Dati e riflessioni sul II principio della Carta della Terra: l'integrità ecologica.

“Proteggi e restaura l’integrità dei sistemi ecologici terrestri, soprattutto per quanto riguarda la diversità biologica e i processi naturali a sostegno della vita, gestendo l’utilizzo delle risorse rinnovabili come l’acqua, il suolo, i prodotti forestali e la vita in modo da non superare la loro velocità di rigenerazione e compatibilmente con la salute degli ecosistemi.

Nota Bene! Inserire qui mappa di PAOLO PECCI

                                                                                                  

L’inquinamento delle acque

E’ uno dei problemi più discussi da sempre. Proprio per questo motivo l’ONU ha dichiarato il 2003 “L’Anno Internazionale dell’Acqua”. Un importante causa dell’inquinamento delle acque dolci sono gli scarichi di materiale organico.

 

Le principali fonti di inquinamento organico

1)              Le fogne della città. I liquami che si trovano nelle fogne contengono grandi quantità di escrementi umani e contengono microrganismi che provocano alcune malattie. Una persona rischia di ammalarsi se ingerisce questi organismi.

2)              Gli allevamenti. Negli allevamenti  ,gli escrementi vengono rimossi via con l’acqua, i liquami così ottenuti vengono in parte utilizzati come fertilizzanti, in parte invece riversati nei fiumi.

3)              Le industrie. Alcuni tipi di industrie scaricano materiali organici direttamente nei fiumi.

L’agricoltura. I fertilizzanti  sia chimici che naturali, possono inquinare i fiumi. Le numerose sostanza utilizzate in agricoltura non restano solo sul suolo o sulle piante ma un parte di essa finisce nei canali di scalo e da qui ai fiumi. 

La pioggia benefica ieri……malvagia oggi!!!!!

La pioggia dovrebbe essere acqua pura. Fiumi e laghi evaporano ed i vapori lasciando a terra tutte le sostanze inquinanti presenti nell’acqua salgono in alto a formare le nubi. Qui, quando incontrano le correnti fredde, si condensano per precipitare sulla terra sotto forma di piogge o di neve. Questo, almeno, è sempre stato il ciclo naturale, ma oggi le cose sono cambiate:la pioggia non è più acqua pura, un misto d’acqua, acido solforico ed acido nitrico. Si tratta di un nuovo tipo di pioggia che è stata battezzata “acida”. Il termine, in verità, lo hanno inventato gli inglesi ben 100 anni fa. Primi a raggiungere un massiccio livello industriale sono anche stati i primi a subirne le conseguenze negative.

Piogge acide

Da allora la situazione è peggiorata perché le piogge acide sono portate dai venti in tutte le direzioni e così sono diventate causa di conflitti internazionali. La nostra è la zona del mondo che mostra le ferite più gravi, ma i dati più recenti ci dicono che il fenomeno delle

piogge acide è ormai davvero mondiale e coinvolge tutti. Dunque il rimedio deve essere cercato a livello mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

L’imputato numero 1

 Il principale imputato chimico è l’anidride solforosa prodotta dalla combustione degli idrocarburi, cioè dalle centrali elettriche che funzionano a carbone o a petrolio. Insomma, i nostri cieli sono ormai un calderone chimico, particolarmente efficace sopra l’Europa.

La stella nascente

 Molti paesi si stanno muovendo contro l’anidride carbonica solforica, impedendo filtri opportuni alle centrali di potenza. Purtroppo sta aumentando la produzione di un’altra “stella nascente” dell’inquinamento atmosferico:gli ossidi di azoto emessi sia dalle centrali, sia dalle auto. Questi ossidi o reazioni simili a quelle dello zolfo, diventano nell’atmosfera acido nitrico.

Un cocktail infernale

Il risultato è un cocktail infernale di acido solforico ed acido nitrico, che penetra nei suoli e nelle acque , raggiunge le radici degli alberi, uccide i pesci e avvelena perfino quei ruscelli di montagna che a noi sembrano cristallini e che, invece, concentrati in provette, emanano il classico, sospetto odore di zolfo.

Rimediare si può!!!!!

Si possono costruire filtri di carbonato di calcio per le centrali elettriche. Si può rendere obbligatorio in tutto il mondo il catalizzato per le emissioni delle auto. Il carbonato di calcio potrebbe addirittura essere gettato direttamente nelle acque dei laghi malati per invertire le reazioni chimiche che le hanno acidificate. Insomma, gli interventi efficaci esistono e qualcuno ha già iniziato a comportarsi di conseguenza. Infatti nessun costo è troppo alto se è per la salvezza del nostro Pianeta.     

 

    

 

 Problemi e tutela delle acque in Italia.

L’abbandono di pratiche manutentive del suolo, la regimazione dei corpi idrici, ha portato ad accentuare la vulnerabilità del suolo e al verificarsi di gravi episodi, quali le alluvioni del 1993-94 nel bacino padano-occidentale e la valanga di fango che ha travolto Sarno, nel 1998. Le acque italiane subiscono contaminazioni di natura microbiologica, da nitrati, metalli e solventi vari; la qualità delle acque sotterranee viene messa a rischio dal permanere di reti fognarie obsolete, che possono essere soggette a perdite e a interferenze del settore agro-zootecnico, che può a sua volta contaminare le falde attraverso prodotti di uso comune.

Misura di tutela prevedono l’utilizzo di impianti di depurazione, che vengono adottati per città e industrie che contaminano l’acqua.

Grazie ai molteplici interventi attuali, la percentuale delle coste italiane in cui non è consentita la balneazione, è diminuita.

 

 

Direttiva acque, ennesima condanna europea

La commissione europea condanna l’Italia

per non aver adottato entro il termine prescritto 22 dicembre 2003 le disposizioni legislative. Ricordiamo che l’Italia ha altre quattro procedure aperte in materia di acqua:

- Designazione dei bacini idrografici

- Trattamento e raccolta delle acque reflue urbane

- Inquinamento del fiume Candeloro e mancata realizzazione di un impianto di depurazione delle acque

- Contaminazione del fiume Olona in Lombardia

 

 

 

Campania,mari più puliti

 Per quanto riguarda i mari della  nostra regione, la Campania, ci sono dei netti miglioramenti; noi abbiamo solo i dati della stagione turistica 2003 ma sono significativi, infatti, dei 500 km circa di costa, l’80% risultava balneabile, mentre sul rimanente 20% era vietata la balneazione per svariate ragioni, ma soprattutto a causa dell’inquinamento.

Molti esami hanno confermato il buono stato delle coste della provincia di Salerno: solo lo 0.79% è interessato da inquinamento.

Nella provincia di Napoli sono stati recuperati alcuni tratti balneari.

In provincia di Caserta, invece, non è stato registrato alcun miglioramento

 

Province

 

Costa balneabile (km)

2002-2003

Costa non balneabile (km)

2002-2003

Caserta

23

20

22

25

Napoli

150

182

72

40

Salerno

181

200

116

69

 

A cura di: Doriana Cardiello,

                Dalila Conforti,

                Elisabetta Desiderio.