Per
tante vie
UN
MODELLO E UN ARCHETIPO
L'ATTESA
DI UN FIGLIO
IL
PARTO
L'EDUCAZIONE
RELIGIOSA DEL BAMBINO
I
PRIMI SEGNI DI AUTONOMIA
IL
DOLORE E LA MORTE
In ogni famiglia del nostro
Paese è quasi sempre presente un'immagine della Madonna. Perché? Che
significa? Rispondere a questi interrogativi è meno semplice di quanto
appaia a prima vista. Infatti, i motivi non sono da cercare tanto in
fatti di ordine estetico o nella ricerca di un'effige religiosa
beneaugurante per la casa. E neppure come segno di devozione a Maria.
è chiaro che questi
aspetti possono certamente esserci. Ma non sono quelli veri, quelli
essenziali. Che vanno invece ricercati in uno strato più interno della
persona, dove sono depositate le ragioni profonde dei comportamenti
umani. è qui che il
vissuto personale lascia tracce rilevanti che poi orientano la vita e le
scelte. La presenza dell'immagine di Maria nella case di tanta gente
trova una spiegazione proprio a questo livello, anche a prescindere
dalla vita di fede di coloro che ce l'hanno collocata (e infatti
talvolta siamo sorpresi di trovarla dove non ci aspetteremmo).
PER TANTE VIE
Per orientare la nostra riflessione bisogna dunque partire dal posto che
Maria occupa nella cultura in cui siamo immersi, in cui affondano le
nostre radici. è un posto
di rilievo, di forte risonanza emotiva ed affettiva. Vera donna, ma
anche donna cui tocca un destino straordinario; vera madre, ma anche
madre di Gesù, cioè madre di Dio; persona a contatto diretto con la
divinità, ma piena di comportamenti e sentimenti umani, fatti di gioia e
di dolori, di fragilità e di forza.
A ben vedere Maria ci appare come la creatura che più di ogni altra vive
il destino misterioso dell'uomo: essere terrestre, ma proiettata verso
il divino, verso l'eterno. Questa figura così particolare ha uno spazio
importante nella nostra esistenza, fin da quando siamo bambini. Tra i
ricordi più lontani ognuno conserva un presepio, con la statuina di
quella mamma che ha appena dato alla luce il Bambinello. E quante volte
abbiamo poi trovato la stessa madre sotto la croce, quando il Figlio sta
per morire di una morte atroce e ingiusta; o ancora quando
raccoglie il suo corpo esamine in un ultimo gesto di pietà.
Per tante vie (la lettura del Vangelo, la rivisitazione letteraria, il
racconto popolare, la pittura, la scultura, la rappresentazione...)
siamo entrati in contatto con la figura di Maria, ogni volta assorbendo
le emozioni, le suggestioni, i sentimenti che provengono dalle parole
della Bibbia o dalle rielaborazioni che artisti di tutti tempi
hanno espresso nelle loro opere. Da questo vissuto nasce l'immagine
della Madonna che ognuno porta dentro di sé.
UN MODELLO E UN
ARCHETIPO
Maria arriva così a costituire un modello, un archetipo o comunque un
punto di riferimento e di orientamento nella vita. Ciò è particolarmente
vero per la famiglia. Se facciamo attenzione, Maria tocca i momenti
forti della vita familiare: la nascita di un figlio; la sua educazione,
fino al distacco; il dolore; la morte. Per ognuno di questi momenti
troviamo Maria che agisce con modi che ce la rendono vicina, che fanno
nascere un'istintiva simpatia nei suoi confronti.
Dai racconti dei Vangeli sentiamo subito che è una donna reale, che ha
carne ed ossa, come noi. Ma al tempo stesso avvertiamo che una grazia
speciale la illumina. Una grazia che non spegne la sua umanità, ma la
eleva, la indirizza, la conduce verso scelte giuste e consapevoli.
Vediamo allora di considerare da vicino questi momenti. Sarà un modo per
capire meglio il posto di Maria nella vita della famiglia.
L'ATTESA DI UN
FIGLIO
Sebbene nel racconto dell'Annunciazione siano densi gli elementi
teologici e soprannaturali, alla fine si staglia nitida e forte
l'immagine di questa ragazza. Maria è giustamente impaurita per ciò che
le sta capitando, ma non viene inghiottita dall'evento, conserva la sua
autonomia, la sua capacità di discernimento ("Com'è possibile? Non
conosco uomo").
