Sabato 14 aprile 2007 - ore 17:30 nella Biblioteca Comunale "Salvatore Mignano" di Gaeta, Via Annunziata 7/21 sarà presentato il libro di Erasmo Magliozzi "Gaeta Canto del Mare" poesie, opera dedicata al compianto Don Paolo Capobianco e recensita dalla Poetessa Carmen Moscariello



RECENSIONE DELLA POETESSA CARMEN MOSCARIELLO:

La Poesia di Erasmo Magliozzi nasce da esigenze profonde. E' "un viaggio in Armenia"1 alla ricerca di ciò che la vita deve essere: un percorso coraggioso dove il buio è stanato, svelato senza riserve, mai circoscritto e blandito, ma indicato con solida premura, affinché il mondo viva e non tracimi nell'irrisolutezza e nella vaga nostalgia.
Egli sa, senza presunzione, la strada del bene, la percorre con fatica e determinazione, ma ciò che illumina i suoi versi e li rende importanti è la capacità di indicare al mondo quella strada: l'incanto di un universo affascinante che l'uomo deve scoprire e possedere.
Perciò i suoi versi, se da un lato ricordano le "humiles myricae"(gli cantano dentro come inni infiniti i sassi ,le vie, le chiese di Gaeta ), dall'altro c'è l'ardore del vivere, il desiderio di raccontarsi e da qui l'immenso coinvolgere della storia dell'umanità con le sue miserie, i suoi limiti, il suo dolore .
A volte la sua poesia, nella sua levità è un bisogno "di cullare" in un abbraccio sicuro, non solo chi più gli appartiene (la devota moglie, inestimabile compagna alla quale confida le sue pene e solo a Lei si appoggia ), ma anche, tutti quelli con cui nella sua vita è venuto in contatto: il giovane carcerato, gli amici,(teneri i versi dedicati allo scrittore- sacerdote Don Paolo Capobianco col quale condivide l'amore per Gaeta), i luoghi, le salite e le discese di cui la vita è ricca, ad essi va un pensiero delicato, un cortese osservare , un puntiglioso ricordo.
Egli ha provato tutto : il bene e il male, e questi sapori li porta dentro come un fanciullo che ancora aspetta la dolcezza della favola, il discovrire sempre la bellezza del mare e gli occhi dei fiori.
Questa poesia garrula, che ci farebbe pensare al grande Pascoli, ha però in sé una volontà romantica, eroica dell'esistere: essa ha occhi per vedere e cuore per sentire, si nutre di valori eterni, che noi ogni giorno distruggiamo, accantoniamo, dilaniamo. Il poeta rimane sempre convinto che senza di essi ci aspetta la deriva. Perciò l 'etica prende vigore nei suoi scritti, ha un preciso progetto, con radici pari a quelle della quercia: salvare l'uomo dalla disperazione eterna.
Un'altra finestra è aperta sulla memoria del tempo che trascorre, implacabile, ineluttabile, ma anche questa volta, per il futuro eterno, ha la sua speciale interlocutrice: "Bianca, la sempre amata".
Nella struttura di un verso delicato, frammentato in quinari , a volte condensato in breve trisillabo, si sente una musicalità gentile, quasi voglia dire: ascoltami!.
Non è il singhiozzo ungarettiano , al quale la brevità e la quasi assenza di punteggiatura farebbe pensare, qui il verso è nato per farsi gioiosamente ascoltare, amorevolmente ricordare.
Pur tuttavia alcune poesie hanno un pericoloso senso di vuoto, un cammino crepuscolare: i versi muovono da profonde distanze, da un commiato doloroso, dal dolce defluire dell'incanto, del ricordo.
Seguendo ancora il cammino armeniano a cui accennavamo agli inizi, c'è il porsi del Poeta in un dialogo continuo tra le cose e gli uomini, questo filo conduttore è determinante nell'opera, poiché gli occhi assaporano i colloqui con l'azzurro del mare, con la maestà delle chiese di Gaeta, con le umili telline: in questo universo, la sensibilità amorevole del poeta dà valori importati ad ogni cosa, gli occhi si aprono per cogliere fili di speranza nella natura che sempre lo accompagna, riportandolo a una dimensione surreale. Perciò, il poeta, pur partendo dall'umile quotidiano, apre, poi improvvisi arcobaleni, flauti di colori, tracciati metafisici nei quali le cose e gli uomini perdono la loro individualità , si amalgamano in cordiali atomi d'amore , in raggiere che puntano ad un unico centro. La bellezza tenera dell'universo trova nei versi di Erasmo Magliozzi la possibilità di parlare ancora all'uomo del nostro tempo, distratto e disincantato, troppo lontano da ciò che ha a che fare con la profondità dell'animo. Se la storia ha un senso si deve solo alla Poesia e certamente un buon
aiuto lo danno questi versi colorati che fanno pensare a certe vetrate di Chagall dove il divino e il candore trovano la massima esaltazione.

1. Viaggio in Armenia, racconto del grande poeta russo Osip Mandel'stam

 

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