Preghiera
Liturgica
ANGELUS
E IL REGINA COELI
LA
PREGHIERA CONTEMPLATIVA
TRA
LO SPIRITO E MARIA
ALLA
VERGINE DEL CARMELO
PRIMA
E DOPO I PASTI
Come dalla lapidaria
affermazione della sua fondatrice riportata sopra nel titolo, la vita
del Carmelo è scandita dal ritmo della preghiera, che è anche compito
del suo apostolato tra la gente. Soprattutto la preghiera contemplativa,
ma anche tante altre forme di preghiera, di cui qui sotto vorremmo dare
solo qualche esempio più significativo.
PREGHIERA
LITURGICA
La preghiera comunitaria al Carmelo vive naturalmente incentrata
sull'Eucaristia quotidiana, fonte dell'amore fraterno che anima una
comunità e vertice dell'azione liturgica della Chiesa. La stessa Regola
Primitiva Carmelitana richiede la celebrazione comunitaria quotidiana
dell'Eucaristia.
La preghiera liturgica viene poi strutturata dalla "liturgia delle ore"
(il cosiddetto "breviario"), così chiamata perché santifica e offre a
Dio le varie ore della giornata. Questo "ufficio divino" è modellato
sulla preghiera dei salmi, arricchita da letture bibliche e patristiche
e da preghiere di intercessione.
Le ore principali sono: le "Lodi" mattutine, i "Vespri" al tramonto e
"Compieta" prima del riposo notturno. A metà giornata si prega l'"Ora
Media", unica per le comunità maschili o di vita attiva, divisa in tre
momenti per le comunità monastiche femminili (l'"Ora Terza" al mattino,
l'"Ora Sesta" a mezzogiorno e l'"Ora Nona" al pomeriggio).
Lo stile di recitazione o di canto dei salmi al Carmelo privilegia la
semplicità, la sobrietà, la bellezza, il valore del silenzio. S.Teresa
di gesù invita a vivere anche la preghiera liturgica con uno spirito
contemplativo: la liturgia delle ore è quasi orientata all'orazione
mentale, vero pilastro della preghiera quotidiana di un carmelitano o di
una carmelitana. Dalla preghiera dei salmi o dalle letture bibliche
attingiamo infatti una conoscenza più profonda di quel Dio che
incontreremo nell'orazione, lasciandoci nello stesso tempo impregnare da
un linguaggio biblico per il colloquio d'amicizia con Lui.
L'"ANGELUS" E
IL "REGINA COELI"
In comunione con tutta la Chiesa, la famiglia carmelitana recita tre
volte al giorno la preghiera dell'"Angelus": al mattino, prima preghiera
della comunità; a mezzogiorno, dopo l'esame di coscienza; alla sera, al
tramonto del sole. La preghiera fa memoria di due grandi cardini della
spiritualità e della devozione carmelitana: da una parte la memoria del
mistero dell'Incarnazione, dall'altra la devozione mariana.
Nel mistero del Figlio di Dio che assume la carne umana contempliamo la
sovrabbondanza dell'amore divino che si fa in tutto solidale con
l'umanità, la "kénosi" (cioè la spogliazione, lo svuotamento di Cristo)
ed il volto divino che splende sul volto umano di Gesù: è Lui il
Fratello, l'Amico, lo Sposo, la Via che tutto il cammino dell'orazione
mentale insegna a seguire ed amare. Maria viene contemplata soprattutto
nel suo stretto rapporto con il mistero del Figlio e nella generosità
del suo "sì", che diventa modello di docilità all'azione dello Spirito e
di ascolto della Parola. Allo stesso tempo, Maria è sentita come
presenza materna che guida, protegge e consola. L'"Angelus" è semplice e
consiste in alcune affermazioni alterne seguite dall'"Ave Maria":
"L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria / ed Ella concepì per
opera dello Spirito Santo (Ave). Ecco l'ancella del Signore / si compia
in me secondo la tua Parola (Ave). E il Verbo si fece carne / e venne ad
abitare in mezzo a noi (Ave)." Segue un'invocazione anch'essa alterna
("Prega per noi, Santa Madre di Dio / e saremo degni delle promesse di
Cristo") e, infine, una preghiera finale come questa, introdotta da
"Preghiamo": "Signore, infondi la tua grazia nelle anime nostre,
affinché come per l'annuncio dell'angelo abbiamo conosciuto
l'incarnazione di Cristo, tuo Figlio, così per la sua passione e croce
giungiamo alla gloria della Resurrezione. Per Cristo nostro Signore.
