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 I Vampiri tra Noi
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1960 

i vampiri tra noi

I Vampiri tra Noi

Feltrinelli, 1960 -
L. 2500
- A cura di Ornella Volta e Valerio Riva
- Traduzioni di Giuseppina Calzecchi Onesti, Benedetto Croce, Giampaolo Dossena, Anton Francesco Filippini, Enrico Fulchignoni, Maria Gallone, Maria Grazia Griffini, Liana M. Johnson, Paola Pina Nichetti, Leone Pacini-Savoj, Valerio Riva, Oreste Rizzini, Elena Spagnol, Bruno Tasso, Aldo Traverso, Marisa Vallini, Giuseppe Valeriano Vanetti, Virginia Vaquer, Giliola Venturi, Ornella Volta
- Copertina: Uno dei primi fotogrammi del film Il vampiro di Dreyer

Roger Vadim presenta.
37 storie vampiriche ordinate e raccolte da Ornella Volta e Valerio Riva.


II-III
È da più di due secoli che il vampiro percorre l’Europa: da molto più del fantasma di Marx. La preistoria “naturale” del vampiro, certo, è remota: lemuri, lamie, brucolachi, upiri, e chi più ne ha più ne metta. C’è da risalire ai Faraoni e alle antichità cinesi. Ma la vera storia dei vampiri incominciò a un tratto, tra il 1730 e il 1735: in quei cinque anni, dice Voltaire, tutti in Europa non fecero che veder vampiri. Nonostante le ironie e l’ottimismo di Voltaire, la cosa non finì lì: per altri ottant’anni almeno il vampiro continuò a far parlare di sé. Ma era quasi esclusivamente un personaggio da cronaca nera: e come tale fu portato, prima, in confessionale, poi esaminato da capo a piedi nelle accademie scientifiche e nelle facoltà di teologia, e infine, vergognosamente trascinato nelle aule dei tribunali. I quali, in prima istanza, lo condannarono alla decapitazione e allo squartamento, e poi, dopo l’esecuzione, lo assolsero in corte d’Assise per insufficienza di prove.
Ma la storia più propriamente letteraria del vampiro data dal 1819 e incomincia con un falso in atto pubblico. L’operò John W. Polidori, medico personale di Byron, che metà per scommessa e metà per odio al suo odiosiamato datore di lavoro, rubò l’idea al futuro eroe di Missolungi e mandò per il mondo il suo Lord Ruthwen bellamente spacciandone una paternità byroniana. Byron non mise molto impegno nello smentire, anche perché il racconto era assai piaciuto al Goethe. Come si dice? Tutto fa brodo. Così, da allora, tra racconti, romanzi, drammi, tragedie, opere liriche, vaudeville e romanze in versi l’Europa fu tutta invasa dai vampiri. E di lì a poco anche l’America ne fu contagiata.
Ricominiciarono così un’altra volta le peripezie del vampiro: il dandy impenetrabile e seducente e l’ambigua signora melanconica che mette in pericolo le fanciulle si ritrovarono prede degli psichiatri e dei medici; la polizia li inserì nei suoi schedari; simbolisti, surrealisti, espressionisti li presero a maestri. Non mancava che il cinema: e il cinema trasformò il vampiro in una star, standardizzata e asettica, nonostante i velatini, le sovrimpressioni e il flou.
Ma proprio a questo punto val la pena di tornare alle fonti: perciò al lettore basterà seguire passo passo questa antologia che - a più d’un secolo dall’incerto tentativo fatto da Nodier - è la prima che raggruppi con sistematicità, ma senza pedanterie, tutto quello che è stato scritto sui vampiri.
Tutto sul vampiro e tutto per il vampiro, come è scritto sulle vetrine dei magazzini a prezzo fisso. Naturalmente tutto ciò che è possibile raccogliere in meno di mille pagine: giacché a voler radunare l’intera produzione letteraria di tema vampiresco ce ne vorrebbero tre di volumi come questo. Manca qui la quasi totalità dei poemi e romanze e ballate che abbiano avuto a protagonisti i vampiri; manca la vastissima produzione teatrale - da Nodier a Dumas a Stoker - mancano alcuni sottoprodotti “gialli” della letteratura vampirica (per tutti, citiamo L’automa insanguinato di Gaston Leroux). Ma la maggiore tradizione novellistica del genere c'è tutta: e ci sono anche vere e proprie scoperte, golosissime - dallo splendido racconto tratto dalle Mille e una notte al brano del Balthazar di Lawrence Durrell; dal romanzo breve del sorprendente Paul Féval (un dimenticato antagonista del Sue) alla strabiliante fantasia dell’americano Ray Bradbury che smonta (è la parola adatta) il personaggio del vampiro. L’unica vera lacuna in questa antologia è il Dracula di Bram Stoker: che nel suo genere è un piccolo capolavoro. Singole pagine, episodi sciolti darebbero un suono falso. Dall’antologia sono stati pure esclusi, per un minimo di rigore, quei racconti o romanzi che sfiorano il tema del vampiro, ma in realtà appartengono alla tradizione Melmoth-Faust dell’eterno revenant o a quella dell’automa diabolico o a più generici temi del sabba stregonesco.
Eppoi, questo è un libro per divertire. Il tema del vampiro comporta solo in parte suspense o thrilling, e per ovvie ragioni: quando il vampiro è individuato, sappiamo tutti cosa farà. Ma il brivido - e in questo caso il divertimento - sta nello scoprire sotto quali travestimenti il vampiro si sia dissimulato: ed è per questo che il vampiro appartiene, più che alla letteratura dell’orrore, alla letteratura della ingegnosità e dell’intrigo. È per questo che la presente antologia è soprattutto destinata non ai maniaci e ai viziosi, ma alle persone per bene, alla gente civile.

