VITTORIO FOA, CICERONE, GRAMSCI E LA CITTA' DI FORMIA
REQUIEM
PER IL PADRE
E, si mosse al fine l'alba a incoronare il prode condottiero.
Lo conobbi ai tempi di tangentopoli, lo interrogavo sul perché
la magistratura non si fosse mossa prima e mi insegnò che il nemico in politica
si colpisce quando è debole, altrimenti è la prepotenza a sopprimere la
giustizia.
Uomo politico certo e di spessore indubbio, testimone di un
secolo devastato da ingiustizie e da guerre, ne portò i segni con umile
rispetto anche di chi non lo meritava.
Ma, io voglio parlarvi della sua humanitas, del senso d'amore
che portava ai giovani, dei sogni che l'hanno tenuto sveglio fino all'ultima
ora.
Niente con Lui sembrava impossibile, mai ha parlato con
rancore o rabbia del fascismo, seppur meglio di chiunque altro, sottolineava il
valore prezioso della libertà e il pericolo della tirannia.
In questi tempi difficili egli fino all'ultimo respiro ha
indicato la strada, quella giusta della speranza, della Giustizia.
In
nome di questo uomo grande, seppur nel pianto, anziché batterci il petto ,
chiediamo a chi di dovere di fare giustizia, contro chi prostra un popolo con la
povertà , contro i malavitosi che si infiltrano in spazi insospettabili, contro
chi offende le speranze dei giovani.
Chissà quanto dolore avranno arrecato al suo cuore di
fanciullo le morti degli operai che non tornano a casa, chiediamo ai sindacati
di abbeverarsi a questa fonte integerrima, mai vacillante nei suoi ideali.
In uno dei tanti convegni che organizzai al Magistrale di
Formia (ai quali interveniva con gioia e anziché ringraziarlo io, era Lui che
mi diceva grazie per avergli dato la gioia di parlare ai giovani) glielo dissi
che mi ricordava il grande Cicerone , pater patriae, anch'egli lottatore per il
bene della rei publicae, con un senso dello Stato che si sostanziava nel
rispetto dei più deboli, degli operai.
Un giorno gli contestai che la classe operaia non esisteva più
ed egli mi disse se questo accadrà tutti saremo più deboli, e così è stato,
man mano che il sindacato è stato messo a tappeto, i diritti di chi lavora per
vivere sono sempre più calpestati, l'indifferenza e la retorica hanno preso il
posto dei valori fondamentali del lavoratore e con essi la tragedia delle
famiglie che restano senza un loro membro a causa delle morti bianche o della
perdita del posto di lavoro, o dei salari che vengono fagocitato dalle tasse.
I suoi insegnamenti sono serviti e servono se non si vuole
regredire verso il buio della miseria o verso una vita che ha perso il senso
prezioso della giustizia.
L'unico forse che aveva capito Marx nella sua purezza e
straordinarietà è stato lui, non i filosofi, non gli statisti , non i
politici.
Cicerone e Foa scelsero Formia a conforto delle loro ore di
gioia e amarono Formia come se fosse centro di irradiazione, di cultura e
politica, di morale e di storia.
Da qui il politico interveniva, raddrizzando precisando e ogni
virgola aveva un senso, Egli ci ha indicato la strada con semplicità, quasi che
non ce ne fossero altre, se non quelle del bene comune.