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Il
Nomade del Sogno
Joseph
Britt
Editore ERP Roma, Collana "I racconti di Dracula" prima serie,
n.12 (9 e 10 per errore) Ottobre 1960 - L. 120
- Pag. 120
- Copertina realizzata dal pittore Mario Caria - Roma
TRAMA
Ad Akaaland, un villaggio sperduto nel
nord della Norvegia.
Alcuni uomini e due cani alani sono radunati in una casa situata fra
montagne di granito sferzate dal vento carico di salsedine che
proviene dal mare.
I discorsi degli uomini, fra le bevute di rhum, trattano del mistero
della vita e dell’imponderabilità della morte.
Allora Eljioff, un uomo anziano e barbuto, interviene per raccontare
un caso di reincarnazione. Fuori ci sono solo fjeld sepolti da neve,
nebbia e gelo. Da quello squallore arriva il grido desolato, ossessivo
del fagiano di montagna inframmezzo alle parole del racconto di
Eljioff:
Helga e Hjigol sono due giovani che si amano profondamente. Durante
una spedizione l’uomo si perde fra le montagne e viene creduto
morto. Helga si ritira a vivere in solitudine con il suo dolore.
Un anno passa durante il quale la donna riceve le insistenti richieste
di matrimonio di Eljioff, e finalmente acconsente di sposarlo.
Durante una festa Hjigol ritorna, sopravvissuto a una terribile
avventura. L’uomo si presenta come un nomade ed è molto cambiato,
anche interiormente. Egli parla di destino, di prova da superare, di
legami spirituali che vanno oltre la morte e si ritrovano nella vita
successiva….
Il tempo passa, Hjigol muore ammazzato da un colpo di fucile. Anche
Helga si ammala e muore.
20 anni più tardi la figlia di Eljioff è turbata da un sogno
ricorrente. Qualcuno viene, uno straniero che però non è uno
straniero, un amante che però lei ancora non conosce.
E finalmente il momento tanto atteso e temuto arriva. Un nomade entra
in casa durante una festa e rapisce la figlia di Eljioff.
Ma nessuno lo ha visto e nessuno può fermarlo. La figlia di Eljioff
viene trovata morta nel suo letto.
Opera sofferta, pesante e cupa come i paesaggi gelidi del Nord,
bianchi di neve su cui risplende un sole scialbo.
Joseph Britt pseudonimo di Aldo Crudo (porta il cognome della madre)
1920-1985, Roma, sposato
con Evelina, direttore alla ERP dal 1965. Questa è l’unica sua
opera pubblicata nella prima serie.
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10
Bare e un Sepolcro
Art
Mitchell
Editore ERP Roma, Collana "I racconti di Dracula" prima serie,
n.3 Febbraio 1960 - L. 120
- Pag. 120
- Copertina realizzata, forse, dal pittore Rodolfo Gasparri - Roma
TRAMA
Alan Beaton, esponente della jeunesse dorée londinese, partecipa alla
festa di fine anno nella villa del Conte Annmoore.
Al risveglio da una sbornia di whisky lo attende una brutta sorpresa.
Non si trova più nella splendida villa nei sobborghi di Londra ma…
in un antico castello che sorge su una roccia a strapiombo sul mare.
Alan incomincia a esplorare sale e corridoi e incontra altri ospiti
anche loro sbalorditi di trovarsi lì: il grassone Benjamin Hollister,
Anna Farley, il giudice Wilson, la poetessa Endimione, il capitano
Darland, Corinne, Rosemberg…. Sono dieci gli ospiti prigionieri in
quello strano posto. Tutti si interrogano come e per quale scopo si
trovano in quella costruzione, arroccata su un’isola.
Fenomeni innaturali sconvolgono i giorni e le notti dei dieci ospiti
di Annmoore. Finché arrivano a esplorare il sotterraneo e dentro una
cripta scoprono il cadavere del Conte.
Avviene il primo omicidio, in circostanze inesplicabili. Quelli
rimasti lavorano in fretta per trovare il mezzo di distruggere un
nemico invisibile e mortale.
Quando il mistero sembra essere risolto, la serie di delitti
continua….
Versione supernaturale di: “10 piccoli negretti” di Agatha
Christie. Opera originale con un pizzico di humor e un finale
stupendo.
Art
Mitchell pseudonimo di Giovanni Simonelli (1926 – vivente)
sceneggiatore, Roma.
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