|
La parola QSP è un
termine del codice internazionale Q adottato dalla UIT. L’operatore
radio specifica che deve trasmettere il marconigramma a quella data
stazione radio, non deve spiegarne il motivo e richiede il transito
senza ulteriori tassazioni. L’operatore radio in base alla posizione
nave, potenza RF in uscita dal TX, urgenza e tipo di traffico può
chiedere il QSP. Alcuni operatori mi hanno detto che chiedere un QSP era
un po’ come intaccare la propria abilità professionale. Con i livelli di
potenza di apparati come i sottoelencati, credo che il discorso abilità
fosse accettabile, ma quando si doveva trasmettere o ricevere un msg
importante il QSP era l’ottimale. La serie “Ocean Span” della Marconi,
con le 807 come finali, avevano sulle HF 90W in CW, mentre su 22 MHz
solo 75 Watt.. La MARCONI Corp. ed altri costruttori europei davano
l’effettiva P-out, gli americani davano la potenza p.e.p. specificando
la relativa classe di funzionamento per ogni modo di emissione. Molti RT
nei loro imbarchi hanno avuto l’Ocean Span e come ben saprete (?) la
Marconi ha sempre dato dei nomi ai suoi
apparati. Il “Marconi Conqueror” aveva come sigla T-110, il “Command”
T-105. Il “110” designava un trasmettitore da 1Kw out mentre “105” uno
da 500W out.
Non
ricordo il numero dell’ Oceanspan nelle sue varie versioni T-?? pur
avendone la monografia completa originale. Molti, ancora oggi, chiedono
come si poteva far traffico radio con potenze sotto i 100 Watt, tenendo
uno standard di radiocollegamento accettabile sulla nave da grandi
distanze. La mia risposta è sempre la solita, il traffico
radiotelegrafico su una nave mercantile era in relazione al modo in cui
la compagnia armatrice della nave gestiva la stessa. Negli uffici
armatoriali con l’introduzione delle telex terrestri era più facile
spedire i telegrammi alle navi via stazione radio costiera. Soltanto
dopo che fu introdotta la radiotelex sulle navi (SITOR) gli uffici
tecnici iniziarono a programmare in modo manageriale, come si dice oggi,
economia/guadagno/manutenzione nave, così che gli impianti di bordo
furono adeguati alla nuova tecnologia SSB-TLX-A1.
La
Compagnia inglese Marconi ha sempre avuto un ruolo importante nelle
forniture dei radio-apparati alle navi mercantili costruite non solo in
nord Europa ma in tutto il globo. Ricordo che un anziano comandante
genovese mi raccontò che lui da bordo spesso si procacciava il carico
nave contattando con marconigramma le varie agenzie di spedizione. Il
radiotelegrafista doveva, dalle famose catene del QSP, riferire al
comando informazioni sugli ascolti, senza che lui dovesse dire dove si
trovava precisamente. La catena del QSP era così formata: navi ad est e
navi a ovest. Quindi se si era in oceano indiano e si doveva comunicare
velocemente con WCC/Chatham Radio, si collegava la nave che era in
posizione migliore per un veloce collegamento con quella stazione. La
stessa che era in Atlantico poteva collegare quasi 24 ore su 24 la
nostra stazione costiera di Roma PT Radio (IAR). La raccolta del
traffico in partenza proveniva dalle stazioni radio di nave con minor
potenza. La problematica non era
tanto la ricezione
dei marconigrammi ma il fatto che molte navi o erano in posizione (QTH)
critica e la velocità di manipolazione era bassa, inferiore a 80
caratteri al minuto, oppure erano in una zona con mare molto mosso. Da
ricordare che si andava tutti con il tasto verticale, salvo alcuni
fortunati che avevano il bug della Vibroplex, per via dei viaggi che
facevano negli USA. In ogni caso l’intensità del segnale era tale da
limitare la velocità di ricetrasmissione, spesso si perdeva il
collegamento tra nave raccoglitrice e quella che stava trasmettendo a
causa del cambiamento delle condizioni di propagazione dovute al gran
numero di radiotelegrammi da far transitare. Pur essendo imperativo che
la nave che riceveva rimanesse in ascolto per diverso tempo, doveva pur
sempre ricevere anche le altre navi. Questa era la situazione
sulle
navi negli anni 50 inizio 60. In genere molte navi “Liberty” avevano le
consolle della RCA con apparato MF-MHF e HF. Le navi costruite in nord
Europa erano quasi tutte dotate del TX della Standard che ricalcava
quello della RCA ma aveva un unico alimentatore per i tre cassetti dei
TX. Un’avaria all’alimentatore e si rimaneva soltanto con il
trasmettitore di emergenza alimentato a batterie. Quegli operatori RT
che avevano come TX come un Oceanspan 3 oppure un T300 in onde corte in
zone molto lontane dalla madre patria, sanno bene cosa vuol dire contare
sul QSP. Non si mettono in discussione gli apparati che erano in
servizio h-24, ma il sistema d’antenna e la posizione nave. L’antenna su
una nave di ferro è sempre stato un compromesso, sia che fossero filari
ad “L invertita” o verticali capacitive. I 100 o 300 W che dallo stadio
finale andavano a comporre il campo elettromagnetico nello spazio
libero, di fatto partivano dall’ isolatore dello stadio finale del TX,
dove iniziava l’antenna con il famoso tubetto di rame che portava
all’aereo esternamente al locale radio. Lo stesso operatore RT era
esposto a questi campi elettro-magnetici già dal suo posto di lavoro.
