LE ORIGINI                       

IL CARMELO - L’ORDINE DEI CARMELITANI

L’Ordine Carmelitano prende il nome dal Carmelo, montagna della Palestina che si incunea nel mar Mediterraneo. Il nome ebraico, Karmel, vuol dire "giardino fiorito", frutteto, in opposizione alla steppa e al deserto. Nella Bibbia il Carmelo viene nominato più volte come sinonimo di fecondità e bellezza ma, soprattutto, è legato alle vicende di Elia. Infatti, fin dalla remota antichità, il Monte Carmelo fu conosciuto come ‘il Promontorio Santo’, santificato dal Profeta Elia e i 450 profeti di Baal, la divinità cananea della vita e della fecondità. Il profeta Elia convocò sul posto i 450 profeti di Baal e davanti al popolo li sfidò a fare scendere il fuoco dal cielo. Solo dietro le invocazioni di Elia Javhè fece scendere il fuoco che consumò le vittime. Tutti i profeti di Baal furono uccisi dal profeta." Questa Vittoria sul paganesimo fu coronata con la venuta di una pioggia abbondante che pose fine alla triennale siccità. La venuta della Pioggia fu annunciata dalla nuvoletta che saliva dal mare. Questa nuvoletta è un simbolo del Messia, secondo quanto disse il profeta Isaia: "Le nubi faranno piovere il Giusto." Per questo la tradizione ha visto, nella nuvoletta che sorge sopra il Carmelo, la prefigurazione della Vergine Maria, dal cui grembo è nato il Salvatore. Fu così che il Monte Carmelo fu sempre legato alle due eccelse figure bibliche: il Profeta Elia e la Vergine Maria.

L’origine dell’Ordine Carmelitano è legato al movimento storico delle Crociate (sec.XIII). Alle truppe dei Crociati si associarono numerosi eremiti e pellegrini europei, desiderosi di visitare i Luoghi Santi e magari di fissarvi la dimora per la loro vita ascetica.  Il Pellegrinaggio, come la crociata, aveva spesso un carattere penitenziale ed era suggellato da un voto di restare per tutta la vita in Terra Santa. Così il monte Carmelo, con la grotta e la fonte di Elia alla sua base, si riempì di eremiti che, nella quiete di questa vallata, come "api del Signore", negli alveari delle loro celle, "deponevano il miele spirituale": si chiamarono perciò "Eremiti del Carmelo" (o "Eremiti Latini") .

Questi primi eremiti costruirono, nel mezzo delle loro celle, una cappella dedicata alla Vergine Maria per questo, da allora, l’Ordine fu chiamato col titolo di ‘ Fratelli della Vergine Maria del Monte Carmelo’. 

Intorno al 1210 Brocardo, priore della comunità, ottenne dal patriarca di Gerusalemme S. Alberto di Vercelli, il testo di una regola (è la "Regola primitiva") per gli eremiti nascosti nella montagna e, con ciò, un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. Ben presto però gli eremiti si accorsero della precarietà della loro situazione: le frequenti incursioni cui erano sottoposti e il progressivo indebolimento delle forze crociate li convinsero a dare inizio a un movimento di fondazioni in Europa. Fu in questo periodo la storia del S. Abitino che ci fa vedere "Fra Simone, Priore dell’Ordine, pregare incessantemente la Madonna affinché desse al suo Ordine un privilegio particolare ed Ella gli apparve tenendo in mano lo scapolare e dicendo: ‘Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque muore con questo sarà salvo’ ”
I Carmelitani ottennero poi da Papa Onorio III (30 gennaio 1226) una superiore approvazione della Regola, riconfermata da Papa Gregorio IX (1229).

Intanto la Terra Santa veniva progressivamente rioccupata dai Musulmani e l’esodo dei Carmelitani verso l’Europa, i loro paesi d’origine, fu quasi totale. Qui dovettero adattarsi a nuove condizioni di vita; si riavvicinarono alle città, si profilò una certa vita comunitaria. Nuova decisione, e si rivolsero, questa volta, al Papa Innocenzo IV, per adattare la Regola alla nuova situazione culturale e sociale: da eremita, l’Ordine si trasformò in mendicante, sull’esempio dei Francescani e Domenicani, passando così dall’eremo al convento. Nei secoli XIV e XV i Carmelitani seguirono nelle grandi linee lo sviluppo e il declino degli altri Ordini mendicanti, fino a giungere ad un progressivo rilassamento della vita religiosa, sfociato poi nelle mitigazioni della Regola. Movimenti di riforma iniziarono già nella seconda metà del secolo XV (Mantova ed Albi). E’ in questo periodo che, sotto il Generale Giovanni Soreth (1394-1471), vennero fondate le Monache Carmelitane. La riforma che ebbe maggiore sviluppo, fu quella avviata in Spagna.

