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 Stefan Conrad *
 I cacciatori di Vampiri

mark entra nel cimitero
Di questi ultimi tempi, un numero sempre più folto di elementi dediti all’occultismo, passa le notti nei cimiteri abbandonati nella speranza di catturare un vampiro. Questa “moda” ha talmente attecchito che un cimitero londinese ha dovuto installare un sistema speciale di protezione per salvaguardare le tombe.

Le lapidi sormontate dalle croci che si trovano in questo piccolo cimitero vengono imbiancate a tratti dalla luna spettrale che entra ed esce dalla coltre di nubi che oscura il cielo. Un pipistrello sta svolazzando tra gli alberi e la guglia della chiesetta qui accanto. È mezzanotte e una civetta sta lanciando il suo lugubre grido. È proprio la notte adatta per andare a caccia di vampiri ed eccomi qui, accoccolato tra le tombe, a strisciare tra le lapidi che sporgono sopra di me e che, in questo momento, mi sembrano una cornice di denti. Non sono solo. Al mio fianco c’è Mark, 24 anni, lava-vetri di professione e cacciatore di vampiri per hobby, egli fa parte di quella schiera sempre più numerosa che ama questo tipo di escursioni di mezzanotte portandosi dietro delle croci appuntite che hanno lo scopo di trapassare il cuore del vampiro. Tra i loro ferri del mestiere vi è anche l’aglio, per soffocare l’istinto del vampiro qualora dovessero incontrarne uno, ed un pugnale d’argento benedetto per respingere gli attacchi di queste creature delle tenebre. Ciò dimostra che sia Mark che i suoi colleghi prendono terribilmente sul serio la caccia al vampiro.
Prima di iniziare a studiare questo fenomeno alquanto anomalo, ero più che convinto che questo genere di persone si restringessero ad una cerchia ben limitata e che, in tutti i casi, non trovassero un serio riscontro da parte dell’opinione pubblica e invece, come ho già detto, nei cimiteri abbandonati diventa sempre più frequente la loro apparizione. Ma c’è di più, pensate che l’anno scorso, di questi tempi, un giovane londinese di nome David Ferranti fu accusato di aver profanato delle bare nel cimitero di Highgate. La corte lo assolse quando questi spiegò che era un cacciatore di vampiri. Il citato cimitero di Highgate, dove è sepolto Marx, ha una discreta reputazione quale terreno di caccia del vampiro, altrettanto dicasi per tanti piccoli cimiteri dell’Inghilterra, specie nel West Country e nel Sussex: Secondo gli studiosi di magia nera, il West Country ha sempre esercitato, per qualche misteriosa ragione, un forte fascino sui necrofili, fantasmi e adepti delle sette sataniche mentre il Sussex si caratterizza dalle altre regioni per essere stato l’ultima zona dell’Inghilterra ad accettare il cristianesimo. Ma tracce di religioni ancor più primitive sono più che mai vive ai giorni d’oggi. Con una certa difficoltà sono quindi riuscito a combinare un incontro con un cacciatore di vampiri ma non è stato facile convincerlo a farsi accompagnare da me durante una delle sue battute al vampiro. “ È pericoloso e non solo per i vampiri ma anche per tutte le specie di spiriti che vanno in giro di notte” mi ha spiegato Mark “Questi spiriti sanno essere terribilmente vendicativi e, a meno che tu non sappia come proteggerti da un attacco psichico, possono anche farti impazzire o addirittura ucciderti”. Comunque, alla fine, Mark si è lasciato convincere e mi ha permesso di accompagnarlo non senza prima avermi insegnato alcuni sistemi di autodifesa di carattere psicologico, una specie di judo, insomma, grazie al quale poter sostenere un attacco da parte delle potenze delle tenebre. “Se un vampiro o uno spirito incorporeo dovesse fissarti profondamente negli occhi – mi ha spiegato Mark – non distogliere lo sguardo, concentrati invece su un punto preciso, tra le sue sopracciglia, proprio sopra il naso”. E, nel corso della lezione teorica Mark mi ha anche detto che se avessi sentito che il vampiro o lo spirito stessero cercando di impossessarsi della mia mente, avrei dovuto occupare il cervello con dei pensieri qualsiasi, per non cadere vittima della loro supremazia. La migliore arma di difesa in caso di attacco dall’aldilà è il Pentalfa e Mark mi ha mostrato come usare il pollice e l’indice della mano destra per tracciare una stella a cinque punte. “È una magia molto efficace e puoi anche aggiungere ‘Possa l’arcangelo Raffaele proteggermi dal male’, qualche volta funziona”.
Dopo questo indottrinamento teorico eccomi qui. Ci siamo incontrati alle undici di sera ad un crocicchio nei pressi di un cimitero del Sussex. “Nel medioevo si usava bruciare i vampiri ai crocicchi, conficcando loro un paletto nel cuore” mi dice Mark mentre sta tirando fuori dalla macchina il suo armamentario anti-vampiro. Poi, rivolto verso di me, si cala sulle spalle un mantello nero che gli arriva sino ai piedi. “Mi tiene più caldo della giacca e mi rende praticamente invisibile agli estranei. Sì, cacciare un vampiro è una gran brutta faccenda”. Non capisco perché, in fondo è mezzanotte, siamo in cimitero abbandonato e… “…Già, alcuni poliziotti della zona fanno la ronda qui intorno” mi spiega Mark “i cimiteri, di questi tempi, sono sotto ferreo controllo, pensa che ad Highgate c’è una pattuglia speciale, addetta esclusivamente a fermare i cacciatori di vampiri”.
