SECONDA
PARTE
LA
VERA DEVOZIONE A MARIA O LA SANTA SCHIAVITU' D'AMORE
A) SCELTA DELLA VERA O PERFETTA DEVOZIONE
Ci sono parecchie vere devozioni a Maria
24. Ci sono, infatti, parecchie devozioni vere a
Maria: vere, dico, perché qui non parlo delle false.
La devozione senza pratiche speciali
25. La prima devozione consiste nel compiere i doveri di
cristiano, evitando il peccato mortale, operando più per amore
che per timore, pregando di quando in quando la Vergine ed
onorandola come Madre di Dio, senza farla oggetto di particolare
devozione.
La devozione che comporta pratiche speciali
26. La seconda devozione consiste nel nutrire per la
Vergine sentimenti più perfetti di stima, d'amore, di confidenza
e di venerazione. Essa porta ad entrare nelle Confraternite del
Rosario, dello Scapolare, a recitare la Corona o il Rosario, ad
onorare le immagini e gli altari di Maria, ad esaltarne le
grandezze e ad iscriversi nelle sue Congregazioni. E questa
devozione, se si sta lontani dal peccato, è buona. santa e
lodevole: però non è tanto perfetta e tanto capace di ritirare
le anime dalle creature e di distaccarle da se stesse per unirle
a Gesù Cristo.
La devozione perfetta: la Santa Schiavitù d'amore
27. La terza devozione a Maria Santissima, conosciuta e
praticata da ben poche persone, è questa che sto per rivelarti,
o anima predestinata.
B) NATURA E PORTATA DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA,
DELLA "SANTA SCHIAVITU' D'AMORE"
Natura di questa devozione:
Consacrazione a titolo di Schiavo d'amore, e Vita d'unione a
Maria
28. Essa consiste nel darsi interamente, come
schiavo, a Maria e, per mezzo di Maria, a Gesù: poi, nel far
tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria. Mi
spiego:
Portata di questo sacrificio: è il totale abbandono di sé
fra le mani di Maria
29. Bisogna scegliere un giorno importante per darsi,
consacrarsi e sacrificare volontariamente e per amore, non per
forza, interamente, senza riserva alcuna, il proprio corpo e la
propria anima; i propri beni esterni di fortuna, come la casa, la
famiglia, le rendite; i propri beni interni dell'anima, cioè i
meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a
Gesù per mezzo di Maria tutto quanto un'anima ha di più caro e
di cui nessun Ordine religioso esige il sacrificio, cioè il
diritto che abbiamo di disporre di noi stessi e del valore delle
proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni; di
modo che se ne lascia l'intera disposizione alla Santissima
Vergine, perché l'applichi a suo piacere e alla maggior gloria
di Dio, che Ella sola conosce in modo perfetto.
Maria diventa padrona del valore delle nostre opere
30. Lasciato così a disposizione de Lei ogni valore
soddisfattorio ed impetratorio delle nostre buone opere, fatta
cioè una tale offerta, sebbene non legati da alcun voto, non si
è più padroni di tutto il bene che compiamo; e la Santissima
Vergine può applicarlo, ora ad un'anima del Purgatorio, per
suffragarla o liberarla, ora ad un misero peccatore per
convertirlo.
31. Con questa devozione, si mettono i propri
meriti nelle mani della Vergine, ma solo perché Lei li
custodisca, li aumenti, li abbellisca, non potendo noi
comunicarci a vicenda, né i meriti della grazia santificante, né
quelli della gloria. Le si danno invece tutte le preghiere e
buone opere, in quanto sono impetratorie e soddisfattorie,
affinché le distribuisca e applichi a chi le piacerà. Che se,
dopo esserci in tal modo consacrati alla Santissima Vergine,
vorremo sollevare qualche anima dal Purgatorio, salvare qualche
peccatore, sostenere con le nostre preghiere, le nostre elemosine,
le nostre mortificazioni, i nostri sacrifici qualche nostro amico,
dovremo chiederglielo umilmente e rimetterci alla sua
determinazione, senza volerla conoscere; essendo ben convinti che
il valore delle nostre azioni, distribuito dalla stessa mano di
cui Dio si serve per dispensarci le sue grazie ed i suoi doni,
non potrà non essere applicato alla sua maggior gloria.
Tre tipi di schiavitù: la Schiavitù d'amore è 1a più
perfetta consacrazione a Dio
32. Ho detto che questa devozione consiste nel darsi a
Maria come schiavo. Bisogna notare che ci sono tre tipi di
schiavitù.
La prima è la schiavitù di natura: gli uomini buoni e cattivi,
sono schiavi di Dio in questa maniera.
La seconda è la schiavitù per forza; e schiavi di Dio in questo
modo sono i demoni e i dannati.
La terza è la schiavitù d'amore e di volontà; ed è quella con
cui noi dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, cioè nel
modo più perfetto con il quale una creatura possa darsi al suo
Creatore.
