CONVERSAZIONI DI APOLOGETICA  di Giampaolo Barra - Centro studi "Il Timone"

Conversazioni gentilmente forniteci dall'autore e tenute durante delle trasmissioni a Radio Maria

L'Eucaristia

Le nostre sono conversazioni di apologetica e per  apologetica si intende certamente l’esposizione delle verità di fede, ma anche le ragioni di queste verità.

Per farci comprendere meglio: cercheremo di rispondere sempre ad una domanda elementare: perché crediamo questa verità di fede cattolica? Perché un cattolico professa queste verità di fede? Dove sta scritto, si direbbe con un linguaggio popolare, che un cristiano deve credere questo, deve fare quest’altro, etc. etc.

 Naturalmente, come si conviene ad ogni apologetica, mentre esponiamo le ragioni della fede cattolica, automaticamente cercheremo di confutare, con estrema carità, l’errore di chi non è cattolico, ci chi non crede in Dio o di chi crede in Dio ma professa dottrine errate, sbaglia nel professare le verità di fede.

 Come vedete, l’apologetica ha sempre un duplice risvolto: esposizione della verità e difesa della verità confutando, smascherando, denunciando l’errore. Tutto questo – è il nostro proposito – va fatto con estrema carità, ben sapendo che noi cattolici conosciamo la verità non per nostro merito, ma per Grazia.

E teniamo ben presente che ad ogni cattolico interessa confutare l’errore, combattere l’eresia, non per vincere in qualche disputa, in qualche discussione, ma per svelare a chi non è cattolico la via della vera Fede, via che bisogna percorrere se si vuole ottenere la Vita eterna.

L’esposizione delle ragioni della verità della nostra fede ci deve dare la possibilità di rispondere alle obiezioni che vengono mosse alla fede cattolica, soprattutto dai Testimoni di Geova, ma anche dai Protestanti o di appartenenti a confessioni religiose non cristiane.

Ci accorgeremo, nel corso delle nostre conversazioni, che l’idea secondo la quale i Testimoni di Geova conoscono bene la Bibbia, sono preparati è un’idea che va smontata. Dicendo questo non abbiamo alcun motivo per gioire, perché questa impressione nasce dal fatto che noi cattolici siamo poco preparati, leggiamo e studiamo poco la Parola di Dio e appena siamo di fronte a qualcuno che cita a memoria qualche versetto ne ricaviamo l’impressione di essere di fronte a qualche maestro.

Dunque, io spero che da queste conversazioni possa nascere il fermo proposito di approfondire le verità della fede e le ragioni di queste verità.

Mi farò guidare, per queste mie conversazioni, da alcuni opuscoli molto semplici, adatti a tutti, colti e ignoranti, giovani e adulti, uomini e donne, scritti da un gesuita, Padre Nicola Tornese. Mi preoccuperò di integrare questi opuscoli con altri testi che di volta in volta citerò nelle mie conversazioni.

Veniamo allora, dopo questa premessa al primo argomento. L’Eucaristia. E’ un tema fondamentale della fede cattolica, estremamente profondo e credo di poter dire che ci vuole una certa dose di incoscienza per cercare – come noi stiamo facendo – di trattarlo in una sola conversazione.

Allora, preavvertiamo che cercheremo di essere sintetici e chiari allo stesso tempo, ma non  è nostra intenzione dire tutto ciò che la fede insegna su questo Sacramento. Vogliamo ricordare solo alcuni punti importanti, spiegare come si giustificano, lasciando poi liberi agli amici che leggono di approfondire quello che noi diremo in modo sintetico e superficiale.

La fede cattolica insegna che “l’Eucaristia è il sacramento che, sotto le specie del pane e del vino, contiene realmente Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Nostro Signore Gesù Cristo”.

Per dire che cosa insegna la fede cattolica sull’Eucaristia ho citato letteralmente una bella, sintetica, ma ricchissima e profondissima risposta del catechismo di san Pio X, che ho avuto la grazia di studiare quando ero bambino.

