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da Varney the Vampire, or, The Feast of Blood
Gargoyle Books, 2010 - € 16.00
- Introduzione di Carlo Pagetti
- Traduzione di Chiara Vatteroni
- Note a cura di Paolo De Crescenzo
- Grafica di copertina: Grafema
II
Il primo volume di Varney il vampiro segue le sorti della famiglia Bannerworth, composta dalla madre vedova, dai figli Henry, George e Flora, e da Mr Marchdale, un conoscente. La famiglia vive a Bannerworth Hall, una grande dimora di campagna.
In una notte di tempesta, la bellissima e virtuosa Flora, in trepida attesa del fidanzato Charles Holland, in viaggio all'estero, viene aggredita nella sua camera da un vampiro, che assomiglia a un grande ritratto appeso alla parete della stanza. In seguito a varie peripezie il vampiro viene identificato nella persona dell'aristocratico Sir Francis Varney, residente in una vicina dimora, una figura misteriosa, che pare interessata al possesso di Bannerworth Hall più che a succhiare il sangue di Flora. Durante un drammatico incontro con la ragazza, anzi, Varney la tratta in modo cavalleresco, promettendole di non perseguitarla più se i Bannerworth lasceranno l'avita dimora. Sulla scena intanto compaiono altri personaggi, tra cui il dottor Chillingworth, il medico locale, e una "strana coppia", formata dai vecchio ammiraglio Bell, lo zio di Charles Holland, dal linguaggio colorito e dal cuore d'oro, e dal suo attendente, il marinaio Jack Pringle, ubriacone e irrispettoso, ma sempre fedele al padrone. Anche Charles Holland fa una breve apparizione, con grande felicità di Flora, ma scompare ben presto. Si saprà poi che è prigioniero di Sir Francis nei sotterranei di un edificio in rovina, e che Mr Marchdale, il vero villain della situazione, è in combutta con Varney, volendo sbarazzarsi di Charles. Intanto gli abitanti del vicino villaggio hanno saputo dell'esistenza del vampiro e si organizzano per catturarlo e ucciderlo.
Malgrado l'intervento di un reparto di dragoni, la folla inferocita dà fuoco all'abitazione di Varney, il quale, dopo essersi difeso valorosamente, si eclissa, per riapparire ancora una volta a Bannerworth Hall. Fallito un ultimo tentativo di eliminare il vampiro, la famiglia decide di trasferirsi in un modesto cottage, pur presidiando, con l'aiuto di Chillingworth e dell'ammiraglio Bell, l'antica magione. Varney, a sua volta, con un atto di generosità e contro il parere di Marchdale, libera Charles Holland dalla sua prigionia.
III
Considerato fino a tempi recenti l'autore di Varney il vampiro, Thomas Preskett Prest (c. 1810-1879) è noto come poligrafo d'una certa fama nella Londra vittoriana di Dickens e dei penny dreadful (i romanzi popolari di argomento sensazionalistico). Si afferma come direttore di riviste dagli anni Trenta dell'Ottocento e si fa conoscere anche in ambito teatrale. Collabora intensamente al People's Periodical di Edward Lloyd, pubblicando una serie di romanzi a puntate, il più famoso dei quali ha come protagonista Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street, che taglia la gola ai suoi clienti, interpretato in un film di successo da Johnny Depp. Probabilmente debilitato da una attività letteraria massacrante, Prest passò gli ultimi anni di vita in povertà, abbandonato da tutti e oppresso da una grave infezione polmonare.
James Malcolm Rymer (? – 1884), attualmente ritenuto dai più l'autore di Varney il vampiro, è un oscuro poligrafo, che arriva nella Londra vittoriana probabilmente dal nord dell'Inghilterra, e che collabora, utilizzando vari pseudonimi, al People's Periodical di Edward Loyd. Tra i suoi pseudonimi: Malcolm J. Merry e Malcolm J. Erryn. Di lui si sa con una certa sicurezza che passò alcuni anni negli Stati Uniti e che morì a Londra nel 1884. L'attribuzione a Rymer della paternità di Varney il vampiro è stata sostenuta in modo convincente per la prima volta da E.F.Bleiler nell'Introduzione all'edizione Dover (1972), sulla base di una serie di riscontri di tipo editoriale e stilistico.
IV
...La figura si volta parzialmente e la luce le illumina il viso. È di un biancore assoluto... completamente esangue. Gli occhi sembrano di lucido stagno; le labbra sono ritratte, e il particolare più importante dopo quegli occhi terribili sono i denti dall'aspetto temibile, sporgenti come quelli di un animale selvaggio, orribilmente bianchi, luccicanti e simili a zanne.
Si avvicina al letto con uno strano movimento silenzioso e uniforme. Fa cozzare una contro l'altra le lunghe unghie che, letteralmente, sembrano pendere dai polpastrelli.
Dalle sue labbra non esce suono...
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