Differenza tra un semplice servo e uno schiavo
33. Osserva anche che c'è una grande differenza
tra un servo e uno schiavo:
- un servo esige un salario per i suoi servizi; uno schiavo non
ne può esigere;
- un servo è libero di lasciare il padrone quando gli piace,
perché non lo serve che per qualche tempo; lo schiavo non può
giustamente abbandonarlo, appartenendogli per sempre;
- il servo non dà al padrone diritto alcuno di vita e di morte
sulla propria persona; lo schiavo invece gli si dà così
interamente che il padrone potrebbe farlo morire senza essere
molestato dalla giustizia.
Da qui si vede facilmente come lo schiavo forzato si trova,
rispetto al proprio padrone, in quella assoluta dipendenza in cui
l'uomo non può trovarsi che rispetto al suo Creatore; questo
spiega perché i cristiani non ammettono simili schiavi: soltanto
i Turchi e gli idolatri possono averne di tale specie.
Felicità delle anime schiave d'amore
34. Beata, mille volte beata l'anima generosa, che si
consacra come schiava d'amore a Gesù per mezzo di Maria, dopo
aver scosso con il Battesimo la tirannica schiavitù del demonio.
C) ECCELLENZA DELLA SANTA SCHIAVITU': PERCHE' FA
PASSARE TUTTA LA NOSTREA VITA SPIRITUALE PER MARIA, LA MEDIATRICE
Passare per Maria è imitare le tre Persone divine
35. Quanta luce dovrei avere per esporre a
dovere l'eccellenza di questa devozione! Dirò soltanto
rapidamente:
1) - Darci così a Gesù per mezzo dì Maria è
imitare Dio Padre, il quale ci ha dato il suo Figlio solo per
mezzo di Maria, e solo per mezzo di Lei ci comunica le sue grazie.
E' imitare Dio Figlio, il quale è venuto a noi solo per mezzo di
Maria, e, avendoci dato l'esempio affinché facessimo come Egli
ha fatto, ci ha sollecitati ad andare a Lui per lo stesso mezzo
con cui Egli è venuto a noi, cioè Maria. E' imitare lo Spirito
Santo, il quale soltanto per mezzo di Maria ci elargisce le sue
grazie e i suoi doni. Non è forse giusto, - dice San Bernardo-,
che la grazia ritorni al suo Autore dallo stesso canale per il
quale è venuta a noi?
E' onorare Gesù
36. 2) - Andare a Gesù per mezzo di Maria è
onorare veramente Nostro Signore Gesù Cristo, perché è
riconoscere che non siamo degni di accostarci direttamente da noi
stessi alla sua infinita santità, a causa dei nostri peccati, e
insieme che abbiamo bisogno di Maria, sua santa Madre, perché
sia nostra Avvocata e nostra Mediatrice presso di Lui, che è
nostro Mediatore. E' nello stesso tempo accostarci a Lui come a
Mediatore nostro ed a nostro Fratello, ed umiliarci davanti a Lui
come davanti al nostro Dio ed il nostro Giudice: in una parola,
è praticare l'umiltà che rapisce sempre il cuore di Dio.
E' il mezzo di purificare e di abbellire le nostre buone azioni
37. 3) - Consacrarci così a Gesù per mezzo di
Maria, è mettere nelle mani di Maria le nostre buone opere, le
quali, benché sembrino buone, sono spesso macchiate e indegne
degli sguardi e del compiacimento di quel Dio, davanti al quale
le stelle stesse non sono pure. Preghiamo questa buona Madre e
Padrona affinché, avendo accettato il nostro misero dono, lo
purifichi, lo santifichi, lo nobiliti e l'abbellisca in modo da
renderlo degno di Dio. Davanti a Dio, il Padre di famiglia, tutti
i frutti della nostra anima hanno meno valore per attirarci la
sua amicizia e la sua grazia, di quanto non ne avrebbe davanti al
re la mela bacata di un povero contadino, colono di Sua Maestà,
per pagare il proprio affitto. Che cosa farebbe il meschino, se
fosse intelligente e sapesse di essere ben voluto dalla regina?
Non metterebbe forse la sua mela nelle mani di lei? e questa, sia
per bontà verso il povero contadino, sia per rispetto verso il
re, non toglierebbe forse dalla mela quello che vi fosse di
difettoso e di guasto, mettendola poi sopra un vassoio d'oro,
ornato di fiori? E il re potrebbe non accettarla, anche con gioia,
dalle mani della regina, che vuole così bene a quel contadino?
Se vuoi offrire qualche piccolo dono a Dio, - dice San Bernardo
mettilo nelle mani di Maria, a meno che non t'importi di essere
respinto.
Perché senza Maria le nostre azioni valgono ben poco
38. Dio mio! com'è poca cosa quello che facciamo! Ma
mettiamolo in mano a Maria con questa devozione; e quando ci
saremo dati interamente a Maria, tanto quanto è possibile,
spogliandoci di tutto in suo onore, Ella sarà infinitamente più
generosa verso di noi, poiché "per un uovo ci darà un bove"
comunicandosi a noi con tutti i suoi meriti e tutte le sue virtù,
mettendo i nostri meschini doni nel piatto d'oro della sua carità,
rivestendoci, come Rebecca fece con Giacobbe, dei begli abiti del
suo Primogenito ed unico Figlio, Gesù Cristo, cioè dei meriti
di Lui, che Ella tiene a sua disposizione; e così, dopo esserci,
spogliati di tutto per onorarla quali suoi domestici e suoi
schiavi, avremo doppia veste: "Tutti i suoi familiari hanno
doppia veste": vesti, ornamenti, profumi, meriti e virtù di
Gesù e di Maria nell'anima di uno schiavo di Gesù e di Maria,
spoglio di se stesso e fedele nel suo spogliamento.
