Ecco la storia crudele e terribile di un uomo selvaggio e assetato di sangue, Dracula il Voivoda. Di come impalò e arrostì gli uomini e li fece a pezzi come cavoli. Arrostì anche i bambini e costrinse le madri a mangiarli. Molte altre cose sono scritte in questo libello, anche sulla terra in cui regnò.
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VLAD III DRACULA (1431-1476)
Nel 1890, durante una vacanza a Whitby, lo scrittore irlandese Bram Stoker compì alcune ricerche nella biblioteca locale e, consultando un testo del 1820 scritto da William Wilkinson, s’imbatté nella figura di uno spietato Principe del XV secolo, capace di gesta talmente crudeli che meritò il ruolo di protagonista nel romanzo che stava scrivendo: Dracula.
In questa sezione proporremo un brevissimo resoconto sulla vita di Vlad III Dracula, senza addentrarci in particolari e approfondimenti sugli aneddoti che hanno contribuito ad accentuare la sua fama di sanguinario. Questi aspetti saranno presi in esame in un prossimo capitolo.
Vlad III Dracula, nacque nel 1431 a Sighisoara, un borgo medievale della Transilvania. Nello stesso anno, suo padre Vlad II, Principe di Valacchia, fu insignito del titolo di Cavaliere del Drago (è tuttora possibile vedere il simbolo dell’ordine nella casa natale di Dracula). Dopo l’investitura, Vlad II aggiunse il nome Dracul (dal latino Draco) a quello del casato dei Basarab al quale apparteneva. Il genitivo slavo “lea” si aggiunse al nome del figlio, che divenne Vlad III Draculea (abbreviato Dracula).
Il nome di Dracula assunse un significato ambivalente durante gli anni del suo secondo regno. Infatti, se in latino draco significa drago, in romeno drac significa diavolo, e vedremo che la condotta del Voivoda sarà più degna di quest’ultima variante filologica.
L’Ordine dei Cavalieri del Drago fu fondato nel 1418 dall’Imperatore Sigismondo con lo scopo di difendere la popolazione cristiana dalle eresie e, in particolare, per fermare l’avanzata dei Turchi. A farvi parte erano principi che avevano dato prova di grande valore, soprattutto nella difesa dei confini dei loro territori e dalla minaccia islamica.
L’emblema dell’Ordine era un ciondolo raffigurante un drago morto, a simboleggiare la vittoria della cristianità sul demone dell’eresia, che i cavalieri portavano appeso al collo. La divisa prevedeva un mantello rosso sopra l’armatura e una piccola cappa verde sopra questo, a significare le viscere insanguinate del Drago che fuoriuscivano dalla pelle trafitta dalle armi cristiane.
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Due incisioni raffiguranti Dracula e risalenti a fine '400, tratte da libelli tedeschi.
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Vlad II, abilissimo sul campo di battaglia, era riuscito a conservare la libertà e l’indipendenza religiosa all’interno del principato di Valacchia, grazie ad una politica di voltafaccia e doppi giochi, diventando alternativamente vassallo sia dei Turchi che dell’Impero. Questa indole la trasmise anche al primogenito Mircea che lo accompagnava nelle numerose campagne e battaglie, poiché destinato a succedergli al trono. Vlad II dedicò poco tempo ai figli cadetti: Vlad III, insieme al fratello minore Radu, trascorse la sua infanzia a Sighisoara e Tirgoviste (nuova capitale della Valacchia), vicino alla madre e alle ancelle di corte. Fu affidato ai monaci bizantini perché ricevesse una formazione cristiana ortodossa, ma suo padre invitò anche preti cattolici ad educarlo per compiacere l’imperatore Sigismondo. Ciò contribuì ad allargare i suoi orizzonti predisponendolo a saper trattare con popolazioni diverse.
Il trono di Vlad II era sempre vacillante, principi ambiziosi e senza scrupoli tessevano continuamente intrighi ai suoi danni, e i confini erano costantemente insidiati dai Turchi guidati dal sultano Murad.
Vlad II nel 1437 si trovava in una situazione d’inferiorità, era morto l’imperatore Sigismondo che finora lo aveva protetto, ed era pressato dagli Hunyadi e dagli Asburgo. Il Voivoda cominciò quindi a considerare l’appoggio militare di Murad conveniente. Tradì l’ordine del Drago e guidò i Turchi nella loro avanzata oltre il Danubio. Le popolazioni della Valacchia e della Transilvania preferirono arrendersi davanti al loro sovrano traditore piuttosto che finire prigionieri degli Ottomani, e gli offrirono tesori e terre. Il Sultano, accortosi della doppiezza del Principe, lo invitò ad Adrianopoli a trattare e, consapevole dell’inclemenza dei Turchi, Dracul portò con sé i due figli Vlad e Radu per offrirli come ostaggi, allo scopo di aver salva la vita.
Durante la prigionia Vlad ebbe modo di conoscere le tecniche che i Turchi usavano per infliggere supplizi ai prigionieri e ai condannati. In particolare, rimase molto impressionato dall’impalamento e, durante il suo secondo regno, lo inflisse ad un numero talmente alto di condannati che si guadagnò il soprannome di Tepes (in romeno significa Impalatore). Il fratello Radu, detto “il Bello” per i lineamenti apollinei e i modi garbati, entrò nelle grazie del figlio del sultano Maometto II.
