specie di animali e di
uccelli. Più vi pascevano animali ed uccelli più crescevano le erbe del
monte. L'ottavo monte era pieno di sorgenti, e si abbeverava ogni specie
di creature del Signore alle sorgenti di questo monte. 9. Il nono monte
non aveva assolutamente acqua ed era del tutto deserto. Vi abitavano fiere
e serpenti mortiferi che uccidevano gli uomini. Il decimo monte aveva
alberi giganti ed era del tutto ombroso e all'ombra degli alberi le pecore
giacevano riposandosi e ruminando. 10. L'undecimo monte era molto
alberato. Gli alberi erano fruttiferi e coperti di frutti diversi e chi li
vedeva desiderava mangiarli. Il dodicesimo monte era bianco, con una vista
ridente. In sé il monte era meraviglioso. Guardare avanti LXXIX (2), 1. Mi mostrò in mezzo
alla pianura una grande roccia bianca che vi emergeva. La roccia, più
alta delle montagne, era quadrangolare, tale da poter contenere tutto il
mondo. 2. La roccia era antica ed aveva una porta scavata; lo scavo della
porta sembrava recente. La porta splendeva più del sole, ed io mi
meravigliai di tale splendore. 3. Intorno alla porta vi erano dodici
vergini. Le quattro che occupavano gli angoli sembravano più gloriose;
anche le altre erano gloriose. Stavano alle quattro parti della porta a
due a due le vergini a mezza distanza. 4. Vestivano una tunica bianca ed
erano cinte splendidamente con la spalla destra fuori, come per portare
qualche peso. Così erano pronte, molto liete e volenterose. 5.
Nell'osservare ciò stupivo in me stesso, perché vedevo cose grandi e
gloriose. Ero ancora perplesso per quelle vergini che essendo delicate si
comportavano virilmente, come se dovessero sostenere tutto il cielo. 6. Il
pastore mi dice: "Che vai in te pensando preoccupandoti e attirandoti
tristezza? Le cose che non puoi capire non trattarle come se tu fossi
pieno di senno, ma prega il Signore di ottenere l'intelligenza per
comprenderle. 7. Tu non puoi vedere quello che è dietro di te, guarda
quello che ti è davanti. Non ti tormenti quello che non puoi vedere.
Domina le cose che vedi e non ti angustiare delle altre. Ti spiegherò
tutte le cose che ti mostrerò. Considera il resto". La costruzione della torre LXXX (3), 1. Vidi che erano
arrivati sei uomini alti, venerabili e simili di aspetto. Chiamarono una
moltitudine di persone e quelli che venivano erano alti, molto belli e
forti. I sei uomini comandarono loro di costruire una torre sulla roccia.
Si ebbe un grande frastuono tra gli uomini che erano venuti a costruire la
torre e che correvano intorno alla porta. 2. Le vergini che stavano
intorno alla porta esortavano gli uomini a costruire la torre. Esse
stendevano le mani come se dovessero ricevere qualche cosa dagli uomini.
3. I sei uomini comandarono che dal fondo si estraessero delle pietre e si
portassero alla costruzione della torre. Vennero estratte dieci pietre
quadrate, lucenti e non ritagliate. 4. I sei uomini chiamarono le vergini
e comandarono loro di portare tutte le pietre da sistemare nella
costruzione della torre, di passare per la porta e di porgerle agli uomini
che stavano costruendo la torre. 5. Le vergini mettevano l'una sull'altra
le prime dieci pietre estratte dal fondo e, insieme, una per volta le
trasportavano. Non affaticarsi invano LXXXI (4), 1. Come stavano intorno
alla porta, così portavano le pietre le vergini che apparivano vigorose e
che erano piazzate agli angoli della roccia. Le altre si erano messe dai
lati e trasportavano tutte le pietre. Attraverso la porta, come era stato
comandato, le porgevano agli uomini che le ricevevano per la costruzione
della torre. 2. La costruzione della torre aveva luogo sopra la grande
roccia e la porta. Le dieci pietre furono adattate e riempirono tutta la
roccia, divenendo il fondamento della costruzione della torre. La roccia e
la porta sostenevano tutta la torre. 3. Dopo le dieci pietre, si
estrassero dal fondo venticinque pietre che ugualmente furono adattate
alla costruzione della torre, portate dalle vergini come le precedenti.
Dopo queste si estrassero trentacinque pietre che ugualmente furono
adattate alla costruzione della torre. Dopo queste si estrassero quaranta
altre pietre e furono impiegate nella costruzione della torre. Si fecero
quattro file nelle fondamenta della torre. 4. Si cessò allora di estrarle
dal fondo e i costruttori si riposarono un poco. Di nuovo i sei uomini
comandarono alla moltitudine di popolo di portare dai monti le pietre per
la costruzione della torre. 5. Da tutti i monti le pietre di vari colori
tagliate venivano portate dagli uomini e consegnate alle vergini. Poi le
vergini le passavano attraverso la porta e le porgevano per la costruzione
della torre. E quando le varie pietre furono messe in opera divennero
uguali di color bianco, cambiando i colori di prima. 6. Alcune furono
consegnate dagli uomini per la costruzione e non diventavano lucenti. Come
furono poste, così furono trovate. Non erano state consegnate dalle
vergini né passate per la porta. Queste erano pietre che non si
addicevano alla costruzione della torre. 7. I sei uomini videro che queste
pietre non erano adatte alla costruzione ed ordinarono che fossero tolte e
riportate nel luogo ove erano state estratte. 8. Dissero alle persone che
trasportavano le pietre: "Assolutamente non consegnate pietre per la
costruzione. Collocatele vicino alla torre affinché le vergini, facendole
passare attraverso la porta, le utilizzino nella costruzione. Se non sono
recapitate dalle mani delle vergini attraverso la porta, non possono
cambiare i loro colori. Dunque non vi affaticate invano". Andiamo alla torre LXXXII (5), 1. Si terminò in quel
giorno la costruzione, ma la torre non fu finita. La costruzione doveva
riprendere e ci fu una sospensione di lavoro. I sei uomini comandarono che
tutti i costruttori si ritirassero un poco e si riposassero e che le
vergini non si allontanassero dalla torre. Mi sembrava che le vergini
fossero lasciate a custodire la torre. 2. Dopo che tutti si allontanarono
a riposare, dissi al pastore: "Perché, signore, non è stata
compiuta la costruzione della torre?". Mi rispose: "Giammai può
essere finita la torre se non viene il suo padrone ed esamina la
costruzione. Se si trovano pietre rovinate egli le cambia. La torre si
costruisce secondo la sua volontà". 3. "Signore, volevo sapere
che cosa significa la costruzione di questa torre, la roccia, la porta, i
monti, le vergini, le pietre scavate dal fondo e non ritagliate, ma messe
così in opera nella costruzione. 4. Inoltre, perché furono poste nelle
fondamenta prima dieci pietre, poi venticinque, poi trentacinque, poi
quaranta e cosa significano le pietre entrate nella costruzione e di nuovo
tolte e rimesse al loro posto. Su queste cose appaga l'anima mia e fammele
conoscere". 5. "Se non sarai curioso, dice, conoscerai tutto.