E' esercitare meravigliosamente la carità verso il
prossimo
39. 4) - Darsi così alla Santissima Vergine è
praticare nel suo più alto grado possibile la carità verso il
prossimo; poiché è dare a Maria tutto ciò che si ha di più
caro, affinché ne disponga a suo piacimento a favore dei vivi e
dei morti.
E' il mezzo di conservare e di aumentare la grazia di Dio
in noi
40. 5) - Con questa devozione si mettono al sicuro le
proprie grazie, i propri meriti e le proprie virtù, facendone
depositaria Maria e dicendole:
"Ecco, mia cara Signora, ciò che, per grazia di tuo Figlio,
ho potuto fare di bene; tienitelo, perché purtroppo, a causa
della mia debolezza ed incostanza, a causa del numero stragrande
e della malizia dei miei nemici, insorgenti contro di me giorno e
notte, io non mi sento capace di conservarlo. Si vedono, ahimè!
tutti i giorni cadere nel fango cedri del Libano, e diventare
uccelli notturni aquile che si innalzavano fino al sole; io vedo
altresì mille giusti cadere alla mia sinistra e diecimila alla
mia destra. Ma Tu, o mia potente e grandissima Principessa,
sorreggimi, perché non cada; custodisci ogni mio bene, perché
non mi sia rubato. a Te affido in deposito tutto quanto posseggo.
so bene chi sei, perciò tutto mi abbandono a te. Tu sei fedele a
Dio ed agli uomini, non lascerai quindi perire nulla di quanto ti
ho affidato; Tu sei potente, e nulla può nuocerti, né rapirti
ciò che tieni nella tua mano".
"Se la segui non ti smarrisci, se la preghi non disperi, se
pensi a lei non sbagli.
Sostenuto da lei non cadi, protetto da lei non temi, guidato da
lei non ti stanchi,
con la sua benevolenza giungerai ... " (San Bernardo, inter
flores, cap. 135; De Maria Virgine, pag. 2150).
Ed altrove aggiunge: "Maria trattiene il Figlio perché non
colpisca, il diavolo perché non nuoccia, le virtù perché non
fuggano, i meriti perché non spariscano, le grazie perché non
vengano meno". Parole di San Bernardo, che esprimono in
sostanza quanto ho detto. Se anche ci fosse solamente questo
motivo per invogliarmi a questa devozione, che mi offre il mezzo
sicuro di conservarmi anzi di crescere nella grazia di Dio, io
non dovrei spirare per essa che fuoco e fiamme.
É la vera liberazione della nostra anima
41. 6) - Questa devozione rende un'anima veramente
libera della libertà dei figli di Dio. Siccome noi, per amore di
Maria, ci riduciamo volontariamente in schiavitù, questa cara
Padrona, per riconoscenza, allarga e dilata il nostro cuore e ci
fa camminare a passi da gigante nella via dei comandamenti del
Signore. Ella scaccia la noia, la tristezza e lo scrupolo. Nostro
Signore stesso fece conoscere alla Madre Agnese di Langeac, morta
in concetto di santità, questa devozione, quale sicuro mezzo per
uscire dalle grandi pene e perplessità in cui si trovava: "Fatti
schiava di mia Madre e mettiti la catenella", - le disse;
Agnese acconsenti e nel momento stesso ogni pena scomparve.
E' seguire il consiglio della Chiesa e l'esempio dei
Santi
42. Per autorizzare questa devozione, bisognerebbe
ricordare tutte le Bolle e le Indulgenze accordate dai Papi, le
Pastorali dei Vescovi, le Confraternite fondate in suo onore, l'esempio
di parecchi Santi e di grandi personaggi che l'hanno praticata;
ma tutto questo lo lascio da parte.
D) PRATICHE
INTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU' : SUO SPIRITO E SUOI FRUTTI
1. La sua formula "unica" di attività
spirituale e il suo spirito
La formula
43. Ho detto, poi, che questa devozione consiste nel
fare tutte le proprie azioni con Maria, in Maria, per mezzo di
Maria e per Maria.
Lo spirito di dipendenza interiore da Gesù e da Maria. -
Prendere questo spirito e perseverarvi
44. Non basta essersi dato una volta a Maria, in qualità
di schiavo; nemmeno basta ripetere ciò tutti i mesi, tutte le
settimane: sarebbe questa una devozione troppo passeggera e non
potrebbe innalzare l'anima a quella santità a cui può elevarla.
