La
chiesa SS. Salvatore distrutta dal terremoto del 1905
Castrolibero
- Mappa della località San Salvatore (Via Amorella)- 1873
- Dopo il catastrofico terremoto del 1638 che aveva distrutto
in gran parte Castelfranco, la chiesa Parrocchiale SS. Salvatore
venne trasferita dalla "Chiesa
Vecchia", crollata in quella tragica circostanza,
alla chiesa dei frati domenicani dedicata a S. Maria delle Grazie,
che si trovava a Nord del paese.
Nella mappa realizzata nel corso della costruzione della strada
nel 1873, è' visibile la sagoma della chiesa. Di essa però
già si legge in un atto notarile del 1736 sotto il titolo
di SS. Salvatore (Il notaio, in quell'occasione, scrisse che era
iniziata da poco la costruzione della torre campanaria posta verso
ponente).
In un manoscritto del 1750 di Casa
Sersale, che fu per lungo tempo la casa feudataria
di Castelfranco, si legge a proposito della zona dove oggi sorge
la
chiesa SS. Salvatore:
"...Eravi un convento dei PP. Domenicani, propriamente
nel luogo detto l'Orto del Monaco, ma soppresso poi dal Papa Sisto
Quinto...fu quivi trasportata la chiesa Parrocchiale sotto il
titolo del Salvatore sin da che la prima chiesa, che stava nel
luogo detto la Chiesa Vecchia, fu rovinata dall'anzidetto tremuoto
(ndr 1638). Questa chiesa tiene il suo prospetto a ponente, benchè
abbia la sua porta a mezzogiorno; ed è disposta
ad una sola nave, con cappelloni a man sinistra, e tiene a man
destra due sole cappelle, una delle quali sotto il titolo di S.
Giuseppe è di jus patronato della famiglia Marigliano"
La chiesa venne abbattuta definitivamente a seguito delle gravi
lesioni riportate nel corso del sisma che colpì Castrolibero
alle ore 2.40 dell' 8 settembre del 1905.
Da notare nella mappa, che nel 1873 cominciava a costruirsi la
strada rotabile che portava a Fontanesi-Pasquali-Cosenza. L'altra
strada, quella che ora collega il Centro Storico alla contrada
Andreotta, venne costruita solo tra il 1935 e il 1945.
Nel 1873 l'abitato di Castrolibero si snodava prevalentemente
da Sud a Ovest, interessando le zone dette S. Maria e S. Giovanni.
Da tempo immemorabile per raggiungere l'abitato di Castelfranco
esistevano solo poche mulattiere: via
Porticelle che portava a Sud-Est verso Cosenza e via
San Francesco (poi via Roma) che, attraverso la "Silica",
portava a "Barbaro" e nella parte Nord del paese.
Sul tracciato della vecchia mulattiera per S. Lucia venne invece
costruita - in parte - la prima strada rotabile del 1873..
NOTIZIE SULLA CHIESA RIPORTATA NELLA MAPPA:
La chiesa aveva subito profonde lesioni nel corso del terremoto
che aveva interessato la provincia di Cosenza nel 1783 (ore 1.30
del 28 marzo del 1783, nella Calabria del sud la scossa aveva
mietuto vittime il 5 febbraio di quello stesso anno).
Come si può
vedere nella mappa del 1873, la chiesa non era circondata, come
quella attuale, dalla strada rotabile, per cui tutt'attorno vi
era solo vegetazione, alberi d'ulivo e di gelso (Amorelle). Si
accedeva alla chiesa, venendo da Cosenza, attraverso
un ripido sistema
di scalinate, ricavate nel terreno, lungo la mulattiera
detta S. Francesco (poi via Roma). La chiesa si trovava, come
si può notare dalla
mappa, un pò più avanti rispetto alla
collocazione
della chiesa attuale e con il prospetto rivolto verso
ponente, benchè l'ingresso fosse situato a mezzogiorno.
Esternamente la chiesa era stata realizzata in pietra rustica,
non intonacata, ed era - per dimensioni - notevolmente più
piccola (misurava circa 20 metri x 10) di quella attuale. L'ingresso
era caratterizzato da una grande porta di legno. Nella parte esterna
anteriore erano stati ricavati degli ampi sedili. Il tutto era
sovrastato da un altissimo campanile (la cui costruzione era iniziata
intorno al 1736) che provocava ad ogni rintocco un rumore assordante.