Tra pochi giorni verremo qui e vedrai il resto che accadrà in questa
torre e conoscerai con esattezza tutte le similitudini". 6. Dopo
pochi giorni venimmo nel luogo, dove ci eravamo seduti, e mi disse:
"Andiamo alla torre, sta venendo ad esaminarla il padrone".
Andammo alla torre e non vi era nessuno, solo le vergini. 7. Il pastore
chiese alle vergini se c'era il padrone della torre. Esse risposero che
sarebbe venuto ad esaminare la costruzione. Le pietre della costruzione LXXXIII (6), 1. Ecco che vedo poco
dopo venire una schiera di uomini ed in mezzo a loro uno tanto alto che
sovrastava la torre. 2. I sei uomini che dirigevano la costruzione
camminavano con lui a destra e a sinistra. Insieme si trovavano anche
tutti quelli che avevano lavorato alla costruzione e l'attorniavano molti
altri uomini insigni. Le vergini che custodivano la torre gli corsero
incontro, lo baciarono e incominciarono a camminare con lui intorno alla
torre. 3. Quell'uomo osservava accuratamente la costruzione e toccava una
ad una le pietre. Con una verga in mano le percuoteva. 4. Quando toccava
le pietre, alcune divenivano nere come fuliggine, altre o scabrose, o con
fessure, o mutile, o né bianche né nere, o ruvide e non combacianti con
le altre, infine altre con molte macchie. Tali erano le varietà delle
pietre trovate difettose nella costruzione. 5. Comandò che tutte queste
fossero tolte dalla torre e depositate vicino e che fossero invece portate
altre pietre da collocare al loro posto. 6. I costruttori gli chiesero da
quale monte volesse che si portassero per rimpiazzarle. Non ordinò che
fossero estratte dai monti, ma da una pianura vicina. 7. Fu scavata la
pianura e si trovarono pietre lucenti quadrangolari e alcune tonde. Le
pietre che erano nella pianura furono tutte estratte e portate dalle
vergini attraverso la porta. 8. Furono ritagliate le pietre quadrangolari
e situate al posto di quelle scartate. Le tonde non venivano utilizzate
nella costruzione, perché dure e si facevano lentamente tagliare. Furono
depositate vicino alla torre perché dovevano essere ritagliate e
adoperate nella costruzione. Erano molto splendenti. Le pietre scartate dalla
costruzione LXXXIV (7), 1. Ciò terminato,
l'uomo glorioso, il signore di tutta la torre, chiamò a sé il pastore e
gli affidò tutte le pietre depositate presso la torre e che erano state
scartate dalla costruzione e gli disse: 2. "Pulisci diligentemente
queste pietre e poni in opera, nella costruzione della torre, quelle che
possono combaciare con le altre, e quelle che non combaciano gettale
lontano dalla torre". 3. Ordinato questo al pastore, con tutti quelli
che erano venuti con lui, andò via dalla torre. Le vergini rimanevano
intorno alla torre per custodirla. 4. Chiesi al pastore: "Dopo che
sono state scartate, in che modo queste pietre possono entrare nella
costruzione?". Egli rispondendo mi disse: "Vedi queste
pietre?". "Le vedo, signore". "Io, riprese l'altro,
lavorerò la maggior parte di queste pietre, le getterò nella costruzione
e combaceranno con le altre". 5. "In che modo, chiesi,
risquadrate possono occupare lo stesso spazio?". Rispondendo mi
disse: "Quelle che si trovano piccole saranno situate nel mezzo della
costruzione, quelle più grandi saranno poste dalla parte esterna e
cementeranno le altre". 6. Avendomi spiegato questo, mi disse:
"Andiamo e, tra due giorni, ritorniamo e puliremo queste pietre e le
metteremo nella costruzione. Bisogna che sia ripulito tutto ciò che si
trova intorno alla torre. Se all'improvviso ritorna il padrone, trovando
tutto sporco intorno alla torre, si sdegnerà. Queste pietre non
entreranno nella costruzione della torre e agli occhi del padrone sembrerò
negligente". 7. Dopo due giorni ritornammo alla torre e mi disse:
"Ispezioniamo tutte le pietre e vediamo quelle che possono entrare
nella costruzione". Acconsentii: "Signore, esaminiamole". L'esame delle pietre nere LXXXV (8), 1. Ad incominciare,
esaminammo prima le pietre nere. Come furono scartate dalla costruzione,
così le trovammo. Il pastore dispose che fossero portate via dalla torre
e messe in disparte. 2. Esaminò le scabrose e ne prese a squadrare molte,
ordinando che le vergini le pigliassero e le sistemassero nella
costruzione. Le vergini le presero e le collocarono nel mezzo della
costruzione della torre. Ordinò che le rimanenti fossero sistemate con le
nere, poiché furono trovate anch'esse nere. 3. Poi esaminò quelle con le
fessure; ne squadrò molte e dispose che mediante le vergini fossero
portate alla costruzione. Furono collocate dalla parte esterna, perché si
trovavano più sane. Le altre, per il numero grande delle fessure, non
potevano essere squadrate e, per questa ragione, furono scartate dalla
costruzione della torre. 4. Ispezionò poi le pietre mutile, molte di esse
furono trovate nere, altre avevano fatto grandi fessure e ordinò che
anche queste fossero poste tra le scartate. Dopo aver pulito e squadrato
le pietre di avanzo, dispose di porle nella costruzione. Le vergini le
presero e le adattarono nel mezzo della costruzione della torre; erano,
infatti, molto deboli. 5. Poi ispezionò le mezzo bianche e le mezzo nere;
di queste molte furono trovate nere. Dispose che anche queste fossero
portate con quelle scartate. Le rimanenti furono prese dalle vergini;
essendo bianche furono adattate dalle stesse vergini alla costruzione.
Furono poste all'esterno, perché erano sane e potevano reggere quelle che
erano nel mezzo. Nulla fu da esse tagliato. 6. Poi esaminò le dure e
scabrose e poche di esse furono rigettate perché non potevano essere
squadrate. Erano troppo dure. Le altre furono squadrate, portate dalle
vergini e situate nel mezzo della costruzione della torre; erano, infatti,
assai deboli. 7. Poi ispezionò quelle con le macchie e di queste
pochissime erano nere e furono deposte presso le altre. Le rimanenti erano
lucenti e forti. Furono adattate alla costruzione dalle vergini e, per la
loro compattezza, furono poste dalla parte esterna. La torre come un monolito LXXXVI (9), 1. Poi venne ad
esaminare le pietre bianche e tonde e mi disse: "Che facciamo di
queste pietre?". "Che so io, signore?" gli risposi.
"Nulla proprio ne pensi?", mi replicò. 2. Gli dissi:
"Signore, non ho quest'arte, non sono tagliapietre e non posso
intendermene". "Non le vedi, mi soggiunse, che sono troppo
tonde? Se voglio renderle quadrangolari, molto bisogna tagliarne. D'altra
parte per forza bisogna situarle nella costruzione". 3.
