SPIGOLATURE DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA a cura di Cristina Barberis |
da Avvenire del
20/3/2004 Egitto: i cristiani e il dio coccodrilloNel Paese dei faraoni era comune accostare templi
pagani e chiese; durante le persecuzioni la regione del Nilo fu la più
tollerante nei confronti dei cittadini di altra fede. In quegli anni Plinio il Giovane, dalla Bitinia,
informa l'imperatore Traiano sulle numerose denunce contro i cristiani,
ricevendo una risposta che gli suggerisce prudenza e gli impone di accertare
la consistenza di simili delazioni, troppo spesso legate a rancori personali
o a ragioni economiche che possiamo leggere in una famosa lettera. Sono numerose le lettere di cristiani e pagani in cui
colui che l'ha redatta si vanta di collaborare fraternamente con amici di
credo opposto, in perfetta sintonia, e prega il proprio Dio per la salute
dell'altro. Nei tanti villaggi dell'oasi, ancora oggi ben
conservati e oggetto di scavo sistematico, sorge un gran numero di templi
pagani, consacrati alle divinità zoomorfe del vasto pantheon egizio, posti a
partire dal II-III secolo a fianco di cappelle, chiese e basiliche
cristiane. Molto recentemente un'équipe di archeologi dell'Università di
Lecce, guidata dal professor Mario Capasso, ha identificato nel sito di
Soknopaiou Nesos i resti di una struttura religiosa dedicata a Sobek, il dio
coccodrillo, in un'area che a partire dal III secolo ha rivelato
un'importante presenza cristiana, attestata da scritti (inni, preghiere,
testi sacri) e da oggetti cultuali. |
Il Convento rosso e il convento bianco (tratto da Archeo, sett.2003) L'Egitto, terra dei faraoni e dei loro tesori splendidi,
fu la culla del monachesimo, i cui ispiratori furono nel IV secolo da
Antonio e Pacomio. I due santi propugnavano due diversi stili di vita
religiosa: quella da anacoreta e quella cenobitica. Entrambe ebbero molto
seguito, specialmente nel deserto, luogo per eccellenza di preghiera e
contemplazione. Perciò La chiesa racchiusa al suo interno, eretta quasi
certamente prima della metà del V sec., ha uno sviluppo longitudinale ed una
suddivisone a tre navate, scandite da colonne, anche esse di reimpiego. Si
tratta di un edificio molto articolato che, pur
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Il Medioevo in pittura (tratto da Archeo, sett.2003) Il programma del nuovo laboratorio di ricerca, di San Vincenzo al Volturno, uno dei più importanti siti archeologici altomedievali di Europa, è quello di indagare in profondità l'arte figurativa dall'VIII al IX sec. d.C. Oggetto delle cure del laboratorio è, tra gli altri reperti, il complesso abbaziale di san Vincenzo al Volturno, in Molise. Impianto basilicale di notevoli proporzioni, doveva essere " sfavillante come la Gerusalemme celeste dell'Apocalisse" all'epoca del suo splendore, secondo le parole di Francesco Abbate nel I Volume della sua STORIA DELL'ARTE NELL'ITALIA MERIDIONALE (1997) e, da notare, l'apparato decorativo della cripta della basilica "sembra piuttosto pensato per la sala delle udienze di un principe che per la cripta di una chiesa monastica". La Missione archeologica che opera nell'importante complesso, può avvalersi di quattro laboratori: quello informatico, nel quale si gestisce tutto il sapere derivante dallo scavo a livello informatico; il laboratorio di catalogazione e di restauro, ed infine, quello degli affreschi, così pregiati e unici presenti nel complesso benedettino del IX sec. d.C.
La Cattedra di san Pietro Preziosa collaborazione tra il ZentralMuseum di Magonza e il Vaticano I primi contatti del Museo
Centrale di Magonza con i Musei Vaticani furono allacciati negli anni
settanta del secolo appena scorso. Gli organizzatori desideravano esporre nella Mostra una copia della famosa Cattedra di San Pietro. L'esecuzione della copia fu affidata al Museo Centrale di Magonza. L'originale è un'opera del
terzo quarto del IX sec, dono di Carlo il Calvo a papa Giovanni VIII in
occasione della propria incoronazione nell'875. I pontefici del Medioevo
la usarono quale trono ma, già nel XII secolo, Con il consenso del
venerato Papa Paolo VI e l'appoggio della Direzione Centrale dei Musei
Vaticani al Museo Centrale di Magonza fu data la possibilità di studiare
in situ tutte le caratteristiche del prezioso reperto. Perciò nel 1974, grazie ad
una buona documentazione fotografica, furono eseguite due copie esatte
dell'originale: una fu donata allo Stato Vaticano, mentre la seconda era
destinata alla mostra di Ingelheim. Le tavole in avorio che ornano il
Trono furono riprodotte accuratamente sulla base di calchi pre esistenti.
