La raccolta di poesie "Figlia della luna" è un libro autentico e compatto e, man mano che lo leggi, ti desta dentro il senso del destino, come una tragedia greca. I versi, per lo più, s'incontrano isolati o in distici o in terzine o in quartine. Tale disposizione non è casuale, ma risponde a un mondo interiore. L'autrice ora si pone di fronte a se stessa, ora si pone davanti all'amore, alle figlie e agli altri. Ciò che sente e cui aspira è continuamente minacciato o scompaginato dal dolore. Ne deriva un rincorrersi di incertezze e paure, di ferite e lacerazioni. "La sera senza nubi forse non mi appartiene"; oppure ancora "Quante volte l'invidia ha infranto i muri della casa"; oppure ancora "Il cuore raccoglie il pianto dell'ultimo sole". Ma la figlia della luna non sta lì a guardarsi vivere. Ogni volta riprende il cammino piena di fiducia e ardore, perchè ci sono "le bianche tenere rose", perchè avverte il ritorno delle sue "vaghe allegrie", perchè "il vento gioisce nei rosi capelli". Non solo, ma costruisce "albe nuove" sulle macerie, trasforma in sogni le delusioni e sulle orme dei pensieri amari fa spuntare immagini di innocenza.

Raramente, come in questo libro, la verità di vita diventa verità poetica; raramente, come in questo libro, si trovano versi dell'efficacia del "grido" di Munch.

Alessandro Petruccelli

 

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