"Signore, se è per forza, perché sei imbarazzato, e non scegli per
la costruzione quelle che vuoi e le adatti allo scopo?". Scelse le più
grandi e splendenti e le squadrò. Le vergini, presele, le adattarono alla
parte esterna della costruzione. 4. Quelle di avanzo furono prese e
riposte nel piano ove furono estratte. Non furono rigettate, perché,
disse, rimane un po' della torre da ricostruire. Il padrone della torre
assolutamente vuole che queste pietre si adattino alla costruzione perché
sono lucenti. 5. Furono chiamate dodici donne, di tipo distintissimo,
vestite di nero, cinte con le spalle in fuori e i capelli sciolti. A me
pareva che queste donne fossero selvagge. Il pastore comandò loro di
prendere le pietre scartate dalla costruzione e di riportarle sui monti,
da dove erano state estratte. 6. Esse, liete, tolsero e portarono via
tutte le pietre e le posero ove erano state prese. Dopo che furono tolte
tutte le pietre e non più una rimaneva intorno alla torre, il pastore mi
disse: "Giriamo intorno alla torre e vediamo che non ci sia qualche
cosa di difettoso". Ed io girai con lui. 7. Il pastore era molto
allegro perché vedeva che la torre era di magnifica struttura. Davvero,
la torre era di una costruzione tale che io vedendola la invidiavo. Era
costruita come se fosse di una sola pietra non avendo nessuna giuntura. La
pietra pareva come scavata dalla roccia. Sembrava che fosse un monolito. La pulizia intorno alla torre LXXXVII (10), 1. Camminavo con lui
ed ero lieto nel vedere cose tanto belle. Il pastore mi disse: "Va',
e portami la calce viva e il coccio sottile per riempire le forme delle
pietre asportate e messe in opera nella costruzione. Bisogna che intorno
alla torre sia tutto uguale". 2. E feci come ordinò e gli recai
tutto. "Aiutami, mi disse, e subito il lavoro sarà compiuto".
Riempì le forme delle pietre messe in opera e dispose che si scopasse
intorno alla torre e si facesse pulizia. 3. Le vergini presero le scope,
spazzarono e tolsero tutte le immondizie dalla torre e sparsero l'acqua.
Il posto della torre divenne ridente e grandioso. 4. Mi disse il pastore:
"Tutto è stato pulito; se viene il padrone a vedere la torre non avrà
nulla da rimproverarci". Ciò detto voleva partire. 5. Gli presi la
bisaccia e cominciai a scongiurarlo per amore del Signore che mi spiegasse
quello che mi aveva mostrato. Mi disse: "Ho da fare un poco e poi ti
spiegherò tutto. Aspettami sino a quando torno". 6. Gli dissi:
"Signore, stando solo qui, cosa farò?". "Non sei solo, mi
replicò, con te sono queste vergini". "Allora affidami ad
esse". Il pastore le chiamò e disse loro: "Vi affido lui sino a
quando torno" e partì. 7. Io fui solo con le vergini. Esse erano
molto gioiose e ben disposte nei miei riguardi. Specialmente le quattro più
onorate. Ho mangiato le parole del Signore LXXXVIII (11), 1. Le vergini mi
dissero: "Oggi il pastore non ritorna qui". "Che cosa farò
io?". "Aspettalo sino a questa sera. Se ritorna parlerà con te,
se non viene resterai con noi sino a quando ritorna". 2. "Lo
aspetterò sino a sera. Se non viene me ne andrò a casa e ritornerò la
mattina". Rispondendo mi dissero: "Fosti a noi consegnato e non
potrai andartene". 3. "Ma dove mi fermerò?".
"Dormirai con noi come fratello, non come marito. Sei nostro fratello
e ormai abiteremo con te, troppo ti amiamo". Io mi vergognavo di
rimanere con loro. 4. Quella che pareva il loro capo incominciò a
baciarmi e ad abbracciarmi. Le altre, nel vedere quella che mi
abbracciava, incominciarono anch'esse a baciarmi e a condurmi intorno alla
torre e a scherzare con me. 5. Diventato quasi più ringiovanito,
incominciai anch'io a scherzare con loro. Alcune facevano danze corali,
altre ballavano, altre ancora cantavano. Io in silenzio con loro camminavo
intorno alla torre e gioivo. 6. Fattosi tardi volevo ritornarmene a casa,
esse non permisero e mi trattennero. Rimasi con loro la notte e dormii
vicino alla torre. 7. Le vergini distesero a terra le loro tuniche di lino
e mi fecero adagiare vicino a loro. Altro non facevano che pregare, ed io
pregavo senza interruzione e non meno di loro. Le vergini erano contente
che io pregassi. Rimasi lì con le vergini sino alla seconda ora
dell'indomani. 8. Venne poi il pastore e disse alle vergini: "Gli
avete fatto violenza?". "Interroga lui, risposero". Gli
dissi: "Signore, sono stato contento di rimanere con loro". Mi
domandò: "Che cosa hai mangiato?". "Ho mangiato le parole
del Signore, tutta la notte". "Ti hanno trattato bene?".
"Sì, bene". 9. "Ora, disse, cosa vuoi ascoltare
prima?". "Nell'ordine che mi hai fatto vedere da principio. Ti
prego, signore, come ti interrogherò così tu chiarisci". "Come
tu vuoi, mi disse, così ti spiegherò e assolutamente nulla ti nasconderò".
La roccia e la porta LXXXIX (12) 1. "Prima di
tutto, signore, spiegami questo: chi è la roccia e la porta".
"La roccia e la porta sono il figlio di Dio". "Come mai,
gli chiesi, la roccia è antica e la porta è nuova?". "Ascolta,
insensato, e comprendi. 2. Il figlio di Dio è generato prima di ogni
creatura, per essere consigliere del Padre nella creazione. Per questo la
roccia è antica". "Ma la porta, domandai, perché è
nuova?". 3. "Perché si manifestò negli ultimi giorni della
fine. Per questo ci fu una porta nuova, perché quelli che devono salvarsi
entrino nel regno di Dio attraverso di essa. 4. Hai visto che le pietre
fatte passare per la porta furono messe nella costruzione della torre e
che quelle non fatte passare di nuovo sono state riportate al loro
posto?". "Ho visto". "Così, disse, nessuno entrerà
nel regno di Dio, se non prende il suo santo nome. 5. Se tu vuoi entrare
in una città e la città è cinta intorno dalla fortezza di mura e non ha
che una sola porta, puoi entrare nella città senza passare per la porta
che ha?". Risposi: "E come può essere diversamente?".
"Se non puoi entrare nella città che per quella porta, così nel
regno di Dio l'uomo non può entrare diversamente, se non mediante il nome
del suo amato Figlio. 6. Hai visto la moltitudine che costruiva la
torre?". "L'ho vista". "Quelli sono tutti angeli
gloriosi; per mezzo loro il Signore è stato cinto da una fortezza di
mura. La porta è il figlio di Dio, essa è il solo accesso al Signore.
Nessuno diversamente potrà andare da Lui se non attraverso suo Figlio. 7.