Amen". Si chiude con il "Gloria al Padre...", ripetuto tre volte.
Nel tempo pasquale (dalla domenica di Pasqua fino a Pentecoste) la
preghiera dell'"Angelus" è sostituita dalla recita del "Regina Coeli",
che consiste in queste bellissime dichiarazioni alla Vergine Santissima:
"Regina del cielo, rallegrati, alleluja; Cristo, che hai portato nel
grembo, alleluja, è risorto, come aveva promesso, alleluja! Prega il
Signore per noi, alleluja. Godi ed esulta, o Vergine Maria, alleluja!
Perché il Signore è veramente risorto, alleluja!". La preghiera
conclusiva è questa: "O Dio, che hai rallegrato il mondo con la
resurrezione del Figlio Tuo, nostro Signore Gesù Cristo, concedi, te ne
preghiamo, che per i meriti della Madre Sua, la gloriosa Vergine Maria,
possiamo giungere alla gioia della vita eterna. Per Cristo nostro
Signore. Amen". Si chiude anch'essa con la recita del "Gloria al
Padre..." per tre volte.
LA PREGHIERA
CONTEMPLATIVA
La vita di preghiera del carmelitano è caratterizzata da una ricerca
costante della comunione con Dio. La forma privilegiata di preghiera è
la preghiera individuale, silenziosa, contemplativa, basata soprattutto
sull'ascolto della Parola di Dio e sulla contemplazione del volto umano
di Gesù, con una forte sfumatura affettiva, secondo l'esperienza ed il
messaggio di S.Teresa di Gesù (1515-1582) e di S.Giovanni della Croce
(1542-1591).
Tutta la giornata del religioso è imperniata sulle due ore quotidiane di
orazione mentale, una al mattino e l'altra alla sera. Tutto ruota
intorno a questi pilastri fondamentali: la preghiera liturgica va
vissuta con la stessa impronta contemplativa, la lettura spirituale o la
"lectio divina" aiutano a conoscere meglio quel Dio che si incontrerà
nell'orazione, la ricerca della presenza di Dio nel corso delle varie
occupazioni della giornata costituisce una preparazione remota
all'orazione e lo stesso apostolato del carmelitano deve scaturire dalla
pienezza della vita di preghiera, caratterizzandosi come una comunione
gioiosa dell'esperienza di Dio.
TRA LO SPIRITO
E MARIA
La preghiera contemplativa o orazione mentale è una preghiera
individuale; eppure i Carmelitani e le Carmelitane la vivono insieme, in
comunità. All'inizio della loro preghiera personale essi invocano
comunitariamente la presenza e l'azione dello Spirito Santo: è lui il
vero Maestro di preghiera, è lui che prega in noi suggerendoci parole,
pensieri, sentimenti. E' bene che questa semplice invocazione
comunitaria dello Spirito venga poi prolungata da ciascuno all'inizio
della propria preghiera personale: non è tempo perso! L'antifona
iniziale chiede in particolare due doni allo Spirito di Dio. Si chiede
innanzitutto di "riempire" il nostro cuore. Non è un dono momentaneo,
perché possiamo pregare bene: chiediamo una pienezza che trabocchi! Lo
Spirito deve poter riempire il nostro cuore, cioè la nostra persona, la
nostra volontà, i nostri affetti, i nostri pensieri, la nostra
intelligenza, le nostre decisioni...
Il secondo dono chiesto è lo Spirito che è Amore. Desideriamo che egli
ci riempia dello stesso amore di Gesù, di quell'Amore che circola da
sempre nel cuore della Trinità. Lo si chiede con questa invocazione:
"Vieni o Santo Spirito; riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in noi
il fuoco del tuo amore". Poi, si conclude con questa o un'altra
preghiera simile: "O Dio, con il dono dello Spirito Santo tu guidi i
fedeli alla piena luce della verità: donaci di gustare nel medesimo tuo
Spirito la vera sapienza e di godere sempre del suo conforto. Per Cristo
nostro Signore. Amen".
