a Torino…

 

L’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna che, nel1902, ebbe luogo nei padiglioni nel parco del Valentino, determinò una svolta nella cultura della città. Da alcuni anni l’Art Nouveau, stava dilagando in Europa e alle sue caratteristiche si erano ispirati i promotori della rassegna, Enrico Thovez e Raimondo D’Aronco.

L’entusiasmo del vastissimo pubblico dei visitatori della mostra accelerò i processi di penetrazione dell’Art Nouveau.
Nell’arco di un decennio, in un momento favorevole di crescita urbana, si ebbe una concreta svolta del gusto, e amplificata dal favore di un pubblico interessato al nuovo. Fu così che l’"effetto mostra" si ribaltò nel costume di vita della città, dalle case agli oggetti di arredamento, fino all’impaginazione dei libri.

E ciò fu possibile perché, dopo aver conosciuto lo stile inaugurato in Belgio da Victor Horta, in Scozia da Charles Rennie Mackintosh, nei paesi Germanici da Otto Wagner e Joseph Olbrich,il pubblico che affollava i padiglioni aveva potuto coglierne gli effetti.

L‘entusiasmo per questo gusto, ne permise una diffusione così capillare da trasformare l‘Art Nouveau, che in Italia si preferì chiamare Liberty, in un modo di vivere quotidiano, valido per tutti.

Sull‘onda di una linea ondulata, dalla pittura, alla grafica, al disegno architettonico, il clima culturale della città ne fu profondamente coinvolto nell‘arco degli anni che corrono anche oltre il periodo della Grande Guerra 1915-18.

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