Dunque, insegna la fede cattolica che l’Eucaristia è Gesù stesso, è lo stesso Gesù Cristo che è in Cielo e che nacque da Maria Vergine.

Se ci chiediamo perché la Chiesa insegna che l’Eucaristia è Gesù stesso, la risposta è molto semplice: perché lo ha detto Gesù Cristo ed è chiarissimamente riportato nei Vangeli. I tre Vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, sono di una chiarezza straordinaria. E’ lo stesso dicasi del vangelo di san Giovanni.

Ora, se la nostra fosse una conversazione di catechismo, qui sarebbe il momento di esaminare i passi del Vangelo dove è bel descritta l’istituzione del Sacramento dell’Eucaristia.

Le nostre non sono conversazioni di catechismo, e dunque mi limito a citare soltanto san Matteo, in un brano famosissimo, tratto dal capitolo 26. Ascoltiamolo: “Ora, mentre essi mangiavano (è l’Ultima Cena), Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26, 26-28).

Anche san Paolo, scrivendo la sua prima lettera ai cristiani di Corinto, ci ricorda l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù con queste parole: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, fate questo, ogni volta ce ne bevete, in memoria di me” (1 Cor 11,24-25).

Capite bene che siamo di fronte ad un immenso mistero. Ma crediamo alla verità di questo Mistero perché è stato Gesù Cristo stesso a svelarcelo. Il grande San Tommaso d’Aquino scriveva: “Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo non si può apprendere con i sensi ma con la sola fede, la quale si appoggia sull’autorità di Dio”.

Ora, non tutti quelli che si dicono cristiani credono che l’Eucaristia sia il Corpo. Non ci  credono molte famiglie della variegata realtà protestantica; non ci credono i Testimoni di Geova che, se vogliamo essere precisi e puntuali, non potremmo nemmeno chiamare cristiani perché non credono alla divinità di Gesù Cristo, e, ovviamente, con ci credono coloro che non sono cristiani. Ma quali argomento  abbiamo noi cattolici per sostenere, per giustificare e per difendere la verità cattolica?

Un primo argomento è dato dalle parole pronunciate da Gesù e riportate nei Vangeli. Sono parole di una chiarezza luminosa: “Questo è il mio Corpo” , “Questo è il mio Sangue”.

Ora, per negare l’Eucaristia molti protestanti e i Testimoni di Geova devono far dire alla Bibbia qualcosa che la Bibbia non dice. Nella “bibbia” dei Testimoni di Geova l’espressione di Gesù “Questo è il mio Corpo” si trasforma nell’espressione “Questo significa il mio Corpo” e l’espressione “Questo è il mio sangue” si trasforma nell’espressione Questo significa il mio sangue”. Dunque, invece di “è il mio Corpo”, i TdG fanno dire a Gesù “Questo significa il mio Corpo” con il che si viene artificialmente a negare l’identità tra “quel pane” in mano a Gesù e, dopo la consacrazione , Gesù stesso.

Allora, dobbiamo dire, con la massima carità ma senza recedere di un passo, che i TdG hanno manipolato il testo biblico, hanno modificato le parole di Gesù. Non sono stati i primi, badate bene: già qualche discepolo di Lutero, nel XVI secolo, fece qualcosa di simile, ma resta il fatto che il Vangelo viene manipolato.

Ora, qui, per esporre e difendere la vera dottrina cattolica si potrebbe sviluppare un ragionamento di carattere teologico ed esegetico. Noi cattolici abbiamo, grazie al vangelo e a tutto il Nuovo Testamento, ragioni molto solide per sostenere che l’Eucaristia è veramente Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo.

Ma lasciamo la teologia ai teologi e l’esegesi ai biblisti per incamminarci su un terreno accessibile a tutti, anche alle persone semplici: il terreno della storia.

