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IL
MARITTIMO MODERNO |
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Gli
ufficiali delle moderne navi, secondo i nuovi piani di studi, prevedono
due anni di base (tipo liceo) e quindi tre anni di specializzazione. Il
fatto, come tutti i marittimi naviganti di tanti anni orsono, si
accedeva alle scuole statali superiori con un'ottima preparazione di
base data dalle scuole medie di allora. Scuole medie dove regnava
incontrastata per tre anni lo studio della lingua latina. Se potessimo
fare una comparazione, un attuale ufficiale di coperta, dovrebbe minimo
fare, dopo il diploma quinquennale, altri tre anni, per riuscire a
padroneggiare su tutte le nuove normative esistenti e sistemi
elettronici che costituiscono il ponte di comando di una nave o davanti
alla consolle di comando della sala macchina, incluse tutte le
apparecchiature elettromeccaniche che compongono la nave.
Tale e'
il mio ricordo di quando studente per il diploma di qualifica
professionale di RT, ho poi dovuto proseguire gli studi con l'indirizzo
di perito in telecomunicazioni per riuscire finalmente ad essere padrone
della materia, non dal solo lato pratico, ma soprattutto teorico,
necessario a capire l'applicazione dei nuovi sistemi. Su una nota
rivista marittima italiana, ho letto un articolo scritto da un'eminenza
grigia del settore in cui affermava che l'automazione dei sistemi navali
e' diventata cosi radicata e diramatasi a tentacoli di piovra, che nella
sua complicazione puo' governarla anche una persona con un minimo di
conoscenza. Come dire che una superpetroliera puo' essere condotta anche
da uno che ha la patente nautica per motoscafi entro le 12 miglia dalla
costa. Oggi parlando con amici e colleghi del mio stesso corso ci
domandiamo come, passati i nostri cinquant'anni, siamo riusciti a
cavarcela con apparati che non si erano studiati a scuola, con sigle
stranissime sui componenti attivi e passivi, tali da non riuscire a
capire se era una resistenza o un condensatore o altro, con schede a
doppia faccia. |
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Poi
subito dopo la tecnica SMD. Ritrovarsi con una scheda in anomalia e non
sapere come eseguire il test di riparazione, risultando poi a forza di
giorni con la scheda davanti a ricavare, qualche volta malamente, altre
volte con estrema precisione il circuito elettrico, ma soprattutto,
trovare che la scheda era in avaria perche' si era bruciato il fusibile
SMD. Scoprire cosi che era piu' facile avere un transistor come fusibile
che un vero e proprio fusibile come noi comunemente lo conosciamo. E,
sempre per noi RT, alla fine degli anni settanta la Telemar introdusse i
trasmettitori della DANCOM danese e la sintonia avveniva per mezzo di
"prigionieri", viti fisse sul tamburo rotante, che facevano contatto
sulle lamelle, a secondo della banda selezionata e ricercare la max
potenza di uscita, per la corretta sintonia d'aereo, con un variometro.
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In
foto: Uno dei 4 controllers di una piccola nave riguardanti il settore
delle valvole e sitemi vari. |
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Capire
la meccanica di tali "prigionieri" nel funzionamento del classico Tank
LC a RF del finale d'aereo e saperlo adattarlo. Perche' il problema era
che all'atto dell'installazione del TX, avveniva la procedura di
calibrazione, da parte del tecnico della Telemar e poi, raggiunto il suo
scopo, fatte le prove di rito, lui scendeva a terra e noi si partiva per
il viaggio. Al primo temporale le caratteristiche dell'antenna filare
(la classica L invertita) erano gia’ cambiate. Cosi che la sintonia era
tutta da rifare perche' era intervenuta la protezione di riduzione di
potenza tale che un 1200 PEP diventava il classico 250 Watt out, di cui
da tanti anni si andava per mare. Cosi' e' stato per le prime navi
automatizzate dove, quando non si riusciva a gestire il sistema, si
passavano ai comandi in manuale e macchinisti e coppertoni governavano
la nave alla vecchia maniera.
Ho
lavorato in fase di commissioning su una moderna nave da crociera e come
gia scrissi, ho visto ufficiali disorientati non perche' avevano fatto
la notte brava, ma dalla responsabilita' di far girare un mostro da
trecento metri di lunghezza con tremilacinquecento passeggeri a bordo
con decine di allarmi che si attivavano. Se ben ricordo il
capo-elettrico di bordo aveva gli occhi stravolti, non per difetto
fisico, ma perche' insieme alla sua squadra di elettronici ed
elettricisti era in continuo movimento per la nave, quasi senza sosta,
per riuscire a tenere sotto controllo le anomalie del sistema che il
signore articolista della nota rivista di mare, ha descritto come
governabile anche da un patentato nautico per barche da diporto!. Non
voglio essere polemico, ma chi ha veramente navigato e non scansato il
lavoro, ben conosce la vita di mare e forse deve dire grazie a quel suo
insegnante di scuola che durante un intervallo della lezione ha
raccontato qualche aneddoto di quando lui navigava ancora su navi
alternative. Racconti che poi si sono rivelati non solo veri, ma anche
dritte per far funzionare quello che era in avaria. |
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di Adolfo Brochetelli - IK1DQW |
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