Non vi è certo grande difficoltà ad iscriversi in una
confraternita, e neanche ad abbracciare questa devozione, e a
recitare ogni giorno qualche preghiera vocale, come essa
prescrive: la grande difficoltà è di entrare nello spirito di
questa devozione, che è di rendere un'anima interiormente
dipendente e schiava della Santissima Vergine e di Gesù per
mezzo di Lei. Ho trovato molte persone che, esternamente si sono
poste con mirabile ardore in questa schiavitù; poche invece ne
ho trovate che ne abbiano preso lo spirito, e, meno ancora che vi
abbiano perseverato.
2. - Le quattro direttive della formula
Operare con Maria
45. 1) - La pratica essenziale di questa devozione
consiste nel fare tutte le proprie azioni con Maria, cioè nel
prendere la Santissima Vergine come modello perfetto di tutto ciò
che si deve fare.
Condizioni preliminari: rinuncia e unione di intenzione
che consegna l'anima all'azione di Maria
46. Prima dunque di dare inizio a qualsiasi cosa, è
necessario rinunciare a se stessi e ai propri progetti per quanto
eccellenti; bisogna annientarsi davanti a Dio riconoscendosi
incapaci da se stessi di alcun bene soprannaturale e di qualsiasi
azione utile alla salvezza; bisogna ricorrere alla Santissima
Vergine e unirsi a Lei e alle sue intenzioni, benché sconosciute;
bisogna unirsi per mezzo di Maria alle intenzioni di Gesù Cristo,
mettersi, cioè come uno strumento nelle mani di Lei, affinché
Ella faccia in noi, di noi e per noi, come le sembrerà meglio,
alla maggior gloria di suo Figlio e, per mezzo di suo Figlio Gesù
Cristo, alla maggior gloria del Padre; di modo che non si
compiano atti di vita interiore ed operazioni spirituali se non
dipendentemente da Lei.
Operare in Maria
47. 2) - Bisogna fare ogni cosa in Maria; bisogna cioè
abituarsi, a poco a poco, a raccogliersi in se stessi, per
formarvi una piccola idea od immagine spirituale di Maria. Ella
sarà per l'anima l'Oratorio per potervi fare tutte le sue
preghiere a Dio, senza timore di essere respinta; la Torre di
Davide dove mettersi al sicuro contro tutti i suoi nemici; la
Lampada accesa per illuminare tutto il suo interiore e
infiammarlo di amore divino; il sacro Tabernacolo per vedere Dio
con Lei; Maria, finalmente sarà per quest'anima il suo unico
Tutto presso Dio e il suo rifugio universale. Se prega, pregherà
in Maria; se riceve Gesù nella Santa Comunione, lo deporrà in
Maria perché vi si compiaccia; se opera, opererà pure in Maria,
e dappertutto e in tutto farà atti di rinuncia di se stessa.
Operare per mezzo di Maria
48. 3) - Non bisogna mai andare a Nostro Signore se non
per mezzo di Maria, per mezzo della sua intercessione e del suo
credito presso di Lui, non trovandosi mai soli nel pregarlo.
Operare per Maria
49. 4) - Infine, tutte le azioni devono essere fatte per
Maria: divenuti, cioè, schiavi di questa augusta Sovrana, non si
lavori più che per Lei, per il Suo profitto e alla Sua gloria
come fine prossimo, alla gloria di Dio come fine ultimo. Si deve
rinunciare, in tutto quello che si fa, all'amor proprio, che
impercettibilmente si prende quasi sempre come fine, e ripetere
spesso dal profondo del cuore: "O Mia cara Madre, per Te
vado qua e là, faccio questa o quella cosa, soffro questa pena o
questa ingiuria!".
3) Tre avvenimenti importanti che riguardano lo
spirito della Santa Schiavitù
Non credere cosa più perfetta l'andare direttamente a
Gesù senza passare da Maria
50. Bada di non credere, o anima predestinata, che sia
cosa più perfetta andare direttamente a Gesù, direttamente a
Dio con la tua opera e la tua intenzione: la tua opera, la tua
intenzione sarebbero di poco valore; se invece ci vai per mezzo
di Maria, allora è l'operazione di Maria in te, e quindi essa
sarà sublime e degnissima di Dio.
Non farsi violenza per "sentire e gustare" -L'"Amen"
dell'anima
51. Stai anche attento a non farti violenza per sentire
e gustare ciò che dici o che fai: ma dì tutto e fa' tutto in
quella pura fede che Maria ebbe quaggiù, e che Ella con il tempo
ti comunicherà. Lascia, o povera piccola schiava, lascia alla
tua Sovrana la chiara visione di Dio, i trasporti, le gioie, i
piaceri, le ricchezze, e prendi per te soltanto la fede pura,
piena di svogliatezze, di distrazioni, di noie, di aridità; e
dille: "Amen, Così sia, a tutto quello che Tu, mia Padrona,
fai in Cielo: per ora è ciò che posso fare di meglio".
Non inquietarsi se non si gode tanto presto della
presenza di Maria
52. Guardati inoltre dall'affliggerti se non godi così
presto della dolce presenza della Vergine nel tuo intimo. Questa
grazia non è concessa a tutti; e quando Dio, nella sua grande
misericordia, ne favorisce un'anima, questa può benissimo
perderla se non è fedele a raccogliersi spesso; qualora però ti
cogliesse tanta sciagura, ritorna dolcemente alla tua Sovrana e
chiedile umilmente perdono.