Che cosa ci può dire la storia riguardo il sacramento dell’Eucaristia? La storia ci può dire molto se la interroghiamo bene. Domandiamo alla storia di dirci che cosa credevano i primi cristiani riguardo l’Eucaristia, che cosa insegnava la Chiesa prima che si verificassero quelle dolorose divisioni che hanno visto i Protestanti, nel XVI secolo, e dopo di loro molti altri abbandonare la vera Chiesa.

Ci chiediamo se i primi cristiani credevano che l’Eucaristia fosse realmente il Corpo e il Sangue del Signore, come crediamo oggi noi Cattolici e i cristiani dell’Oriente, oppure che l’Eucaristia fosse solo un simbolo, un ricordo una rappresentazione che “significava” Gesù, come pensano oggi molti Protestanti e i Testimoni di Geova.

Bene, di fronte a questa domanda, la storia parla chiaro: i documenti, le testimonianze, le tracce che la storia ci ha consegnato attestano, senza ombra di dubbio, che i primi cristiani avevano sull’Eucaristia esattamente la stessa verità di fede che professa oggi la Chiesa cattolica.

In altre parole: la Chiesa Cattolica insegna sull’Eucaristia esattamente ciò che sempre, da duemila anni, senza interruzione, i cristiani hanno sempre creduto. La Chiesa cattolica ha conservato immutata la dottrina eucaristica, come Cristo l’aveva insegnata.

Un primo esempio ci viene da un grande santo della Chiesa dei primi secoli: Ignazio, vescovo di Antiochia, morto martire a Roma verso l’anno 110 dopo Cristo, ucciso dalle belve al tempo dell’Imperatore Traiano. In una lettera ai cristiani di Smirne, Ignazio scriveva che: “l’Eucaristia è la Carne del Salvatore nostro Gesù Cristo, carne che sofferse per i nostri peccati e che il Padre, nella sua bontà, risuscitò”(Lettera ai fedeli di Smirne, VII, 1)

Prestiamo attenzione a questa preziosissima e antichissima testimonianza. Siamo in età antichissima, all’inizio del secondo secolo dopo Cristo, quando erano da pochi anni scomparsi gli Apostoli, ben prima che venissero alla luce Protestanti e Testimoni di Geova. Bene, in quest’epoca antichissima, un grande cristiano, capace di dare la vita per Gesù Cristo, scriveva che “l’Eucaristia è la Carne del Salvatore nostro Gesù Cristo”.

Dunque, per i primi cristiani quel pane consacrato non era un “simbolo”, non “significava” Gesù, ma “era” Gesù.

La storia ci offre davvero una grande testimonianza e una conferma della verità della fede cattolica che professiamo oggi: la stessa verità di fede che professavano i cristiani dei primissimi tempi.

Sant’Ignazio ci regala un’altra grande testimonianza. Vedendo avvicinarsi il tempo del suo martirio, scriveva ai Romani: “non mi compiaccio di un nutrimento di corruzione né dei piaceri di questa vita. Voglio pane di Dio, che è Carne di Gesù Cristo, del seme di David; e come bevanda voglio il suo Sangue, che è amore incorruttibile”. (Lettera ai fedeli di Roma, VII, 3).

Quindi, sant’Ignazio si nutriva del Corpo e del Sangue di Cristo sotto le specie eucaristiche, proprio come facciamo noi cattolici, fedeli alla Verità di sempre.

La storia ci offre un’altra testimonianza preziosa circa la fede dei primi cristiani. Viene da Giustino, santo, prima pagano e poi convertito, morto martire verso la metà del secondo secolo. Ascoltiamo che cosa scriveva a proposito dell’Eucaristia: “Questo alimento noi lo chiamiamo Eucaristia. […] Noi non lo prendiamo come un pane comune e un comune bevanda, ma come Gesù Cristo Salvator nostro, incarnatosi in virtù del Verbo di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così il nutrimento, consacrato con la preghiera di ringraziamento formata dalle parole di Cristo e di cui si nutrono per assimilazione il sangue e le carni nostre, è, secondo la nostra dottrina, carne e sangue di Cristo incarnato.” (Apologia I, 66).

