Nicolae Paduraru è
presidente della Transylvanian Society of Dracula (“Società
Transilvana di Dracula”), che attualmente ferve per i preparativi del III
Congresso Mondiale su Dracula (potete leggere tutte le informazioni sulla sezione news). Il Catafalco lo ha intervistato in esclusiva per fare due chiacchiere su Dracula e il suo paese natale, la Romania.
Catafalco: Allora Nicolae, ci parli di
come è nata la Transylvanian Society of Dracula e delle sue attività?
N. P.: È un privilegio per me parlare
con i lettori del Catafalco (parlando di questo nome – “Il Catafalco” –
mi torna in mente il negozio di un impresario di pompe funebri di Bucarest, che
esponeva bare di tutti i tipi, con lo slogan: “Non cambiate strada; finirete
qui comunque”).
La Transylvanian Society of Dracula può essere descritta come un faro
per chi è alla ricerca del Castello Dracula e del significato del suo Signore.
La storia iniziò nel 1960, quando la Romania si aprì al turismo
internazionale. Nessuno poteva rispondere all’interesse dei visitatori su
Dracula, perché il romanzo di Bram Stoker non era stato tradotto in rumeno (è
stato tradotto nel 1992) e al tempo non venivano trasmessi film di vampiri.
Tuttavia, c’era una manciata di rumeni che imparò chi era Dracula: guide del
Ministero del Turismo, che ricevevano il romanzo di Stoker dalle mani di alcuni
turisti; ricercatori dell’Istituto di Etnografia e Folklore – a cui i
colleghi occidentali chiedevano se la Romania contemplasse nel proprio folklore
vampiri o simili categorie sovrannaturali; ricercatori dell’Istituto di Storia
– a cui si chiedevano informazioni su un sovrano del Quindicesimo secolo
chiamato Vlad Dracula, soprannominato l’Impalatore. In tutto, fino ai primi
anni Sessanta, all’incirca 100 rumeni sapevano di Dracula (ventiquattro di
loro fondarono la Transylvanian Society of Dracula nel 1991).
Da quando Bram Stoker collocò la sua storia in Romania (1897) si verificò un
curioso trasferimento di competenze – dal mondo irlandese/britannico a quello
rumeno: i visitatori si aspettavano che la Romania fosse esperta di vampirismo,
che fosse l’origine e la dimora dei vampiri.
Questo obbligò i membri della TSD ad imparare il folklore irlandese/britannico,
quindi le tribolazioni del vampiro letterario e cinematografico in Europa, in
America, nel Lontano-est; in breve a diventare gli esperti che tutti si
aspettavano che i Rumeni fossero.
Per apprendere di più, e più in fretta, la TSD organizza colloqui, seminari,
simposi con partecipazione internazionale, e – a distanza di diversi anni –
un Congresso Mondiale su Dracula. Anche le filiali estere della TSD, dirette da
stimati studiosi, sono coinvolte nella ricerca.
Tutta questa conoscenza è condivisa, a parte negli
eventi su menzionati, attraverso newsletter, bollettini, siti Internet e
specialmente con i tour di iniziazione della società.
C.: Cosa avete in programma per il III WDC?
N. P.: Il III WDC (15-18 Maggio, Sighisoara, Transilvania, Romania) proverà a guardare in faccia la “Paura”: la paura del sovrannaturale malefico nel folklore (compresi i vampiri); la paura in termini religiosi; la paura sociale (compresa la paura con Vlad Dracula l’Impalatore);
l’architettura della paura con scrittori e registi di successo; la paura
oggigiorno.
La paura è un concetto molto complesso e sembra che abbia contribuito alla
sopravvivenza della nostra specie umana fino ad oggi.
Il Giorno Uno del congresso sarà dedicato agli appunti di lavoro di Bram Stoker
per il romanzo Dracula (89 pagine scoperte al Rosenbach Museum di
Philadelphia) e alle ultime ricerche – che porteranno importanti cambiamenti
nella nostra comprensione di Dracula, della sua genesi, della
correlazione tra il Vlad Dracula storico e il sovrannaturale Dracula
conte-vampiro, ecc.
