Natale
Pellegrico era un fervente Socialista, fu segretario della locale sezione ed anche
vice sindaco di Castrolibero nel periodo in cui fu sindaco Ernesto Parise.
Dal
libro di Eugenio Morelli, "Attraverso il diario della mia vita"- 2001,
ricaviamo un breve ricordo di Natale Pellegrino:
"Questi era un uomo
integerrimo, oltre che instacabile lavoratore.La sua giornata, puntualmente e
impeccabilmente, iniziava alle quattro del mattino, sia d'inverno che d'estate.
A quell'ora venivo svegliato dal battito del martello, essendo i Pellegrino, come
ho già detto, i miei dirimpettai. Natale si concedeva una breve sosta a
mezzogiorno per consumare il pasto e per dare un'occhiata a "Il giornale
d'Italia", al quale era abbonato, soffermandosi con particolare interesse
sulle pagine politiche. Era un fervente socialista. Non amava, e quindi non conosceva,
divertimento e passatempi, nonostante fosse il calzolaio più ricco di Castrolibero.
Era l'unico a possedere un macchinario atto a cucire le suole delle scarpe (ndr:
più tardi anche la bottega di Antonio Marigliano si dotò di tale
macchina). Per fabbricarle comprava cuoiami e pellami da grosse industrie di Napoli,
dove personalmente si recava due o tre volte nell'arco dell'anno. Alla scuola
di Natale e del figlio Giuseppe, di recente deceduto in America alla bella età
di 94 anni, imparai ad inchiodare ("nzippare") le suole delle scarpe
e ad applicare le "tacce" (rampini) alle calzature invernali. Natale
mi ha insegnato da subito ad amare il lavoro, fonte, diceva di serenità
e di benessere spirituale, dal quale derivava poi immancabilmente quello materiale.
Ogni sabato, giorno di mercato, si recava a Cosenza, in piazza Vescovado, a vendere
le calzature prodotte durante la settimana. Ad accompagnarlo erano la moglie concetta
ed il figlio Giuseppe, che per tale servizio si era comprato un'atomobile Fiat".
Dal
libro di Eugenio Morelli "Castrolibero...fra storia e ricordi"- 1997
ricaviamo un simpatico aneddoto: "Ricordo
che in occasione di una elezione politica si recò a Cosenza per applaudire
Sandro Pertini che doveva pronunciare un discorso. La folla accorse numerosa ad
ascoltare colui che poi sarebbe divenuto Presidente della Repubblica. Il buon
Natale, per poter meglio valutare quante persone fossero presenti, salì
su una sedia di un bar prospiciente la piazza e, vista la sterminata folla, eslamò
compiaciuto e a mò di scaramanzia: "Benedica, benedica!".
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