E prosegue Giustino: “Gli Apostoli, infatti, nelle loro Memorie dette Evangeli, tramandarono che Gesù Cristo lasciò loro questo comando: preso un pane e rese grazie Egli disse loro: fate ciò in memoria di me; questo è il mio Corpo; e preso similmente il calice e rese grazie, disse: Questo è il mio sangue”. (Prima apologia, cap. 66)

Come vedete, non ci possono essere dubbi circa la fede dei primi cristiani sull’Eucaristia: essi credevano che l’Eucaristia fosse realmente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo.

E vedete bene che, oltre la Bibbia, oltre la chiarezza dei passi evangelici, anche la storia dà ragione a ciò che insegna la Chiesa cattolica sull’Eucaristia. Questo ci consola, ci rafforza nella fede, ci deve servire per ringraziare Dio del dono immenso dell’Eucaristia, ma ci deve servire anche per spiegare a chi contesta la Chiesa che sta sbagliando. E’ infatti opera di carità correggere l’errante e combattere l’errore.

Si potrebbero portare molte altre testimonianze di carattere storico. Ho consultato l’Enciclopedia cattolica e devo dire che non mancano documenti che ci svelano la fede dei primi cristiani riguardo l’Eucaristia. Fede identica alla nostra.

Ma si potrebbero citare, a conferma della verità della fede cattolica, per la quale l’Eucaristia è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, alcuni miracoli eucaristici che sono stati attentamente esaminati anche da studiosi, credenti e non credenti, di varie discipline.

Io sostengo che la misericordia di Dio ha voluto compiere questi miracoli perché aiutino l’uomo a credere in questo grande mistero. E l’uomo intelligente, libero da pregiudizi, è in grado di osservare questi fatti, questi miracoli e scorgervi l’intervento di Dio,  a conferma della esistenza di Dio e della verità di fede cattolica.

 

Bene, voglio concludere la conversazione con il ricordo di un strabiliante miracolo eucaristico accaduto in questo secolo, miracolo attentamente, puntigliosamente, caparbiamente esaminato e risultato del tutto inspiegabile con la sola ragione umana.

Traggo il fatto, ripetendo quasi una a una le parole dal bel racconto che ne fa Vittorio Messori nel libro, Pensare la storia che non mi stancherò mai di consigliare .

Protagonista di questo evento fu una contadina tedesca, dell’Alta Baviera, che si chiamava Teresa Neumann. Qual è il fatto strabiliante? Eccolo: per 36 anni ininterrotti, dal 1926 al 1962, questa contadina si nutrì esclusivamente dell’Ostia consacrata e ogni settimana, dalla notte del giovedì sino al mattino della domenica, riviveva nella sua carne il mistero della passione-morte-risurrezione di Gesù.

La vita di questa mistica, che fu costantemente tenuta sotto controllo, è straordinaria anche per altri episodi. A vent’anni di età, si procurò una lesione alla spina dorsale mentre correva in soccorso dei vicini cui si era incendiata la casa. Rimase paralizzata alle gambe, senza poter più camminare e divenne persino cieca dopo una ulteriore caduta.

Suo padre, militare tedesco impegnato sul fronte occidentale, le portò a casa una immaginetta di una giovane suora carmelitana che allora non era ancora ben conosciuta in Baviera: una certa Teresa del Bambin Gesù, del monastero di Lisieux.

Teresa Neumann cominciò a pregare Teresa del Bambin Gesù e il 29 aprile del 1923, giorno della beatificazione di Teresa del Bambin Gesù, Teresa Neumann, che era completamente cieca, riacquistò improvvisamente la vista.