IL PRIMO REGNO (1448)
Nel 1447, nella fortezza dell’Anatolia dov’erano segregati i due valacchi, giunse la notizia dell’uccisione di Vlad Dracul e di Mircea da parte di alcuni uomini armati, mentre valicavano un passo nelle alpi transilvane. Dracula decise di fuggire e giunse in Valacchia per rivendicare i suoi diritti di successione al trono paterno. Radu non lo seguì perché profondamente legato a Maometto II. Intanto gli Hunyadi avevano messo sul trono valacco un principe della famiglia dei Danesti, Vladislao II.
Vlad III non si perse d’animo. Aspettò che Vladislao partisse per una crociata oltre Danubio con Janos Hunyadi e, con un colpo di mano, si riprese il trono nel 1448. Il suo regno ebbe vita breve perché Vladislao e Hunyadi tornarono dopo pochi mesi dalla crociata e lo detronizzarono. Vlad si trovò costretto a chiedere ospitalità in Moldavia presso lo zio Bogdan, che allora era sovrano, e il cugino Stefano.
Tre anni dopo il trono di Moldavia fu usurpato da un avventuriero di nome Petru Aron. Stefano e Vlad fuggirono, e quest’ultimo decise di affidarsi alla protezione degli Hunyadi. Janos, infatti, pensava di liberarsi dei Danesti e Dracula era il successore più indicato al trono di Valacchia.
Janos Hunyadi istruì Vlad nell’arte della guerra facendolo partecipare a crociate e campagne militari contro i principi rivali (in particolare gli Asburgo), e, mentre le sue doti di guerriero si affinavano, Dracula preparava il suo ritorno come Voivoda di Valacchia.
IL SECONDO REGNO (1456-1462)
Nel 1456, dopo una lunga e paziente attesa, Dracula si rimpossessava del trono di Valacchia, grazie ad un rescritto imperiale. Provvide subito all’eliminazione dell’usurpatore Vladislao Danesti e ad una rappresaglia contro tutti coloro che lo avevano appoggiato. In un secondo tempo attuò la sua vendetta contro i Boiardi, responsabili dell’uccisione del padre e del fratello, e li costrinse a lavorare come schiavi per la costruzione del suo nuovo castello sul fiume Arges.
Il suo regno durò fino al 1462, ed è in questo periodo che cominciarono a fiorire le narrazioni delle crudeltà commesse dal Voivoda, narrazioni che sono giunte fino ai giorni nostri grazie alla trascrizione di ballate e aneddoti riferiti dai pochi fortunati che riuscivano a fuggire dalle città da lui prese di mira.
La posizione del Voivoda era però assai difficile sia per l’ostilità dei nobili e dei mercanti Sassoni, legati alla famiglia rivale dei Danesti, sia per la continua pressione dei Turchi (che dopo la conquista di Costantinopoli erano ancor più determinati ad avanzare in Europa), per fronteggiare i quali Dracula si legò strettamente col Re d’Ungheria Mattia Corvino.
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Ritratto di Dracula, di anonimo, custodito al Catello di Ambras in Austria e risalente molto probabilmente a fine '400.
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Contro i nemici interni procedette in modo spietato, impalandoli in gran numero. Contemporaneamente cercò di guadagnarsi il consenso popolare avviando una politica protezionistica a favore dell’artigianato e del commercio, e favorendo l’ascesa sociale di coloro che si guadagnavano la sua fiducia col valore militare e l’operosità. L’esercito fu potenziato al massimo. Vlad curò personalmente la preparazione dei soldati e tenne testa agli Ottomani con numerose vittorie, che diffusero la sua fama anche fra le schiere nemiche e alimentarono l’ira del nuovo sultano Maometto II. Il cronista turco Ibn Kemal descrisse lo spettacolo agghiacciante che si presentò nel giugno 1462 agli occhi di Maometto II, il quale a Tirgoviste si trovò di fronte una foresta di pali sui quali erano infilzati i soldati di un suo distaccamento.
Nonostante i successi militari gli avversari politici continuavano a tramare contro di lui, e nel novembre 1462 fecero pervenire a Mattia Corvino tre lettere a lui attribuite da cui risultava la sua intenzione di venire a patti coi Turchi. Mattia Corvino le credette autentiche e fece arrestare il Voivoda confinandolo nel castello di Visegard, dove rimase fino al 1466.
Uno degli scritti incriminati di Vlad III, insieme a una lettera di accompagnamento di Mattia Corvino, fu recapitato a Pio II. Il Papa lo riportò nei suoi Commentarii, contribuendo a distorcere l’immagine del Principe anche in Occidente.
IL TERZO REGNO (1476)
La necessità di una nuova crociata contro i Turchi, promossa da papa Sisto IV e condivisa da Mattia Corvino, fece in modo che Dracula potesse essere liberato per riprendere la sua lotta contro i Turchi. Dracula ottiene il perdono, e riconosciuto nuovamente Principe di Valacchia nel 1475, ma riuscì a salire sul trono solo per un breve periodo nel 1476. Infatti, sul finire dell'anno, il Principe Vlad rimase ucciso sul campo di battaglia.
Le sue spoglie furono seppellite nel monastero di Snagov, i cui monaci avevano goduto della generosità del Principe durante il secondo regno. Nel 1931 una spedizione guidata da Florescu e Rossetti rivelò che sotto la pietra tombale c’erano solo ossa animali e manufatti daci…
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