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Nel corso
degli anni venti, la professione di radiotelegrafista imbarcato
nella Marina Mercantile divenne sempre piu’ invitante per i giovani
che vi potevano trovare un mestiere tecnicamente all'avanguardia, di
prestigio e anche ben pagato. Nel 1926 la Compagnia Internazionale
Marconi o Radio Italia retribuiva i migliori operatori
radiotelegrafisti con uno stipendio annuo che oscillava tra le
12.000 e le 18.000 lire, vitto e alloggio franco a bordo e
trattamento giuridico da Ufficiali (ricordo, a titolo di esempio,
che i salari agricoli a quel tempo erano tra le dieci e le
venticinque lire al giorno, mentre una famiglia operaia
difficilmente riusciva a mettere insieme piu’ di ottomila lire
all'anno). Era ovvio che in tale situazione nascessero scuole
private per l'istruzione radiotelegrafica, visto anche il ritardo da
parte della scuola pubblica a diffondere capillarmente corsi, vuoi
di elettrotecnica, vuoi di pratica radiotelegrafica, tali da
consentire agli allievi il superamento degli esami per il brevetto
internazionale presso la scuola della Marina del Varignano di La
Spezia o l'Istituto Superiore Postale Telegrafico in Roma.
Una breve
ma laboriosa ricerca ci ha consentito di ricostruire il quadro di
queste scuole in Emilia-Romagna. Il Ministero della Pubblica
Istruzione in una sua circolare del 7 novembre 1927 prendeva atto
del diffondersi delle scuole private e affermava che, se agli
effetti di una rapida ed efficace divulgazione di questa disciplina
(ovvero della radiotelegrafia n.d.a.) tali istituzioni sono da
guardarsi con speciale simpatia, giova d'altra parte assicurarsi
che l'insegnamento sia impartito con serieta’ e mezzi adeguati. A
tal fine si avviava un inchiesta per conoscere l'ubicazione delle
scuole, gli elenchi del personale insegnante, la durata dei corsi e
i programmi, le tasse scolastiche, le condizioni dei locali, i
materiali e le apparecchiature radiotelegrafiche della scuola, la
data di fondazione ed il numero degli alunni.
Veniamo
cosi a sapere che a Bologna esisteva dal 1912 una scuola di
telegrafia, a cui in seguito si era aggiunta la radiotelegrafia,
presso l'Istituto Radiotelegrafico Ars et Labor i cui corsi,
distribuiti su due anni, duravano sei mesi con cinque ore di lezione
al giorno e che la scuola, al 16 febbraio 1928, disponeva di sei
macchine morse, cicale per la trasmissione al primo corso, una
macchina automatica Wheatstone per la trasmissione al secondo corso,
un apparato da 1,5 kW tipo Marconi. Al 1924 risaliva invece la
fondazione dell'Istituto Radiotelegrafico Bolognese che disponeva di
due stazioni: una Telefunken da 500 W e una Marconi da 1, 5 kW ed
era frequentata da 12 alunni. Il terzo istituto della provincia di
Bologna lo troviamo invece a Porretta dove il 15 ottobre 1927 si era
aperta la scuola Marconi annessa al locale collegio convitto.
Qui i corsi
duravano dai 6 agli 8 mesi a seconda della maggiore o minore
attitudine dei singoli alunni e le lezioni coprivano sei ore al
giorno. Il programma “porrettano” comprendeva: elettrostatica,
elettrodinamica radiotecnica, struttura e funzionamento degli
apparecchi radiotelegrafici e radiotelefonici, trasmittenti e
riceventi, a valvola, a cristallo e a scintilla usati a bordo delle
navi mercantili, termodinamica, motori a scoppio ed a combustione,
convenzione di Londra, legislazione della Marina Mercantile,
ricezione auricolare alla cuffia telefonica, trasmissione dei
segnali morse al tasto. L'istituto possedeva una macchina automatica
di trasmissione Wheatstone, oscillofoni, cuffie, cicale, macchine
Morse, un apparecchio trasmittente Marconi a spinterometro rotante
della potenza di 1,5 kW tipo di bordo, ricevitori a cristallo e a
valvola.
Era
frequentata da 10 allievi. In tutte queste scuole le rette, non
modeste se paragonate alle retribuzioni del tempo, variavano dalle
70 alle 150 lire al mese. Ai primi di luglio del 1928 il Ministero
della Pubblica Istruzione emanava norme piu’ severe e precise sulle
scuole radiotelegrafiche. In primo luogo il personale insegnante per
la parte pratica avrebbe dovuto essere scelto tra provetti
radiotelegrafisti che fossero stati addetti per molti anni in
qualita’ di capistazioni o di capotecnici ai servizi
radiotelegrafici mentre il personale dell'insegnamento teorico
avrebbe dovuto possedere una cultura superiore in fisica e
matematica ed avere seguito corsi regolari di elettrotecnica nonche’
corsi speciali di radiotelegrafia. La scuola avrebbe poi dovuto
disporre del seguente materiale:
1 - apparecchi telegrafici: macchine Morse automatici Wheatstone
tasti Morse.
