Regia: Marta Meszaros
Sceneggiatura: Marta Mészaros, Eva Pataki, Roberta Mazzoni
Musica: Moni Ovadia
Interpreti: Maia Morgenstern, Adriana Asti, Jan Novicki, Elide Melli, Giovanni Capalbo, Ileana Carusio
Titolo Originale: La Septième demeure 
Origine: Italia/Ungheria/Francia -1995
Durata: 1h 50'


Questo film narra la storia di Edith Stein, un'ebrea di Breslavia convertitasi al cattolicesimo,  allieva di Husserl e docente di filosofia all'università di Munster in Germania negli anni '30. La Lettura di Santa Teresa D'Avila la conduce ad un cambiamento radicale della propria vita che culmina con la sua conversione al Cattolicesimo e ad entrare nel convento delle carmelitane di Colonia. Durante il periodo di noviziato si sottopone con umiltà e slancio alle severissime regole ed alle dure prove che le vengono imposte. La lettura del «Castello Interiore» di S. Teresa D'Avila  è ora il filo conduttore di un graduale itinerario della coscienza che conduce la fervente novizia verso la Grazia e la Luce. Intanto nel mondo e in particolare in Germania si inasprisce la persecuzione antisemita e la situazione diventa così critica che Edith viene trasferita nel convento di Echt in Olanda, ma quando anche questo paese verrà invaso dai nazisti, Edith e sua sorella Rosa non riusciranno a sfuggire alla deportazione ad Auschwitz. Per Edith Auschwitz è la Luce, la settima stanza del Castello, ove l'anima raggiunge la perfetta unione con Dio.
"La mia è una possibile interpretazione dell'esistenza della Stein", ha voluto precisare la regista ungherese ma l'accurata preparazione e la diligente realizzazione del film ne fanno una testimonianza credibile e convincente.
Del film si fanno apprezzare la scelta significativa di alcuni momenti che hanno marcato la vita e la personalità della Stein, evidenziandone le doti di profonda ricchezza naturale, di fermezza e tenacia nel perseguire un luminoso itinerario ascetico e mistico e la profonda umanità.
Perfetta la fotografia di Piotr Sobocinki, mentre la colonna musicale di Moni Ovadia aggiunge suggestione senza fare concessione all'enfasi. Ne risulta un film alto e meditativo a dispetto delle imperfezioni. Con una cosa, però, praticamente perfetta: l'adesione alla parte della protagonista Maria Morgenstern, bellezza austera al servizio di un grande talento.

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