In entrambe le riproduzioni della Cattedra, le lastre, che rappresentano
le dodici fatiche di Eracle, animali fantastici e Segni dello Zodiaco,
furono collocate in ordine diverso da quello in cui si susseguono
attualmente sul trono, poichè si riteneva che quella fosse la sequenza
originale. In effetti, nei numerosi restauri che il manufatto ha subito in
età recente, quasi certamente le lastre d'avorio sono state dapprima tolte
e poi ricollocate arbitrariamente. da Archeo n 8(222) Agosto
2003 GLI APOSTOLI MARTIRI Al Palazzo della Cancelleria, a Roma, si terrà una grande esposizione dal 30 giugno 2000 al 10 dicembre il cui tema verterà sul ricordo e la memoria degli Apostoli che nella città eterna subirono il martirio. L'argomento trattato è strettamente correlato alle celebrazioni giubilari dell'anno in corso. Il soggetto illustra la vita e l'esempio, la predicazione e la morte dei due martiri cui sono dedicate le maggiori basiliche romane, centri del culto giubilare: San Pietro e San Paolo. La mostra "Pietro e Paolo.La storia, il culto, la memoria" (curata da Fabrizio Bisconti, Angela Donati e Elena Cavalcanti e Paolo Liverani) pone come punto focale privilegiato le tombe dei due Apostoli, ovverosia i luoghi della memoria verso i quali da quasi duemila anni si dirige il flusso dei pellegrini. Articolata in cinque sezioni principali, offre molti reperti archeologici datati tra il II ed il V secolo tra cui spiccano bronzi, marmi e avori, vetri, papiri, codici e argenti.
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ARTE CRISTIANA DALLA BULGARIA Ai Mercati Traianei, a Roma, fino al 22 luglio 2000 ci sono in mostra i capolavori (gioielli, reliquiari, oggetti di culto, codici miniati e tessuti preziosi) provenienti dall'arte balcanica di ispirazione cristiana. Raggruppati in un arco di tempo che va dal IV al XIV sec. d.C., gli oggetti della mostra ( che rientra nel novero delle manifestazioni giubilari ed è organizzata dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali, Sovraintendenza ai Beni Culturali) offrono un ampio panorama di tutte le tendenze artistiche delle locali scuole ed anche l'occasione, rara, di poter ammirare nel nostro Paese stupendi oggetti da noi poco conosciuti. Orario: tutti i giorni 9.00-19.00 lunedì chiuso
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Restaurata
la più antica fra le "Porte Sante" La porta della basilica di San Paolo fuori le mura è stata restaurata, con una perfetta opera di restituzione, grazie alla generosità dell'Associazione Comitato Italiano del World Monument Fund. Capolavoro di fattura bizantina, la porta della basilica ha una storia antica: fusa a Costantinopoli nel 1070, è composta di 54 formelle che rappresentano la vita di Gesù, apostoli, profeti e martiri, iscrizioni ed emblemi cristiani. Donata da Pantaleone dei Mauroni di Amalfi alla basilica di San Paolo, quando era retta dal futuro Gregorio VII ( Ildebrando di Soana), la porta è opera di Teodoro e del fonditore Staurachio. Monumento di alto valore epigrafico, grazie al pregio delle iscrizioni presenti in notevole numero, è la terza, in ordine di tempo, di un gruppo di otto porte pregettualmente identiche, realizzate a Costantinopoli nel giro di cinquanta anni e destinate a Roma, Amalfi, Montecassino, Atrani, Salerno, Monte Sant'Angelo e, in numero di due, a Venezia. Le otto porte erano i sontuosi doni che avrebbero dovuto rinsaldare un legame diplomatico tra l'imperatore bizantino, quello germanico e il Papa, per contrastare l'ascesa inarrestabile dei Normanni. Di nuovo accessibili le basiliche di CimitileFinalmente di nuovo accessibili al pubblico le basiliche paleocristiane di Cimitile (NA), grazie ai fondi stanziati per gli interventi legati al Giubileo al di fuori della regione Lazio. Si tratta di un complesso di, almeno, tredici fra chiese e resti di basiliche, tombe, edicole e necropoli, decorati in più parti con mosaici e affreschi. Iniziato nel 1988, il restauro di questo notevole patrimonio, con il recupero di circa 250 tombe di epoche diverse ha visto il consolidamento delle chiese dei Santi Martiri. In particolare della basilica vetus e dell'ex convento. In mostra a Ravenna la scultura bizantina dai Musei di BerlinoDal 15 aprile al 17 settembre 2000, nel Museo Nazionale di Ravenna, sono esposte le collezioni paleocristiane e bizantine degli Staatliche Museen di Berlino. Le opere, di notevole pregio artistico, sono inquadrate tra i secoli IV - XIII, ovvero nel periodo tardo antico fino a quello post bizantino. Tra i reperti di maggior interesse troviamo una statua acefala in porfido rosso di un imperatore, risalente al IV sec. d.C. e due oggetti in avorio: una grande pisside del V secolo d.C., con Cristo in trono nell'atto di insegnare ed il sacrificio di Isacco, e due tavolette rappresentanti Gesù e la S.Vergine della metà del VI secolo. Di matrice medioevale si segnalano paliotti a rilievo, un pannello marmoreo con Vergine orante e due icone di marmo, sempre provenienti da Costantinopoli. |