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Nel mese di aprile 2008, in Italia, vuoi per le
elezioni politiche ed amministrative o altro, vi sono stati molti eventi
e giornate della memoria storica. La memoria storica non va certo
dimenticata, facendo ancora essa parte della nostra storia recente e che
caratterizza ancora tutta la funzione sociale e politica del nostro
mondo. Tra queste "giornate"
non ne ho vista alcuna che ricordasse i marconisti e tanto meno i
radioamatori.
Solo alla recente "Fiera di Pordenone" si e' svolta una gara
internazione di alta velocita' di telegrafia. Personalmente non penso
che sia un evento storico, primo perche' e' un evento a se stante e gli
italiani che hanno partecipato venivano da un'associazione denominata
"Club Telegrafisti".
Nulla contro di loro, ma se le
"qualifiche fossero venute partendo da selezioni all'interno delle
sezioni ARI e del loro Club, forse la telegrafia sarebbe piu' conosciuta
e la famosa memoria storica rinfrescata. Ma chiuso l' HST, tutto ritorna
nel letargo. Molte sezioni ARI, proprio non si sono interessate di
insegnare la telegrafia, vuoi per disinformazione, vuoi per mancanza di
voglia verso un'arte che e' ormai morta. Nel mondo si dice che la lingua
italiana e' una lingua morta, intanto si continua a studiare il latino
in tutto il mondo!.............
Ricevere la telegrafia distinguendosi da un programma, tipo
l'eccellente "RUFZ" per segnali morse, non si discosta tanto dal farlo
ricevere da un altro p.c., superata la soglia dei 200 c/m tutto e'
facile.
Il problema e' ricevere ad alta
velocita' con il ricevitore valvolare che ha il suo VFO che deriva,
l'interferenza di altre stazioni molto piu' forti del segnale utile che
si sta ricevendo, le cuffie sempre sulla tempia e mai sui padiglioni
delle orecchie. Sulla nave, il mare mosso, i colpi di mare in coperta,
l'assordante rumore dei generatori diesel il tutto accompagnato con le
vibrazioni del motore principale che, quando arrivava l'ondata che alza
la poppa e l'elica che esce parzialmente fuori, producendo un ulteriore
frastuono ed il VFO del ricevitore che si mette ancor di piu' a slittare
di frequenza, il pensiero di ricevere bene e l'altro pensiero alle
condizioni della nave, arrugginita e vecchia. L'aria piena di salsedine,
ottimo stimolante per il mal di pancia.
Il tutto accompagnato sempre in
queste condizioni, dall'aria che usciva dalle bocchette di refrigerio
delle cabina che mandava il fumo della sala macchina. Pochi marconisti,
hanno la memoria storica di cio'. Essa e' stata volutamente nascosta
dentro qualche struttura della nave, che ormai giace in fondo al mare o
fatta in mille pezzi nei cantieri di demolizione navale o arenatasi su
qualche spiaggia di posti lontani. Fin dai primi anni 70, il
radiogoniometro sulle onde lunghe era il vero secondo radar di bordo, le
navi fino a un certo tonnellaggio ne avevano uno solo (intanto a cosa
serviva, dicevano armatori e vecchi comandanti che avevano iniziato la
carriera sui velieri).
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Quelle piu' recenti degli anni 60,
hanno due radar, ma uno era perennemente in avaria. (in genere era
quello in banda S, in quanto avendo l'antenna molto grossa era soggetto
ad avarie meccaniche sull'asse del motore di rotazione). Mentre quello
in banda X funzionava bene ma solo sulle portate inferiori alle 24
miglia. A bordo non si avevano altri strumenti di navigazione. Gli
armatori piu' ricchi avevano installato l'Omega ed il Decca. Il primo
era di difficile utilizzo, perche' bisogna riportare tutti quei numeri
che apparivano sul visore delle apposite carte dette "omega" ed anche
perche' malgrado si ricevesse la stazione piu' potente che era quella
australiana anche in pieno giorno (frequenza intorno ai 19 Khz),
l'errore era talmente eccessivo che era sempre spento.
Il Decca, che lavorava intorno ai 2
MHz, se ben ricordo, era ottimale solo per il mediterraneo e per il Nord
Europa, ma li si navigava tutto a vista o con il radar a 12 miglia di
portata, quindi inutile. Ricordo che una volta in Atlantico a causa del
solito maltempo e nuvole che rendevano inosservabile il cielo sia di
notte che di giorno, non era possibile fare il punto con il sestante,
cosi' si navigava per stima, tenendo la rotta tracciata sulla cartina
dei venti e delle correnti e alla ricezione dei bollettini meteo di
HalifaxRadio che facevo piu' volte al giorno. Dopo molti giorni di
navigazione, un certo malumore serpeggiava tra gli ufficiali di coperta,
cosi' come mi era stato insegnato dai vecchi marconisti di bordo,
iniziai a fare chiamate sulla 500 KHz, finche il solito RT greco mi
rispose. Passati su una frequenza di lavoro, gli chiesi se poteva
darmi la sua posizione; ricevutala, lo invitai a trasmettere delle
linee, cosi' con il radiogoniometro riusci a identificare bene la sua
direzione di emissione sulla frequenza di lavoro.
Per il primo ufficiale di coperta fu
gioco facile trovare la miglior stima del nostro punto nave. Da li' si
riparti con le dovute correzioni da apportare alla rotta. La sera prima
dello stimato arrivo nella baia di New York, si mise il radiogoniometro
in funzione, sintonizzato sulla fairbuoy ship del porto che aveva un tx
che trasmetteva in OL, ed un tx in banda X per il radar. "prua
addosso,come si dice in gergo ed avanti tutta", arrivando a destinazione
correttamente. So per certo che molti marconisti facevano le gare di
velocita' durante il periodo di leva al Varignano, a La Spezia, al
centro trasmissioni, chissa se qualcuno di questi, diventato
radioamatore, non possa raccontare le gare della reale MMI a quei tempi,
senza rufz o altre diavolerie. Questo si che sarebbe un giorno alla
memoria ! |
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