Inoltre il commutatore o selettore a coltello tra antenna principale e
quella di emergenza era proprio sopra la testa dell’operatore RT.
|
|
|
TX MARCONI CONQUEROR |
VALVOLA 807 |
TX MARCONI OCEAN SPAN |
Solo con
l’introduzione dei primi apparati della ditta Sailor serie TPR-8000 il
trasmettitore era posto sotto l’aereo trasmittente. Ma ormai il GMDSS
aveva soppiantato l’RT, che per decenni si era assorbito RF dalle onde
medie alle onde corte che per il loro ampio fronte d’onda erano quelle
che più investivano il corpo umano. La radiofrequenza nello spazio
libero era poi soggetta alle condizioni meteorologiche. Se la nave era
dentro una tempesta e vi era attività di scariche elettriche o fulmini,
era necessario mettere le antenne trasmittenti e riceventi a massa, ad
evitare ritorni di elevate tensioni che danneggiassero RX e TX, che
erano d’importanza primaria non esistendo, come oggi sulle navi,
apparati ridondanti.
Spesso tali
condizioni meteo, soprattutto nelle zone monsoniche/equatoriali o in
Pacifico insorgevano proprio nella migliore ora per collegare la
stazione costiera. Durante il servizio con potenze così basse per poter
contattare quella data stazione costiera bisognava in genere aspettare
tra le 8 e le 10 ore. Oppure se si era inseriti nella catena dei QSP ad
onde corte, si poteva affidare il transito del proprio traffico RT a chi
si trovava in posizione geografica migliore o aveva a bordo
trasmettitori più potenti tanto che il segnale potesse arrivare alla
stazione costiera definitiva senza dover aspettare un’apertura di
propagazione con segnali di livello superiore a QSA 3. A bordo certi
apparati che funzionavano molto bene in onde medie, in onde corte erano
un
vero disastro. Quelli erano gli apparati di bordo in dotazione e con
quelli, volenti o nolenti, bisognava lavorare per espletare nel miglior
modo possibile il servizio radio durante l’imbarco e soprattutto per la
sicurezza della vita umana in mare. L’ascolto dedicato sulla 500 Kcs era
di fondamentale importanza per chi lavorava sulle navi di qualsiasi
tonnellaggio. Il collegamento era fattibile a basse potenze se numerosi
elementi si stabilizzavano: il primo era il rumore di banda. A bordo,
personalmente ho sempre ricevuto le costiere anche su bande che
praticamente dovevano essere chiuse. Nella famosa catena dei QSP questo
si poteva apprezzare meglio nel collegamento tra nave e nave in onda
corta: il rumore causato da attività umane di bordo (cioè generatori
elettrici, lampade al neon, etc) era molto basso, a meno che non ci
fossero generatori elettrici cc/ca di piccola potenza eccitati
assialmente da una dinamo il cui scintillio delle spazzole creava
qualche problema in OL-OM.
Ascoltare un segnale QSA zero QRK uno, il famoso RST 009, di fatto
portava alla ricezione del marconigramma. Certo era importante farsi
ripetere dei passi con WB o WA (rispettivamente Word Before e Word After)
soprattutto dove il telegramma era un misto tra chiaro e cifrato.
Pensate che mentre in CW tale cosa si può tranquillamente fare, con il
sistema Sitor nel caso in cui uno dei due terminali non dava l’ack della
lettera o del flag si aveva la disconnessione per perdita di
sincronizzazione e quindi la necessità di riconnettersi.Spesso si dice
che la propagazione è chiusa, in effetti anche quando le condizioni di
“salute” del nostro Sole nel ciclo undecennale sono basse, ci sarà
sempre una banda delle onde corte usufruibile per i collegamenti. Sulle
navi le due bande più aperte erano quelle dei 16 e 8 MHz sia per le
grandi distanze che quelle medie. La 12 Mhz era sfruttabile, a seconda
della posizione della nave, in prima mattinata o a pomeriggio inoltrato.
Ricordo che nell’ultimo viaggio in Pacifico collegavo tranquillamente
IAR (Roma PT Radio) in RTF al primo lancio della mattina e al penultimo
serale sui 12 Mhz, mentre nel corso della giornata o della nottata il
QSO RTg o RTlx era ancora possibile, non lo era più per la SSB dove vi
era l’esigenza di avere una buona intelligibilità del segnale audio.