4. Frutti meravigliosi di questa pratica interiore
della Santa Schiavitù
Li insegnerà soprattutto l'esperienza
53. L'esperienza ti farà conoscere infinitamente più
di quanto io ti dico, e tu troverai, qualora sia fedele al poco
che ti ho insegnato, tante ricchezze e tante grazie nella pratica
di questa devozione, che ne resterai meravigliata e la tua anima
ne sarà colma di gioia.
Bisogna dunque procurare, con una pratica fedele, di
avere in sé l'anima e lo spirito di Maria
54. Lavoriamo quindi, anima cara, e per mezzo di questa
devozione fedelmente praticata, facciamo in modo che l'anima di
Maria sia in noi per glorificare il Signore, lo spirito di Maria
sia in noi per rallegrarsi in Dio, suo Salvatore. Sono queste le
parole di Sant'Ambrogio: "Sia in ciascuno di noi l'anima di
Mariaper proclamare la grandezza del Signore, sia in ciascuno di
noi lo spirito di Maria per gioire in Dio Salvatore". E non
crediamo che vi sia stata più gloria e più felicità a dimorare
nel seno di Abramo, chiamato Paradiso, che nel seno di Maria,
perché Dio vi pose il suo trono. Così dice il dotto abate
Guerrico: "Non credere che il Paradiso, raffigurato dal seno
di Abramo, sia più felice del grembo di Maria, nel quale il
Signore ha posto il suo trono".
La Santa Schiavitù stabilisce soprattutto la vita di
Maria nella nostra anima
55. Questa devozione, fedelmente praticata, produce nell'anima
effetti innumerevoli. Il principale - vero dono dell'anima - è
quello di stabilirvi la vita di Maria, in modo che non è più l'anima
che vive, ma la Vergine che vive in lei, poiché l'anima di Maria
diviene, per così dire, la sua anima. Ora, quando per una grazia
ineffabile, ma vera, la divina Maria è Regina in un'anima, quali
meraviglie non vi opera! Siccome Ella è l'artefice delle grandi
meraviglie, specialmente nel nostro intimo, perciò vi lavora in
segreto, all'insaputa dell'anima stessa, la quale se ne avesse
conoscenza, guasterebbe la bellezza delle sue opere.
Maria fa sì che, di continuo, la nostra anima viva in
Gesù, e Gesù viva nella nostra anima
56. E nello stesso modo, siccome Ella è dappertutto la
Vergine feconda, così porta in tutto l'intimo dove si trova, la
purezza del cuore e del corpo, la rettitudine delle intenzioni,
la fecondità delle buone opere.
Non credere anima cara, che Maria, la più feconda di tutte le
creature, tanto che giunse a produrre un Dio, rimanga oziosa in
un'anima fedele. Ella farà vivere incessantemente quest'anima
per Gesù, e Gesù in lei: "Figli miei, per voi io soffro di
nuovo i dolori del parto, finché non sarà chiaro che Cristo è
in mezzo a voi" (Gal. 4, 19), e se Gesù Cristo è così
veramente frutto di Maria per ogni anima in particolare, come lo
è per tutti quanti in generale, è certo che in modo
specialissimo Egli è frutto di Maria e suo capolavoro nell'anima
dove Lei risiede.
Maria diventa ogni cosa per la nostra anima presso Gesù
57. Infine, Maria, per quest'anima diviene ogni cosa
presso Gesù Cristo: Ella ne illumina lo spirito con la sua pura
fede, le approfondisce il cuore con la sua umiltà, glielo dilata
ed infiamma con la sua carità, glielo purifica con la sua
purezza, glielo nobilita ed arricchisce con la sua maternità. Ma
per che motivo insistere? Solo l'esperienza può rivelarci queste
meraviglie di Maria, meraviglie incredibili alle persone dotte ed
orgogliose, anzi al comune dei devoti e devote.
5. La santa schiavitù alla fine dei tempi
Per mezzo di Maria il Regno di Gesù arriverà alla fine
dei tempi
58. Poiché per mezzo di Maria Santissima Dio venne la
prima volta al mondo, nell'umiliazione e nell'annientamento, non
potrebbe pur dirsi altresì per mezzo di Maria Santissima, che
Egli verrà un'altra volta, come l'attende tutta la Chiesa, per
regnare dovunque e per giudicare i vivi e i morti? Ma chi può
sapere come e quando ciò avverrà? So bene però che Dio, i cui
pensieri distano dai nostri più che non disti il cielo dalla
terra, verrà nel tempo e nel modo meno atteso dagli uomini,
anche i più dotti e i più versati nella Sacra Scrittura, che a
questo riguardo è molto oscura.
Per mezzo della Santa Schiavitù, praticata dai suoi
grandi santi, Maria farà che arrivi il regno definitivo di Gesù
59. Allo stesso modo, si deve credere che verso la fine
dei tempi, e più presto forse che non si pensi, Dio susciterà
grandi uomini ripieni dello Spirito Santo e di quello di Maria,
per mezzo dei quali Ella, questa divina Sovrana, opererà nel
mondo grandi meraviglie per distruggervi il peccato e stabilire
il Regno di Gesù Cristo, suo Figlio, sulle rovine di quello del
mondo corrotto; e che per mezzo di questa devozione alla Vergine,
di cui non so dare che una traccia, e ben pallida anche questa, a
causa della mia pochezza, quei santi personaggi verranno a capo
di tutto.
