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E’ uno Junker apparentemente uguale
agli altri, ma, appena sollevato il coperchio di protezione si
rimane un poco perplessi, lo sguardo si fa dubbio e viene subito
da pensare a qualcosa di errato dovuta all’ambigua colorazione:
argento per la base ed il coperchio e verde oliva per il tasto di
chiara provenienza militare. Dopo breve ricerca sui vari siti mi
sono reso conto di possedere un pezzo autentico, qualcuno dice raro,
sicuramente non molto facile da trovare.
A prima vista sembra essere
cannibalizzato, arrangiato alla meno peggio, recuperato mettendo
assieme due tasti, ma per mia fortuna non e’ cosi. Il pezzo in
questione risale al 1952 circa, l’impedenza contenuta all’interno
della base e’ stata sicuramente aggiunta o sostituita per motivi a
me non conosciuti e questo si deduce dalle saldature, tasto ben
conservato e poco usato, lo si nota dall’aspetto e dalle parti in
movimento, contatti inclusi che risultano quasi intatti .
Realizzato assemblando due parti
distinte dei famosi fratelli, fa pensare sicuramente ad una
soluzione adottata per eccesso di produzione di uno dei due
componenti che lo formano, ma nulla ha da invidiare agli altri
Junker se non la sua veste insolita, sicuramente non abbinata ne
gradevole all’occhio. E’ sotto inteso che questo tasto mantiene
tutti i pregi dello Junker di razza, ottimo per il collezionista,
reperibile sul mercato ma non semplice da scovare.
Trattasi di una delle 10 versioni di
questo manipolatore, conosciuto dai professionisti di terra ed in
particolare dagli RT di mare, un tasto che ha lasciato un segno
nella sua storia a partire dal 1920 anno in cui e’ stato prodotto
per la prima volta e continua ancor oggi a meravigliare gli
appassionati della telegrafia. |
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