MN "ANDREA LEOPOLDO"  -  I B Q I

 
     
 

 
     
 

Ero imbarcato su una novantamila a pieno carico di bunker, un tipo di petrolio che doveva essere riscaldato costantemente a 40 gradi centigradi, altrimenti si solidificava. Eravamo  in pieno atlantico quando uno storm tropical, che era molto piu' a sud, collise con la nostra rotta. Fortunosamente era uno storm molto veloce. La nave inizio a beccheggiare e a rollare in modo anomalo. Terminato il mio turno di guardia verso le 22.00 locali andai sul ponte, dove il Comandante Cianetti era attorniato dai sui ufficiali. Io, nel buio piu' totale guardai fuori, mi sembro' una delle solite tempeste gia prese, riprese e digerite pertanto non mi preoccupai piu' di tanto. Il Comandante guardandomi con aria un poco preoccupata mi disse: "Marconi, se e' come dico io, questa nottata per lei sara' indimenticabile". Salutai tutti e andai a dormire, dopo essermi assicurato che in sala radio  la parte emergenza 500 khz funzionasse perfettamente.
 

Al mattino verso le 06.00 mi svegliai per l'intenso  profumo del caffe' proveniente dalla riposteria comando, locale prossimo alla mia cabina. Il mare era calmo e la nave procedeva con l'immensa prua tagliando in due le onde, spinta dai trentaseimila cavalli del motore Sulzer, fortunata vendita alle tre navi della compagnia Europa da parte del rappresentante italiano  della ditta svizzera in Italia. Purtroppo la stazione radio non era certamente adeguata alla possenza del motore ne tanto meno della nave. In stazione radio staccai l'autoallarme riposto nell'enorme cassone della ditta Irme di Roma, accesi il ricevitore principale AC16, attesi una decina di secondi prima di sentire il classico e familiare fruscio proveniente dall'altoparlante. La membrana gia' risuonava colma delle solite chiamate dei greci e delle varie navi che chiedevano QSP.

Allora, era normale prassi che qualche operatore buontempone passasse tutto il traffico RT in QSP diretto a IAR ed il vantaggio era evitare  di stare mezza giornata a chiamare Roma PT RADIO sulle varie bande inutilmente. Al mattino molto presto, ascoltavo in lontananza gli echi delle stazioni costiere americane. Posso affermare che l'ascolto della 500 KHz era un'arte vera e propria.  Dal fruscio, dall'intensita' dei segnali, dal traffico, ai CQ e dal QSB  si poteva dire con una certa approssimazione in quale parte del  pianeta ci si trovava e a che distanza. Una cosa che mi e'rimasta particolarmente impressa dopo tanti anni di navigazione sulle super petroliere e' che, con le loro basse velocita' di crociera, rendevano grandi le brevi distanze, era come trovarsi su un altro pianeta. Poi c'era l'AC-16 con il suo dedicato aereo ricevente per le onde medie e lunghe, ben curato nella sua realizzazione.


Le onde lunghe in A.M. erano rifugio serale per i notiziari e al mattino per i bollettini meteo,
dove le stazioni con i loro nominativi a quattro lettere, primeggiavano tra loro con dovizie di particolari relativi al tempo a confronto degli sterili meteo fonici europei. Alcune stazioni radiotelegrafiche trasmettevano il meteo cifrato a cinque numeri. Sulla nomenclatura dei servizi speciali c'era il codice di traslazione. Io, con grande passione, mi ero specializzato riproducendo fronti freddi, caldi, posizione delle alte e basse pressioni, direzione del vento e mare su una cartina in formato A4 o A3 riproducendo la porzione di oceano o del continente interessato alla ns destinazione. Era importante tener sotto controllo gli storm
tropicali, perche' la loro velocita' al momento della formazione era elevata e non era ben  comprensibile la direzione definitiva in cui si sarebbero sviluppati.


Inoltre a tarda sera ascoltavo sempre la porzione radiotelefonica dei 6 Mhz dove c'era  il servizio aereonautico commerciale e i centri di controllo dell'area aerea su cui davano  continuamente le condizioni meteo dei piu' importanti aereoporti europei da Shannon a Dakar. Logicamente, potete immaginare che, gia' in quegli anni i famosi 45 metristi imperversavano sulla banda dei 6 Mhz ignari di danneggiare un servizio primario. Da una parte sarebbe meglio avere ancora gli AC-16, ma purtroppo non ci sarebbe stata l'evoluzione tecnico/scientifica degli ultimi vent'anni ed oggi, malgrado la IL-2 guarisca i tumori, dall'altro sono state costruite le mine antiuomo intelligenti e soldati senza scrupoli pur di non saltarci sopra loro, mandano avanti frotte di bambini che rimangono per sempre amputati degli arti inferiori e tutto questo solo per un pezzo di pollo all'aviaria che le varie Unita' di controllo antisofisticazione europee o americane, hanno bloccato alla frontiera e rivendute, come i farmaci, ai paesi in guerra a prezzi altissimi. Io ricordo bene e qualcun altro me lo ha fatto ben notare, che la scoperta della radiocomunicazione era per salvare le vite umane, non per uccidere. Purtroppo, Albert Einstein in punto di morte aveva ben detto che: " Dio non gioca mai con i dadi".
Il nostro hobby, inconsciamente per noi, viene dall’evoluzione delle guerre e non dalla pace.

 P.S. ringrazio sempre il buon Domenico Caselli (I6HWD), che essendo

Agente Marittimo mi evidenzia la parte normativa delle navi.

 

 
     
 

di Adolfo Brochetelli  - IK1DQW