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Sono imbarcato nel 1984 su una superpetroliera di un armatore
genovese. La nave era ormeggiata al terminal petroli di Genova Multedo.
Dopo aver passato i controlli della dogana, un furgone per trasporto
persone, adeguato per svolgere l' attivita' all'interno di aree
pericolose con sacche di gas, ci ha portati fino alla piazzola a poppa
della nave. Da li scesi i bagagli e preso valigie, borselli e tracolli
vari ci siamo avviati verso lo scalandrone. Le nuove superpetroliere
dopo l'IMO 1980 erano a doppio scafo, cosė era come le dimensioni di una
260 mila del 1976, ma la capacita' era di sole 160 mila tons. I viaggi
erano Libia - Genova secondo gli accordi Italo-Libici di allora per le
forniture petrolifere.
Arrivato in coperta ed esplicate le formalita' di ingresso a bordo,
messo in testa il casco prottetivo, riposto accendini o oggetti che
cadendo potessero generare fiamme nelle tasche o nelle borse, mi
ritrovai, sicuramente, che le braccia si erano allungante di qualche
centimetro e le gambe accorciate dal peso dei miei bagagli. Dopo essermi
presentato in segreteria coperta, con l'ascensore sono salito al ponte
"A" dove era la mia cabina di transito e se ricordo bene era quella
assegnata generalmente al pilota. In stazione radio, completamente della
Hagenuk sistema tra noi RT denominato EMSK2000, ad attendermi un
massiccio collega triestino con tanto di barba rossa e accento da
triestino dei tempi andati.
Mi sembra di essermi preso subito un "mona" perche' era quasi
mezzogiorno e si era al limite dell'inizio del pranzo. Gli orari
di servizio e affini erano molto precisi, nemmeno fossi imbarcato su una
nave del LLoyd Triestino con tanto di paraocchi dato la precisione
tipica austriaca, piuttosto di essere su una nave genovese. Alla
fine del pranzo risaliti in radio, dopo avermi ben sistemato,
momentaneamente, nella cabina pilota, si e' passati al passaggio di
consegne ufficiali, come da prassi S.I.R.M (altrettanto pignoli).
Il trasmettitore era l' S-1250, il sintetizzatore del trasmettitore era
intercambiabile con quello del ricevitore. La stazione radio era
prettamente per collegamento point to point. La ricerca era molto
difficoltosa a causa che ogni cifra veniva impostata tramite commutatore
con manopola a scatti, con risoluzione a 100Hz sulla scala e a 10 Hz con
il vernier, o RIT se confrontati con gli apparati radiantistici.
Il trasmettitore aveva un amplificatore lineare con una 8866 detta
anche 4cx1500B, valvola molto particolare per via del tipo di zoccolo
utilizzato. Accordatore d'antenna incorporato come nei classici tx
navali ed antenna a stilo della norvegese Nera. Dopo tanti anni di
stazioni radio della ITT-Marine o della Marconi-Marine avevo il modello
di stazione radio con cui entravo in competizione alla fine degli anni
settanta con le navi della NAI-Lolli Ghetti che sia in grafia che
telefonia si piazzavano sempre davanti a me quando si doveva prendere
il QRY (turno) con RomaPT Radio/IAR, malgrado anch'io avessi stazioni
radio con P.A. da 4 tubi termoionici 4CX250B sulle navi dove ero
imbarcato di egual tonnellaggio o piu'. Particolarita' del trasmettitore
era il tempo che intercorreva tra lo stand-by e l'inserimento dell'alta
tensione allo stadio finale: ben un minuto. Cio' rafforzava ancor di
piu' la sensazione di un apparato piu' per il traffico terrestre
(ambasciate) che navale.
Dovevo cambiare completamente la mentalita' dei miei superveloci
passaggi da una banda marittima all'altra, dove sui ITT-Marine, appena
si toccava il sintetizzatore, l'alta tensione si sgangiava e si
autoreinseriva o si optava per l'operazione manuale a seconda che il
trasmettitore era di tipo ad accordo elettronico o semielettronico, in
ogni caso procedura quasi immediata. Le comunicazioni fin che non si
entrava nel canale di Sicilia, dove si giungeva passando tra la Sardegna
e la Sicilia a causa delle restrizioni per le superpetroliere al
transito nello stretto di Messina, avvenivano in VHF FM o in MF SSB.
