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Acquistato su E-Bay per pochi
euro causa le poco evidenti ma ben descritte pessime condizioni,
quindi consapevole di cio’ che avrei acquistato e conseguentemente
preparato al peggio, aperto il pacco, si far per dire “pacco” dal
momento che la confezione interna era mancante di un adeguato
imballaggio e non poteva essere fatta peggio e proprio a causa di
essa, il danno e’ stato esteso in modo inevitabile anche ad altre
parti del tasto, ho trovato due sorprese: una buona ed una molto
cattiva. Quella buona e’ che mi
sono trovato di fronte uno Junker nuovo di zecca di chiara
provenienza Marina Militare Deutsch fine anni 60 e questo lo si
deduce oltre che dalla classica verniciatura metallizzata martellata
che da sul nocciola chiaro (!) e non lo standard civile, argento
metallizzato martellato usato principalmente per la Marina
Mercantile, anche dalla componentistica del circuito antiscintilla
posta sotto la massiccia base in bachelite: bobina a ciambella,
condensatore metallico della Hermet e per ultimo, riferimento
principale, la resistenza da 100 ohm di colore verde chiaro
con impresso in chiare lettere il valore, usata esclusivamente in
campo militare come voleva lo standard di quei tempi (vedi Junker MT/1
versione capale). |
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La sorpresa cattiva e’ stata
quella di trovarmi in mano un tasto disastrato, un vero
rottame. In un primo momento avevo pensato di tenerlo per ricavarne
all’occorrenza eventuali pezzi di rispetto per la mia collezione,
idea dettatami dalle condizioni che possono
essere facilmente dedotte dalle
eloquenti foto sotto riportate che mostrano la robusta e pesante
base in lega compresi i due supporti che ospitano tutto il complesso
leva, molla di ritorno e regolazioni varie, rovinata quasi
irrimediabilmente. La base, come si nota, e’ praticamente devastata
e presenta varie ed accentuate deformita’ dovute ad una cattiva
fusione che ha compromesso tutta la meccanica con concausa la
frantumazione di alcune ed importantissime parti della stessa che ho
incredibilmente rilevato con una semplicissima pressione delle dita. |
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E’ lampante il chiaro difetto di
fabbrica dovuto alla bassa temperatura di fusione (!) che nel tempo
e per qualche principio fisico che non conosco, ha portato oltre ai
citati difetti a far aumentare considerevolmente il volume della
base con risultati disastrosi e questo e’ avvenuto dopo il normale e
regolare montaggio di tutti gli elementi che in un primo momento
sono stati alloggiati perfettamente ognuno al proprio posto.
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Risultato: base in bachelite
tranciata di netto a meta’ in senso verticale, viti di fermo
base anteriori tranciate anch’ esse di netto, tutti i fori di
fissaggio spostati da 2 a 4 mm compresi i due sostegni laterali che alloggiano
la leva etc. etc…un vero “disastro” verificatosi nel lasso di tempo
tra il confezionamento e l’acquisto (!?) e naturalmente il tutto e’
passato inosservato sotto gli occhi degli addetti ai lavori,
praticamente era un key da rottamare o nella migliore delle ipotesi
da rispedire in fabbrica a tempo debito ammesso e concesso avessimo
trovato un venditore cosciente ed onesto. Il lavoro di restauro,
intrapreso quasi per gioco, e’ stato laborioso e poco invasivo. Per
non disperdere nulla di questo key a me molto caro, dalla storia che
non ha precedenti, ho recuperato persino i frammenti inutilizzabili,
che ho ridotto in polvere e mescolati alla polvere della limatura
ricavata per riportare a misura la base con l’ausilio di una buona
dose di carta vetrata. |
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La polvere di colore grigio scuro,
mescolata con cura ad una buona colla epossidica bi-componente e’ stata da me riutilizzata per ricreare alcune parti
mancanti e per la ricostruzione dei supporti che sorreggono la leva
del tasto ed i due bracci costituenti il sostegno della leva
inferiore atta alla regolazione della molla……. Naturalmente per
certi restauri impegnativi e’ necessaria pazienza, passione ed un
grande amore per certi oggetti appartenuti al passato, ma ancor di
piu’ bisogna essere dotati di una giusta dose di spirito
modellistico, necessario affinche’ certi lavori siano condotti a
buon fine.
Le foto sono piu’ esplicative
delle parole……………….
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