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Quando andavo a scuola di RT,
su ogni banco c'era un tasto telegrafico tipo ministeriale, tasto di
ottone su una pesante base di legno, erano posizionati e imbullonati
nella parte laterale destra in alto cosi' che, manipolandolo, il gomito
poggiava comodamente sullo stesso. Per manipolarlo in modo agevole,
erano inutili tutti i tentativi di regolazione per renderlo piu' leggero
e veloce. Arrivati alla fatidica velocita' di circa sessanta caratteri
al minuto, ovvero, all'inizio della seconda classe, dove già c'era stata
la selezione naturale delle "orecchie dure", il professore ci
indirizzava per manipolare il tasto in modo perfetto. Egli inseriva la
banda perforata con un testo ricavato dal libro di Bruno Viola, e
iniziava a trasmettere in codice morse con la classica nota a 800Hz. Ci
costrinse a stare dentro i tempi della banda seguendo il testo scritto
e ascoltando con le cuffie in testa, si manipolava il tasto ministeriale
con il solo ticchettio dello stesso. La "macchinetta", come la
chiamavamo noi allievi, emetteva il suono dei vari segnali telegrafici.
Tutta la classe immersa in un ticchettio infernale, cercava di seguire
la cadenza della banda telegrafica. Dopo un pò' di tempo, la maggior
parte si arrendeva e solo un ristretto numero di allievi continuava. Io
a quei tempi gia utilizzavo il tasto semiautomatico, dopo aver iniziato
con un tasto elettronico in tecnica squeeze. Tasti che mi portavo da
casa come una reliqua. Con i semiautomatici malgrado un buon rendimento
sul rapporto dei punti, tiravo sempre troppo le linee.
Nella scuola, i grandi
allievi, mostri della manipolaizone erano: Micheloni di Carrara e
Cancogni di Marina di Carrara, divenati a loro volta ottimi RT, ma che
furbamente lasciarono la vita di mare per impieghi tecnici nelle
industrie di terra, appena si accorsero del "male da ferro". Sicuramente
il collega Daniele Pannocchia RT e radioamatore di La Spezia si
ricordera' di quando mi portavo i tasti da casa. Un giorno visitando
una nave inglese impegnata nelle operazioni commerciali nel porto di
Marina di Carrara, porto che era a un centinaia di metri dalla scuola,
vidi che in stazione radio usavano il tasto telegrafico sul bordo della
consolle degli apparati radio, ovvero trasmettevano esclusivamente di
polso. La stessa cosa la notai su un marconista americano della LYKES
Linee americana (register port di New Orleans) che aveva il tasto
semiautomatico proprio sul bordo della consolle. Capii d'intuito, senza
chiederlo che quello era la vera maniera di manipolare e da quel
momento adottai quel metodo.
La perfezione della
manipolazione non era' eccellente come la desiderava il nostro
professore, in compenso raggiungevo elevate velocita' una volta imparato
il trucco del solo polso. Siccome i tasti ministeriali erano imbullonati
al banco, mi procurai presso un rivenditore di oggetti nautici di La
Spezia, in via Sant'Agostino angolo via Prione un tasto telegrafico ad
asta lunga, pagato cinquemila lire nel 1972. Lo scopo era raggiunto con
un lightining standard e un telegrafo tipo tasto inglese ad asta lunga.
Avevo due tasti che mi fecero veramente imparare il morse come piaceva a
me. Logicamente, per motivi di studio, pur essendo apprezzato dai
professori per queste mie iniziative, in particolar dal defunto signor
Bellofiore Mario che, oltre a farci lezioni di RT era anche il nostro
insegnante di Pratica Apparati. Nel tempo, grazie ad avere sempre uno
scambio di idee con gli altri colleghi di navi straniere che andavo a
trovare quando eravamo ormeggiati nei vari porti, potevo carpire sia i
tipi di apparati e modi di operare che hanno contribuito notevolmente
nella mia formazione personale.
Un giorno a Baton Rouge in
Louisiana, salii di nuovo su una nave della Lykes americana, la nave era
abbastanza grande come tonnellaggio, ma era tipo Victory C3. Ricordo
che da qualsiasi angolo mi giravo le paratie erano di colore nero, la
maggior parte dell'equipaggio era di colore, salito di un piano c'era la
stazione radio e a differenza di tutte le navi dove la SRT era
dietro il ponte di comando, questa si trovava al piano delle mense e
segreteria di coperta. L'unica cosa che ricordo era il tasto
semiautomatico tipo Mac-Elroy, riconobbi il solito HF- 400 della ITT e
relativo ricevitore ITT-3020, complesso che avevo anche sulla nave dove
ero imbarcato per la SSB. Unica differenza, quella era una nave da
carico, mentre io ero su una petroliera di circa sessantamila tons di
DWT. Anche su quella nave il tasto era posizionato vicino al bordo della
consolle, quindi anche quell'operatore manipolava di polso.