Il congresso si svolgerà nel centro della Transilvania, nella medievale
Sighisoara – la città cinta da mura del XV secolo meglio conservata in
Europa, a pochi metri dalla casa natia del Principe Vlad.
Noi speriamo che qualcuno dei lettori di questa
intervista sia incuriosito e invogliato a partecipare al congresso, per
incontrare ed ascoltare grandi studiosi e scrittori di Europa, Canada, USA,
Giappone. C’è anche un tour post-congresso sulle orme di entrambi i Dracula.
Per dettagli, potete contattare Il Catafalco.
C.: Progetti futuri della TSD?
N. P.: Sappiamo che il vampiro è un sopravvissuto: duemila anni fa, la religione cristiana provò a sostituirlo con il diavolo (essi svolgono la stessa funzione) – ma in qualche modo, le due entità finirono per coesistere. Il Dr. Massimo Introvigne, direttore del Centro
per lo Studio delle Nuove Religioni di Torino, ritiene che “il vampiro è
il diavolo moderno, o anche post-moderno, e sarà con noi per molto tempo”.
Il Dr. Gordon Melton, del Centre of Humanistic Studies di Santa Barbara,
osservava che il vampiro si evolve con la permissività della società (le
epoche permissive hanno un vampiro tranquillo, amichevole).
Con la generale desacralizzazione dei tabù, possiamo guardare anche nelle
strutture del vampiro/diavolo, tentando di capire le sue tecniche di
sopravvivenza, il suo impatto con la società e l’individuo; sappiamo che
stiamo giocando col fuoco, il vampiro/diavolo è un potente archetipo della
paura. Ma la nostra curiosità umana è sconfinata.
La TSD incoraggia il contributo di folcloristi,
socio-antropologi, esoteristi, esperti in religioni comparate, filosofi,
scrittori da tutti i paesi per la comprensione di questo fondamentale archetipo
del terrore, creando incontri come seminari, congressi, ecc. Da un altro lato,
la TSD desidera condividere la sua conoscenza, principalmente attraverso i
“tour di iniziazione” (una settimana di elevate informazioni accademiche,
dibattiti, spiegazioni – in modo piacevole, sicuro e turistico).
C.: Il romanzo Dracula di Bram Stoker è stato tradotto in Romania solo nel 1992, come ci hai detto. Come è stato accolto dai lettori del tuo paese?
N. P.: Per comprendere il trascurabile
eco della traduzione del Dracula di Bram Stoker in Romania (1992),
bisogna fare una considerazione sulla popolazione: il 47% dei Rumeni vive in
aree di campagna ed è legato all’agricoltura. La maggioranza della
popolazione urbana ha lasciato la campagna da due o tre generazioni.
Questo significa che il folklore è ancora forte in Romania; la gente ricorda e
mette in pratica le vecchie tradizioni (anche se esposta a tradizioni aliene
come Halloween o il Giorno di San Valentino). Significa anche che il pantheon
delle entità sovrannaturali nel loro folklore è ancora vivo (con ciascuna
entità che gioca un suo ruolo ben preciso).
Il folklore rumeno non conosce i vampiri; questi sono tipici dei vicini Slavi
della Romania. L’unico vampiro che abbiano i Rumeni è il Conte Dracula –
datogli da Stoker.
Il ruolo del vampiro (uno spirito guardiano) è ricoperto nel folklore rumeno
dallo “strigoi” (una entità eterea, non fisica, più un “fantasma”).
Quindi Dracula (il vampiro) non potrebbe trovare un
posto adatto nel pantheon delle categorie sovrannaturali rumene. È come se
girasse attorno a questo pantheon cercando di trovare un posto vuoto. Da qui il
trascurabile impatto dell’arrivo di Dracula in Romania.
C.: In questi ultimi anni la
Romania sta spingendo su un vero e proprio turismo di Dracula: pensiamo al Parco
Dracula che sarà inaugurato nel 2004, al Castel Dracula di Bran
(indicato erroneramente in Romania come il castello di Vlad Tepes), all’Hotel
Castel Dracula di Piatra Fintinele (il Passo Borgo stokeriano), all’Hotel
Coroana De Aur di Bistrita (ispirato all’albergo in cui si fermò Jonathan
Harker nel romanzo)... Non credi che la Romania stia spingendo troppo
sull’aspetto “letterario” e mitico di Dracula a discapito dell’interesse
storico? E che questo possa attirare un turismo in un certo senso
"cattivo", come paventato dal clero romeno (che ha indicato il Parco
Dracula come un’attrazione per satanisti e un mercato fertile per droghe e
prostituzione)?