Hai visto i sei uomini e in mezzo a loro l'uomo glorioso e grande che
camminava intorno alla torre ed esaminava le pietre della
costruzione?". "L'ho visto". 8. "L'uomo glorioso è il
figlio di Dio e i sei sono gli angeli gloriosi che lo rafforzano a destra
e a sinistra. Nessuno di questi angeli gloriosi arriverà a Dio senza di
lui. Chi non prende il Suo nome non entrerà nel regno di Dio". La torre è la Chiesa XC (13), 1. "La torre,
chiedo, chi è?". "La torre è la Chiesa". 2. "Le
vergini chi sono?". "Sono gli spiriti santi. Diversamente l'uomo
non può trovarsi nel regno di Dio, se non lo rivestono della loro veste.
Se tu prendi solo il nome e non prendi la loro veste, nulla ti gioverà.
Queste vergini sono le potenze del figlio di Dio. Se porti il nome e non
porti la sua fortezza, invano sarai portatore del suo nome. 3. Le pietre
che hai visto rigettare - egli aggiunse - portavano il nome, ma non
indossavano l'abito delle vergini". "Come, signore, è l'abito
loro?". "I nomi stessi sono l'abito loro. Chi porta il nome del
figlio di Dio, deve anche portare il nome di esse. Il figlio di Dio porta
il nome di queste vergini. 4. Le pietre che vedesti entrare nella
costruzione della torre consegnate dalle loro mani e situate nella
costruzione, sono quelli rivestiti della fortezza di queste vergini. 5.
Perciò vedi la torre divenuta una pietra sola con la roccia. Così anche
quelli che hanno creduto al Signore, per mezzo di suo figlio, ed hanno
rivestito questi spiriti saranno un solo spirito, un corpo solo e di un
solo colore delle loro vesti. La dimora nella torre è di questi che
portano il nome delle vergini". 6. "Signore, perché le pietre
scartate furono scartate? Passarono attraverso la porta e per le mani
delle vergini furono messe in opera nella costruzione della torre".
"Poiché ti sta a cuore tutto e vuoi sapere con diligenza, ascoltami
sulle pietre scartate. 7. Questi presero tutti il nome del figlio di Dio e
presero la virtù di queste vergini. Ricevuti questi spiriti furono
rafforzati e con i servi di Dio costituivano un solo spirito, un sol corpo
e un solo abito. Pensavano le stesse cose e praticavano la giustizia. 8.
Dopo un certo tempo furono persuasi dalle donne che hai visto vestite di
nero, con le spalle in fuori, i capelli sciolti e di belle fattezze.
Vedendole, le desiderarono e si rivestirono della loro indole, ma smisero
l'abito e la virtù delle vergini. 9. Questi furono respinti dalla casa di
Dio e consegnati a quelle. Quelli che non si lasciarono ingannare dalla
bellezza di queste donne rimasero nella casa di Dio. Ecco la spiegazione
delle pietre scartate". II figlio di Dio ci sorregge XCI (14), 1. Gli dissi: "Se
questi uomini che sono stati tali si pentono, cacciano i desideri di
quelle donne, si rivolgono alle vergini e camminano nella loro virtù e
nelle loro opere, non potranno entrare nella casa di Dio?". 2.
Rispose: "Entreranno se rinunziano alle opere di quelle donne,
assumono la fortezza delle vergini e camminano nella via delle loro opere.
Appunto c'è stato il rinvio dei lavori della costruzione, perché, se si
pentono, possono partecipare alla costruzione della torre. Invece, se non
si pentono, allora altri parteciperanno ed essi saranno respinti per
sempre". 3. Di ogni cosa ringraziai il Signore perché ha avuto
misericordia di tutti quelli che sono chiamati col suo nome, ed ha inviato
l'angelo della penitenza a noi che abbiamo peccato contro di lui. Inoltre
perché ha rinnovato il nostro spirito, mentre eravamo già corrotti e ha
ringiovanito la nostra vita, mentre non avevamo più speranza di vivere.
4. "Ora, signore, spiegami perché la torre non è stata costruita
sul terreno, ma sulla roccia e sulla porta". Mi disse: "Sei
ancora sciocco e insensato?". "Ma io avverto la necessita di
interrogarti su tutto perché non riesco a capire assolutamente nulla.
Sono cose straordinariamente grandi, gloriose e non comprensibili dagli
uomini!". 5. "Ascoltami, mi disse: il nome del figlio di Dio è
grande, infinito e regge tutto il mondo. Se ogni creatura è sorretta dal
figlio di Dio, che ti pare di quelli che sono chiamati da Lui e portano il
suo nome e camminano nella via dei suoi comandamenti? 6. Vedi, dunque, chi
sostiene? Quelli che con tutto il cuore portano il suo nome. Egli è
divenuto il loro fondamento e li regge con amore, poiché non si
vergognano di portare il suo nome". I nomi delle vergini e delle donne
vestite di nero XCII (15), 1. "Dimmi,
signore, i nomi delle vergini e di quelle donne vestite di nero".
"Ascolta, mi fece, i nomi delle vergini più forti che stanno agli
angoli. 2. La prima è Fede, la seconda Continenza, la terza Fortezza, la
quarta Pazienza. Le altre che stanno in mezzo a queste si chiamano:
Semplicità, Innocenza, Castità, Gioia, Verità, Intelligenza, Concordia,
Carità. Chi porta questi nomi e il nome del figlio di Dio potrà entrare
nel regno di Dio. 3. Ascolta, disse, i nomi delle donne vestite di nero.
Tra queste sono più forti quattro: la prima è Infedeltà, la seconda
Intemperanza, la terza Disobbedienza, la quarta Inganno. Le altre che
seguono si chiamano: Tristezza, Malvagità, Libidine, Ira, Menzogna,
Stoltezza, Maldicenza, Odio. Il servo di Dio che porta questi nomi vedrà
il regno di Dio ma non vi entrerà". 4. "E le pietre, signore,
scavate dal fondo e adattate alla costruzione chi sono?". "Le
prime dieci, quelle situate nelle fondamenta, sono la prima generazione;
le venticinque, la seconda generazione dei giusti; le trentacinque, i
profeti di Dio e i suoi servi; le quaranta, gli apostoli e i maestri della
predicazione del figlio di Dio". Perché, signore, le vergini
porgevano anche queste pietre per la costruzione della torre, portandole
per la porta?". "Costoro per primi portarono questi spiriti e
non si separarono affatto gli uni dagli altri, né gli spiriti dagli
uomini, né gli uomini dagli spiriti. Gli spiriti rimasero con loro sino
alla morte. Se non avessero avuto con loro questi spiriti, non sarebbero
stati utili alla costruzione della torre". Il battesimo XCIII (16), 1. "Spiegami
ancora, signore". "Che vuoi sapere?". "Perché avendo
questi spiriti, le pietre estratte dal fondo furono collocate nella
costruzione della torre?". 2. "Avevano bisogno, per essere
vivificate, di passare per l'acqua. Non potevano entrare altrimenti nel
regno di Dio se non morivano alla vita precedente. 3. Questi morti presero
il sigillo del figlio di Dio ed entrarono nel regno di Dio. Infatti,
disse, l'uomo prima che porti il nome del figlio di Dio è morto. Quando
poi prende il sigillo, lascia la morte e riprende la vita. 4. Il sigillo
è l'acqua, gli uomini discendono morti nell'acqua e risalgono vivi. Anche
ad essi fu annunziato questo sigillo e lo usarono per entrare nel regno di
Dio". 5. "Perché, signore, anche le quaranta pietre salirono
con loro dal fondo, avendo già ricevuto il sigillo?". "Perché
questi, gli apostoli e i maestri che annunziarono il nome del figlio di
Dio, addormentati nella potenza e nella fede del figlio di Dio, lo
annunziarono anche a quelli che si erano addormentati prima, e diedero
loro il sigillo della predicazione. 6. Con loro discesero nell'acqua e di
nuovo risalirono. Ma questi discesero vivi e risalirono vivi; quelli,
invece, che si erano addormentati prima, scesero morti e risalirono vivi.