I CARMELITANI SCALZI

Il 28 marzo 1515  nacque S. Teresa de Ahumada. A ventuno anni entrò fra le Carmelitane della sua città natale (Avila) rimanendovi fino al 1562 presso il monastero dell'Incarnazione. Con la fondazione del piccolo monastero di San Giuseppe ( 24 agosto 1562), Teresa, riprende la Regola di Sant’Alberto nella sua forma primitiva e dà inizio alla sua riforma fra le monache. L’ideale Carmelitano Teresiano è insieme contemplativo e apostolico. Le caratteristiche fondamentali dei "mezzi" che la Santa considera essenziali per il raggiungimento dei suoi ideali sono l’orazione, lo zelo apostolico, la solitudine (silenzio, ritiro, clausura), la vita comunitaria (piccolo gruppo, vita fraterna, semplicità, libertà spirituale, umanesimo), lo spirito Mariano, l’ascesi e il lavoro. Dopo la fondazione delle comunità femminili la riforma viene poi estesa anche al ramo maschile (frati "riformati" o "scalzi") con l'aiuto di  S. Giovanni della Croce. La nuova vita dei Carmelitani Scalzi fu  inaugurata a Duruelo nel 1568 secondo le norme e le indicazioni di Teresa: ritorno alla Regola del 1247, spirito di mortificazione e di ritiro, perenne comunione orante con Dio, sforzi per rendere sempre più feconda l’azione apostolica.

Già due anni dopo la morte di Santa Teresa (1582), i Carmelitani Scalzi giungevano a Genova, per fondare il primo convento dell’Ordine fuori di Spagna; animatore dell’impresa era P. Nicolò Doria. Da questo convento di S. Anna, presto il Carmelo teresiano si sarebbe diffuso per tutta l’Europa; nel medesimo tempo, dalla Spagna e dal Portogallo, si partiva per fondare in America Latina. Anche le Monache Scalze vennero a Genova, nel 1590, diffondendosi poi per tutta l’Italia e l’Europa e giungendo anche a Praga.   

 

 

IL CARMELO E MARIA

Il Carmelo, secondo una espressione medievale, e' "tutto di Maria"

L’Ordine dei Padri Carmelitani nato sul Monte Carmelo ha vissuto la sequela di Cristo ispirandosi alla Vergine Santissima. Ha dedicato a Lei la prima cappella meritandosi il titolo dell’Ordine dei "fratelli della Madonna del Monte Carmelo". Questa cappella era dotata, probabilmente, di una immagine della Madre di Dio. L'antica tradizione dell'Ordine ci ha trasmesso, infatti, alcune immagini antiche, di ispirazione orientale. Tra esse alcune come la Vergine della tenerezza o la Vergine seduta in trono con il Figlio. Anche la nuvoletta vista sul Monte Carmelo "come mano d’uomo" che indicava al Profeta Elia la fine della siccità, è stata sempre vista come il segno di Maria che avrebbe donato al mondo la Grazia e le grazie, cioè Gesù. Maria, Madre e Regina, continua ad essere il modello di quella preghiera contemplativa che rapì Elia dopo avere ascoltato quel "suono di un sottile silenzio" sull’Oreb. I Carmelitani hanno messo in rilievo la Verginità della Madre di Dio ammirando in Lei il modello dell'opzione per una vita verginale nel Carmelo e la sua relazione con la contemplazione. Da qui l'insistenza degli autori carmelitani nella filiale contemplazione della Vergine Purissima e nell'impegno di imitarla in questa attitudine spirituale, espressa simbolicamente dalla cappa bianca dell'abito dell'Ordine. Maria, capace di ascoltare e accogliere la Parola di Dio con disponibilità totale, diventa il modello del Carmelitano, che con purezza di cuore si lascia incontrare dal Signore. Ella è la donna nuova pienamente unita per mezzo dello Spirito a Gesù e, con Lui, al Padre: anche il Carmelitano si sente chiamato  a vivere in piena comunione con Dio. La Vergine è pure considerata la stella del mare cioè porto sicuro, faro per i naviganti, "la stella" che conduce a Gesù. Tutto ciò indica che gli eremiti del Monte Carmelo volevano dedicare interamente la loro vita in ossequio di Gesù Cristo, sotto lo sguardo amoroso della Vergine. Per vivere l’obsequium, c’era bisogno del Signore (Gesù), del servo (il monaco) e della terra (la Terrasanta). Passando in Occidente, all’Ordine Carmelitano è venuta meno la terra. Ebbene, la Madonna è domina loci, la Signora della terra, quella  terra su cui Dio ha piantato la propria tenda, il luogo della presenza di Dio, la terra su cui mettere a dimora il seme per poi raccoglierne i frutti.  Ma l’attenzione alla Vergine non è rimasta chiusa nei chiostri dei conventi Carmelitani. L’espandersi dell’Ordine nel mondo ha fatto in modo che moltissime persone Le consacrassero la loro vita. Maria appare come una autentica Protettrice dell'Ordine nei momenti difficili della sua evoluzione ed espansione in Occidente. Il Catalogo dei Santi Carmelitani ha raccolto la visione che il Generale dell'Ordine Simone Stock ebbe verso il 1251, quando la Vergine gli apparve e gli consegnò l'abito dell'Ordine assicurandogli la salvezza eterna per tutti coloro che lo avrebbero portato con devozione. Si attribuisce al Papa Giovanni XXII un documento, chiamato comunemente Bolla Sabatina, in data 3 marzo 1322, nel quale si riferisce la visione che il Papa ebbe della Vergine che gli promise una protezione personale in cambio dell'aiuto che egli avrebbe prestato ai Carmelitani. Nella Bolla si allude al privilegio di una liberazione dalle pene del Purgatorio per tutti coloro che abbiano portato degnamente il Santo Scapolare: la Vergine scenderebbe a liberare i suoi devoti il sabato successivo alla loro morte (Privilegio Sabatino). Questa consacrazione o affidamento, come oggi si dice, viene realizzato attraverso questo SEGNO: il Santo Abitino.