N. P.: Grazie per il vostro interesse; la
Romania è un paese cristiano con un solido background di moralità rurale ed
etica.
Dracula è solo uno degli shock che hanno subito i Rumeni dopo il 1989 (insieme
a pornografia, droghe, ecc.). Il culmine sembra essere il Dracula Park,
un’idea del Ministero del Turismo.
Io non so se la Romania è la beneficiaria o la vittima di un libro di grande
successo com’è Dracula. La pressione del mondo occidentale sulla
Romania ad accettare il ruolo di Terra dei Vampiri (unicamente perché Stoker
ambientò Dracula in Transilvania) è enorme. La (commerciale) confusione
tra una sovrannaturale entità malefica ed una personalità storica (Vlad
Dracula l’Impalatore) ha spinto la maggior parte degli intellettuali a
rifiutare anche solo di parlare di Dracula. La Transylvanian Society of
Dracula all’inizio ebbe delle difficoltà per raccogliere il supporto
degli studiosi rumeni, ma alcuni furono convinti a cooperare dal fatto che il
loro silenzio non avrebbe affatto fermato la produzione di nuovi film su Dracula,
né di nuovi documentari televisivi, romanzi, articoli – compresi il folklore
della Romania, la storia, la cultura. Oggi il numero di studiosi rumeni disposti
a cooperare è impressionante.
Come ho detto, le aspettative dei visitatori occidentali in Romania sono massime
quando vengono per i vampiri, per Dracula (in un paese dove il folklore non
conosce il vampiro!). Oggi in Romania si può distinguere chiaramente tra un
approccio commerciale a Dracula (vedi il Castello di Bran, che gioca su un
Dracula ibrido – il Vlad storico trasformato in un vampiro, in virtù della
identità di nomi; l’hotel-castello Dracula a Passo Borgo – la
collocazione data da Bram Stoker al rifugio del Conte; l’hotel Golden Krone
a Bistrita, ecc.) ed un approccio di studio (rappresentato invece solo dalla Transylvanian
Society of Dracula con le sue ricerche, simposi, congressi – e i suoi
“tour di iniziazione” – che condividono i risultati delle ricerche e degli
eventi accademici).
Per sintetizzare: data l’enorme quantità di vampiri – con i relativi film,
libri, articoli su Dracula che circolano nel mondo – che passano come
“foklore, cultura o storia rumena”; e data la duratura riluttanza degli
studiosi rumeni o delle istituzioni culturali (con una o due eccezioni) anche
solo a considerare la questione, la TSD sembra essere l’unica istituzione (non
governativa) che offra ai visitatori della Romania ad ai romantici del mondo un
punto di vista alternativo, in linea con le realtà culturali-storiche di questo
paese.
Oggi la Romania è testimone di una battaglia tra i
mercanti (Dracula Park e pacchetti viaggio kitsch di basso
sensazionalismo, che sacrificano gli aspetti della storia e del folklore rumeno)
e gli intellettuali – che tentano di impedire la trasformazione della Romania
in una grande arena kitsch, offrendo invece studi comparati sul folklore, sul
ruolo del sovrannaturale, e studi del genere...
C.: Cosa pensano i rumeni di
Vlad Tepes? È considerato una specie di eroe nazionale o un despota
sanguinario?
N. P.: Gli storici rumeni sono divisi in
due scuole per quanto riguarda Vlad Tepes: la maggior parte lo considera un
normale despota del XV secolo e pochi altri lo chiamano tiranno sanguinario.
Le ultime ricerche (non ancora incluse in alcun libro di storia o in riviste
specializzate) mostrano una persona molto più sofisticata che un “eroe
nazionale” o un “sovrano sanguinario”. La nostra società sta progettando
di sponsorizzare una nuova biografia di Vlad Dracula l’Impalatore, che conterrà
questi recenti studi. In verità, le scoperte sollevano molte nuove domande su
questo controverso voivoda.
