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Con la presente vorrei iniziare la storia
navale relativa alle grandi navi passeggeri degli anni 50 e 60 della
Compagnia di Navigazione Italia di Genova e LLoyd Triestino di Trieste.
Questo per ricordare le grandi navi bianche che portavano la bandiera
italiana sul fumaiolo che tanto hanno reso onore alla nostra patria. Ho
deciso di iniziare dall'ultimo ovvero dal
"Leonardo da Vinci".
Questa nave
l'ho personalmente vista andare a
fuoco nella rada di La Spezia fino al suo totale taglio nel cantiere di
demolizione. La
"Leonardo da Vinci",
nave
da trentatremila tons, è stata varata nel 1960 nel cantiere di Sestri
Ponente (GE) per sostituire lo sfortunato affondamento
dell'Andrea Doria
a poche miglia da New York, malgrado gli sforzi del Comando di
bordo, dal Comandante Calamai al direttore di macchina e al suo
personale per tenerla a galla e farla adagiare sulle secche di Nantucket, di
fronte a New York per poi recuperarla.
La
"Leonardo da Vinci"
era stata costruita con la piu' avanzata tecnologia dell'epoca per far
fronte a tutti gli inconvenienti avvenuti
sull'Andrea Doria.
Lunga 206 metri,
dislocamento di 33.000 tons, proggettata per 25 gradi di sbandamento,
pinne stabilizzatrici retrattili.
I motori di propulsione erano turbine a vapore da 33000 cavalli, si dice
che la costruzione e compartimentazione della sala macchina era
predisposta per un impianto di propulsione nucleare e qui voglio
ricordare la fine ingloriosa e brutale dei primi due sottomarini
nucleari americani costruiti proprio tre anni prima del varo del
"da Vinci".
Dal 1958, gli
aerei che sorvolavano regolarmente l'oceano atlantico erano cosi
numerosi che il danno economico del trasporto di passeggeri via mare era
enorme, a causa dell'elevato consumo delle turbine a vapore.
Presumo che con l'affondamento
dell'Andrea Doria,
sia finita un'epoca, una moda legata alla ricchezza, ma anche a tanti
nostri connazionali emigrati. Nessun di noi guardando le immagini
televisive nei vari odierni documentari dell'epoca, percepisce, come lo
percepisco io, come venivano trattati gli italiani quando sbarcavano
dalle navi dalla dogana americana. I cani randagi erano trattati
meglio.
Il
"Leonardo da Vinci",
al comando di Luigi Oneto, fu la prima nave passeggeri che l'Italia di
Navigazione trasformo' in nave da crociera per i Caraibi, insieme al
Cristoforo Colombo, dando vita a quello che ancor oggi e' l'unico fattore
per cui si costruiscono immense navi da crociera, veri e propri hotel
galleggianti che in una settimana partono da Miami in Florida, fanno
l'anonimo giro delle isole caraibiche e ritornano a Miami dopo una
settimana, senza che i passeggeri siano andati una sola volta a terra,
visto che a bordo c'e' tutto.
La
"Leonardo da Vinci"
fu anche la prima nave che effettuo' le prime crociere nei caraibi. Fu
varie volte ristrutturata.
Il particolare negativo che distingueva la Societa' Italia, era l'alto
numero di personale imbarcato in rapporto ai passeggeri trasportati, le
continue sovvenzioni statali per mantenere la rotta Italia-Nord Europa. Le sovvenzioni statali terminarono nel
Febbraio del 1973, causate anche dalla crisi del petrolio e quindi
l'innalzamento dei prezzi del bunker per l'alimento dei motori di
propulsione.
Nello stesso anno della legge statale, la
"Leonardo da Vinci"
fu messa in disarmo. Da quando le navi della Società Italia, da navi
passeggeri divennero navi da crociera, furono ridipinte con la livrea bianca dell'opera morta
a differenza di
quella nera che le contraddistingueva in precedenza.
Nel 1975 la
"Leonardo da Vinci" fu
riarmata per una grande crociera di cinquanta giorni.
Il cinque Aprile del 1977 fu ridisarmata, successivamente riarmata rifece le crociere
nei caraibi ed il 22 Settembre del 1978 giunse a La Spezia per la
demolizione. Con essa terminarono le prestigiose navi bianche.
Il 3 Luglio 1981 la
"Leonardo da Vinci"
a causa di un incendio scoppiato a bordo e non domato in tempo, per
mancanza di adeguato numero di personale, bruciò per tre giorni e alla
fine si coricò sul fianco di dritta.
La nave fu recuperata in due tronconi da una ditta specializzata e
venduta ai Cantieri Lotti di La Spezia per demolizione per un milione di
USD.
Si dice che l'incendio scoppio in modo non fortuito, in quanto a
differenza delle altre navi passeggeri della Societa' Italia, non era
stata disarmata, quindi a bordo si trovavano ancora ingenti valori, in
opere d'arte, porcellane, arredi etc etc.
La stazione radio della "Leonardo da Vinci" fu piu' volte ammodernata per
le esigenze dei viaggi che effettuava, aveva a bordo apparati di grande
potenza, ottimi ricevitori e sistema telex. Non mi risulta che nel corso della sua
vita operativa gli fu cambiata la propulsione da turbonave a motonave
per il risparmio sui consumi, operazione che invece subi, intellingemente, ad esempio il "Carla C".
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