VITTORIO FOA
IL CAVALLO E LA TORRE: UNA SCACCHIERA DI RICORDI
ARTICOLO PUBBLICATO DA "IL TEMPO" 1982
Ci è difficile pensare a Vittorio Foa che rievoca il passato, come avviene nella sua pubblicazione “Il cavallo e la torre, (Einaudi, pag.350, 1992).
I suoi ottant’anni sono stati sempre una proiezione verso il futuro: ultima sorpresa la riservò a Formia solo qualche mese fa’ quando si accompagnò a Leoluca Orlando per discutere di mafia e camorra e di progetti (appunto) per il futuro.
Un’ideologia che non ha conosciuto schemi, ma si è sempre rigenerata sui principi etici e la cui militanza politica è stata solo il mezzo di collegamento con la realtà.
Curioso dell’uomo, soffre di certo in questa fase storica chiusa nell’imbuto infernale della corruzione e della partitocrazia.
Alla recherche du temps, come Proust ha ancora molto da dire e alla sua recente opera è testimonianza di libertà, non nel senso astratto del termine, ma come volontà di attuazione del bene (tutta la sua vita è stata vissuta all’impronta della libertà).
Mossa frontale ancora una volta per rimuovere e ricostruire ciò che l’errore e la mancata lungimiranza dell’uomo ha deturpato o distrutto. Ma, il libro è anche testimonianza di pazienza, di tenacia per ammorbidire gli ostacoli e convincere l’animo a lottare con più forza.
Queste le strategie indicate nell’opera dove i ricordi personali si mescolano alla storia: mezzo secolo raccontato e ricostruito in una freschezza di immagini mai disgiunte dall’umanità profonda e palpitante.
INTERVISTA A VITTORIO FOA
PUBBLICATO DA "IL TEMPO", 1993
Parlare con Foa, nonostante la semplicità e la disponibilità dell’uomo, è sempre una grande emozione.
Più gli anni passano e più aumenta la sua vitalità e il suo impegno sociale. Sorprendente per la sua fiducia nella vita e nella storia, ci traccia in questa intervista un quadro chiaro della situazione attuale sia riguardo ai recenti episodi di razzismo, sia per tutto ciò che attiene alla vita politica ed economica del nostro paese.
Vittorio Foa condannato dal tribunale speciale del fascismo a quindici anni di reclusione per cospirazione contro il partito fascista, rimase in carcere ininterrottamente per nove anni. Fu amico di Leone Ginzburg, che lo introdusse nella cospirazione del gruppo torinese di “Giustizia e Libertà”.
E’ stato uno dei padri della nostra Costituzione e ha ricoperto importanti incarichi sindacali e politici. Ricordiamo anche la sua recente pubblicazione “Il cavallo e la torre” che ha ricevuto ampi consensi di critica e che è una delle massime testimonianze sulla Resistenza, sul Fronte Popolare, sul Sessantotto e sulla storia della sinistra italiana.
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Le sue origini ebree le fanno sentire
certamente sulla pelle i recenti atti di razzismo e di intolleranza semitica.
Come pensa si debba arginare questo fenomeno?
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Usciremo dalla crisi economica che
attanaglia il Paese e quali speranze ci sono per i lavoratori?
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Come interpreta il caso Ligato?
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Come mai la Magistratura si sta
muovendo solo adesso? Anche a Formia e nella provincia di Latina sta creando non
pochi problemi ai politici.
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Quindi questo momento che il Paese
sta attraversando non è di crisi negativa?