La storia di Vlad fu scritta dai suoi nemici (il suo buon cugino, il Principe
Stefano di Moldavia, alla fine impalato come molti Ottomani, Tartari e ladri,
tuttavia è ricordato come Stefano il Grande e il Santo, perché assunse un
cronachista per scrivere della sua vita).
Se provate a chiedere per strada ai rumeni, è
probabile che sentirete rispondervi che in tempi di crisi e corruzione il paese
dovrebbe mettere a governare un altro Vlad l’Impalatore. In realtà,
l’immagine del principe giusto, provvidenziale uomo di legge e ordine,
prevale tra i Rumeni. Inoltre Vlad fu preso come esempio da altri sovrani
contemporanei, come lo Zar Ivan III di Russia, il quale anch’egli fronteggiava
disobbedienza, corruzione, delinquenza. In soli sei anni di regno fermo
(a tolleranza zero), Vlad riuscì a ripristinare la legge e l’ordine nella sua
Valacchia. Per non menzionare i suoi meriti nella lotta all’espansione
dell’impero ottomano. Questo è il motivo per cui gli studiosi rumeni non
volevano saperne, fino a tempi recenti, della confusione tra i due Dracula.
C.: Ci puoi rivelare qualcos’altro sul mito del vampiro?
N. P.: Questi malefici esseri sovrannaturali, appartenenti a tutte le popolazioni, hanno differenti nomi, sembianze, sostanza – ma il loro ruolo in larga parte è lo stesso.
Qual’è questo ruolo? Prima che fosse inventata la polizia, qualcuno doveva
controllare che venissero osservate le leggi di una comunità, così questi
spiriti guardiani vennero messi a lavoro. Essi abitano al confine tra Bene e
Male. Finché un individuo sa ed obbedisce alla legge non c’è pericolo; ma se
quest’individuo infrange la legge (o se non la conosce), mettendo in pericolo
se stesso e la comunità a cui appartiene, allora questi malefici spiriti
guardiani colpiscono.
Quando fu instaurata la religione cristiana, la Chiesa non voleva condividere il
controllo della comunità con gli antichi spiriti pagani – così introdusse la
figura del diavolo. Come il vampiro/strigoi/ecc., il diavolo punisce la persona
colpevole.
Per molte ragioni, l’antico guardiano malefico riuscì a coesistere fino ad
oggi con il diavolo. Il loro ruolo comune è di insegnare e di prevenire, o
punire, chi infrange la legge.
Il vampiro quindi entrò nella letteratura e nel cinema, perdendo il suo
significato primordiale, e acquisendo nuove caratteristiche, cambiando con
l’epoca – e cambiando talmente da non essere quasi più riconoscibile.
La correlazione vampiro-diavolo è una faccia del
mondo bipolare Bene-Male che governa le nostre vite, quindi merita la nostra
attenzione. Cercare il vampiro è come cercare se stessi – un cammino
personale di conoscenza.
C.: Cosa ci riserva il futuro
della ricerca su Dracula?
N. P.: Alla fine di così tanti simposi,
seminari, congressi, con il contributo di così tanti grandi studiosi, la Transylvanian
Society of Dracula ha tra le mani alcune scoperte rivoluzionarie
(attualmente in fase di studio).
I viaggi di iniziazione della TSD condividono molte di queste informazioni,
specialmente attraverso il Livello 1, il “Classico” tour Dracula (buono per
le anime più impressionabili). Gli aspetti più “sconcertanti” sono
condivisi durante i viaggi dei Livelli 2 e 3. Noi speriamo che Il Catafalco
prenda l’iniziativa di formare un gruppo interessato in questioni metafisiche
e porti il gruppo ad un tour di iniziazione di livello 1 o 2 della TSD.
Scegliere l’argomento del vampiro nel folklore, della cultura contemporanea,
della religione, della socio-antropologia, della filosofia, dell’esoterismo,
della metafisica, significa abbracciare un orizzonte di ricerca molto vasto, la ricerca di
una delle più antiche questioni dell’umanità.
Grazie a Il Catafalco! Se i vostri lettori hanno
domande a riguardo siamo aperti al dialogo [scrivete al nostro indirizzo e-mail,
ndr].
* Intervista rilasciata il 20-02-2003.
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