2 - apparecchi radiotelegrafici: cicaline cuffie telefoniche
complesso trasmittente a scintilla con spinterometro rotante
complesso trasmittente con spinterometro a scintilla frazionata
(tipo Marconi o Telefunken oppure tipo francese S.F.R.) apparato
ausiliario di soccorso a rocchetto di Ruhmkorff o a vibratore di
aereo ricevitore a cristallo complesso trasmittente a valvole
ricevitore a valvole radiogoniometro.
3 - apparecchi di misura: amperometri, voltmetri, wattmetri, ponte
di Wheatstone, ondametri.
Per ovvi motivi anche il Genio Militare manifesto’ interesse verso
queste scuole. Apprendiamo cosi dai documenti militari che al 4
Gennaio 1929 nelle otto province dell'Emilia-Romagna oltre a quelle
bolognesi gia’ ricordate, era attiva solo un'altra scuola a Ferrara,
quella dell'Istituto Radiotelegrafico Ferrarese fondato il 1
novembre 1925 che aveva una macchina trasmittente automatica a
cadenza variabile per le esercitazioni di ricezione auricolare, 2
macchine scriventi morse, 6 tasti, 6 cicaline. La scuola ferrarese
era frequentata da nove allievi. Inoltre sempre a Ferrara lezioni
pratiche di telegrafia morse (trasmissione e ricezione a zona e ad
udito) erano impartite alla fine del 1929 da un ufficiale di prima
classe dell'Amministrazione delle Poste e dei Telegrafi debitamente
autorizzato.
Col 1930
questa prima stagione, per cosi dire privatistica, dell'istruzione
radiotelegrafica, di cui abbiamo trovato queste testimonianze per
l'Emilia-Romagna, volge at termine. Il governo, vuoi per scoraggiare
fenomeni speculativi, vuoi per motivi di controllo da parte del
regime su di un ramo tanto delicato, anche ai fini militari,
partendo dalla constatazione del risultato poco confortante degli
esami del 1930 per il rilascio del brevetto internazionale di
radiotelegrafista dovuto alla scarsa preparazione dei giovani
provenienti alle numerose scuole private di radiotelegrafia
esistenti in Italia, decide di riesaminare la situazione di tutte le
scuole ordinando la chiusura di quelle non idonee. Secondo i
Ministeri delle Comunicazioni e dell'Educazione Nazionale non solo
un gran numero di candidati al brevetto non riusciva normalmente a
riportare l'idoneita' ma persino i promossi dimostravano, in genere,
un livello culturale talmente basso da far ritenere che presso la
maggior parte delle scuole l'insegnamento fosse svolto con mezzi del
tutto inadeguati, specialmente per quanto concerneva le
esercitazioni pratiche.
Gli elenchi
dei materiali reperiti presso le scuole emiliane sembrano mostrare
che queste erano sufficientemente attrezzate e pure il personale
insegnante, quasi sempre composto da validi radiotelegrafisti e da
esperti in elettrotecnica, pare di levatura piu’ che accettabile, ma
anche per esse la sorte era segnata. Ben presto vengono infatti
creati, d'intesa tra Ministero dell'Educazione Nazionale e Ministero
della Guerra, presso molte scuole industriali, dei corsi serali di
R.T. della durata di sei mesi e quasi gratuiti, mentre altri corsi
diurni si aprono presso le stesse scuole industriali per offrire,
con minimi sacrifici econornici, una garanzia di maggiore efficacia
e uniformita’ della preparazione e per assicurare un puntuale
controllo da parte dello Stato su questa sfera dell'Istruzione
tecnica.
La
concorrenza, anche di tipo economico, delle scuole pubbliche e
semipubbliche unita a sempre piu’ rigidi controlli tecnici si
rivelo’ fatale alle iniziative private. Via via anche in
Emilia-Romagna (oltre a quelle prima ricordate, col tempo si erano
aperte altre scuole a Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Forli), i
vari Istituti privati cesseranno le loro attivita’. Dopo alcuni anni
di ulteriore vita assai saltuaria e stentata (talvolta i corsi non
poterono neppure iniziare per mancanza di allievi) anche l'ultima
scuola privata di radiotelegrafia Bolognese, quella della Ars et
Labor, chiudera definitivarnente nell'Agosto del 1939. |
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