|
Alla fine degli anni 60, quando frequentavo le
scuole medie, avevo scoperto che, durante le ore di lezione in classe,
anziche' scambiare i soliti fogliettini pallina scritti in chiaro
e pertanto facilmente intercettabili dall'insegnante, usavo i punti e le
linee dell'alfabeto morse che erano riportati sul libro di applicazione
tecniche. Per un po' fummo al riparo nello scambio di soluzioni dei
compiti o altro tra compagni di classe.
Al momento non comprendevo quanto quello
"sciocco" gioco avrebbe influenzato la mia vita.
Arrivai a conoscere le lettere, numeri e altri segni in modo perfetto
del Morse. La mia famiglia era tutta di origine marinaresca di
Bocca di Magra in provincia di La Spezia, piccolo porticciolo di
pescatori. Marinai, finanzieri di mare, pescatori, cuochi, camerieri,
fuochisti (si perche' il mio zio piu' prossimo spalava carbone dentro le
caldaie, categoria poi diventata ingrassatori e quindi operai meccanici,
con l'evoluzione delle navi).
Per me, malgrado i pareri negativi
dei nonni, ma non dei genitori, scelsi il nautico "Michele Fiorillo"
di Marina di Carrara, sezione radiotelegrafisti. Mi ricordo che
l'apprendimento del codice morse con il classico "sounder a 800 herz" fu
per me tanto facile come altrettanto veloce. Per ascoltare i segnali
morse, mi esercitavo con un vecchio Vega valvolare casalingo, per far
battimento e far uscire la nota avvicinavo una radiolina a transistor ad
onde medie e lunghe, regalo di mio padre acquistato in Giappone.
Fin dalla prima superiore, utilizzavo il tasto elettronico, acquistato
per quaranta mila lire, grazie all'interessamento di un grande "RT"
dell'aviazione militare: Zambelli Corrado, che durante la guerra presto'
servizio al centro meteorologico di Trieste e che vide anche lui per
l'ultima volta il transatlantico REX prima del suo affondamento davanti
alle coste dalmate da parte di aerei tedeschi. Zambelli fu anche un
radioamatore. Rivenduto questo tasto quasi subito per un altro di tipo
elettronico della STE di Milano a due memorie, tecnica squeeze, il BUG
20 con 512 bit di store, acquistato a Genova in un negozio di
elettronica vicino alla Foce .
|
Alcuni mesi dopo, il mio insegnante
di RT, ex capoposto dell'Amoco Singapore (nave gemella del Amoco Cadiz,
tragicamente affondata e di cui fino ad oggi non si sono sapute ancor
bene le cause reali dell'avvenimento, ben coperte sia da IMO che dai
LLoyds. ), mi regalo' un favoloso semiautomatico Vibroplex Bug tipo
Lightining standard del 1963, acquistato a NY. Ne ero cosi' orgoglioso
che, sia pur ancora nell'eta' infantile dei quindici anni, alla sera me
lo portavo nella mia camera da letto innescando fantascientifici QSO con
stazioni costierie ! Sinceramente non mi e' mai balenato per la testa di
far servizio in una stazione costiera. Con la scuola avevamo visitato
GenovaPt Radio, c'erano apparati Collins sui tavoli di ricezione, non
ricordo se l'R51 o antecedenti ma gia' su una nave nel porto di Marina
di Carrara nel 1972 avevo notato a bordo un ricevitore "Apollo" della
Marconi Marine e su un'altra il "ITT-Mackey 3026".
Grazie al bug regalatomi, mentre come
dicevo io, i miei compagni di classe "zampognavano" sul tasto
ministeriale verticale, io imparai l'arte del morse tramite il
ticchettio del Bug Lightining per le tipiche velocita' intorno agli 80
c/m in modalita' PARIS per il conteggio dei caratteri. Cosi' questa
modalita' mi portò velocemente a primeggiare con il verticale senza o
con il sound. Inoltre sul tavolo del professore di RT c'era un
bellissimo tasto Allocchio Bacchini A 320 che si poteva portare a
velocita' molto vicine al famoso tasto "swedish key" se non di piu', di
cui I5OUL, impiegato in quella scuola, puo' testimoniare. Tasto con cui
trasmettevo alla perfezione e che ho cercato inutilmente sul mercato del
nuovo e dell'usato senza trovarlo pur avendo offerto cifre cospicue tra
gli RT e sui primi siti internet e poi su ebay.
Tutto questo senza mai vantarmene
anzi, visto il mio carattere silenzioso ed umile, ma, che si esalta nei
ricordi di una categoria, quella degli RT, che fu'. Io alla precisione
della trasmissione del Bug ho sempre preferito tirare le linee (vizio
che mi venne a forza di fare il Pacifico, dove spesso il fading con
l'Italia era marcato di sera tardi su 8 MHz (orario migliore per
comunicare), tale che la linea lunga non poteva confondersi con un
punto.
La stessa cosa la facevano sia i militari che gli operatori delle
stazioni costiere americane.
Ogni tanto mi lascio andare ad assoli con il tasto di I1QOD, bug doppia
leva che mi ha costruito esattamente per le mie esigenze ed anche grazie
a Salvatore IK1OJMi che mi ha regalato le palette in pregiato legno,
assoli che si sentono ormai in aria solo da emissione di radioamatori
americani in eta' avanzata. D'altronde gli operatori che lavoravano a
SANFRANCISCO RADIO in MF e HF andavano solo con il Bug ad alta
velocita'....... che maestri !
Peccato che non riesco piu' a trovare
la fotografia dove sono ritratto in primo piano nella stanza HF RTG,
quando con la nave rimasi alcune settimane in porto tra discarica e
caricamento e potei avere un appuntamento per andarli a trovare. Il
loro parco antenne era in una vallata a nord di San Francisco. Ricordo
perfettamente i loro ricevitori, erano dei National HRO-600, altro che
Collins o Harris. Si ascoltavano solo i segnali RTG e null'altro:
rumore, interferenze da bcst o altro erano inesistenti. |
|