7. Per loro mezzo furono vivificati e conobbero il nome del figlio di Dio.
Perciò risalirono insieme e insieme furono collocati nella costruzione
della torre e collocati senza taglio. Erano morti nella giustizia e nella
purezza, soltanto non avevano il sigillo. Ecco la spiegazione di queste
cose". "Sì signore". Una sola mente e un solo animo XCIV (17), 1. "Ora fammi
sapere dei monti, perché gli uni sono diversi dagli altri e di aspetti
vari". "Ascoltami, disse: questi dodici monti sono le dodici
tribù che abitano il mondo intero. Il figlio di Dio fu annunziato loro
per mezzo degli apostoli". 2. "Ma spiegami, signore, perché i
monti sono vari e di aspetti diversi". "Ascoltami, disse: le
dodici tribù che abitano il mondo intero sono dodici popoli di animo e di
mentalità diversi. Come sono vari i monti che vedi, così le qualità
della mente e l'animo dei popoli. Ti spiegherò il comportamento di
ciascuno". 3. "Prima, signore, dimmi questo: perché, nonostante
la varietà dei monti quando le pietre furono poste nella costruzione
divennero lucenti di un solo colore, come le pietre estratte dal
fondo?". 4. Mi rispose: "Perché tutti i popoli che abitano
sotto il cielo avendo ascoltato e creduto sono stati chiamati col nome del
figlio di Dio. Dopo aver ricevuto il sigillo ebbero una sola mente e un
solo animo, ed una fu la loro fede e carità. Col nome portarono anche gli
spiriti delle vergini. Per questo la costruzione della torre divenne di un
solo colore, lucente come il sole. 5. Dopo essere arrivati allo stesso
punto e aver formato un solo corpo, alcuni di loro si contaminarono.
Furono esclusi dal novero dei giusti e divennero quali erano prima e
piuttosto peggiori". Purificare la Chiesa di Dio XCV (18), 1. "Come, signore,
divennero peggiori avendo conosciuto Dio?". "Chi non ha
conosciuto Dio ed agisce male ha un certo castigo per la sua colpa, chi,
invece, l'ha conosciuto non deve comportarsi male ma bene. 2. Se opera
male chi dovrebbe agire bene, non ti sembra che commette una colpa più
grave di quello che non conosce Dio? Perciò quelli che non conoscono Dio
ed agiscono male sono condannati a morte, ma quelli che hanno conosciuto
Dio ed hanno visto le sue grandezze ed operano male, vengono doppiamente
puniti e muoiono per sempre. Così dunque sarà purificata la Chiesa di
Dio. 3. Come hai visto togliere dalla torre le pietre e consegnarle agli
spiriti malvagi e scartarle, anche delle pietre purificate ci sarà un
corpo solo. Appunto la torre divenne come un solo blocco dopo essere stata
purificata. Così sarà anche la Chiesa di Dio, dopo essere stata
purificata ed aver respinto i malvagi, gli ipocriti, i bestemmiatori, i
dissociati e coloro che commisero ogni specie di iniquità. 4. Dopo che
questi saranno respinti, la Chiesa di Dio sarà un sol corpo, una sola
anima, una sola mente, una sola fede, una sola carità. Il figlio di Dio
allora gioirà e si compiacerà con essi trovando il suo popolo
puro". "Dissi, Signore, tutto è grande e glorioso. 5. Signore,
ripeto, spiegami la virtù e l'azione di ciascuno dei monti, perché ogni
anima che crede nel Signore ascoltando glorifichi il suo nome grande,
meraviglioso e glorioso". "Ascolta, disse, la diversità dei
monti e dei dodici popoli". I credenti del primo e secondo
monte XCVI (19), 1. "I credenti del
primo monte nero sono gli apostati, i bestemmiatori contro il Signore e i
traditori dei servi di Dio. Per questi non c'è penitenza, ma la morte, e
perciò sono neri. La loro razza è iniqua. 2. I credenti del secondo
monte, quello spoglio, sono gli ipocriti e i maestri d'iniquità. Essi
sono simili ai primi, perché non hanno frutto di giustizia. Infatti, come
il loro monte è senza frutto, così tali uomini hanno il nome, ma sono
privi di fede, e nessun frutto di verità è in loro. Per loro c'è
penitenza, se si pentono subito. Se attendono, la morte loro sarà insieme
ai primi". 3. "Perché, signore, gli dissi, per questi c'è
penitenza, mentre per i primi no? Tranne in qualche cosa, le loro azioni
sono le stesse". "Perciò, rispose, c'è penitenza, in quanto
non bestemmiarono il loro Signore, né furono traditori dei servi di Dio.
Per desiderio di guadagno hanno agito ipocritamente ed ognuno insegnò
secondo le passioni dei peccatori. Tuttavia pagheranno una certa pena. Per
loro c'è penitenza poiché non furono né blasfemi, né traditori". I credenti del terzo monte XCVII (20), 1. "I credenti
del terzo monte, che ha spine e rovi, sono i ricchi e le persone coinvolte
in molti affari. I rovi sono i ricchi, le spine sono quelli coinvolti nei
diversi affari. 2. Gli implicati in diversi affari non si uniscono ai
servi di Dio ma se ne tengono lontani soffocati dai loro stessi affari. I
ricchi difficilmente si uniscono ai servi di Dio poiché temono che si
chieda loro qualche cosa, e pertanto difficilmente entreranno nel regno di
Dio. 3. Come tra i rovi è difficile camminare a piedi nudi, così per
loro è difficile entrare nel regno di Dio. 4. Ma per tutti loro c'è la
penitenza, però subito. Per quello che non operarono nel passato, ora
ricuperino i giorni e facciano del bene. Se si pentono e fanno del bene
vivranno in Dio; se, invece, permangono nelle loro azioni, saranno
consegnati a quelle donne che toglieranno loro la vita". I credenti del quarto monte XCVIII (21), 1. "I credenti
del quarto monte, che ha molte erbe, verdi in cima e secche verso le
radici, e alcune inaridite dal sole, sono i dissociati che hanno il
Signore sulle labbra, ma non nel cuore. 2. Per questo la loro base è
secca e non ha forza. Solo le loro parole vivono, mentre le loro opere
sono morte. Essi né vivono né sono morti e sono pertanto simili ai
dissociati. I dissociati, invero, non sono né verdi né secchi, né
vivono né sono morti. 3. Come le erbe vedendo il sole si disseccano, così
anche i dissociati, quando sentono la persecuzione, per la loro viltà
sacrificano agli idoli e si vergognano del nome del loro Signore. 4.
