Coro:

 

E la pelle della luna aprì arcuati i gobbi del cammello

Gli uomini urlarono perché la morte come saetta fletteva i lunghi artigli

Né c’era scampo per il ricco epulone e per i tortuosi ossiuri della parola.

La montagna si spaccò e si lasciò attraversare dalla spada del dolore

I pesci nel mare annerito dalla   centrale

boccheggiarono per l’ultima volta, tra anse al mercurio

E le pinne in preghiera si lasciarono

andare vacue sfilate alla tempesta.

La montagna di Gaeta con boato terribile

 spaccò   il mare furioso,boccheggiò

sul cuore degli inetti.

 

 

Maria:

Cala il velo dei tuoi occhi ,o figlio prediletto,

né io posso alleviare il tuo dolore,

le spine trafiggono il tuo sguardo

 ed io derelitta imploro di salvarti

Assistere  al dolore di  chi si ama

è pena che scarpella  ogni infinito

e le tue mani lontane  alla mia fronte

che implora la tua benedizione

 

Non vedi, Figlio di madre addolorata

 che essi con spade appuntite trafiggono il costato

E il sale arde il sole e i miei pensieri

Figlio, di mamma disperata

volgi a me i tuoi occhi tanto belli.

Nel mio ventre ti portai

Amen, risposi all’angelo annunziante

E felice protessi il mio ventre benedetto dal Signore

 

 

La Folla:

Crucifixo , iusta crucem,

Figlio di Dio, dov’è tuo padre?

Beh perché non salva gli occhi tuoi belli

Menzognero ti scoprimmo e una croce

regalammo al re dei giudiei

Ecco che preparammo una corano, un diadema

di dolore, un foglio di sanscritto,

figlio di madre sola, figlio senza ritegno.

 

 

Maria:

Non senti le urla dei dannati

Salvati da loro e salva la tua madre sconsolata

Le belve vogliono il tuo sangue

Giuda,  l’apostolo col bacio traditore

E Pietro due volte rinnegò il tuo amore.

Il gallo all’alba e a metà del giorno

il cielo si fa  nero e l’inferno ricopre il mondo peccatore

Morti gli uccelli, tremano gli olivi

e le donne piegano il ginocchio

Pietà di noi! Ma il cielo è buio

E la morte affila il suo coltello

piangono gli uomini perversi

 la rovina dei loro tetti

Trema la terra, si spacca in ogni dove

il peccatore urla il suo dolore.

 

Gesù.

Lascia, madre mia, che io salga in Paradiso

Il fiele l’ho bevuto e il mio corpo già

 la pietra del sepolcro è pronto a sollevare

Io vado avanti per aprirti la porta del Paradiso

Madre non disperare.

 

 

Maria:

 Figliuzzo di mamma tua, cuore d’amore

e gioia, come ti posso mai

vedere con i chiodi nelle mani..

Mani di fuoco e stelle

Mani che benedicono, mani che risorsero Lazzaro

Mani che io strinsi al petto, quando tu eri bambino.

 

 

 

Gesù:

Attendi e hai fede , io non morirò

La pietra del sepolcro è solo simulacro

Io come il fuoco sono destinato al cielo

e tu madre mia mi seguirai in gloria

 

Maria.

Mi lasci sola  tra le aborrite sentinelle del potere

Devastano con arroganza la vita degli innocenti

Seminano fame e discordia tronfi delle ricchezze

Mi lasci con  vili traditori, che irridono il mio Figlio benedetto

In mezzo alla tempesta di contraffatti orrori

Tra canne di galassie che sanguinano il tuo sangue.

 

 

Gesù:

Virgo virgine praeclara

Hai fede  nel Dio del cielo

Egli che atterra e suscita

la palma dell’olivo, al Getsemani

portati insieme alle altre donne

E dunque tu perdona come già ho fatto io,

se la palma  della vittoria vuoi un giorno ottenere

 

 

 

Maria:

Crudeli, et me tibi sociare, portami insieme a te

Fa che anche le mie mani siano attraversate dai chiodi

 Fac, ut animae donetur Paradisi Gloria

 

 

Gesù

Stabat mater dolorosa  juxta crucem lacrimosa

Madre mia, Madre di figlio doloroso, venni a salvare gli uomini

ed essi mi appesero alla croce, che tu sia benedetta , Madre

prediletta , in trionfo tutte le genti ti chiameranno beata.

 

 

Maria:

No, il Figlio mio prediletto, il Figlio unico figlio di madre afflitta

Scendi dalla croce e salvaci, ti prego.

 

 

 

Coro:

La folla lo sputò, lo irrise

 e l’aceto bagnò il cuore

arse per il dolore. L’uomo traditore

irrideva il Salvatore e il sangue gocciolava.

Sul fango delle urla

crebbero le bestemmie ,

per te la croce, urlavano, a noi il piacere

E un nuovo sputo toccò i piedi trapassati.

 

Intanto un urlo di dolore

attraversò cielo e terre

e volse gli occhi al cielo

e il Padre suo lo accogliesse

 

Maria:

Fac me plagis vulnerari,

 fac me cruce inebriari

Et cruore Filii

Che io possa presto, insieme a te,

inebriarme della luce del Paradiso.

 

 

Coro:

Rosa candida, Rosa prediletta

Virgo  virginum

Madre di pazienza,  Figlia del tuo Figlio

presto tu godrai la luce del Paradiso

e tutti i popoli ti chiameranno beata

Proteggi le mamme addolorate

 

E i figli crocifissi

Sui pali del dolore

Mater lacrimosa volgi il tuo sguardo agli umili

Disperdi i superbi, brucia la loro perfidia

Rimanda i ricchi a mani vuote

 

 

 

HOME