Devo dire che solo noi
italiani utilizzavamo i tasti telegrafici manipolando con il gomito
poggiato sul banco. Mi viene da paragonare le discussioni tra ufficiali
di coperta di chi voleva che a bordo ci fossero i cavi di canapa e gli
altri che dicevano che i migliori erano quelli sintetici. Certo far
cambiare ai radioamatori il modo di manipolazione dei tasti verticali e'
come toglierci i video giochi. Questo mi ricorda che, quando entro' in
vigore il GMDSS inviai a molti armatori una lettera dove si doveva
cercare di fare il traffico di chiamata e di soccorso sul canale 16 VHF
156.800 MHz predisposto, semplicemente apportando una modifica alle
antenne VHF, al posto dell'utilizzo del tasto rosso di soccorso del
satellite.
Queste antenne, molto comuni a noi radioamatori, dovevano essere nel
numero di cinque, l'antenna trasmittente al centro e a circa mezza
lunghezza d'onda, le altre quattro antenne disposte a circolo ogni 90
gradi una dall'altra. Il solido di irradiazione sarebbe stato migliorato
e i 25 Watt che uscivano dal tx trasferiti in modo da ottenere un ottimo
guadagno in trasmissione e pertanto in ricezione. Consigliavo anche
l'armatore che all'atto dell'installazione dell'apparato, curasse in
modo particolare il R.O.S., in modo che, tutta la potenza andasse
effettivamente in antenna. In tanti anni di mare ne avevo viste di
cotte e crude dai colleghi della Telemar-Sirm o delle ditte
subappaltatrici durante la messa in servizio dell'apparato VHF.
L'importante per loro era
chiamare la piu' vicina Capitaneria di Porto e farsi dire come
ricevevano. Certo, a 2/3 miglia di distanza bastavano 10 milliWatt per
farsi sentire molto bene. L'armatore era contento e pagava subito senza
far storie. Mia intenzione verso gli armatori, era sensibilizzarli in
modo da portare la portata del VHF almeno a meta' copertura, in miglia
marine, di quella di una trasmissione telegrafica in pessime condizioni.
Se molte navi avessero avuto antenne ad alto guadagno, si sarebbe
dimezzato il tempo di soccorso causato dal rimando nei centri di
controllo terrestri e il via all'organizzazione dei soccorsi stessi. Ma
le lettere, penso, siano state strappate in quanto, quando si tratta di
tirare fuori soldi per un nuovo impianto/sistema, gli armatori diventavo
immediatamente tirchi, eppure ben sanno che adesso qualsiasi problema
che hanno a bordo, il costo dell'assicurazione navale aumenta (ed
aumenta di svariati zero). Ecco perche', forse su quella nave americana
con la stazione radio al secondo piano dove c'era anche il ponte lancia,
qualcosa rientrava nell'ottica che, non sempre avere la SRT all'ultimo
piano e' tanto conveniente, tanto lassu' ci stanno solo le antenne.
La stessa tecnica fu
impiegata da una delle sette sorelle sulle superpetroliere. Non per
questo oggi le moderni navi hanno le segreteria coperta e macchina allo
stesso piano insieme alla cucina, sale mense, zone di soggiorno e
saletta per fumatori. Anzi, alcune nuove navi hanno anche la centrale
di controllo di piattaforma e la centrale di controllo del carico allo
stesso piano. Non si tratta di innovazioni, ma di avere subito tutti i
dati disponibili al capo operazioni, inoltre tutto l'equipaggio si
troverebbe gia' radunato alla Muster Station per l'imbarco sulla lancia
di salvataggio in brevissimo, con la stazione radio GMDSS remotata
funzionante fino all'abbandono nave o nel caso piu' frequente al buon
fine delle operazioni di emergenza (incendio, fuoriuscita idrocarburi in
coperta o a mare etc). I radioamatori mi sembrano siano passati dagli
ultimi supertasti elettronici tipo logitec, direttamente alla tastiera
del computer per trasmettere e ricevere il morse (via rs232c/usb) ed
essere gia' predisposti per gli altri modi operativi con la sound card,
ovvero la telegrafia, che e' un modo digitale di comunicazione che viene
elaborato al pari di un psk31. Pertanto, diventa inutile il ricordo
della manipolazione dei tasti verticali................... |
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