Mentre procediamo attraverso le tombe che si stagliano sulla cima della collinetta chiedo a Mark come mai si sia interessato ai vampiri.
“Dapprima sono stato attratto dalla magia bianca poi mi sono reso conto del grave pericolo che la società correva davanti ai maghi dell’occultismo. Ho avuto un paio di scontri psichici con dei satanisti. Poi venni a sapere che in un cimitero qui vicino era stato avvistato un vampiro e così ho cominciato a dedicarmi alla caccia dei vampiri. Gli chiedo se abbia mai visto un vampiro. “Un paio di volte, una volta in questo cimitero e l’altra in Cornovaglia. Sono state due esperienze terrificanti. Le creature sono davvero orrende, sono riuscito a cacciarli entrambi ma non sono riuscito a localizzare le tombe da cui erano uscite”. Le vittime di un vampiro, a detta di Mark, sembrano decedute di morte naturale però “…Se le si osserva con cura, con una lente d’ingrandimento, scoprirai senz’altro i due segni dei canini alla base del loro collo. Mark, cammin facendo mi dice di essere stato sulle tracce di una dozzina circa di vampiri e intanto tocca con la mano la fiaschetta di caffè caldo e la bottiglia di whisky che ha portato con sé e le deposita su una tomba. Ha con sé anche una scatoletta si sale, che serve, a quanto pare, a tenere lontani gli spiriti, ed un flacone di acquasanta. Quest’ultima, si dice, una volta che viene versata addosso ad uno spirito malvagio, lo brucia, almeno apparentemente con lo stesso effetto prodotto dagli acidi versati su ciò che si intende distruggere. “Dobbiamo continuare” mi sussurra Mark e, cos’ dicendo, posa a terra la lanterna che sinora ci ha fatto luce e prende una pila. Ci avviamo quindi fra le tombe. Confesso che ho considerato tutto questo una specie di scherzo ma adesso, che mi ritrovo nelle tenebre con dei pipistrelli che volteggiano sopra di noi e con un vento impetuoso che pare gemere tra gli alberi, sento che i miei nervi sono nell’attesa spasmodica di qualche cosa.
“È Mezzanotte” mi sussurra Mark mentre io inciampo nella catena di protezione e delimitazione di una zona privata e cado rovinosamente sopra un cespuglio di agrifogli. Ci fermiamo e beviamo una tazza di caffè bollente e poi riprendiamo il cammino. Di vampiri nemmeno l’ombra.
“L’ora prima dell’alba è la più pericolosa” mi dice Mark e si siede a leggersi un libro sul diavolo mentre io disegno un pentalfa sul terreno. Passate le due Mark si alza e si copre il viso con una maschera. “Se mi scontro con un vampiro non voglio che mi riconosca perché potrei mancare il colpo e quello verrebbe senz’altro a cercarmi”. Ed eccoci di nuovo a camminare tra le tombe, le croci, le statue mortuarie. Un rumore, proveniente da una macchia vicina ad una tomba di famiglia mi fa letteralmente balzare il cuore in gola. “Topi” mi dice Mark. Ma, subito dopo aver cercato di rassicurarmi con questa sua affermazione, corre verso il cimitero con l’asta in resta. Quando riesco a raggiungerlo lo trovo accucciato accanto a una tomba di famiglia molto grande e piena zeppa di addobbi di vario genere. La catena arrugginita che un tempo chiudeva il cancelletto è ora spezzata. Tre gradini, coperti d’erba, conducono verso l’ingresso della tomba. Mark scende senza esitazione e cerca di aprire la porta. È chiusa ermeticamente. “Ho visto passare una figura indistinta… attraverso la cappella ed entrare qui dentro” – mi dice – “Non senti questo odore di muffa? Forse non era un vampiro, ma era certo uno spirito malvagio. Devo fare qualcosa!”. Non so cosa abbia intenzione di fare, qualcosa comunque che io non merito di vedere poiché ritorniamo sui nostri passi. Poco prima dell’alba Mark decide di porre fine alla nostra escursione. “Mi spiace di non averti potuto far vedere un vampiro – mi dice – ma ce n’è uno nei dintorni e andrò a cacciarlo finché non l’avrò distrutto!”. Tutta la faccenda ha del ridicolo e gli esprimo il mio scetticismo e Mark mi risponde in tono molto, ma molto serio: “La gente come me, che passa il tempo a cacciare i vampiri, non ha alcuna voglia di ridere. La magia nera è molto pericolosa. Non penserai che mi sia divertito a passare la notte con te… È solo perché sento che questo è un dovere nei confronti della società”. Chiedo a Mark cosa faccia durante le notti in cui non va a caccia di vampiri. “Vado al cinema, no, niente film dell’orrore, non posso sopportare quelle sciocchezze…”



* Questo articolo è tratto dal Corriere della Paura N. 16, Editoriale Corno, 
Settembre 1975.





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