Nel canale di Sicilia non era raro che il mare fosse mosso oltre
forza 6. Se la nave era a pieno carico non vi erano problemi per il
rollio, ma se si era in zavorra questo, un poco si faceva sentire e la
nave era in genere appoppata. La zavorra immessa era la minima giusto
per la quantita'della cisterna di raccolta che si doveva poi sbarcare
prima della caricazione. Era severamente proibito fare operazioni di
zavorramento in meditarraneo, le leggi erano restrittive come potete
immaginare. Chi ha passione per il mare o si dedica alla pesca o al
piccolo cabotaggio vicino alla costa anche con un semplice gozzo con
motore entro o fuoribordo, oggi conosce bene queste normative
antinquinamento e sicurezza. Dal porto petrolifero vicino a Bengasi,
dove si caricava ad una boa al mattino non essendo possibile avere
comunicazioni con ottimi segnali in MF, si optava per la 4 o la 8 MHz
fonia.
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Tutte le mattine si faceva un collegamento/QSO armatoriale, dovevo
ben monitorare il traffico radio su 4 e 8 MHz per poi decidere non quale
era la frequenza migliore, ma dove potevo prendere un QRY/turno basso
per far telefonare il comandante agli uffici commerciali. Il primo
problema che si presentava era la gestione del tx e la velocita' di
reimpostazioni delle frequenze sul tx e rx. Un turno alto si andava
immancabilmente alle 1100 italiane. Sintonizzavo alcuni minuti prima del
traffico lista o lancio all'aria di IAR fonia sulle frequenze di
chiamata delle navi. Quindi in base ai vari pigoli che ascoltavo, cioe'
delle altre navi che sintonizzavano in anticipo i trasmettitori, mi
rendevo conto di una prima conferma di quale sarebbe stata la frequenza
piu' caotica. La tensione nervosa si faceva sentire al momento che la
stazione costiera nazionale, diceva la fatidica frase "Qui e' Roma
radio passo all'ascolto di 4 8 12 16 e 22 MHz".
A quel punto iniziavo a chiamare, in genere su 4 MHz, ma se dopo un
minuto che urlavo il mio nominativo internazionale dentro la capsula
microfonica sulla 4 MHz, passavo su 8 MHz, dopo aver rifatto tutta la
procedura tra sintetizzatori e sintonia. Era una manovra sul filo dei
secondi, prima che iniziassero ad ascoltare la 8. Moltissime volte
l'operatore in telefonia di Roma/IAR, che in tanti anni di ascolto mi
sembrava sempre lo stesso, mi ripeteva tutte le mattine le solite
parole "o chiami su 4 o su 8, non posso ascoltarti su due frequenze
diverse in contemporanea e darti due differenti QRY". Ma io non prestavo
mai attenzione a cio'. Il mio scopo era che alle 0900 italiane il
Comandante parlasse con l'ufficio commerciale ed il direttore di
macchina con l'ufficio tecnico. Certo, tutte le mattine era la stessa
storia, capivo che la 8 MHz e' sempre stata la frequenza dx a tutte le
ore del giorno, ma non la 4 MHz dove il naviglio costiero potevano
esplicare il traffico via le stazioni costiere italiane da CagliariPT
Radio fino a TriestePT Radio.
Oggi, mentre sto scrivendo, ripenso alla quasi maniacale pazienza
di quell'operatore di IAR che in fonia con la stessa voce che mi ha
accompagnato per tutta la mia carriera di RT sulle navi mercantili,
assegnava i QRY alle navi dopo il lancio all'aria, sempre con la solita
cadenza e tonalita'. In mediterraneo, dopo aver fatto quasi sempre
questo giochetto, riservavo la telefonia dedicata all'equipaggio
smistandola tra GenovaPT Radio, dove il solito La Capria, simile
all'operatore senza nome di IAR, riusciva a farmi fare qualche
telefonate e alla sera, immancabilmente con CivitavecchiaPT Radio, dove
non c'erano tempi di attesa tra una chiamata e l'altra, con un rate
telefonata/ora spaventoso. Era per questo che appena sentivo CivitavecchiaPT Radio con un segnale commerciabile (sopra il QSA 3) chiamavo. In genere
ancora in quegli anni per le due grandi stazioni RTF nazionali, la media
era di sette telefonate ogni cinquanta minuti, poi iniziavano a dire
"non risponde : tassa di preparazione" e cosi' via.