Questi non vivono e non sono morti. Tuttavia, se fanno presto penitenza
potranno vivere. Se non si pentono, sono già consegnati a quelle donne
che toglieranno loro la vita". I credenti del quinto monte XCIX (22), 1. "I credenti del
quinto monte, che ha erbe verdi ed è scabroso, sono i fedeli duri di
comprendonio, arroganti, pieni di sé, che si piccano di sapere tutto e
assolutamente nulla conoscono. 2. Per questa loro arroganza perdettero il
senno e subentrò in loro, con la insensatezza, la demenza. Lodano se
stessi come se avessero intelligenza e desiderano essere maestri, mentre
sono stolti. 3. Per questa esaltazione, molti innalzando se stessi si
resero vani. Un gran demonio è l'arroganza e la vana presunzione! Di essi
molti furono respinti, altri si pentirono, credettero e si sottomisero a
quelli che hanno saggezza, riconoscendo la propria stoltezza. 4. Anche per
altri, come questi, c'è penitenza. Non furono cattivi, ma piuttosto
stolti e insulsi. Essi se si pentono, vivranno in Dio, se non si
pentiranno abiteranno con le donne che esercitano il male contro di
loro". I credenti del sesto monte C (23), 1. "I credenti del
sesto monte, che ha crepacci grandi e piccoli e nei crepacci erbe
inaridite, sono quelli che 2. hanno piccole rotture, cioè, ce l'hanno tra
loro, e per le maldicenze sono divenuti aridi nella fede. Di questi però
molti si pentirono. Anche gli altri quando ascolteranno i miei precetti si
pentiranno. In realtà piccole sono le loro maldicenze e subito si
pentiranno. 3. Quelli che hanno grandi crepacci sono gli ostinati nelle
loro maldicenze, vendicativi e furibondi tra loro. Essi, non ritenuti
adatti alla costruzione, furono gettati via dalla torre. Difficilmente
potranno vivere. 4. Dio e nostro Signore, che domina su ogni cosa ed ha in
suo potere tutto il creato, non ha rancore con quelli che confessano i
loro peccati, ma è misericordioso. Perché l'uomo che è mortale e pieno
di peccati ha rancore contro l'uomo, come se potesse lui perderlo o
salvarlo?. 5. Io, l'angelo della penitenza, vi dico: quanti avete questa
tendenza, allontanatela e pentitevi. Il Signore guarirà i vostri peccati
precedenti se vi purificherete da questo demonio; altrimenti sarete
consegnati a lui per la morte". I credenti del settimo monte CI (24), 1. "I credenti del
settimo monte in cui le erbe erano verdi e ridenti e tutto era fiorente ed
ogni specie di animali e di uccelli si pasceva delle erbe che pur
consumate divenivano più fiorenti, sono quelli 2. che furono sempre
semplici, innocenti e beati, senza alcun disappunto reciproco. Essi,
ognora contenti dei servi di Dio, rivestiti del santo spirito di queste
vergini e avendo sempre compassione di ogni uomo, con le loro fatiche
provvedevano a ciascuno, senza rammarico e senza esitazione. 3. Il
Signore, vedendo la loro semplicità e il loro candore, li ha ricolmati
nelle fatiche delle loro mani e li ha favoriti in ogni loro azione. 4. Io,
angelo della penitenza, dico a voi che tali siete: rimanete così e il
vostro seme non si distruggerà per sempre. Il Signore vi ha provato e vi
ha scritto nel nostro numero. Tutto il vostro seme abiterà con il figlio
di Dio poiché partecipate del suo spirito". I credenti dell'ottavo monte CII (25), 1. "I credenti
dell'ottavo monte, dove erano molte sorgenti ed ogni creatura del Signore
vi si dissetava, sono 2. gli apostoli e i maestri che predicarono a tutto
il mondo, insegnando con purezza e santità la parola del Signore. Essi
non si sono fatti per nulla sviare da passione malvagia, ma hanno sempre
camminato nella giustizia e nella verità, secondo lo Spirito Santo che
hanno ricevuto. La loro strada è con gli angeli". I credenti del nono monte CIII (26), 1. "I credenti del
nono monte deserto, che aveva in sé rettili e fiere nocive che divorano
gli uomini, sono questi. 2. Quelli che hanno macchie sono i diaconi che
amministrarono male e derubarono le vedove e gli orfani. Essi fecero un
loro profitto della diaconia che presero ad amministrare. Se dunque
permangono in questa cupidigia sono morti e non hanno alcuna speranza di
vita. Se si convertono e compiono santamente il loro ministero, potranno
vivere. 3. Gli scabbiosi sono quelli che, rinnegandolo, non si
convertirono al loro Signore. Essi, inariditi e divenuti solitari, non si
sono uniti ai servi di Dio, ma isolati rovinano le loro anime. 4. Come una
vite abbandonata in qualche parte, caduta nella incuria, si rovina e,
isolata dalle erbacce, col tempo diventa selvatica e non è più utile al
suo padrone, così questi uomini, non avendo più fiducia in sé e
inselvatichiti, diventano inutili al loro Signore. 5. Per loro c'è
penitenza, se non vengono trovati rinnegatori dal profondo del cuore. Ma
se qualcuno viene trovato rinnegatore dal profondo del cuore, non so se
potrà vivere. 6. Non dico questo per i nostri giorni perché qualcuno,
avendo rinnegato, si penta. È impossibile che si salvi chi vorrà ora
rinnegare il Suo Signore. Sembra esserci penitenza per quelli che hanno
rinnegato nel passato. Se qualcuno vuole convertirsi sia tempestivo, prima
che la torre sia terminata. Diversamente sarà rovinato a morte dalle
donne. 7. I mutili sono gli ingannatori e i maldicenti. Essi sono le fiere
che vedesti sul monte. Come le fiere con il loro veleno contagiano l'uomo
e l'ammazzano, così le parole di tali uomini contagiano e ammazzano. 8.
Questi sono mutili nella fede per la condotta che hanno in sé. Alcuni si
pentirono e si salvarono. Gli altri come sono possono salvarsi, se si
pentiranno. Se non si pentiranno, morranno da parte di quelle donne di cui
hanno lo spirito". I credenti del decimo monte CIV (27), 1. "I credenti del
decimo monte, dove c'erano alberi che facevano ombra alle pecore, sono 2.
i vescovi e persone ospitali che sempre volentieri ricevettero nelle loro
case i servi di Dio, senza ipocrisia. I vescovi con il loro ministero
protessero continuamente i bisognosi e le vedove, diportandosi sempre con
purezza. 3. Questi sono tutti eternamente protetti dal Signore. Quelli che
ciò operarono sono gloriosi presso il Signore. Il loro posto è già con
gli angeli, se nel servire il Signore persistono sino alla fine". I credenti dell'undecimo monte CV (28), 1. "I credenti
dell'undecimo monte, dove c'erano alberi pieni di frutti di varie specie,
sono 2. quelli che hanno sofferto per il nome del figlio di Dio e che
patirono coraggiosamente con tutto il cuore, dando la loro anima". 3.