IV
“Io non credo alle storie dei vampiri: ma credo a ciò che le ha ispirate.” Questa frase di Roger Vadim spiega il senso di questo panorama dell’universo vampiresco. Scritto da gente per bene e destinato a gente per bene, questo è il classico libro degno di stare sul tavolino da notte di un lettore civile.

Prima di tutto, perché lo stesso vampiro è stato sempre un personaggio assai civile: correttamente vestito di scuro, spesso di nobile prosapia, quasi sempre dotato di una buona educazione classica. Un personaggio tipicamente by night: melanconico e pallido, odia gli schiamazzi e gli specchi troppo vistosi, la pubblicità e le pietanze troppo pesanti. Anche le sue inclinazioni sono non dissimili da quelle, innocenti o meno, della gente per bene: sadismo, empietà, gusto del macabro e passione per la buona letteratura.

Ma purtroppo anche nel mondo dei vampiri queste buone maniere paiono destinate a scomparire: leggendo il racconto di E. C. Tubb, Il pivello, vedrete a quali funeste conseguenze possa portare la moderna mania dell’efficienza.

Come i vampiri di cui tratta, questo libro gronda educatamente sangue per tutte le sue 792 pagine; ma, tutto sommato, è un libro ottimistico, visto che qui dentro nessun morto è mai completamente sicuro di esser morto una volta per tutte.

Polidori e le Mille e una notte - Calmet e Voltaire - Goethe e Durrell - Poe e Conan Doyle - Hoffmann e Maupassant - Capuana e Gogol’ - Ray Bradbury e papa Benedetto XIV.

La macabra amante - Il vampiro in convento - Vampiro in mezze maniche - Il vampiro per bene - La bella vampirizzata - Il vampiro passivo - Rapporto sui vampiri dell’archiatro di Maria Teresa

e il racconto di Le Fanu da cui è stato tratto il film “Morire di piacere” diretto da Roger Vadim.