Le onde medie se la frequenza della stazione costiera era troppo
vicina a quella della nave il filtro Reject Unit non era cosi' efficace,
ma non con Civitavecchia che con la sua 1888 KHz e la mia 2477 e certe
volte la frequenza navale sui 3Mhz o la 4Mhz, riuscivo a lavorare in
duplex, altrimenti utilizzavo il sistema VOX di cui quell'apparato
tedesco era dotato e devo dire che le telefonate erano migliori. Questo,
perche' quando parlava un marittimo di Molfetta con la sua famiglia, la
moglie lo interrompeva in continuazione, alla fine il povero marittimo
che magari aveva cose importanti da riferire alla moglie si dimenticava,
lasciandolo con un senso di amarezza e la necessita' di una successiva
ritelefonata.
In generale nel servizio radio che si espletava in mediterraneo non
c'erano le necessita' legate a propagazione o ai problemi delle
navigazioni di gran cabotaggio. Nel mare nostrum un sistema TPR-8000 o
5000 della Skanti da 250W d'uscita resi all'antenna non facevano grande
differenza a una potenza di un tx da 1KW, cosa che invece lo era quando
vi erano diversi fusi orari di differenza o si faceva il periplo
dell'Africa. Per non ricordare le problematiche di QSO di quando si
andava a Sanfrancisco o sulla costa californiana. La 8 MHz di RomaPT
Radio/IAR e'sempre stata la frequenza che non si e' mai fermata ed e'
stata sempre ascoltata ovunque nel globo, per essere ricevuti era una
questione legata per lo piu' ad un fattore di propagazione e di fading,
tipico dei collegamenti a grandissima distanza, un buon tx faceva la
differenza per il QSO.
Generalmente quando i segnali erano al limite del commerciabile
utilizzavo il simplex per chi lo sapeva usare o il sistema vox. Pochi
sanno che i ricevitori marittimi degli anni 70 e 80, a parte gli Harris,
erano scarsi come filtri di banda (preselettori) rispetto ad esempio a
un Kenwood TS 930 o un Icom IC 740. Il preselettore era molto
efficiente in ricezione soprattutto se del tipo sintonizzabile
manualmente. Il reject unit bloccava una porzione di frequenza della
banda in cui si trasmetteva non facendo rientrare la RF nel rx, attuando
la possibilita' del duplex.
E' vero che gli apparati d'alta classe hanno il ricevitore dotato di
antenna tuning unit. Pochi sanno che se il ricevitore non viene
acquistato con questa unita' le sue prestazioni saranno sempre
inferiori. Talvolta e' meglio avere un vecchio Siemens a tamburo rotante
che un moderno Racal senza esso. Sulle navi della MSC ho avuto il
Siemens E111E come rx principale ed era nettamente superiori come resa
all' ITT 3020 per il servizio SSB. Certo l'impostazione della frequenza
e relativa risoluzione era a favore dell' ITT, altrimenti era sempre
acceso l' E111. Tempi che furono, nostalgie di un mondo di fare radio piu' di manico che di asservimenti come il cluster radiantistico.
I tempi cambiano, la tecnologia ha eliminato gli RT. I radioamatori
ultimi portabandiera hanno ragione ad avere apparati della classe
Yaesu FT2000 o Icom Pro3, come e' essenziale utilizzare tasti
elettronici con rapporto 3:1 per dare la possibilita' a chi non ricorda
bene il CW di poterlo demodulare e rispondere via tastiera del pc. Oggi
sono d'accordo e' un modo di fare il CW nuovo, ma almeno si fa ancora
telegrafia. |
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