Due anni dopo, il 17 maggio del 1925, mentre Papa Pio XI a Roma dichiarava santa Teresa del Bambin Gesù, improvvisamente Teresa Neumann riacquistava l’uso delle gambe. Poteva di nuovo camminare.

Passato un anno, Teresa Neumann scopriva nelle sue mani, sui piedi, al costato e persino sul capo i segni della passione di Gesù Cristo, le stimmate, e da allora sino alla morte, avvenuta nel 1962, ogni notte del giovedì ripeteva sul suo corpo la passione di Cristo, sanguinando abbondantemente.

Ogni venerdì, alle ore 15, si addormentava in un sonno profondo dal quale si risvegliava il mattino della domenica, rivivendo al scena della Risurrezione.

Pur conoscendo soltanto il dialetto della sua terra, ripeteva ad alta voce  i lunghi dialoghi che sentiva in aramaico, greco e latino e molti specialisti di lingue antiche, seduti al suo capezzale poterono testimoniare l’esattezza di quelle lingue.

Ma noi abbiamo ricordato Teresa Neumann per un grandissimo miracolo eucaristico. Dal 1926, anno in cui ricevette le stimmate, fino al 1962, anno della sua morte, Teresa Neumann non mangiò e non bevve mai nulla, nutrendosi esclusivamente della Santa Comunione.

Ora, badate bene che questo fatto è accaduto nel nostro secolo e il ricordo , le testimonianze, le prove documentali sono ancora fresche. Tenete presente che fu tentato di tutto per “smascherare” questa contadina, per accusarla di essere una imbrogliona, una simulatrice. Moltissimi medici furono invitati ad esaminare il caso e molti di loro, atei e scettici, finirono per convertirsi.

Fu la stessa diocesi di Ratisbona ad istituire una commissione composta di medici e di quattro suore giurate che, a turno, per settimane, non persero di vista nemmeno per un secondo Teresa Neumann, né di giorno né di notte e fu constatato che veramente non mangiava e non bevevo niente.

Aggiungete che, al di fuori dei giorni in cui riviveva la passione, morte e risurrezione di Cristo, Teresa Neumann  faceva vita assolutamente normale: lavorava in giardino, nei campi e io che vengo dalla Sardegna ho tanti parenti che sanno bene – e mi hanno raccontato – quanto è dura la vita dei campi, che cosa voglia dire lavorare la terra. Se non si mangia non si sta in piedi.

ra, che cosa dire in conclusione di questo sintetico ricordo: qui siamo di fronte, indubitabilmente, ad un fatto che non  è possibile spiegare con le sole forze naturali.

Nessun essere umano, nemmeno se fosse dotato di straordinari poteri, sarebbe in grado di vivere senza mai mangiare e bere. Teresa Neumann, invece, vi riuscì per 36 anni di seguito, nutrendosi solo dell’Eucaristia, del Corpo, del Sangue, dell’Anima e della Divinità di nostro Signore Gesù Cristo.

Ricordate che fu controllata, guardata a vista, seguita giorno e notte per lunghissimi periodi, anche da medici non credenti. Ricordate che questo fatto è accaduto solo pochi decenni orsono e non nel lontano e ingiustamente denigrato Medioevo.

Noi ne ricaviamo una lezione, una lezione che ci offre la storia (il caso di Teresa Neumann è un fatto storico, badate bene, non è verità di fede). E la storia ci conferma una verità di fede.

La mia carne è davvero cibo e il mio sangue davvero bevanda” disse Gesù. La fede ci fa credere alla verità di queste parole; la storia di Teresa Neumann conferma la vertità della fede cattolica sull’Eucaristia.

Per questo grande Mistero ringraziamo Dio e preghiamo perché anche non credenti, Protestanti e Testimoni di Geova siano presto chiamati a conoscere la vera fede.

Giampaolo Barra.