Tralasciando – forse per il loro taglio cronistico – i numerosi articoli pubblicati su “Il Tempo”, dove pur apprezzammo il coraggio e la coerenza della militanza civile a specchio di una rigorosa deontologia professionale, Carmen Moscariello ha qui raccolto gli scritti che documentano i suoi interventi nel settore della letteratura e dell’arte.

Si tratta di pezzi a mezza strada fra l’articolo recessivo e il saggio di più larga economia: prove, questi e quelli, di un’intelligenza intuitiva esercitata fuori degli schemi scolastici e delle formule canoniche, e perciò mobile e fresca nel gioco delle interpretazioni.

Carmen, sia che profili Bertolucci o Turoldo, Maraini o il sottoscritto, fa vibrare la corda di una sensibilità nervosamente reattiva al nucleo vitale della poesia.

Poetessa lei stessa, coglie l’istinto, e delimita con strumenti elementari e quasi rabdomantici, la zona in cui l’evento creativo brucia le ultime scorie della convenzione letteraria o del mestiere. L’adesione sintonica (un impulso, certo, ma pure un metodo che richiama Renato Serra ed altre spine nel fianco della critica togata e robotizzata) spiega, anche, negli scritti qui antologizzati, l’assunzione di un linguaggio duttile e sciolto, dove il concetto si veste di immagini ed apre un colorato ventaglio metaforico.

Occupandosi anche di scrittori ed artisti del SUD Pontino, Carmen dà un’ulteriore prova della sua apertura alla vita culturale della zona geografica in cui vive e lavora.

Ricca di fermenti, di potenzialità, di preziose riserve intellettuali è questa zona: ma sembra davvero che la sovrasti, come una maledizione biblica, l’antica sentenza per cui nessuno è profeta nella propria patria. Fuor di metafora, scrittori e artisti ragguardevoli restano, qui da noi, nell’anonimato negletti non solo dalla così detta cultura ufficiale, che impone costi altissimi dai quartieri di tangentopoli, ma anche da chi, salito appena di un gradino sulla scala dei presunti valori gerarchici, disdegna i vecchi compagni di viaggio…

Carmen ha rotto questa vile consuetudine provinciale. L’amore per l’arte, così istintivo in lei, ha trionfato sul gretto calcolo delle opportunità e sulla logica dell’invidia. Ecco un altro titolo di benemerenza per questo libro al quale auguro simpatie e fortuna.

 

 

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