Tanta era la mia soddisfazione di RT quando, sulla nave con il QTH di
molti meridiani di differenza, collegavo i nostri centri radio, forse
smanettando di più tra tasto e grida nella cornetta, ma poi il
collegamento riusciva sempre. Certo anch’io una volta mi sono fatto fare
QSP via VIS, ma era necessario ed urgente ricevere quel telegramma
giacente a IAR, così come una volta scomodai IRM, che mi rispose e non
so come abbia fatto il mio segnale ad arrivare ai loro aerei RX.
L’operatore mi fece spostare su una QSS della costiera di IAR, pensavo
che l’opr. di IAR si sarebbe arrabbiato di questo inusuale sistema,
invece dovetti riconoscere la disponibilità degli operatori di Roma PT
Radio-IAR, senza mai togliere merito a quelli di IQX ed ICB, IQX per i
collegamenti su appuntamento in telegrafia e di ICB in fonia. I
radiotelegrafisti anziani mi hanno confermato che anche IAR dava i QRX
in telegrafia ed in fonia alle navi che ne facevano richiesta. Il QSP
era più dedicato al traffico nave-nave su 500 ed era un grosso problema
se le due navi avevano rotte opposte, dopo 24 ore si perdeva il
contatto e il segnale anche di sera si affievoliva. Ogni compagnia di
navigazione aveva la sua frequenza di raduno: queste erano disseminate
tra 16415 e 16430, pur esistendo altre frequenze “ship to ship” in O.C.
Dal
libro di Antonio Pascale riporto alcune importanti frasi sul QSP: “Alle
limitazioni della distanza coperta, si sopperiva mediante il ponte
radio, con il transito del traffico radio da inviare da un punto
all’altro tramite il sistema di inoltro QSP da nave a nave e quindi da
nave a stazione costiera e da questa ad altra nave, che permetteva
collegamenti indiretti e scambi di messaggi a distanze superiori alla
possibilità del collegamento diretto. Era questa una condizione base per
avere la corrispondenza commerciale espletata in modo veloce”.
Di
seguito riporto alcune note di QSP che miei colleghi RT hanno fatto
nella loro carriera:
”Quando iniziai a navigare, nel 1967, incontrai in Oceano Indiano un
vecchio Liberty il “Cielo di Napoli “ che andava in Cina ed aveva solo
le Onde Medie. Gli feci QSP con il CIRM poiché aveva un malato a bordo.
Brutto modo di andare per mare!”
(di Biagio Venanzoni IK0PRH, op. RT di
Roma ed ex IAR)
Colgo
l’occasione che mi dai per parlare del QSP, per ricordare un aiuto che
ho dato ad un russo. Dal Giappone andavo a New Orleans via Panama. Sulle
OM, 500 Kcs, sento un “CQ help me” da una barca con c/s (international
call) russo. Entrato in contatto (QSO), mi chiede di fargli QSP con GKG
causa un guasto al suo Conqueror. Mi sono prestato anche perché anch’io
avevo lo stesso TX. Così dopo vari QSO con GKG, GKB (chiamata su una
frequenza), turno (anche 22), passa su un altra frequenza, aspetta di
venir chiamato, (forse mi ha già chiamato e non l’ho sentito, intanto la
propagazione va giù), ma per fortuna mi ero già fatto le ossa con gli
inglesi e sapevo che anche con turno 22 te la sbrigavi presto, non come
altre stazioni!!. A farla breve gli ho fatto tre QSP, poi si stava
allontanando troppo per le OM, ci siamo salutati, TKS, ma figurati, oggi
a te, domani a me…. Bon, tutto finito, non esiste più nulla di tutto
questo e credo che tra breve nessuno si ricorderà piu’ di nulla.
(di Giancarlo op. RT triestino ed ex IQX)
Normalmente si faceva QSP quando trovavi una nave equipaggiata solo con
le onde medie, ma anche se dotata di onde corte ed il marconista, si
faceva il transito in arrivo e partenza dei msg. Anch’io ho navigato per
poco tempo con solo le onde medie e trovavo sempre chi mi faceva QSP
(avevo il Master che se non riceveva notizie da casa ogni due giorni
andava in tilt). Veramente avevo anche messo in funzione con una
batteria l’apparato “Marinetta“ delle lance collegandomi all’antenna
filare. Mi rispondevano ICB o IAR sulla 8 Mhz (unica frequenza di
chiamata che aveva il Marinetta) ed io dicevo di non potermi spostare e
trasmettevo sulla stessa. Tanti anni fa si poteva ancora fare questo
trucco ma negli 60 e dopo, penso proprio che non sarebbe stato possibile
e mi riferisco agli anni 1954 e 55.
(di Acciai Nazareno op. RT ed ex Genova
Radio).
|
|