Se l'inizio della preghiera è affidato all'invocazione comunitaria dello
Spirito Santo, al termine dell'orazione il Carmelo si rivolge a Maria
con un atto di professione filiale di amore. Il momento della preghiera
è così compreso fra questi due estremi, in sintonia con la tradizione
orientale.
La preghiera mariana fa anche da tramite fra l'orazione vera e propria e
la vita quotidiana, chiamata ad essere prolungamento della preghiera: a
Maria si chiede la compagnia, la guida e la protezione. E' tradizione
concludere la preghiera con una semplice e bella antifona mariana,
risalente al secondo secolo: "Sotto la tua protezione troviamo rifugio,
Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella
prova; e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta".
ALLA VERGINE
DEL CARMELO
Il Carmelo ha diffuso la devozione mariana soprattutto attraverso la
confraternita dello Scapolare della Madonna del Carmine. I suoi membri
vengono rivestiti dello Scapolare, cioè partecipano idealmente allo
stesso abito di Maria, impegnandosi ad imitarne le virtù e dei
Carmelitani, beneficiando di tutti i beni spirituali dell'Ordine. Lo
Scapolare è nello stesso tempo segno di protezione materna da parte di
Maria e di consacrazione a Lei.
Questa preghiera composta da Arnoldo Bostio (1445-1499) fa emergere
tutti questi sentimenti filiali, collegando strettamente lo Scapolare
alla consacrazione battesimale: "O Madre del Carmelo, che ci doni la
veste dello Scapolare, con questo abito santo tu abolisci ogni
distinzione di persone: esso è per tutti e senza alcun limite. Tu doni
un distintivo tuo e non nostro; poni un segno di invincibile difesa per
ogni tuo figlio. Tu presti la tua amabile attenzione di serva del
Signore verso noi peccatori ostinati. Ti poni come richiamo continuo
alla nostra dignità di figli di Dio, cui è stata data la veste
battesimale della grazia, che tu ci aiuti a mantenere intatta o almeno a
ripulire. Nello Scapolare poni tutta la tua tenerezza umana di Madre del
Verbo fatto carne e tutta la tua carità divina di corredentrice. Hai
stabilito con noi un patto di salvezza, impegnando la tua forza di
mediatrice, se noi appena ci impegniamo a confidare in te e a tenerti
per madre nostra. Madre e Signora del Carmelo, difendici con la tua
veste come un'armatura, poiché la guerra contro il nostro spirito
infuria sempre di più. E donaci di raggiungerti in cielo, dove sei
coronata di gloria da Dio Trinità. Amen".
PRIMA E DOPO I
PASTI
Vivere alla presenza di Dio è fondamentale per il carmelitano, per
alimentare lo spirito di orazione. Egli cerca così di orientare al
Signore ogni azione; anche il pasto, consumato fraternamente in
comunità, ascoltando la lettura della Parola di Dio o qualche lettura
agiografica, oppure conversando con i fratelli, può diventare motivo di
preghiera e di unione con Dio.
I confratelli ringraziano insieme il Signore per i doni della sua bontà
e chiedono la sua benedizione. Dopo il segno della croce ed il "Padre
Nostro", chi presiede recita una preghiera come questa : "Dio, amante
della vita, che nutri gli uccelli del cielo e vesti i gigli del campo,
ti ringraziamo per il cibo che ci doni: nel tuo provvido amore, non
permettere che ad alcuna creatura manchi il necessario alimento. Per
Cristo nostro Signore. Amen".
Al termine del pasto ha luogo un piccolo ringraziamento comunitario. Chi
presiede dice questa preghiera o un'altra simile: "Dio, datore di ogni
bene, riconoscenti della tua provvidenza, ti preghiamo di benedire i
nostri benefattori e di renderci pronti a dividere il pane con i
fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen". Poi conclude dicendo, per
esempio, alla sera: "Il Signore apra le braccia della sua misericordia
ai nostri fratelli defunti e li accolga nella festosa assemblea dei
santi con la vergine Maria, nostra Madre. Amen". |