       I RACCONTI

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Londra 1949
Confessione, John Haigh (Confession, 1949)

I vampiri sono tra noi
Lettera di un Uomo Onestissimo, anonimo (da Augustin Calmet, Dissertationes sur les Apparition des Esprits et sur les Vampires, 1749)
Vampiri d’Ungheria e Dintorni, Augustin Calmet (da Dissertationes sur les Apparition des Esprits et sur les Vampires, 1749)
Non Dura, François Marie Arouet Voltaire (da Dictionnaire Philosophique, 1784-1787)
Il Vampiro in Convento, Louis-Antoine de Caraccioli (da Lettres à une Illustre Morte Décédée en Pologne Depuis Peu de Temps, 1771)
I Vampiri al Lume della Scienza, Prospero Lambertini, Papa Benedetto XIV (da De Servorum Dei Beatificatione et Beatorum Canonizatione, 1749)
Rapporto Medico sui Vampiri, Gerard Van Swieten (Remarques sur les Vampyrisme de Silesie de l’An 1755, 1755)
La Colpa È dei Preti, Prospero Lambertini, Papa Benedetto XIV (da Louis-Antoine de Caraccioli, La Vie du Pape Bénoît XIV, Prosper Lambertini, 1783)

A parte
La Fidanzata di Corinto, Wolfgang Goethe (Die Braut von Corinth, 1797)

Vampirolatria
Il Vampiro, John William Polidori (The Vampyre, a Tale by the Right Honourable Lord Byron, 1819)
Vampirismo, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (ind. Ernst Theodor Amadeus Hoffomann) (Vampirismus, 1828)
Il Vampiro per Bene, Charles Nodier (da De Quelques Phénomènes du Sommeil, 1831)
Berenice, Edgar Allan Poe (Berenice, 1835)
Il Vij, Nikolaj Vasil’evič Gogol’ (Vij, 1835)
La Macabra Amante, Théophile Gautier (La Morte Amoureuse, 1836)
La Bella Vampirizzata, Alexandre Dumas (La Belle Vampirisée, 1849)
La Famiglia del Vurdalak, Alekséj Konstantinovič Tolstòj (La Famille du Vurdalak, 1847)
Che Cos’Era?, Fitz James O’ Brien (What Was It?, 1859)
Lokis, Prosper Mérimée (Lokis, le Manuscrit du Professeur Wittenbach, 1869)
Il tuo Amico Vampiro, Isidore Ducasse, conte di Lautréamont (da Chants de Maldoror, 1868)
Carmilla, Joseph Sheridan Le Fanu (Carmilla, 1872)
Perché il Sangue È la Vita, Francis Marion Crawford (For the Blood Is the Life, 1880)
L’Horlà, Guy de Maupassant (Le Horla, 1887)
Un Vampiro, Luigi Capuana (Un Vampiro, 1907)
Il Conte Magnus, Montague Rhodes James (Count Magnus, 1904)
La Signora Amworth, Edward Frederick Benson (Mrs. Amworth, 1922)
Il Vampiro del Sussex, sir Arthur Conan Doyle (The Sussex Vampyre, 1927)
Il Vampiro Passivo, Ghérasim Luca (da Le Vampire Passif, 1945)
Vampiro in Mezze Maniche, Thomas Narcejac, ps. di Pierre Ayraud (Le Vampire, 1950)
Sogno Rosso, Catherine Lucille Moore (Scarlet Dream, 1934)
Carnevale, Lawrence Durrell (da Balthazar, 1958)

Vampiroclastia
Storia del Sesto Capitano di Polizia, anonimo (da Alf Laila Wa Laila [Le Mille e una Notte], XIII sec.)
Il Vampiro Ballerino, Aleksandr Nikolajevič Afanas’ev (ind. Afanasev) (da [Antiche Fiabe Russe], 1855-1864)
La Città Vampira, Paul Féval (La Ville Vampire, 1875)
L’Ebreo che Leggeva Storie di Vampiri, Guillaume Apollinaire (Le Juif Latin, 1910)
L’Uomo del Piano di Sopra, Ray Bradbury (The Man Upstairs, 1947)
Il Pivello, Edwin Charles Tubb (Fresh Guy, 1958)