TELEGRAFIA MORSE SENZA FILI

 
     
 

 
     
 

Scrivo in merito ad un emendamento mondiale, emanato dalla U.I.T., Unione Internazionale delle Telecomunicazioni di cui l'Italia aderisce. La UIT verso la fine del secolo scorso, ha abolito l’uso della radiotelegrafia dal servizio radio professionale sia militare che civile, tale abolizione è stata successivamente estesa anche al servizio dei Radioamatori  con l'abolizione dell'esame di telegrafia per il conseguimento della relativa patente radiantistica. Alla fine del 1989 le normative della UIT prevedevano che per le nuove costruzioni  navali sia militari che civili, la radiotelegrafia fosse soppressa affidando tutte le comunicazioni ad un sistema automatizzato chiamato GMDSS.

Con la sua introduzione si sono sviluppate le Guardie Costiere di tutti i Paesi aderenti,  al fine, grazie alla nascita di Centri di Controllo Nazionali, di migliorare la supervisione di tutte le aree navigabili del mondo.  La soppressione della radiotelegrafia, detta anche TSF o telegrafia senza fili, ha di fatto eliminato la figura del personale addetto alla TSF, personale altamente qualificato nell'ambito delle telecomunicazioni, della  radiotecnica ed elettronica generale. Tale sistema si e' così evoluto che anche gli aerei civili e militari hanno adottato un sistema simile, ovviamente dedicato all’aviazione.

 
     
 

 
 

Sala radio di una nave

 
     
 

Ora tutti i Centri di Controllo possono sapere in qualsiasi momento la posizione di un aeromobile nei cieli o di una imbarcazione in mare. Il problema e' che il sistema GMDSS navale, ha molti difetti tecnici volutamente trascurati per motivi di strategie commerciali e politiche. Un fatto e' controllare, una cosa è intervenire nel caso di soccorso ad una nave qualora abbia un'avaria all'impianto satellitare, le possibilità di lanciare il segnale di soccorso sarebbero notevolmente ridotte, si sono verificati incidenti di questo tipo dove il sistema GMDSS si è rivelato completamente inefficace, conseguenza la morte di centinaia di persone.

A tal proposito ricordo la vicenda del traghetto egiziano nel Mar Rosso,  che trasportava i pellegrini di ritorno dalla Mecca.......qualcosa non funzionò su questo nuovo sistema.  Il vecchio tipo di radiocomunicazioni marittime prevedeva invece l’impiego di  un radio-operatore, che attraverso la stazione radio tradizionale, avrebbe potuto lanciare il segnale di S.O.S. sulla 500 kHz, la frequenza di soccorso internazionale radiotelegrafica, il segnale avrebbe raggiunto tutte le navi nel raggio di due o trecento miglia marine che nell’arco di poche ore avrebbero potuto garantire il loro intervento nel luogo del sinistro.

Purtroppo le problematiche tecniche dei nuovi sistemi automatici interessano sia le comunicazioni navali che aeronautiche a bordo degli aerei, il numero dei piloti e' sceso da tre a due, prima che sulle navi, si e' eliminato il pilota ingegnere di volo e al suo posto è stata introdotta un'automazione sofisticata. Per quanto riguarda le navi,  attualmente, con un corso di dieci giorni, si può conseguire il certificato di operatore GMDSS, trascurando tutto il bagaglio tecnico e culturale che veniva richiesto ad un operatore radio professionista. L'automazione aereo-navale e' stata data per perfetta, ma così non è. 

Molti addetti ai lavori tacciono. Dopo che un gruppo mondiale di ex radiotelegrafisti aveva, dal 2002 al 2006, cercato una soluzione per farci riconoscere come lavoratori di un settore eliminato “nell’arco di un giorno”.   Un altro problema ora si pone: ci ritroviamo, sempre per motivi economici riguardanti la vendita di costosissimi apparati di telecomunicazione ad assistere alla  soppressione  dell'esame di telegrafia per la patente di radioamatore di prima classe, tale decisione spoglia nel lungo termine, il settore delle radiocomunicazioni di un fattore di ricambio umano e  in caso di emergenza, di operatori esperti di telecomunicazioni e di radiotelegrafia, sistema unico, inventato dal nostro concittadino Guglielmo Marconi  primariamente con il fine di salvare vite umane.

Perfino Albert Einstein in punto di morte disse che Dio non gioca a dadi. Perché per un progresso a tutti i costi si deve permettere di giocare con la vita umana ?

 
     
 

di Adolfo Brochetelli  - IK1DQW