LO SCAPOLARE

“Scapolare” viene da “scapola” e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il “giogo dolce” di Cristo (cfr. Mt.11,29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano - per le caratteristiche proprie di quest'Ordine - lo scapolare o "abitino" assunse ben presto un significato mariano, divenendo segno della identità e della vita del Carmelo. SEGNO di impegno da parte di chi lo veste e di protezione da parte della Vergine Santissima, non solo per la vita presente, ma quindi, anche per quella futura. La Chiesa, ha apprezzato questo SEGNO attraverso tanti Santi e tanti Sommi Pontefici che hanno raccomandato e portato il Santo Abito della Madonna del Carmine. In seguito, adattandosi al costume dei tempi, l’ ABITO DELLA BEATA VERGINE MARIA, fu ridotto nelle dimensioni e divenne un ABITINO DELLA MADONNA DEL CARMINE, formato da due piccoli pezzi della stessa stoffa dell’abito Carmelitano, uniti da fettucce che permettono di portarlo appoggiato sul petto e sulla schiena. Ogni religioso lo indossa come parte del suo abito, poiché è proprio della madre vestire i figli. Più tardi il papa Pio X, per venire incontro alle esigenze moderne concesse di sostituire l’ABITINO con una medaglia recante da una parte l’immagine del Sacro Cuore di Gesù e dall'altra quella della Vergine. L’impegno che si richiede nel portare questo segno esteriore viene realizzato almeno nel desiderio di voler vivere come Maria e con Maria. Siamo chiamati ad imitarla, ad imitate le sue virtù, il suo silenzio, la sua carità, la sua docilità al volere di Dio.  Per questo, chi lo riceve diventa membro della Famiglia Carmelitana, e si impegna a vivere la sua spiritualità con le caratteristiche del proprio stato di vita. Lo Scapolare è, quindi, il segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale rendiamo manifesta la nostra consacrazione a Maria e i vincoli che ci legano a Lei. Esso è imposto, solo la prima volta, da un sacerdote o da una persona autorizzata.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II raccomanda lo Scapolare nel 750° anniversario: "Carissimi, questo felice avvenimento coinvolge non soltanto i devoti di Nostra Signora del Carmelo, ma tutta la Chiesa, perché nel corso dei tempi, grazie anche alla diffusione del Santo Scapolare, il ricco patrimonio del Carmelo è diventato un tesoro per tutto il popolo di Dio. Dovete respirare costantemente questo ammirevole patrimonio spirituale per essere, ogni giorno, testimoni credibili di Cristo e del suo Vangelo".

FESTA                                               

Dal secolo XIV l'Ordine ha voluto celebrare con una festa speciale, con la solenne Commemorazione della Vergine Maria del Monte Carmelo, i benefici ricevuti per l'intercessione della Vergine. Questa festa aveva a volte il senso di ricordare la protezione di Maria e di attuare un'azione di grazie da parte dell'Ordine. Com'è noto, nella scelta della data, influì la parziale approvazione dell'Ordine ottenuta nel Concilio II di Lione, il 17 luglio 1274, quando c'era stato il pericolo di una soppressione dell'Ordine. In seguito la data del 16 luglio fu considerata come quella dell'apparizione della Vergine a S. Simone Stock, e il ricordo della protezione della Vergine si concentrò nel ringraziamento particolare per ciò che costituiva la somma e il compendio dell'amore della Vergine per i Carmelitani: il dono del Santo Scapolare e i suoi privilegi.