E) PRATICHE
ESTERIORI DELLA SANTA SCHIAVITU'
Loro importanza
60. Oltre alla pratica interiore di questa devozione, di
cui abbiamo ora parlato, ce ne sono altre che non bisogna
omettere, né trascurare.
La consacrazione e la sua rinnovazione
61. La prima è di darsi a Gesù Cristo, in qualche
giorno importante, per le mani di Maria, di cui ci facciamo
schiavi; di comunicarsi in tal giorno con questa intenzione e di
passarlo in preghiera: si rinnoverà questa consacrazione almeno
ogni anno, nello stesso giorno.
L'offerta di un tributo alla Santissima Vergine
62. La seconda è di pagare ogni anno, nello stesso
giorno, un piccolo tributo alla Vergine, quale prova di servitù
e di dipendenza; tale fu sempre l'omaggio degli schiavi verso i
loro padroni. Ora questo tributo consiste o in qualche
mortificazione, o in qualche elemosina, o in qualche
pellegrinaggio, o in qualche preghiera. Il Beato Marino, secondo
quanto racconta suo fratello, San Pier Damiano, si disciplinava
pubblicamente tutti gli anni, nello stesso giorno, davanti ad un
altare della Vergine. Non si domanda, né si consiglia tanto
fervore, ma se non si può dar molto a Maria, si deve però
offrirle con cuore umile e riconoscente quello che le si dà.
La celebrazione speciale della festa dell'Annunciazione
63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione
speciale la festa dell'Annunciazione che è la festa principale
di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la
dipendenza in cui si pose il Divin Verbo, in tal giorno, per
amore nostro.
La recita della "Coroncina" e del "Magnificat"
64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare
ogni giorno, senza però obbligarvici sotto pena di peccato,
qualora vi si manchi, la Coroncina alla Santissima Vergine,
composta da tre Padre Nostro e da dodici Ave Maria; di recitare
spesso il Magnificat, che è l'unico cantico che abbiamo di Maria,
per ringraziare Dio dei benefici ricevuti ed attirarne altri;
soprattutto non bisogna smettere di recitarlo dopo la S.
Comunione, quale ringraziamento, come soleva fare la Santissima
Vergine stessa, secondo il dotto Gersone.
La catenella
65. La quinta è di portare una catenella benedetta al
collo, o al braccio, o al piede, o attraverso il corpo. Questa
pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra l'essenziale
di questa devozione: tuttavia, sarebbe male disprezzarla e
condannarla, nonché pericoloso volerla trascurare.
Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
1 - per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed
attuale, dal quale siamo stati avvinti;
2 - per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro
Signore si compiacque di essere strettamente legato, per renderci
veramente liberi;
3 - per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l'impulso di
questa virtù, dato che questi vincoli sono vincoli di carità:
"Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore"
(Os 11, 4);
4 - infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora
presente la nostra doverosa dipendenza da Gesù e da Maria, in
qualità di schiavi.
Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di
Maria, stimarono talmente queste catenelle, che si lamentavano
perché non era loro concesso di trascinarle pubblicamente ai
piedi, come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più
gloriose delle collane d'oro e delle pietre preziose di tutti gli
imperatori, poiché ci avvincono a Gesù Cristo e alla sua santa
Madre, e ne sono le illustri insegne e livree!
E' conveniente che queste catene, se non d'argento, siano almeno
di ferro, per la facilità di procurarsele. Non si dovrà mai
deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare fino al
giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per
un fedele schiavo, nel giorno del giudizio, se al suono della
tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora strette dalla
catena della schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo
pensiero deve stimolare molto un devoto schiavo a non togliersi
mai la catena, per quanto scomoda possa tornare alla natura.
PREGHIERA
A GESU'
66. Amabile
mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia
riconoscenza per la grazia concessami, nel darmi alla tua santa
Madre con la devozione di questa schiavitù, perché Ella sia mia
avvocata presso la tua Maestà, e mio supplemento universale
nella mia grandissima miseria.
Ahimè! mio Dio, io sono tanto miserabile che, senza questa buona
Madre, di certo sarei irrimediabilmente perduto. Sì! Maria mi è
necessaria presso di te, in tutto: necessaria, per calmarti nel
tuo giusto sdegno, poiché ti ho tanto offeso ed ogni giorno ti
offendo ancora tanto; necessaria, per trattenere gli eterni
castighi della tua giustizia da me meritati; necessaria, per
guardarti, per parlarti, per pregarti, per accostarmi a Te, per
piacerti; necessaria, per salvare la mia anima e quella degli
altri; necessaria, in una parola, per fare sempre la tua santa
volontà e cercare in tutto la tua maggior gloria. Perché non
posso io manifestare nel mondo intero questa misericordia che mi
hai usato? Perché tutto il mondo non conosce che senza Maria io
sarei già dannato? Perché non posso mostrare una degna
riconoscenza per un così grande beneficio? Maria è in me. Oh,
quale tesoro! Oh, quale consolazione! E dopo di ciò non sarò io
tutto di Maria? Oh, quale ingratitudine sarebbe mai questa, mio
caro Salvatore! Oh, mandami piuttosto la morte prima che mi colga
tanta sventura, perché preferisco morire che vivere senza essere
di Maria.
