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Ero
imbarcato su una novantamila a pieno carico di bunker, un tipo di
petrolio che doveva essere riscaldato costantemente a 40 gradi
centigradi, altrimenti si solidificava. Eravamo in pieno atlantico
quando uno storm tropical, che era molto piu' a sud, collise con la
nostra rotta. Fortunosamente era uno storm molto veloce. La nave inizio
a beccheggiare e a rollare in modo anomalo. Terminato il mio turno di
guardia verso le 22.00 locali andai sul ponte, dove il Comandante Cianetti
era attorniato dai sui ufficiali. Io, nel buio piu' totale guardai
fuori, mi sembro' una delle solite tempeste gia prese, riprese e
digerite pertanto non mi preoccupai piu' di tanto.
Il Comandante guardandomi con aria un poco preoccupata mi disse: "Marconi, se e' come dico io,
questa nottata per lei sara' indimenticabile". Salutai tutti e andai a dormire, dopo essermi
assicurato che in sala radio la parte emergenza 500 khz funzionasse
perfettamente.
Al
mattino verso le 06.00 mi svegliai per l'intenso profumo del caffe' proveniente
dalla riposteria comando, locale prossimo alla mia cabina. Il mare
era calmo e la nave procedeva con l'immensa prua tagliando in due le
onde, spinta dai trentaseimila cavalli del motore Sulzer, fortunata
vendita alle tre navi della compagnia Europa da parte del rappresentante
italiano della ditta svizzera in Italia. Purtroppo la stazione
radio non era certamente adeguata alla possenza del motore ne tanto meno
della nave. In stazione radio staccai l'autoallarme riposto nell'enorme
cassone della ditta Irme di Roma, accesi il ricevitore principale AC16,
attesi una decina di secondi prima di sentire il classico e familiare
fruscio proveniente dall'altoparlante. La membrana gia' risuonava colma
delle solite chiamate dei greci e delle varie navi che chiedevano QSP.
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Allora, era normale prassi che qualche operatore buontempone passasse
tutto il traffico RT in QSP diretto a IAR ed il vantaggio era evitare
di stare mezza giornata a chiamare Roma PT RADIO sulle varie bande inutilmente.
Al mattino molto presto, ascoltavo in lontananza gli echi delle stazioni
costiere americane. Posso affermare che
l'ascolto della 500 KHz era un'arte vera e propria. Dal fruscio,
dall'intensita' dei segnali, dal traffico, ai CQ e dal QSB si
poteva dire con una certa approssimazione in quale parte del pianeta ci
si trovava e a che distanza. Una cosa che mi e'rimasta particolarmente
impressa dopo tanti anni di navigazione sulle super petroliere e' che,
con le loro basse velocita' di crociera, rendevano grandi le brevi
distanze, era come trovarsi su un altro pianeta. Poi c'era l'AC-16 con
il suo dedicato aereo ricevente per le onde medie e lunghe, ben curato
nella sua realizzazione.
Le onde lunghe in A.M. erano rifugio serale per i notiziari e al mattino
per i bollettini meteo,
dove le stazioni con i loro nominativi a quattro lettere, primeggiavano
tra loro con dovizie di particolari relativi al tempo a confronto degli sterili meteo fonici europei.
Alcune stazioni radiotelegrafiche trasmettevano il meteo cifrato a
cinque numeri. Sulla
nomenclatura dei servizi speciali c'era il codice di traslazione. Io, con grande passione,
mi ero specializzato riproducendo fronti freddi, caldi, posizione delle
alte e basse pressioni,
direzione del vento e mare su una cartina in formato A4 o A3
riproducendo la porzione di oceano o del
continente interessato alla ns destinazione. Era importante tener sotto
controllo gli storm
tropicali, perche' la loro velocita' al momento della formazione era
elevata e non era ben
comprensibile la direzione definitiva in cui si sarebbero sviluppati.
Inoltre a tarda sera ascoltavo sempre la porzione radiotelefonica dei 6
Mhz dove c'era
il servizio aereonautico commerciale e i centri di controllo dell'area
aerea su cui davano
continuamente le condizioni meteo dei piu' importanti aereoporti europei
da Shannon a Dakar.
Logicamente, potete immaginare che, gia' in quegli anni i famosi
45 metristi imperversavano sulla banda dei 6 Mhz
ignari di danneggiare un servizio primario. Da una parte sarebbe meglio
avere ancora gli
AC-16, ma purtroppo non ci sarebbe stata l'evoluzione
tecnico/scientifica degli ultimi vent'anni
ed oggi, malgrado la IL-2 guarisca i tumori, dall'altro sono state
costruite le mine antiuomo intelligenti e soldati senza scrupoli pur di
non saltarci sopra loro, mandano avanti frotte di bambini
che rimangono per sempre amputati degli arti inferiori e tutto questo
solo per un pezzo di pollo all'aviaria
che le varie Unita' di
controllo antisofisticazione europee o americane, hanno bloccato alla
frontiera e rivendute, come i
farmaci, ai paesi in guerra a prezzi altissimi. Io ricordo bene e
qualcun altro me lo ha fatto ben
notare, che la scoperta della radiocomunicazione era per salvare le vite
umane, non per uccidere. Purtroppo, Albert Einstein
in punto di morte aveva ben detto che: " Dio non gioca mai con i dadi".
Il nostro hobby,
inconsciamente per noi, viene dall’evoluzione delle guerre e non dalla
pace.
P.S. ringrazio
sempre il buon Domenico Caselli (I6HWD), che essendo
Agente Marittimo mi
evidenzia la parte normativa delle navi.
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