Dalla parte opposta (Nord-Est) c'era un terreno incolto, pieno
di erbacce e rovi impenetrabili. La zona era detta "celle"
(Per via del vecchio convento (1538-1652) che i frati domenicani
avevano eretto in quel luogo, insieme alla chiesa dedicata a S.
Maria delle Grazie, nella quale particolare devozione veniva tributata
alla Madonna del Rosario). Le "celle" erano delle stanzette,
ancora esistenti nei primi anni del 1900, coperte con tegole,
in pratica delle vere e proprie baracche. Quel posto, in effetti,
fino a qualche anno fa, era conosciuto anche con il toponimo di
"barraccheddre" (piccole baracche). La chiesa presentava
finestre sui lati, il campanile era posto sul davanti (rivolto
a Sud-ovest) e la sagrestia sul retro (Nord-Est).
Il
terremoto della notte tra il 12 e il 13 febbraio 1854 aveva danneggiato
seriamente la chiesa nella parte del coro, dell'altare maggiore,
delle cappelle laterali sinistre e nell'adiacente campanile.
Tra
il 1884 e il 1889 le condizioni statiche della chiesa non erano
del tutto tranquille. In alcuni atti del comune di Castrolibero,
relativamente a tali anni, si rilevava la necessità impellente
di intervenire sulla fatiscente struttura della chiesa. Occorreva
costruire almeno 3 "barbacani" (contrafforti) per evitarne
l' ormai prossima rovina.
In quella chiesa -nel 1900- vi si festeggiavano la Madonna del
Rosario e San Raffaele, quest'ultimo - come si sa - è il
protettore di Castrolibero (la relativa
statua processionale venne donata alla chiesa, nei primi
anni del 1900, da alcuni contadini del rione Volpicchi, fattori
della ricca famiglia Quintieri).In quegli anni la chiesa era ad
una sola navata, nella parte superiore aveva una sorta di controsoffitto,
tutto riccamente decorato con immagini sacre. Alle pareti erano
invece appesi molti qradri raffiguranti Santi ed icone religiose
(tra i quali la
madonna dei sette dolori già presente nel 1736).
A fianco della chiesa, nella parte rivolta a ovest, nei pressi
di un gigantesco pioppo - c'era un cancelletto che conduceva nell'attiguo
cimitero, delimitato da un muretto "arricciato
e imbiancato" (la costruzione del cimitero aveva avuto inizio
nel 1888 ed era stato "inaugurato" il 1890).
I defunti, fino all'anno 1900 venivano seppelliti senza bara.
Si scendeva in un cunicolo dove la salma veniva ricomposta, poi
l'ingresso si richiudeva con una pesante pietra tombale. Dall'anno
1900 in poi si usò invece la sepoltura nelle casse di legno.
Quando, dopo il 1905, si dovette abbattere la chiesa e il campanile
perchè seriamente danneggiati dal terremoto dell' 8 settembre,
le campane vennero povvisoriamente issate sul pioppo, la parrocchia
di SS. Salvatore venne spostata nella chiesa
di San Giovanni (ed ivi rimase fino al 1974), mentre
il Sig. Achille Potente cominciò a costruire, nella parte
orientale di piazza Pandosia, la
torre campanaria (poi incredibilmente demolita nel
1974 perchè, secondo alcuni, era in contrasto architettonico
con la
nuova chiesa, (la prima pietra della chiesa era stata
posata - più o meno nel punto d'unione con la casa canonica
- il 12 novembre del 1972, dal Vescovo di Cosenza Enea Selis e
dell'allora Parroco di Castrolibero Don Salvatore Bartucci). In
pratica venne descritto l'evento in latino su di una pergamena,
riposta quel giorno - protetta da una teca - in un blocco di cemento
nella fondazione della chiesa.
Nel 1905 il parroco di Castrolibero era con certezza Don Gaetano
De Luca, a lui seguì nel 1928 Don Carmine De Rango e poi
nel 1952 Don Alfredo Costabile, quindi nel 1972 Don Salvatore
Bartucci, nel 1980 Don Luigi D'addino e poi Francesco Iaquinta
(1999) ed ora è Parroco di Castrolibero centro Don Franco
Zumpano.
Castrolibero
21 gennaio 2005
Notizie raccolte da varie fonti a cura di Alberto Anelli
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