Il Rito di Ascensione è un rito di passaggio che segna la trasformazione di un individuo da uno stato all’altro di vita, da una situazione ad un’altra. Il giovane Klingon decide liberamente se affrontare il rito oppure no. La sua scelta deve essere compiuta prima dei tredici anni. Oltre questa età non potrà mai essere un vero guerriero Klingon, nel senso più strettamente militare del termine. La scelta avviene pubblicamente, accendendo una candela davanti all’immagine di Kahless. Il gesto è simbolico. Il giovane accende dentro di sé il fuoco che arde nel cuore di ogni guerriero. Il rito consiste di due parti: - la prima viene affrontata quando l’adolescente è pronto; - la seconda allo scoccare del decimo anniversario dalla prima. La preparazione al primo rito dura qualche anno. Durante questo periodo avviene una graduale separazione del giovane Klingon dalla situazione in cui fino ad allora ha vissuto. Abbandona il gruppo con cui ha condiviso i suoi anni di bambino e inizia ad incontrare con maggiore frequenza gli adulti e gli anziani. Lo scopo è quello di avvicinare il giovane Klingon ai doveri e alle responsabilità che dovrà sostenere una volta superato il primo rito. E’ necessario che il giovane Klingon abbandoni i suoi semplici giochi di guerra per prendere coscienza di sé come guerriero e come membro effettivo della società klingon. Questo processo di maturazione avviene attraverso un addestramento puntuale e sistematico al combattimento e naturalmente attraverso una sensibilizzazione alle questioni spirituali. Queste esperienze porteranno il giovane Klingon ad un livello superiore di comprensione di se stesso, della propria interiorità. Questa lunga preparazione si riflette nello svolgimento stesso del primo rito, durante il quale vengono esaminati: - il livello di conoscenza raggiunto nelle tecniche di combattimento; - il livello di conoscenza degli insegnamenti di Kahless. Nel combattimento l’arma prescelta dalla maggior parte dei giovani guerrieri è la bat’leth, la lama arcuata a due impugnature preferita da Kahless. Il giovane deve dimostrare di sapersi difendere con tutta la determinazione e il coraggio necessari. Un giorno questa sua destrezza potrebbe costituire il confine tra la vita e la morte. Non dimentichiamo che alcuni di questi giovani un giorno guideranno il proprio clan familiare e occuperanno il loro seggio all’Alto Consiglio. Ed è appunto qui, con la preparazione e il rito, che si formano i futuri capi: coloro che nel nome di Kahless e dei suoi insegnamenti guidano i fratelli Klingon verso la Via dell’Onore, la Via indicata con tanta saggezza dal mitico Imperatore. Per questo è così importante studiare i Sacri Testi: conoscere gli insegnamenti di Kahless significa conoscere se stessi, capire la propria natura di Klingon. La prova che si svolge nel decimo anniversario del primo rito viene considerata una conferma del primo, anche perché la si affronta quando si è già adulti. Il secondo rito si svolge in una grande sala. Al centro ci sono due pedane rialzate che corrono parallele, su cui prendono posto otto guerrieri, quattro per parte, ognuno, con un painstick, un bastone del dolore. Ad una delle estremità delle pedane attendono in piedi i membri più stretti della famiglia. Il Klingon deve attraversare lo spazio tra le due pedane per raggiungerli, ma ognuno degli otto guerrieri userà su di lui il proprio painstick. Si tratta di una prova di maturità e forza di carattere. E’ la fine di un percorso spirituale iniziato col primo rito, che porta il Klingon, ormai adulto, verso l’esperienza della sofferenza fisica. Attraverso la sofferenza fisica, si acquista coscienza delle proprie debolezze e dei propri sentimenti più profondi. E’ il momento in cui si raggiungono i propri limiti esistenziali. Durante il rito, il Klingon pronuncia delle frasi che dichiarano il suo stato definitivo di guerriero: "Oggi sono un guerriero e devo mostrarvi il mio cuore. Oggi, io attraverso il fiume di sangue". Il "fiume di sangue" è una espressione metaforica. Le due pedane rialzate danno al loro spazio intermedio l’aspetto di un fiume che il Klingon deve attraversare nel "sangue". L’acqua del fiume, elemento purificatore per eccellenza, diventa sangue, cioè diventa dolore, è una purificazione attraverso il dolore che, spesso per la prima volta, proprio in questa occasione viene esperito così intensamente. |