Chiesi: "Perché, signore, tutti gli alberi hanno frutti, e dei
frutti alcuni sono più belli?". "Ascolta, mi disse: quelli che
un giorno patirono per il Nome sono gloriosi presso Dio e i peccati di
tutti loro furono rimessi, in quanto patirono per il nome del figlio di
Dio. Ascolta perché i loro frutti sono diversi e alcuni migliori. 4.
Quelli che tradotti alle autorità furono interrogati e non negarono, ma
soffrirono volentieri, sono molto più gloriosi presso il Signore; il loro
frutto è il migliore. Di quelli che furono timorosi e, nel dubbio,
patirono, pensando nel loro cuore se rinnegare o confessare, i frutti sono
inferiori, perché nel loro animo salì una tale intenzione. Cattiva è
questa intenzione che il servo rinneghi il suo Signore. 5. State bene
attenti voi che pensate ciò, che mai una tale intenzione rimanga nei
vostri cuori per morire a Dio. Voi che soffrite per il Nome, dovete
glorificare Dio. Egli vi ha stimato degni di portare questo nome perché
siano risanati tutti i vostri peccati. 6. Reputatevi felici dunque.
Credete pure di aver realizzato un'opera grande, se qualcuno di voi
soffrisse per Dio. Non considerate che il Signore ci dona la vita? I
vostri peccati vi comprimevano e, se non aveste sofferto per il nome del
Signore, sareste morti a Dio per i vostri peccati. 7. Dico questo a quelli
che sono incerti sulla negazione o affermazione. Confessate che avete un
Signore, perché, negandolo, non siate affidati alla prigione. 8. Se i
pagani puniscono i loro servi, se qualcuno rinnega il suo padrone, che
pensate farà a voi il Signore onnipotente? Allontanate questi pensieri
dai vostri cuori per vivere eternamente a Dio". I credenti del dodicesimo monte CVI (29), 1. "I credenti del
dodicesimo monte bianco sono come i bambini innocenti che nessuna malvagità
hanno nel cuore, né conobbero cosa essa sia, ma rimasero sempre
nell'innocenza. 2. Essi abiteranno certamente nel regno di Dio in quanto
non violarono i suoi comandamenti in cosa alcuna. Con innocenza essi
permasero tutti i giorni della loro vita nella stessa saggezza. 3. Quanti,
dunque, persevererete e sarete come bambini senza malizia, dice, sarete più
onorati di tutti quelli prima ricordati. Tutti i bambini sono onorati da
Dio e sono i primi presso di lui. Beati voi se estirpate la cattiveria e
vi rivestite dell'innocenza! Primi fra tutti vivrete in Dio". 4. Dopo
aver terminato le similitudini dei monti gli dico: "Signore, dimmi
ora delle pietre asportate dalla pianura e messe in opera in sostituzione
delle pietre tolte dalla torre, delle rotonde che furono poste nella
costruzione, e delle rotonde che ancora rimangono". Tutte le pietre CVII (30), 1. "Ascolta,
disse, intorno a tutte queste pietre. Le pietre estratte dalla pianura e
poste nella costruzione della torre, al posto di quelle scartate, sono le
radici di questo monte bianco. 2. Tutti i credenti di questo monte bianco
furono trovati innocenti e il Signore della torre dispose che dalle radici
di questo monte essi fossero posti nella costruzione della torre. Sapeva
che, se queste pietre fossero situate nella costruzione della torre,
sarebbero rimaste lucenti e nessuna di esse si sarebbe annerita. 3. Se
avesse preso pietre dagli altri monti, sarebbe stato costretto a visitare
di nuovo la torre e a purificarla. Sono tutti candidi e quelli che hanno
creduto e quelli che crederanno; sono dello stesso genere. Beato questo
genere, perché innocente. 4. Ascolta ora intorno alle pietre rotonde e
splendide che sono tutte di questo monte bianco. Ascolta perché sono
state trovate rotonde. Le loro ricchezze li oscurarono un pochino nella
verità e li offuscarono. Da Dio però non si allontanarono mai, né uscì
della loro bocca parola malvagia, ma ogni giustizia, virtù e verità. 5.
Il Signore pertanto vide il loro animo. Poiché potevano seguire la verità
e rimanere anche buoni, dispose che le loro sostanze fossero diminuite, ma
non tolte del tutto. Essi potevano fare qualche bene con quello che fu
loro lasciato e vivere in Dio, poiché d'indole buona. Perciò furono un
po' ritagliate ed usate nella costruzione di questa torre". Innocenti come bambini CVIII (31), 1. "Le altre che
sono rimaste ancora rotonde e non sono state messe in opera nella
costruzione, poiché non hanno ricevuto il sigillo, sono state rimesse al
loro posto. Sono state trovate assai rotonde. 2. Occorre, invece, che essi
si taglino fuori da questo secolo e dalla vanità delle sue ricchezze, e
allora converranno nel regno di Dio. È necessario che essi entrino nel
regno di Dio. Il Signore benedisse questo genere innocente. Di questo
genere nessuno perirà. Ammettiamo pure che qualcuno di loro, tentato dal
diavolo infame, abbia peccato in qualche cosa: egli subito ricorrerà al
suo Signore. 3. Io angelo della penitenza vi reputo tutti beati. Siete
innocenti come i bambini, perché la vostra stirpe è buona ed onorata
presso Dio. 4. Dico poi a voi tutti che avete ricevuto questo sigillo, di
osservare la semplicità, di non essere vendicativi, di non persistere
nella vostra malizia o nel ricordo dell'amarezza delle offese, di
diventare ognuno un solo spirito, di riparare e togliere da voi le
permalose scissioni, perché il padrone delle pecore ne abbia a godere. 5.
Se le troverà tutte sane e nessuna sviata, godrà. Se poi ne troverà
qualcuna sviata, guai ai pastori. 6. Se gli stessi pastori saranno trovati
sviati, che cosa potranno dire al padrone del gregge? Potranno forse dire
di essere stati sviati dal gregge? Non si presterà loro fede. È
incredibile che il pastore abbia sofferto qualche cosa da parte del
gregge. Sarà punito di più per la sua menzogna. Anche io sono pastore e
bisogna che renda un rigoroso conto di voi". Il Signore ama la pace CIX (32), 1. "Curatevi,
dunque, finché la torre si sta costruendo. 2. Il Signore abita negli
uomini che amano la pace. A Lui, invero, è cara la pace. È invece,
lontano dai litigiosi e dai maliziosi. Rendetegli lo spirito integro come
lo avete ricevuto. 3. Se tu dai alla lavanderia un vestito nuovo e non
strappato, lo vuoi riavere sano. Se la lavanderia te lo darà strappato,
lo riprenderai? Non ti riscalderai con male parole dicendo: ti ho dato un
abito sano, perché lo hai lacerato rendendolo inutile? Per lo squarcio
che vi hai fatto, non può essere usato. Dunque, per lo strappo nel tuo
abito non dirai tutte queste parole alla lavanderia? 4. Se ti duoli del
tuo abito e ti lagni che non l'hai ricevuto sano, che cosa pensi che ti
farà il Signore? Egli ti diede lo spirito sano, e tu lo rendesti del
tutto inutile, in modo che non può servire affatto al suo Signore. L'uso
di esso incomincia ad essere inutile, se da te viene corrotto. Il padrone
dello spirito per questo fatto non ti colpirà a morte?". 5.
