Al mare dedicò tutta
la sua vita. In mare cominciò a navigare fin da quando era
giovanissimo. Per il mare e il desiderio di conoscere nuovi paesi,
di dedicarsi allo studio delle scienze naturali, dell'astronomia,
compì sacrifici di ogni genere. Di Andrea Corsali si conoscerebbe
poco più del nome se non fosse stato lui stesso a lasciare due
documenti autografi che raccontano alcune delle sue imprese, delle
sue scoperte. Soltanto quelle due brevi relazioni, che il
navigatore fiorentino invio' il 6 Gennaio 1515 e il 18 Settembre
1517, rispettivamente a Giuliano e a Lorenzo de' Medici, restano a
testimoniare la vita di un uomo, del quale è perfino incerta sia
la data di nascita sia quella di morte (il 1526?). Ma anche
notizie cosi scarse sono state sufficienti perché gli storici
considerassero il navigatore fiorentino fra i grandi italiani che
hanno solcato i mari.
L'Africa e l'Estremo
Oriente erano le mete preferite dei viaggi di Andrea Corsali. E
lungo le stesse rotte che fra la fine del Quattrocento e l'inizio
del Cinquecento avevano seguito Bartolomeo Diaz, Vasco de Gama e
Pedro Cabral, il navigatore fiorentino giunse all'India,
spingendosi poi fino a Sumatra, Batavia, Giava e alla penisola
Malacca. Corsali, dopo Marco Polo, fu nel 1515 presumibilmente fra
i primi a raggiungere questa regione dell'Estremo Oriente, a dare
notizia dell'immenso commercio che di là si intrecciava con la
Cina.
Si era spinto così a
Oriente dopo essere partito da Lisbona, aver circumnavigato tutta
l'Africa e aver sostato a lungo in India. Là, aveva visitato Goa,
Batticola, Cononar, Brazulgar, Calcutta e poi, dopo una sosta a
Ceylon aveva raggiunto Sumatra e quindi la penisola di Malacca.
Era stato in questo
viaggio che Andrea Corsali aveva dimostrato un errore compiuto
fino ad allora da altri navigatori. Infatti erano in molti a
confondere Sumatra con la Tropobana, cioè Ceylon, secondo il nome
che avevano attribuito gli antichi a quest'isola.
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ANDREA CORSALI, famoso navigatore, tra i
primi a spingersi fino a Sumatra e alla penisola di
Malacca, era nato non in una città di mare, ma a Firenze,
la cui immagine appare in questa stampa. |
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Fu Corsali a scoprire
che Sumatra, Tropobana o Ceylon non erano tre nomi che indicavano
la medesima entità geografica, bensì si riferivano a due isole
distinte e anche molto lontane fra loro. Sempre nello stesso
viaggio del 1515 Corsali rilevò un errore compiuto da Tolomeo
sulla longitudine fra la costa africana e quella dell'India:
veniva considerata maggiore di quella che è in realtà. Inoltre, il
navigatore fiorentino é stato il primo che, sulla scorta di
indicazioni fornite da Amerigo Vespucci e Giovanni da Empoli, é
riuscito a fornire una spiegazione astronomica della Croce del Sud
e delle cosiddette, impropriamente, Nubi Magellaniche. La sua
descrizione ha infatti la data del 1515, mentre quella fornita da
Magellano e dal Pigafetta è di quattro anni dopo, il 1519, quindi
spetta pienamente ad Andrea Corsali questo merito. Ma non é il
solo che gli compete. Nella prima edizione dell'atlante dell'Artelio,
che porta la data del 20 Maggio 1570, è possibile rilevare che il
navigatore fiorentino è stato il primo a notare l'esistenza della
Nuova Guinea che lui battezzo’ con il nome di Terra Piccennaculi.
Un altro dei grandi
viaggi compiuti da Andrea Corsali ebbe come meta l'Abissinia. Il
navigatore lo compì al seguito dell'ambasceria portoghese al
Negus, guidata da Odorardo Galvan. Era il 1517 e questa avventura
che portò a termine da solo perché Galvan morì durante il viaggio,
Corsali la descrisse nella relazione che inviò a Lorenzo de'
Medici. Visitò l'isola di Socotra, della quale descrive la flora,
la fauna, gli usi, i costumi degli abitanti che erano cristiani.
Giunse poi nel porto di Aden, che lo impressiono' molto per
l'intensa attività commerciale che vi si svolgeva. Quindi, entrò
nel mar Rosso e con la sua nave seguì la costa eritrea,
visitandola fino a Suakim. Nelle sue descrizioni Andrea Corsali
parla dell'isola di Dalack, di Archico, di Massaua e, sbarcato, il
navigatore raggiunse il convento della Visione, che si trovava a
pochi chilometri da l'Asmara. Il navigatore fiorentino rimase
affascinato dalla pesca delle perle che vide nell'isola di Dalack,
studiò gli usi e i costumi degli abissini e il loro modo di
combattere. Durante il suo viaggio in quella regione raccolse una
tale quantità di notizie così precise sul popolo abissino, sui
sovrani che lo guidavano che sono state negli anni e nei secoli
successivi una guida sicura per tanti altri viaggiatori.
E c'è stato
addirittura chi ha sostenuto, nel diciannovesimo secolo, che se i
governanti italiani avessero attentamente letto e studiato quanto
aveva scritto Andrea Corsali, avrebbero potuto evitare molti
errori quando le nostre truppe vennero inviate in quella regione.
Sempre durante quel viaggio compiuto intorno al 1517, il
navigatore fiorentino visitò l'Harrar che descrisse come un paese
fertilissimo, quindi toccò le città marinare dello Yemen e approdò
a Ormuz, dove poté constatare di persona quanto fosse intenso
allora il commercio con la Persia. Fu questa l'ultima tappa della
sua navigazione tra l'Africa, l'Arabia e l'Asia.
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I due
emisferi in una carta geografica cinquecentesca. Vi sono
descritti mari e terre secondo le conoscenze scientifiche
dell'epoca cui diede un notevole contributo Andrea Corsali. |
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Di là fece ritorno in
Italia. E fu in quella occasione che Corsali descrisse con esattezza
l'apparenza del cielo australe al di là dei piedi del Centauro e
della costellazione di Argo.
Il viaggio del 1517,
quella osservazione astronomica, sono le ultime notizie che si hanno
di Andrea Corsali. Poi si perdono le tracce di questo navigatore che
il destino ha voluto che restasse per sempre uno degli uomini più
segreti e sconosciuti fra i tanti che hanno solcato i mari e hanno
contribuito all'esplorazione del nostro globo nel sedicesimo secolo. |