Poi, quando la rivelazione dell'Angelo diventa più precisa, anche se
avvolta nel mistero, c'è la piena e serena accettazione del disegno di
Dio. Un'accettazione che diventa gioia profonda nel quadro successivo,
quello del Magnificat.
Sappiamo che in queste scene del Vangelo di Luca è presente il mistero
di Dio che si fa uomo. Ma attraverso Maria ci rendiamo conto di trovarci
di fronte a un evento reale. Essa è consapevole - come ogni donna nel
medesimo stato - che nel suo corpo sono in atto i meccanismi
meravigliosi e nascosti del formarsi di un nuovo essere.
è vero che in Lei
l'evento è ben più grande e straordinario. Ma è altrettanto vero che
tutto accadrà nella stessa maniera in cui accade per tutte le madri del
mondo. Per questo ogni mamma - o meglio, ogni coppia di sposi - sente
che qualcosa l'accomuna a Maria: un sentimento di meraviglia e di
stupore, come di chi resta attonito a guardare una realtà sorprendente
che sta prendendo corpo in lei.
In effetti, se l'Annunciazione ed il Magnificat esprimono con le parole
dell'evangelista Luca il mistero dell'Incarnazione, in qualche modo
parlano anche del prendere forma in ogni uomo, perché ogni uomo porta in
sé il mistero della vita. è
per questo, forse, che molte mamme mentre sono in attesa di un
bambino, desiderano che il nome di Maria compaia tra i nomi di battesimo
del bambino che portano in grembo, se sarà femmina (non è un caso che
Maria continui ad essere uno dei nomi più diffusi, insieme a tante altre
Anna Maria, Maria Grazia, Maria Giulia, Flavia Maria, ...) e, talvolta,
anche se sarà un maschio (Gian Maria, Filippo Maria, ...).
IL PARTO
Questa sintonia con la Madonna torna a manifestarsi anche al momento
della nascita. Certo Gesù è il Salvatore, il Dio che si è fatto uomo. Ma
nella mangiatoia di Betlemme è un bambino a trovare posto. E le emozioni
di un genitore nel vedere quella nuova creatura, quell'essere così
minuto ma così perfetto che è nato da lui, sono in fondo le stesse di
Maria: stupore, gioia, felicità. Qui sta anche l'importanza che la festa
del Natale ha per il bambino. Il clima di gioia con cui Cristo bambino
viene accolto nel mondo, la felicità dei suoi genitori (ma anche dei
pastori e poi dei re magi) viene avvertita da lui come segno che anche
la sua nascita è stato un avvenimento felice per la sua famiglia e per
la comunità.
L'EDUCAZIONE
RELIGIOSA DEL BAMBINO
Con il ritorno della Sacra Famiglia a Nazareth, inizia il lungo ed
oscuro cammino di Gesù verso il tempo il tempo stabilito da Dio per la
sua missione. Molto importante deve essere stato il ruolo di Maria,
specie nell'infanzia del Salvatore.
è Lei che, come ogni
mamma, l'ha guidato alla conoscenza del mondo, che gli ha fatto
percepire la dimensione trascendente della realtà.
Di questo rapporto intenso ci parlano le immagini della Madonna col
Bambino raffigurate nel corso dei secoli, da tanti artisti. Gli sguardi
di madre e figlio che spesso si incontrano in tali raffigurazioni, sono
il tentativo di cogliere i forti legami, l'intesa di fondo esistente
trai due. La dolcezza del volto di Maria e la tranquilla serenità del
bambino sono nel segno di un rapporto ben realizzato.
Forse proprio l'idea che ogni mamma (così come ogni padre) sia chiamata
ad accompagnare il figlio verso una conoscenza completa della realtà,
introducendolo al disegno di amore di Dio per l'uomo, ha prodotto
l'abitudine di porre accanto al letto del bambino questa immagine
(spesso ricavata dal magnifico "tondo" di Raffaello). Per la donna è il
modo in cui si manifesta il desiderio di essere per il figlio una guida
sull'esempio di Maria. Per il bambino è l'immagine rassicurante di una
mamma che ama il suo piccolo e che non lo abbandonerà mai.
Ci sono delle volte in cui il bambino si sveglia tranquillamente da solo
nel suo lettino e ha il piacere di guardarsi intorno, di osservare le
cose che lo circondano, ritrovando così quel mondo che aveva lasciato la
sera prima. Se tra queste cose c'è l'immagine della Madonna col Bambino,
avrà la possibilità di individuare in essa un elemento familiare che gli
trasmetterà pace e sicurezza. Poi, qualche tempo dopo, arriva il momento
della prima Ave Maria che la mamma reciterà di fronte al suo
piccolo (in attesa che sia in grado di farlo personalmente) e che
prenderà spunto da quell'immagine.