"Certo, dissi, colpirà tutti quelli che serbano rancore".
"Non calpestate la sua clemenza, ma piuttosto onoratelo perché è
tanto paziente per i vostri delitti. Egli non è come voi. Fate, dunque,
una penitenza utile per voi". La forma delle pietre CX (33), 1. "Io pastore,
angelo della penitenza, ho manifestato e detto ai servi di Dio tutte
queste cose che sono state scritte sopra. Potrete vivere se crederete e
udirete le mie parole, camminando in esse e raddrizzando le vostre vie. Se
poi permarrete nella malizia e nella vendetta, nessuna di tali persone
potrà vivere in Dio. Tutte le cose che dovevo dirvi sono state
dette". 2. Mi disse lo stesso pastore: "Mi hai interrogato su
tutto?". Gli risposi: "Sì, signore". "Perché non mi
hai interrogato intorno alla forma delle pietre messe in opera nella
costruzione dopo averle perfezionate?". "Me ne sono dimenticato,
signore". 3. "Ascoltami ora intorno a queste. Sono coloro che,
ora, hanno ascoltato i miei precetti ed hanno fatto penitenza con tutto il
cuore. Il Signore, avendo visto che la loro penitenza era buona e pura e
che potevano perseverare in essa, ordinò che i precedenti peccati fossero
cancellati. Quelle forme, infatti, erano i loro peccati e furono spianate
perché non risultassero". Decima similitudine Vincere ogni cupidigia e dolcezza
del mondo CXI (1), 1. Dopo aver scritto
questo libro l'angelo che mi aveva consegnato a questo pastore venne nella
casa in cui ero. Si sedette sul letto e il pastore rimase alla destra. Mi
chiamò e mi disse: 2. "Ho affidato te e la tua casa a questo
pastore, perché tu possa essere protetto da lui". "Sì, dissi,
signore". "Se vuoi essere protetto da ogni vessazione e da ogni
violenza, se vuoi avere successo in ogni opera buona e parola e avere ogni
virtù di giustizia, cammina nei precetti che ti diedi, e potrai superare
ogni malvagità. 3. Se tu osservi i suoi precetti, vincerai ogni cupidigia
e dolcezza di questo secolo, e ti seguirà il successo in ogni buona
impresa. Accogli in te la sua santità e la sua modestia e fai sapere a
tutti che egli è in grande onore e dignità presso il Signore. Egli
detiene una grande potenza e la sua funzione è forte. A lui solo per
tutto il mondo è stato conferito il potere della penitenza. Non ti sembra
potente? Ma voi disprezzate la sua prudenza e moderazione che ha nei
vostri riguardi". Le grandezze del Signore CXII (2), 1. Gli dissi:
"Interrogalo, signore, se da quando è in casa mia io ho fatto
qualche cosa contraria che l'abbia offeso". 2. "So, disse, che
tu nulla hai fatto e farai in contrario. Ti dico questo perché tu possa
perseverare. Egli mi ha parlato bene e con stima di te. Tu fai sapere agli
altri queste parole, perché quelli che fecero o staranno per fare
penitenza abbiano gli stessi sentimenti tuoi. Egli ne sarà interprete
presso di me ed io presso il Signore". 3. "Ed io, gli dissi,
manifesterò ad ogni uomo le grandezze del Signore. Spero che tutti quelli
che prima peccarono, se odono queste cose, per recuperare la vita,
volentieri faranno penitenza". 4. "Permani in questo ministero e
portalo a termine. Quelli che poi praticano i suoi precetti avranno vita e
avranno un grande onore presso il Signore. Quanti, invece, non osservano i
suoi precetti, si allontanano dalla vita e lo disprezzano. Ma lui presso
Dio ha il suo onore. Quelli che lo disprezzano, non seguendo i suoi
precetti, si consegnano alla morte e ciascuno diviene reo del proprio
sangue. Ti raccomando di ubbidire a questi precetti, e avrai il rimedio
dei peccati". La casa pulita CXIII (3), 1. "Ti ho inviato
le vergini perché abitino con te ed ho notato che ti sono affabili. Le
tieni come ausiliarie perché tu possa osservare meglio i Suoi precetti.
Non può accadere che senza di queste vergini siano osservati. Vedo pure
che esse volentieri stanno con te. Ma io pregherò loro che non si
allontanino dalla tua casa. 2. Soltanto pulisci la tua casa, perché
volentieri abiteranno in una casa pulita. Esse, invero, sono pure, caste e
industriose ed hanno ogni grazia presso il Signore. Pertanto se avranno la
tua casa pulita rimarranno con te; se ci sarà un po' di sporcizia subito
si allontaneranno dalla tua casa. Queste vergini non amano affatto
sporcizia alcuna". 3. Gli dissi: "Spero, signore, di piacere ad
esse perché abitino sempre volentieri nella mia casa. Come questo a cui
mi hai affidato non si lagna di me, neppure esse si lagneranno di
me". 4. Disse a quel pastore: "Noto che il servo di Dio vuol
vivere. Egli osserverà questi precetti e porrà le vergini in
un'abitazione pulita". 5. Avendo detto ciò, mi affidò di nuovo al
pastore, e chiamate le vergini disse loro: "Poiché vedo che voi
abitate volentieri nella casa di costui, vi affido lui e la casa sua e non
allontanatevene mai". Esse, invero, ascoltarono volentieri queste
parole. Operare incessantemente il bene CXIV (4), 1. Poi mi disse:
"Sii forte in questo compito, mostra ad ogni uomo le grandezze del
Signore, e ne avrai grazia. Chiunque camminerà in questi principi vivrà
e sarà felice nella sua vita. Chiunque, invece, li trascurerà, non vivrà
e sarà infelice nella vita sua. 2. Di' a tutti che non cessino di operare
il bene quanti lo possono. Per loro è vantaggioso compiere le buone
opere. Affermo pure che ogni uomo va sottratto ai disagi. Colui che è
stretto dal bisogno e soffre nella vita quotidiana è in grande tormento e
angustia. 3. Chi sottrae un'anima dalle angustie, si procura una grande
gioia. Chi è vessato da un disagio è afflitto da un tormento e si
angoscia come chi è in catene. Molti, infatti, per tali disgrazie che non
possono sopportare, si danno la morte. Chi conosce la sventura di un uomo
simile e non lo sottrae, commette un grande peccato e diventa reo del suo
sangue. 4. Fate opere buone voi che avete ricevuto dal Signore e non
tardate a farle quando sia terminata la costruzione della torre. Per voi
fu interrotta l'opera della sua costruzione. Se non vi affrettate a fare
il bene, la torre sarà ultimata e ne sarete esclusi". 5. Dopo aver
parlato con me, si alzò dal letto e preso il pastore e le vergini se ne
andò. Mi disse però che mi avrebbe rimandato in casa mia il pastore e le
vergini. |