Pierre Teilhard de Chardin
Dedichiamo questa pagina a Teilhard de Chardin (1881-1955), sacerdote gesuita, geologo e paleontologo, sul quale molto si è discusso e si discute ancora oggi in merito all'ortodossia o meno dei suoi scritti. Cominceremo con il riportare alcuni pensieri scelti tratti dalle sue opere   letterarie. Sono graditi commenti, pareri, giudizi su questo argomento (inviare un'email cliccando in alto a sinistra; verranno pubblicati in un pagina in allestimento).

Pensieri scelti

-    Il Cuore del Nostro Signore è davvero una cosa ineffabilmente bella e sufficiente, che esaurisce ogni realtà e risponde a tutti i bisogni dell'anima. Ci si perde a pensarci

-    Sento che il periodo attuale è per me un tempo prediletto, se voglio veramente che per me il Mondo diventi il Cristo... E' incredibilmente buono inabissarsi in Dio, diventato l'Elemento fondamentale che ci muove e ci forma.

-    Finisce che la Trasfigurazione diventa per me una festa prediletta perchè esprime esattamente ciò che in Nostro Signore mi piace di più e ciò che aspetto più ardentemente da Lui. La beata metamorfosi di tutte le cose si realizzi in noi e sotto i nostri occhi.

-    Nostro Signore mi doni (è necessario!) di essere o una grande luce oppure, sarebbe ancor meglio, un grande esempio, per illustrare questo: l'individuo non è niente in sé; una sola cosa importa: il successo dell'Universo in Christo Jesu>>

-    Con il termine  Cristo-Universale, intendo il Cristo centro organico dell'intero universo: centro organico, al quale, cioè, in definitiva è sospeso fisicamente ogni sviluppo, anche naturale; dell'intero universo, cioè,  non solo della Terra e dell'Umanità, ma di Sirio, d'Andromeda, degli Angeli, di tutte le Realtà da cui dipendiamo fisicamente, da lontano o da vicino (vale a dire, probabilmente, di tutto l'Essere partecipato); dell'intero universo, ancora, non solo cioè dell'impegno morale e religioso, ma parimenti di tutto ciò che tale impegno presuppone, vale a dire di ogni sviluppo del corpo e dello spirito. Questo Cristo-Universale è quello che ci presentano i Vangeli e più particolarmente san Paolo e san Giovanni. E' quello del quale sono vissuti i grandi mistici

-    Di colui che pronuncerà queste parole nell'Aeropago, ci si burlerà come d'un sognatore e lo si condannerà. "Il senso comune lo vede, e la scienza lo verifica: nulla si muove", dirà un primo Saggio. "La filosofia lo decide: nulla può muoversi", dirà un secondo Saggio.  "La religione lo proibisce: nulla si muova", dirà un terzo Saggio. Trascurando questo triplice verdetto, "colui che ha visto" lascerà la piazza pubblica, e tornerà nel seno della Natura ferma e profonda. Là, immergendo lo sguardo nell'immensa ramificazione che lo sorregge e i cui rami si perdono molto lontano al di sotto di lui, in mezzo all'oscuro Passato, egli colmerà ancora una volta la sua anima della contemplazione e del sentimento d'un moto unanime e ostinato, inscritto nella successione degli strati morti e nella distribuzione attuale di tutti i viventi. -Volgendo allora lo sguardo al di sopra di lui, verso gli spazi preparati per le nuove creazioni, egli si consacreà corpo e ed anima, con fede rinsaldata, a un Progresso che trascina e spazza via persino coloro che non ne vogliono sapere. E, con tutto il suo essre fremente di ardonre religioso, lascerà salire alle proprie labbra, verso il Cristo già risorto ma ancora imprevedibilmente grande, questa invocazione, sommo omaggio di fede e d'adorazione: "Deo ignoto" [Al Dio ignoto] (L'avenir de l'homme, note sur le Progrès, 10 agosto 1920, Le Seuil, pp. 35-37)

 

(da: P. Theilard de Chardin, Meditazioni e preghiere cosmiche, Queriniana, Brescia 1994)

 

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