Io l'ho mille e mille volte presa come ogni mio bene con San
Giovanni Evangelista ai piedi della Croce, e mille e mille volte
a Lei mi sono consacrato; ma se ancora non l'ho fatto come Tu
desideri. Gesù mio caro, adesso voglio farlo nel modo che a TE
piace; e se mai scorgi nella mia anima e nel mio corpo qualche
cosa che non appartiene a questa augusta Principessa, strappamela,
te ne prego, e gettala lontano da me, poiché non appartenendo a
Maria, è indegna di Te.
Invocazione
finale allo Spirito Santo
67. O
Spirito Santo! Concedimi tutte queste grazie e pianta, innaffia e
coltiva nella mia anima l'amabile Maria, vero Albero di Vita,
perché cresca, fiorisca e rechi frutti di vita in abbondanza. O
Spirito Santo! Dammi una grande devozione ed una grande appoggio
sul suo seno materno ed un continuo ricorso alla sua misericordia,
affinché in Lei Tu formi nella mia anima Gesù Cristo al
naturale, grande e potente, fino alla pienezza della sua età
perfetta. Amen.
Preghiera
a Maria per i suoi fedeli schiavi
68. Io ti
saluto, o Maria, Figlia diletta dell'Eterno Padre; io ti saluto,
o Maria, Madre ammirabile del divin Figlio; io ti saluto, o Maria,
Sposa fedelissima dello Spirito Santo: io ti saluto, o Maria, mia
cara Madre, mia amabile padrona e mia potente Sovrana; io ti
saluto, mia gioia, mia gloria, cuore mio ed anima mia! Tu sei
tutta mia per misericordia e io sono tutto tuo per giustizia, però
non lo sono ancora abbastanza; a Te, dunque, di nuovo interamente
mi dono, come eterno schiavo, senza riserva alcuna, né per me né
per gli altri.
Se scorgi in me qualche cosa che non è ancora tua prenditela, te
ne supplico, in questo momento, e sii la Padrona assoluta di
tutto quanto possiedo; distruggi in me, sradica, annienta tutto
ciò che spiace a Dio, e in me pianta, innalza, opera tutto ciò
che gli piacerà. La luce della tua fede diradi le tenebre del
mio spirito; la tua profonda umiltà si sostituisca al mio
orgoglio; la tua sublime contemplazione ponga un freno alle
distrazioni della mia immaginazione vagabonda; la tua vista
ininterrotta di Dio riempia la mia mente della sua presenza; l'incendio
della carità del tuo Cuore dilati ed infiammi il mio, così
tiepido e freddo; le tue virtù prendano il posto dei miei
peccati; i tuoi meriti siano mio ornamento e mio supplemento
presso Dio. Infine, o mia carissima e diletta Madre, fa', se è
possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per
conoscere Gesù Cristo e i suoi divini voleri; che io non abbia
altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che
io non abbia altro cure che il tuo per amare Dio con puro ed
ardente amore come Te.
69. Io non ti chiedo né visioni, né rivelazioni, né gusti, né
piaceri anche spirituali. A te si addice di vedere chiaramente
senza tenebre; a Te di gustare pienamente senza amarezze; a Te di
trionfare gloriosamente alla destra di tuo Figlio in Cielo, senza
umiliazioni di sorta; a Te di comandare in modo assoluto agli
angeli, agli uomini e ai demoni senza resistenza alcuna, e infine
di disporre, a tuo piacere, di tutti i beni di Dio, senza
eccezione alcuna. Ecco, o divina Madre, l'eccellente porzione che
il Signore ti ha fatto e che mai ti sarà tolta, ciò che mi
causa grandissima gioia.
Per mia porzione quaggiù, altro non voglio se non quella che Tu
avesti nel mondo, e cioè: credere puramente, senza nulla gustare
e vedere; soffrire con gioia, senza consolazione di creature;
morire, continuamente e senza tregua, a me stesso; lavorare molto
per Te, fino alla morte, senza alcun interesse, come il più vile
dei tuoi schiavi. La sola grazia che per pura misericordia ti
chiedo, e che, tutti i giorni e i momenti del mio vivere, io dica
tre volte: "Amen: Così sia", a tutto quello che tu
facesti sulla terra durante la tua vita mortale; "Così sia",
a tutto quello che adesso fai in Cielo; "Così sia", a
tutto quello che fai nella mia anima, perché ci sia Tu sola a
glorificare pienamente Gesù in me nel tempo e nell'eternità.
Amen.