è il modo per avviare il
bambino alla preghiera in un contesto di affetti e di sentimenti
positivi.
I PRIMI SEGNI
DI AUTONOMIA
In questo contrappunto tra la vita di Maria e la famiglia di tutti i
tempi, incontriamo il momento dei primi segni di autonomia dei figli.
L'episodio di Gesù tra i dottori ce lo presenta in maniera esplicita. In
quel ragazzino di dodici anni che si intrattiene con i dottori nel
tempio di Gerusalemme mentre i suoi genitori lo cercano preoccupati, c'è
anche il preadolescente che manifesta l'inizio dell'emancipazione dalla
famiglia, per acquistare una propria sfera autonoma di pensiero e di
vita. Fino a pochi giorni prima era ancora un bambino, poi
all'improvviso un gesto o un comportamento inatteso segnalano processi
di maturazione verso un'età diversa, con tutte le incognite che ciò
presenta.
Da qui l'ansia dei genitori, la stessa espressa da Maria: "Figlio,
perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti
cercavamo". Le risposte spesso non ci sono oppure appaiono confuse. E
anche quando sono chiare come quelle di Gesù, risultano di difficile
interpretazione: "Ed essi non compresero le sue parole".
Anche stavolta la situazione di Maria è simile a quella di tanti
genitori. E il suo comportamento, insieme a quello di Giuseppe, può
costituire un modello cui riferirsi.
è il comportamento di chi
accetta e accompagna in maniera vigilante i processi di autonomia del
figlio (anche se non riesce a comprenderne lo sbocco). E lo fa
affidandosi a un disegno più alto che non gli è dato conoscere, avendo
fiducia nel futuro che attende il suo ragazzo.
IL DOLORE E LA
MORTE
Maria poi quasi scompare dai racconti evangelici per riapparire nel
momento più drammatico, ai piedi della croce.
è qui che si manifesta la
mater dolorosa. Già all'inizio della vicenda di Gesù, quando i
suoi genitori lo conducono al tempio per la presentazione, il vecchio
Simeone si era rivolto alla giovane madre con una profezia di dolore:
"Anche a te una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2, 35).
Ora quella profezia si avvera, prende forma. Suo figlio è lì davanti a
Lei inchiodato sulla croce, allo stremo delle forze, ormai prossimo ad
una morte destinata ai "maledetti". Lo stato d'animo della Madonna non
ha bisogno di parole. E infatti l'evangelista Giovanni si limita a
presentare la scena: "Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la
sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala".
Ma si tratta di una scena che parla ben al di là di queste scarne
parole. Tutti avvertono il dramma di Maria. Ognuno si immedesima nel suo
dolore perché ognuno - ogni famiglia - ha avuto una propria esperienza
di dolore e si ritrova in quello della Madonna. Conosce lo strazio di
quei momenti, quando ti lascia qualcuno che faceva parte di te, che
aveva condiviso parti essenziali della tua esistenza, che era un punto
di riferimento forte del tuo mondo affettivo. E il dolore è ancora più
grande in una donna, quando a morire è suo figlio per la speciale
vicinanza che c'è stata con lui sin da quando lo portava in grembo.
Maria diventa l'emblema del dolore universale per ciò che Cristo
crocifisso rappresenta: il Giusto, il Figlio di Dio che muore per la
salvezza di tutti. Eppure il suo dolore è composto e aperto alla
speranza, quasi presagisse che quel tragico evento rientra in un disegno
più vasto del Dio della vita. In questa chiave va letta la piena
accettazione dell'invito di Gesù dalla croce a divenire la madre del
discepolo prediletto, cioè della Chiesa che sta nascendo per portare
l'evangelo "fino agli estremi confini della terra".
Eravamo partiti chiedendoci il perché dell'immagine della Madonna in
ogni famiglia. Dalle cose dette emergono i motivi di una presenza così
diffusa. Con Lei Dio diventa più vicino, l'Incarnazione acquista
concretezza. La vita di ogni componente della famiglia, in tutte le
stagioni attraversate, trova un punto di riferimento in Maria, la madre
di Colui che è la vita e dà la vita, la madre di tutti i viventi.
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