Il vento della storia

si abbatte sulle mura dei castelli

di questa terra dove sei vissuta,

ma non rimuove la memoria

della bellezza per cui fosti “prima”

fra le donne d’Italia. Vedo in sogno

la tua persona in mezzo agli aranceti

di Fondi e nel palazzo baronale

di Traetto chinarsi alla vertigine

azzurra di quel mare. Giulia

Gonzaga, a volte dallo snodo

dei secoli mi giungono le fasi

della tua vita: la tua infanzia triste,

il matrimonio imposto

con l’uomo che poteva esserti padre,

il lampo dell’amore per Ippolito

de’ Medici, la tragica caduta

del tuo castello a Fondi nelle mani

dei saraceni, la tua fuga

discinta nella notte a fortunosi

approdi di salvezza. Giulia

Gonzaga la tua morte

segnò solchi di stelle sulle vie

del cielo. Ora sei qui, mi parli, mi sorridi

e riconfermi il nodo millenario

tra la bellezza della donna e il mito

del poeta che può renderla eterna.

 

"A Carmen Moscariello, poetessa fra le più squisite di questo tempo". Renato Filippelli 04/03/2010

 

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