LA COLTURA
E L'ACCRESCIMENTO DELL'ALBERO DELLA VITA
(Cioè il modo di far
vivere e regnare Maria nelle nostre anime)
La Santa Schiavitù
d'amore è il vero "Albero della Vita"
70. Anima predestinata, con la luce dello Spirito Santo
hai capito quanto sono venuto a dirti? Ringrazia Dio: è un
segreto quasi a tutti sconosciuto. Se hai trovato il tesoro
nascosto nel campo di Maria, la perla preziosa del Vangelo, devi
vendere tutto per farne acquisto; devi fare un sacrificio di te
stessa nelle mani di Maria e perderti felicemente in Lei per
trovarvi Dio solo. Se lo Spirito Santo ha piantato nella tua
anima il vero Albero della Vita, che è la devozione che ti ho
esposto, devi porre ogni cura nel coltivarlo, perché ti dia il
suo frutto a tempo opportuno.
Questa devozione assomiglia al grano di senape, di cui parla nel
Vangelo, il quale, mentre è, a quanto pare, il più piccolo di
tutti i grani, diviene però molto grande ed erge così alto il
fusto che gli uccello del cielo, cioè i predestinati, nidificano
sui suoi rami, e vi nascondono al sicuro dalle bestie feroci.
Il modo di
coltivarlo
Eccoti, o anima
predestinata, il modo di coltivarlo:
Nessun appoggio umano
71. 1) Quest'Albero, essendo piantato in un
cuore assai fedele, ama restare all'aria libera, senza alcun
appoggio umano: quest'Albero, essendo divino, rifugge sempre da
qualsiasi creatura che potrebbe impedirgli di innalzarsi verso il
suo principio, Dio. Pertanto, non bisogna appoggiarsi sulla sua
propria industria, o sui propri doni di natura, o sul credito e l'autorità
degli uomini: bisogna invece ricorrere a Maria e contare sul suo
aiuto.
Continuo sguardo dell'anima
72. 2) Bisogna che l'anima, dove quest'Albero è
piantato, sia occupata senza tregua, a guardarlo e riguardarlo,
come un buon giardiniere. Poiché quest'albero, essendo vivente e
dovendo dare frutto di vita, vuole essere coltivato e reso
rigoglioso da un continuo sguardo e contemplazione dell'anima; è
proprio infatti di un'anima, che aspiri a diventare perfetta, di
pensarvi di continuo, di farne la principale occupazione.
Violenza a se stesso
73. 3) Bisogna sradicare e troncare i cardi e le spine, che
potrebbero soffocare questo Albero o impedirgli di produrre il
suo frutto: bisogna, cioè, essere fedele a tagliare e troncare,
con la mortificazione e la violenza a se stesso, tutti i piaceri
inutili e le occupazioni vane con le creature; in altre parole,
crocifiggere la carne, osservare il silenzio, mortificare i sensi.
Niente amor proprio
74. 4) Bisogna che i bruchi non lo danneggiano.
Questi bruchi sono l'amore di se stesso e delle proprie comodità;
essi mangiano le foglie verdi e distruggono le belle speranze che
l'Albero dava di produrre frutti: poiché l'amor proprio e l'amor
di Maria non si accordano affatto.
Orrore del peccato
75. 5) Bisogna tenere lontano le bestie, che
sono i peccati, i quali potrebbero seccare l'Albero della Vita
con il solo loro contatto; bisogna che nemmeno lo sfiori il loro
alito, cioè i peccati veniali, che sono sempre pericolosissimi,
qualora non se ne abbia dispiacere.
Facoltà agli esercizi
76. 6) Bisogna innaffiare continuamente quest'Albero
divino con Messe, Comunioni ed altre preghiere pubbliche o
private, altrimenti esso non darebbe più frutti.
Pace nelle prove
77. 7) Non bisogna crucciarsi se quest'Albero è
agitato e scosso dal vento; perché occorre che il vento delle
tentazioni lo investa per farlo cadere, e le nevi ed i ghiacci lo
circondino per farlo morire; il che significa; il che significa
che questa devozione a Maria Vergine sarà necessariamente
combattuta e contraddetta; ma purché si sia costanti nel
coltivarlo, nulla si deve temere.
Il frutto dell'Albero della vita è l'amabile ed adorabile Gesù
78. Anima predestinata, se coltiverai in tal
modo il tuo Albero della Vita, di recente piantato nella tua
anima dallo Spirito Santo, io ti assicuro che in poco tempo esso
crescerà così in alto, che gli uccelli del cielo vi abiteranno,
e diverrà così perfetto, che infine a tempo opportuno darà il
suo frutto di onore e di grazia, cioè l'amabile ed adorabile Gesù,
che fu e sarà sempre l'unico frutto di Maria.
Felice l'anima in cui è piantata Maria, l'Albero della Vita; più
felice quella in cui Maria ha potuto crescere e fiorire;
felicissima quella in cui Maria produce il suo frutto: ma fra
tutte felicissima quella che gusta e conserva questo frutto fino
alla morte e nei secoli dei secoli. Amen.
Qui tenet,
teneat.
DIO SOLO
INTRODUZIONE - Il segreto e le sue condizioni |
PRIMA
PARTE - La vera devozione a Maria o la Santa Schiavitù d'Amore |
SECONDA PARTE - L'Ufficio di Maria nella nostra santificazione |